sabato 22 dicembre 2012

Il giorno del meccanico per strada


Venerdì 21.12 – Parte della prima mattinata è stata impegnata per l'aggiornamento del blog, operazione lenta a causa della connessione. La partenza è così slittata alle 9.30; la strada non offre panorami entusiasmanti, parecchie coltivazioni prima, poi queste scompaiono e per un bel po' il terreno sembra lasciato a se stesso, quindi si avvistano degli allevamenti di bestiame e qualche fiume degno di questo nome.




Le montagne attorno hanno i lineamenti confusi dalla calura, sulla strada si materializzano diversi tratti dove sono in corso dei lavori di manutenzione e di ampliamento; il Nomade potrà sembrare un gentleman d'altri tempi ai driver locali relativamente alla propria condotta di guida, ma almeno così le Topas vengono affrontate nel modo più indolore possibile, anche se sono le vibraciones quelle che infastidiscono maggiormente.


In vista di Mazatlan viene effettuata una breve sosta pranzo per poi riprendere subito: da metà mattinata in avanti dalla parte meccanica provengono suoni da decifrare prima che sia troppo tardi.
A nulla sono valse un paio di soste mirate a verificare l'origine di questi rumori sino a che, cercando di inserire il quinto rapporto, questo è stato rifiutato emettendo una sonora grattata.
Per la logica che due più due tende a fare quasi sempre quattro, messa insieme una modesta fuga d'olio dalla scatola del cambio iniziata ai tempi della rottura del supporto motore con questo evento, la mia corteccia cerebrale ha immediatamente rivitalizzato il ricordo di ciò che era accaduto in Senegal quasi un anno fa: prima l'impossibilità di inserire il quinto rapporto e poi una rumorosità sorda dovuta alla mancanza di olio nell'apparato cambio-differenzile mi avevano costretto ad una riparazione che era servita solo a rimandare il momento della rottura definitiva del cambio all'entrata in Marocco.
Quindi si è reso indispensabile un controllo del livello dell'olio dell'apparato cambio differenziale; l'operazione andrebbe effettuata in officina in quanto è veramente complicata dalla scomodità della posizione dell'astina tanto che la casa madre indica di operare da sotto il motore dopo aver tolto la copertura rigida di protezione.
Durante il periodo trascorso negli U.S.A. un meccanico era riuscito, allungando il proprio braccio all'inverosimile all'interno del vano motore, a trovare l'astina per il controllo e poi a reinserirla: perché io non dovrei essere altrettanto capace? 
Principalmente a causa della lunghezza del braccio ed al fatto che non sono un meccanico, ma questo l'ho capito dopo.
Infatti ho allungato il braccio all'inverosimile nella direzione che ricordavo all'interno del vano motore e dopo vari tentativi ho individuato l'astina: non è stato facile portarla a vista ma ci sono riuscito. 
Solo che da allora è arrivato il bello, cioè compiere l'operazione inversamente. 
Dopo mille tentativi effettuati a ricercare al buio l'alloggiamento dell'astina ho dovuto arrendermi ed andare a cercare un meccanico  rinunciando alla visita del centro storico e del suo grandioso lungomare.
Il primo adocchiato al volo in quanto l'officina dispone di tre buche, una delle quali sarebbe stata adatta alla bisogna, è uno che ne sa solo di marmitte, ma mi indica due blocchi oltre un meccanico vero.
In poco tempo lo raggiungo: la sua officina non ha nulla da invidiare a quella del meccanico Senegalese, anzi!




Per fortuna l'uomo si rende subito disponibile interrompendo il lavoro in corso e creando spazio nel suo antro in modo da far entrare il Nomade (antro molto ben fotografato da Ezio per documentarne le caratteristiche).
Inizialmente evidenzia qualche difficoltà, ma io l'ho indirizzato sul come avrebbe dovuto fare e, dopo aver alzato il Nomade da un lato e smontato il paramotore, con l'ausilio di una lampada perfettamente a norma con le disposizioni antinfortunistiche del suo paese, riesce ad individuare l'alloggiamento. Lo invito a verificare il livello dell'olio e dalla lettura risulta che ne manca un po'.




Al momento di rimontare il paramotore il meccanico mi esibisce un pezzo che vi era appoggiato cadendo dall'alto: si tratta di uno dei due fermi della batteria che non sarà in grado di rimontare per mancanza di bulloni e dadi all'interno del suo posto di lavoro!


L'altro è fuori posizione ma è ancora lì: la sommatoria di vibrazioni subite dall'apparato motore a causa del problema all'avantreno non è mai finita!
Alle 17.15 il Nomade torna in strada: l'intervento è durato un'ora ed è costato 200 pesos, circa € 13.
Negli U.S.A. non sarebbe stato possibile fare altrettanto in fretta per risolvere un problemino e comunque sarebbe costato dieci volte tanto (già qui non mi sarà stata applicata la tariffa per messicani).
Il traffico intenso mi fa decidere di rinunciare ad entrare nel centro cittadino e pertanto mi dirigo verso il lungo mare, tanto per dare un'occhiata: si tratta di un tipo di località che mi lascia piuttosto indifferente (città di 400.000 abitanti, votata al turismo, risulta essere la più importante posizionata a Nord) pur riconoscendo che la dimensione che caratterizza il suo lungomare è notevole.
Mentre il buio cala in fretta riesco a cogliere le figure di persone che sono immerse nell'acqua salata del mare di Cortes e mi domando a che temperatura sarà visto che a quest'ora sale la brezza e nell'aria non ci sono più i 28° di qualche ora fa.
Nell'uscire dalla città il secondo Pemex incrociato risulta avere le caratteristiche per la sosta notturna: detto fatto, così ho tutto il tempo per cucinare una lonza di maiale (arrosto al latte cucinato con la solita pentola a pressione) mentre la vigilanza privata o la polizia, non ho capito bene, pattuglia il luogo in assetto di guerra, esattamente come ho visto fare anche ieri in ambito Walmart.

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