martedì 25 dicembre 2012

Il giorno della prima visita di una città del Mexico vero




Sabato 22.12 – Partenza con l'ultimo fresco del mattino, poi il calore è salito unitamente al tasso di umidità: alla sosta per rifornimento diesel e pranzo, verso Rosamorada, il calore del sole percepito sulla pelle è veramente tosto.
Durante il percorso la vegetazione si è fatta sempre più lussureggiante, con coltivazioni varie e bestiame, l'albero del mango è risultato per lunghi tratti dominante su qualsiasi altro (inoltre ho notato piantagioni recenti, segno che qui si sta puntando su questo frutto), e poi agrumi, tante palme e banani.






Degno di nota il passaggio dove la strada corre a vista sulle lagune, regno di uccelli acquatici ed altri predatori, ricche di camarones e di ostriche che non fanno mancare il lavoro ai pescatori del luogo.


Lungo la strada, in coincidenza con incroci importanti dove le Topes ed i Vibradores sono sempre presenti e tutti, ma proprio tutti, camions inclusi, sono costretti a procedere a passo d'uomo, si trovava una lunga fila di ombrelloni con persone in parte sedute ed altre in piedi a cercare di interessare gli automobilisti ai loro prodotti in vendita, quasi esclusivamente camarones esiccati e imbustati (8 buste per 100 pesos = € 6,00. Gli ultimi venditori della lunga fila proponevano addirittura 9 buste per 100 pesos).


Gli ultimi 60 km. per arrivare a Tepic, città che conta circa 250.000 abitanti, capitale dello stato di Nayarit, Mexico ex coloniale, sono risultati molto impegnativi e forse hanno contribuito ad umentare una certa rumorosità sospetta.



La strada sale sino ad oltre 700 m. di quota con strappi e curve strette dove i camions che trasportano la canna da zucchero, carichi oltre il possibile, creano lunghe colonne (oltre a perdere parte del prodotto nelle curve più strette).


Proprio per distrarsi dal continuo uso dei rapporti bassi il Nomade coglie al volo l'occasione data dal Mirador del aguila dove effettua una breve sosta senza però riuscire a vederla (l'aquila);




ciò che invece vede sono tre piccole costruzioni poco lontane l'una dall'altra: si tratta di manufatti contenenti immagini votive, lumini e fiori in commemorazione di qualche persona deceduta sul percorso, così come spesso si notano a bordo strada delle croci dove qualcuno ha portato a termine i propri giorni terreni.





Con le guide del Mexico a disposizione (non sono né Lonely Planet né Routard) è sempre complicato raggiungere uno specifico luogo specialmente quando è indicato come presente lungo una certa Avenida angolo una certa Calzada. 




Prima di disperderci il Nomade gira in una via secondaria chiedendo info ad un vecchietto sul marciapiede...ops, un coetaneo sul marciapiede.
Questi è lesto nel rimetterci sulla retta via, anche se arrivati nell'area della Plaza Principal, dove è sita la cattedrale, non è stato per nulla semplice trovare da parcheggiare: forse perché è sabato, forse perché la gente è alla caccia degli ultimi acquisti per la Festividad de la Nadividad, forse perché ci sono ancor tutti i festoni nel quartiere della Vergine di Guadalupe, forse perché le strade sono strette e già occupate, alla fine il Nomade trova una sistemazione proprio di fronte alla Vergine già nominata.




Per il Nomade si tratta della prima volta di essere parcheggiato in una città messicana per così tanto tempo, quello necessario al suo equipaggio di entrare in contatto con una realtà per niente turistica, caratterizzata dalla visita al Museo dedicato ai popoli Cora, Huicol, Tepehuan e Mexicaner (Casa de los Quatro Pueblos), alla cattedrale, alla Vergine di Guadalupe ed Emilia Ortiz Contemporary Art Center, muovendosi, unici stranieri, fra la popolazione locale spesso incuriosita dalla presenza di due esemplari di bradipo veloce dagli occhi azzurri.






La città è tipica della provincia, con un buon clima, animatissima durante tutto il tempo dedicatole, incluso quello destinato ad assaggi di cibo locale praticato da Ezio.
Tanto artigianato sulle bancarelle avrebbe reso felice qualsiasi rappresentante femminile a caccia di monili, ma questo equipaggio è declinato al maschile e pertanto si è limitato ad osservare.






Lasciata Tepic dopo le 17 il Nomade si è mosso nella direzione di Guadalajara trovando un traffico incredibile rapportato alla dimensione della città, sin tanto che, dopo il bivio per l'aeroporto, la situazione si è fatta più tranquilla.





Gli occhi di tutti sono stati puntati sulle varie stazioni di servizio Pemex ubicate lungo il percorso con l'intento di trovare quelle che offrono ospitalità per la notte ai camions; 




chilometro dopo chilometro il Nomade è arrivato sino a Ixtlan del Rio prima di trovare la soluzione adatta: questa località è prossima a Los Toriles, città pre-ispanica dove si trova un Tempio chiamato di Quetzalcòatl, considerato come uno dei migliori esempi di architettura West Mexico.


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