Domenica 23.12 – La visita al sito archeologico è avvenuta poco dopo le 8 in quanto al momento dell'arrivo era ancora tutto chiuso.
Nell'attesa mi è scappato l'occhio sotto il frontale del Nomade ed ho subito colto una situazione fuori dal normale: il paramotore, parzialmente staccato, era quasi strisciante a terra.
Evidentemente il meccanico di Mazatlan, nel rimontarlo, non aveva stretto i bulloni e questi, nel percorso da là a qui, si sono allentati sino a disperdersi chissà dove.
Cercando degli altri bulloni mi capita fra le mani il fil di ferro: bene, penso, ora vediamo di inventarci qualcosa.
Messo a terra il tappetino mi ci butto sopra e dopo qualche armeggio effettuo un fissaggio provvisorio, in attesa di poter prendere il calibro e capire la misura dei bulloni da rimpiazzare.
Quindi l'equipaggio del Nomade al completo fa il proprio ingresso nell'area archeologica: una bella distesa piana circondata da montagne in lontananza.
Gli edifici riportati alla luce e/o restaurati rappresentano una minima parte di quanto è ancora interrato, in giro non c'è nessuno se non i guardiani del sito e noi.
Trattandosi della prima visita del genere, essa desta entusiasmo ed interesse: il tempio di Quetzalcoatl è sicuramente il pezzo più pregiato così come all'epoca del suo utilizzo doveva essere di un livello superiore rispetto agli altri edifici. Particolarmente bella la via lastricata che lo congiunge ad un altro importante edificio lì di fronte.
Trattandosi della prima visita del genere, essa desta entusiasmo ed interesse: il tempio di Quetzalcoatl è sicuramente il pezzo più pregiato così come all'epoca del suo utilizzo doveva essere di un livello superiore rispetto agli altri edifici. Particolarmente bella la via lastricata che lo congiunge ad un altro importante edificio lì di fronte.
Quando si riprende strada io percepisco una rumorosità che non riesco a definire se è generata da contatto o da trascinamento: ciò mi costringe a diverse soste senza venire a capo di nulla.
Quando la rumorosità è diventata più corposa mi sono fermato al primo distributore incontrato per rifornire e riesaminare la situazione. Lì di fronte c'è un gommista con tutti i suoi crik (ben tre) mesi in bella mostra. Gli chiedo se può fissarmi meglio il paramotore sperando abbia dei bulloni e sperando che la rumorosità dipenda da questo, ma ben presto capisco che non li ha quando si butta sotto al Nomade con del fil di ferro solo più grosso rispetto a quello mio. Alla fine non vorrebbe nemmeno essere pagato, ma io insisto per mettergli in mano qualche decina di pesos: appena ripartito i rumori sinistri sembrano andare e venire.
Superata Tequila, località dove i terreni tutto attorno sono coltivati a piantagione di agave tequilana weber, i cui bulbi vengono usati per realizzare il famoso liquore, prima di approcciare Guadalajara sono costretto ad effettuare ancora soste di controllo che non evidenziano nulla, perciò sono portato a pensare che si tratti del differenziale.
Con questi pensieri poco positivi il Nomade entra nella capitale dello stato di Jalisco, città di oltre quattro milioni di abitanti, la seconda per importanza in Mexico, dotata di una caotica periferia: all'orologio di chi viene da Nayarit sono le 13, ma qui il fuso dice che sono già le 14. Pensavo in un arrivo morbido (tutti a casa a santificare la festa o con i piedi sotto il tavolo), invece c'è da provare sgomento: tanto traffico indisciplinato e fondo stradale pessimo, quasi da decidere di lasciar perdere.
Persino l'indirizzo che il Nomade vuol raggiungere mette Garmin in condizione di boicottarlo, sin tanto che lo accetta e, peggio per il Nomade, ci si trova nell'area del centro storico letteralmente presa d'assalto dalla sua popolazione.
A fatica viene trovato un parcheggio, neanche poi così lontano da Plaza de la Liberacion attorno alla quale si trovano: Cathedral Basilica, Palacio de Gobierno, Museo Regional, Teatro Degollado.
Appena entrati in piazza non sappiamo resistere alla richiesta di un paio di lustrascarpe e così diamo lavoro a due locali i quali effettuano un gran bel intervento da veri professionisti al prezzo di 30 pesos/cad, l'equivalente di € 2,00/cad.
Personalmente non trovo così interessante questo luogo così alle 17 si riparte, ma prima di svincolarsi dalle strette strade piene di tutto, dove Garmin ci ha indirizzato, ci vuole un po' di tempo.
Una volta preso il ritmo giusto di marcia, quando la strada lo consente, si sta percorre la 80 Mexico, ed ecco il rumore sinistro riacutizzarsi.
Non è possibile continuare con il pensiero che il differenziale stia andando a pezzi; resisto al suggerimento di Ezio di cercare di raggiungere il primo paese possibile deviando dalla direzione di marcia intrapresa ed opto per sostare al primo Pemex che incontro.
L'ultimo tratto di strada ho preferito percorrerlo a velocità ridotta con il segnale di emergenza inserito per cercare di non compromettere oltre la situazione; quindi ho avvicinato l'addetto alla sicurezza presente sul piazzale chiedendo per un meccanico. Costui, Josè il suo nome, ha subito chiamato telefonicamente qualcuno, ma sembra che questi sia in vacanza su un lago qui attorno e perciò se ne riparlerà domattina.
Tempo di parcheggiare per la notte dove mi è stato indicato (questo Pemex non è grandissimo e manca lo spazio di estancia), Josè mi ha avvisato che fra pochi minuti il meccanico sarebbe arrivato qui.
Perbacco, che bella notizia. Infatti poco dopo è arrivato Victor a bordo della sua vecchia auto, una Ford nordamericana con un baule pieno di attrezzature; fra questi due crik ma nessuna lampada: alla luce ci pensa il Nomade così Victor può subito buttarsi sotto ed alzare il veicolo dalla parte del lato guida.
Mi chiedo come mai non abbia voluto effettuare piuttosto un test drive, ma alla fine sembra che la sua scelta abbia svelato il mistero: mi esprimo ancora al condizionale, ma sembrerebbe essere stato accertato che il tutto dipenderebbe da un cuscinetto. Meno male, il danno sembrerebbe essere minore rispetto alle mie proiezioni; immediatamente mi informo se domani sarà possibile trovare il ricambio ottenendo risposta affermativa.
Allora appuntamento per domattina alle otto per raggiungere insieme il suo Taller: il pronto intervento è costato 200 pesos, pari a circa €13,00.
A Josè che ha assistito a tutta l'operazione, una volta che Victor è partito chiedo informazioni sull'organizzazione dell'officina=taller: anche a questo quesito ottengo risposta positiva, ma mi resta il dubbio che non ci si sia capiti bene.
Mi sento parecchio stanco questa sera, quindi, dopo aver prima cucinato e poi rassettato la cucina, la testa prende a ciondolarmi sulla tastiera mentre scrivo queste note, anche perché, per un mistero del cellulare, stamane l'allarme si è sentito prima delle sei.
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