Sabato 08.12 –
Mattinata con foschia/bruma in fase di dissoluzione. Prima tappa
all'International Visitor Information Center posto sulla N Harbor
Drive con l'obiettivo di saperne di più sulle pratiche da svolgere
per il Messico.
La simpatica vecchietta volontaria che ci riceve ne
sa poco, quindi cerca di convincerci ad andare in Canada piuttosto,
luogo assai più tranquillo.
Fra una battuta ed un'altra di Peggy, ne
usciamo senza aver fatto alcun sostanziale passo avanti e con la
convinzione che bisognerà avvicinare il Consolato del Messico prima
di lasciare S.Diego.
Dopo il Nomade raggiunge
la casa di Towne, un amico di un'amica di Ezio. La casa è posta a
mezza collina con vista sulla baia, circondata da vegetazione varia e
ben curata; il proprietario si rivela subito essere una persona assai
affabile e dotata di un comprensibile accento molto British ( ma la
sua provenienza è Ohio).
Tutti insieme
raggiungiamo Cabrillo National Monument posto a Point Loma, un luogo
incantevole in buona parte nella disponibilità dei militari della
Navy, da dove si gode di uno splendido panorama, purtroppo oggi non
così brillante come in altre occasioni, ci assicura Towne.
La lighthouse è simile ad altre dislocate per la costa, molto dignitosa e quasi un museo da quando non è più in esercizio. Il luogo è pieno di personale volontario che indossa abiti della marina dell'epoca della prima guerra mondiale ed è impegnato in una esibizione. Non mancano le giovani coppie venute qui per le foto di rito; ad una sposa che indossava con grazia un abito vistoso mi sono permesso chiedere se potevo riprenderla per conto di un “Italian magazine”: permesso accordato!
Successivamente, dopo un lunch consumato in un ristorante polinesiano dal quale si gode di una ottima vista (Ezio ha notato anche alcune foche mentre danzavano in acqua),
lasciato Towne siamo rimasti a godere gli spazi fronte oceano esaminando sia i libri che il materiale fornito da Peggy, entrambi inerenti al Messico.
La lighthouse è simile ad altre dislocate per la costa, molto dignitosa e quasi un museo da quando non è più in esercizio. Il luogo è pieno di personale volontario che indossa abiti della marina dell'epoca della prima guerra mondiale ed è impegnato in una esibizione. Non mancano le giovani coppie venute qui per le foto di rito; ad una sposa che indossava con grazia un abito vistoso mi sono permesso chiedere se potevo riprenderla per conto di un “Italian magazine”: permesso accordato!
Successivamente, dopo un lunch consumato in un ristorante polinesiano dal quale si gode di una ottima vista (Ezio ha notato anche alcune foche mentre danzavano in acqua),
lasciato Towne siamo rimasti a godere gli spazi fronte oceano esaminando sia i libri che il materiale fornito da Peggy, entrambi inerenti al Messico.
Peccato non poter restare
qui per la notte: ci sono troppi cartelli in vista che inibiscono
tale soluzione, però ci tratteniamo sino a che possiamo ammirare i
fuochi accesi sulla spiaggia dai pescatori dilettanti che in
precedenza avevamo visto sfilettare il loro pescato ancora vivo sotto
gli occhi interessati di pellicani, gabbiani ed altri volatili di
tipo acquatico dotati di zampe palmate.
Quindi il Nomade va a
riprendersi la posizione di ieri sera mimetizzandosi fra i camioncini
di Vons, l'organizzazione del gruppo Safeway dove la notte era
trascorsa trnquilla.
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