Martedì
25.12 – Il fatto di trovarsi su
una mesa posta fra i 1.650 ed i 1.750 m.s.l.m. si è fatto sentire:
stamane circa di 16° in casa!
Prima
delle 9 il Nomade è già sulla Mexico 90, carretera che si dipana in
un ambiente gradevole: molto verde, molte coltivazioni, molti
allevamenti di bestiame.
Ad
un certo punto è ricomparsa la coltivazione dell'agave in quanto vi
sono in zona altre importanti fabbriche di tequila, e poi agrumi,
anche impiantati di recente.
Il
momento della pausa caffè di metà mattinata è coinciso con
l'incontro di un Walmart alla periferia di La Piedad;
da lì la
strada libre coincide con l'autopista, il che ha consentito di
allungare un po' il passo tanto da poter essere in area della meta
verso le 15.
La
località è incastonata su montagne spoglie, le case sono
variopinte; da quando i primi spagnoli vi trovarono filoni di metallo
prezioso, non esattamente quello che andavano cercando, cioè l'oro,
bensì l'argento, l'importanza del luogo andò via via crescendo
diventando un magnifico esempio di realtà coloniale.
Oggi
le vene sono esaurite da tempo e la città vive di turismo. Mentre il
Nomade stava affrontando la tortuosa via di accesso, superato un
primo chiosco di info turistiche, al secondo ha deciso di acquisirne
qualcuna. Ottiene così dall'addetto una mapita e l'indicazione di un
parcheggio.
Poco
dopo un addetto dello stesso tipo, Rafael il suo nome, trovato a
bordo strada all'altezza di una topa, si offre di accompagnarci
adducendo motivazioni valide tipo il fatto che le sagome di diversi
tunnels sulla strada non consentirebbero il passaggio ovunque del
Nomade.
Con
Rafael a bordo l'obiettivo è quello di raggiungere un parcheggio
sito in San Miguel Allende, questo il nome della via.
Rafael
chiede subito per la sua prestazione 100 pesos e pochi minuti dopo
chiede di accostare in quanto ha portato il Nomade sulla strada per
una città che si chiama San Miguel Allende; scoperto l'equivoco egli
accetta di proseguire per dove il Nomade ha in mente di parcheggiare.
Questa località non è affatto semplice da girare a causa di vari
fattori, fra i quali certamente i tunnels bassi (qui non ci sono le
indicazioni con i limiti in H e L all'ingresso del tunnel), ma non
solo, anche le strade con pavimentazione in pietra scivolosa, strette
e con una pendenza notevole, ad esempio.
Fatto
sta che alle 15.25 il Nomade accede con una certa difficoltà ad un
parcheggio in zona dominante che non sarebbe mai stato in grado di
raggiungere senza l'aiuto di Rafael, il quale così si è ben
guadagnato quei 100 pesos richiesti.
Leggendo
con attenzione lo scontrino del parcheggio è emersa la possibilità
di poter sostare anche per la notte: magnifico, finalmente una visita
che può essere condotta senza il pensiero di dover poi trovare per
strada la soluzione overnight!
Questa
località, divenuta patrimonio UNESCO nel 1988, è una di quelle con
le quali mi sono trovato subito in sintonia: gran parte delle sue
attrattive si trovano vicino al centro ed uno dei piaceri di visitare
questa perla coloniale è dato dal vagare a piedi tra le sue vie
tortuose, ammirandone la ricca architettura: Teatro Juarez, Templo de
la Compania, Jardin de la Union, Basilica de Nuestra Senora de
Guanajuato, l'Università, Il Museo del Pueblo, Plaza de los Angeles,
Casa Diego Rivera, Alhondiga de Granaditas, oltre al Mercado Hidalgo,
ai vari locali dove è possibile consumare cibo di ogni genere, alle
piazzette piane ed ombreggiate da alberi di alto fusto che si aprono
nei vicoli in salita, insomma, un'atmosfera che mi ha fatto ricordare
certi scorci di Napoli e di Positano per come sono state memorizzate
nei miei “files” un po' datati.
E'
pur vero che molte attività, essendo il giorno de la navidad, erano
chiuse, ma la gente in giro era comunque tanta e dai tratti somatici
assolutamente differenti da quelli incontrati in precedenza.
Qui
la quota si aggira sui 2.000 m.s.l.m.; perciò è stato un piacere
rientrare a casa verso le 19 e trovare l'ambiente ad una temperatura
confortevole.
Senza
indugiare troppo, concatenando le operazioni in maniera esemplare, ho
prima cucinato un misto di verdure (pentola a pressione) che poi è
stato usato per condire dei fusilli (pentola a pressione) sui quali è
stato versato un misto di tre diversi tipi di queso fatto a cubetti
micrometrici, un goccio d'olio e quel pizzico di pepe che rendono un
piatto armonioso e delizioso al palato.
E
per ben concludere la giornata, una fetta di torta al caffè dal
gusto assimilabile al tiramisù elaborata Walmart.
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