giovedì 27 dicembre 2012

Il giorno della riconciliazione


Martedì 25.12 – Il fatto di trovarsi su una mesa posta fra i 1.650 ed i 1.750 m.s.l.m. si è fatto sentire: stamane circa di 16° in casa!
Prima delle 9 il Nomade è già sulla Mexico 90, carretera che si dipana in un ambiente gradevole: molto verde, molte coltivazioni, molti allevamenti di bestiame.


Ad un certo punto è ricomparsa la coltivazione dell'agave in quanto vi sono in zona altre importanti fabbriche di tequila, e poi agrumi, anche impiantati di recente.
Il momento della pausa caffè di metà mattinata è coinciso con l'incontro di un Walmart alla periferia di La Piedad; 


da lì la strada libre coincide con l'autopista, il che ha consentito di allungare un po' il passo tanto da poter essere in area della meta verso le 15.





La località è incastonata su montagne spoglie, le case sono variopinte; da quando i primi spagnoli vi trovarono filoni di metallo prezioso, non esattamente quello che andavano cercando, cioè l'oro, bensì l'argento, l'importanza del luogo andò via via crescendo diventando un magnifico esempio di realtà coloniale. 






Oggi le vene sono esaurite da tempo e la città vive di turismo. Mentre il Nomade stava affrontando la tortuosa via di accesso, superato un primo chiosco di info turistiche, al secondo ha deciso di acquisirne qualcuna. Ottiene così dall'addetto una mapita e l'indicazione di un parcheggio.








Poco dopo un addetto dello stesso tipo, Rafael il suo nome, trovato a bordo strada all'altezza di una topa, si offre di accompagnarci adducendo motivazioni valide tipo il fatto che le sagome di diversi tunnels sulla strada non consentirebbero il passaggio ovunque del Nomade.
Con Rafael a bordo l'obiettivo è quello di raggiungere un parcheggio sito in San Miguel Allende, questo il nome della via.







Rafael chiede subito per la sua prestazione 100 pesos e pochi minuti dopo chiede di accostare in quanto ha portato il Nomade sulla strada per una città che si chiama San Miguel Allende; scoperto l'equivoco egli accetta di proseguire per dove il Nomade ha in mente di parcheggiare. Questa località non è affatto semplice da girare a causa di vari fattori, fra i quali certamente i tunnels bassi (qui non ci sono le indicazioni con i limiti in H e L all'ingresso del tunnel), ma non solo, anche le strade con pavimentazione in pietra scivolosa, strette e con una pendenza notevole, ad esempio.






Fatto sta che alle 15.25 il Nomade accede con una certa difficoltà ad un parcheggio in zona dominante che non sarebbe mai stato in grado di raggiungere senza l'aiuto di Rafael, il quale così si è ben guadagnato quei 100 pesos richiesti.
Leggendo con attenzione lo scontrino del parcheggio è emersa la possibilità di poter sostare anche per la notte: magnifico, finalmente una visita che può essere condotta senza il pensiero di dover poi trovare per strada la soluzione overnight!





Questa località, divenuta patrimonio UNESCO nel 1988, è una di quelle con le quali mi sono trovato subito in sintonia: gran parte delle sue attrattive si trovano vicino al centro ed uno dei piaceri di visitare questa perla coloniale è dato dal vagare a piedi tra le sue vie tortuose, ammirandone la ricca architettura: Teatro Juarez, Templo de la Compania, Jardin de la Union, Basilica de Nuestra Senora de Guanajuato, l'Università, Il Museo del Pueblo, Plaza de los Angeles, Casa Diego Rivera, Alhondiga de Granaditas, oltre al Mercado Hidalgo, ai vari locali dove è possibile consumare cibo di ogni genere, alle piazzette piane ed ombreggiate da alberi di alto fusto che si aprono nei vicoli in salita, insomma, un'atmosfera che mi ha fatto ricordare certi scorci di Napoli e di Positano per come sono state memorizzate nei miei “files” un po' datati.





E' pur vero che molte attività, essendo il giorno de la navidad, erano chiuse, ma la gente in giro era comunque tanta e dai tratti somatici assolutamente differenti da quelli incontrati in precedenza.
Qui la quota si aggira sui 2.000 m.s.l.m.; perciò è stato un piacere rientrare a casa verso le 19 e trovare l'ambiente ad una temperatura confortevole.



Senza indugiare troppo, concatenando le operazioni in maniera esemplare, ho prima cucinato un misto di verdure (pentola a pressione) che poi è stato usato per condire dei fusilli (pentola a pressione) sui quali è stato versato un misto di tre diversi tipi di queso fatto a cubetti micrometrici, un goccio d'olio e quel pizzico di pepe che rendono un piatto armonioso e delizioso al palato.


E per ben concludere la giornata, una fetta di torta al caffè dal gusto assimilabile al tiramisù elaborata Walmart.

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