Sabato
22.12 – Partenza con l'ultimo fresco del mattino, poi il calore è salito
unitamente al tasso di umidità: alla sosta per rifornimento diesel e
pranzo, verso Rosamorada, il calore del sole percepito sulla pelle è
veramente tosto.
Durante
il percorso la vegetazione si è fatta sempre più lussureggiante,
con coltivazioni varie e bestiame, l'albero del mango è risultato
per lunghi tratti dominante su qualsiasi altro (inoltre ho notato
piantagioni recenti, segno che qui si sta puntando su questo frutto),
e poi agrumi, tante palme e banani.
Degno
di nota il passaggio dove la strada corre a vista sulle lagune, regno
di uccelli acquatici ed altri predatori, ricche di camarones e di
ostriche che non fanno mancare il lavoro ai pescatori del luogo.
Lungo
la strada, in coincidenza con incroci importanti dove le Topes ed i
Vibradores sono sempre presenti e tutti, ma proprio tutti, camions
inclusi, sono costretti a procedere a passo d'uomo, si trovava una
lunga fila di ombrelloni con persone in parte sedute ed altre in
piedi a cercare di interessare gli automobilisti ai loro prodotti in
vendita, quasi esclusivamente camarones esiccati e imbustati (8 buste
per 100 pesos = € 6,00. Gli ultimi venditori della lunga fila
proponevano addirittura 9 buste per 100 pesos).
Gli
ultimi 60 km. per arrivare a Tepic, città che conta circa 250.000
abitanti, capitale dello stato di Nayarit, Mexico ex coloniale, sono
risultati molto impegnativi e forse hanno contribuito ad umentare una
certa rumorosità sospetta.
La
strada sale sino ad oltre 700 m. di quota con strappi e curve strette
dove i camions che trasportano la canna da zucchero, carichi oltre il
possibile, creano lunghe colonne (oltre a perdere parte del prodotto
nelle curve più strette).
Proprio
per distrarsi dal continuo uso dei rapporti bassi il Nomade coglie al
volo l'occasione data dal Mirador del aguila dove effettua una breve
sosta senza però riuscire a vederla (l'aquila);
ciò che invece vede sono tre
piccole costruzioni poco lontane l'una dall'altra: si tratta di
manufatti contenenti immagini votive, lumini e fiori in
commemorazione di qualche persona deceduta sul percorso, così come
spesso si notano a bordo strada delle croci dove qualcuno ha portato
a termine i propri giorni terreni.
Con
le guide del Mexico a disposizione (non sono né Lonely Planet né
Routard) è sempre complicato raggiungere uno specifico luogo
specialmente quando è indicato come presente lungo una certa Avenida
angolo una certa Calzada.
Prima di disperderci il Nomade gira in una via secondaria chiedendo info ad un vecchietto sul marciapiede...ops, un coetaneo sul marciapiede.
Prima di disperderci il Nomade gira in una via secondaria chiedendo info ad un vecchietto sul marciapiede...ops, un coetaneo sul marciapiede.
Questi
è lesto nel rimetterci sulla retta via, anche se arrivati nell'area
della Plaza Principal, dove è sita la cattedrale, non è stato per
nulla semplice trovare da parcheggiare: forse perché è sabato,
forse perché la gente è alla caccia degli ultimi acquisti per la
Festividad de la Nadividad, forse perché ci sono ancor tutti i
festoni nel quartiere della Vergine di Guadalupe, forse perché le
strade sono strette e già occupate, alla fine il Nomade trova una
sistemazione proprio di fronte alla Vergine già nominata.
Per
il Nomade si tratta della prima volta di essere parcheggiato in una
città messicana per così tanto tempo, quello necessario al suo
equipaggio di entrare in contatto con una realtà per niente
turistica, caratterizzata dalla visita al Museo dedicato ai popoli
Cora, Huicol, Tepehuan e Mexicaner (Casa de los Quatro Pueblos), alla
cattedrale, alla Vergine di Guadalupe ed Emilia Ortiz Contemporary
Art Center, muovendosi, unici stranieri, fra la popolazione locale
spesso incuriosita dalla presenza di due esemplari di bradipo veloce
dagli occhi azzurri.
La
città è tipica della provincia, con un buon clima, animatissima
durante tutto il tempo dedicatole, incluso quello destinato ad
assaggi di cibo locale praticato da Ezio.
Tanto
artigianato sulle bancarelle avrebbe reso felice qualsiasi
rappresentante femminile a caccia di monili, ma questo equipaggio è
declinato al maschile e pertanto si è limitato ad osservare.
Lasciata
Tepic dopo le 17 il Nomade si è mosso nella direzione di Guadalajara
trovando un traffico incredibile rapportato alla dimensione della
città, sin tanto che, dopo il bivio per l'aeroporto, la situazione
si è fatta più tranquilla.
Gli
occhi di tutti sono stati puntati sulle varie stazioni di servizio
Pemex ubicate lungo il percorso con l'intento di trovare quelle che
offrono ospitalità per la notte ai camions;
chilometro dopo
chilometro il Nomade è arrivato sino a Ixtlan del Rio prima di
trovare la soluzione adatta: questa località è prossima a Los
Toriles, città pre-ispanica dove si trova un Tempio chiamato di
Quetzalcòatl, considerato come uno dei migliori esempi di
architettura West Mexico.
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