martedì 4 dicembre 2012

Dall'Arizona alla California


 Domenica 02.12 – Oggi  è stato dato ampio spazio alle connessioni: prima di lasciare Anthem aggiornamento del blog e qualche conversazione via skype, durante l'intervallo pasto avvenuto a Gila Bend altre varie conversazioni sia via skype che via cellulare.
Il mio credito AT&T era in scadenza giusto oggi ed ho pensato bene di non lasciare regali a questa organizzazione della quale non sono rimasto troppo soddisfatto.
Da domani sarò raggiungibile tramite skype solo se sarò on line, ma sarà sempre disponibile il numero telefonico del cellulare super tecnologico di Ezio sia per sms che per chiamata tramite skype: 3478403711.
Una volta in Messico rivedrò come organizzare la mia reperibilità.


La partenza è avvenuta secondo le mie previsioni e subito il Nomade si è inserito sulla I US 17 ed è iniziato l'aggiramento di Phoenix effettuando il Loop sulla 101, dove una breve sosta si è imposta per riprendere le coltivazioni di cotone; imboccata la I US 10 sino a raggiungere Goodyear, girando a sinistra ci si è immessi sulla 85 che serve di raccordo con la I US 8, una delle tre grandi direttrici del traffico fra Est e West, mentre fra Nord e Sud il lavoro viene svolto dalla I US 17 limitatamente al tratto da Flagstaff a Phoenix.
Il sole ci ha scaldato ai livelli di una primavera inoltrata mediterranea, con umidità assai rarefatta: l'effetto è stato molto gradevole.


Il panorama non è stato particolarmente interessante per buona parte del trasferimento, ma vi sono stati dei tratti di assoluto interesse, come quello più o meno in zona Aztec dove è stato possibile ammirare un impianto solare a specchio, per me un'anteprima assoluta in quanto sino ad ora ne avevo solo saputo qualcosa attraverso delle letture che ne evidenziavano la grande validità: entusiasmante vedere in pieno deserto le strutture argentee idonee a catturare i raggi solari!



Altra esperienza unica è stata quella di bordeggiare per un lungo tratto una Prigione dello Stato immensa, dotata di recinto e controrecinto con filo spinato, proprio come si vede nei films americani, sempre collocata in pieno deserto, con gli utenti vestiti rigorosamente di arancione probabilmente impegnati nella pausa aria.
E poi, sempre senza segnali di preavviso, al paesaggio a vegetazione desertica subentrano coltivazioni vaste e verdeggianti di ogni genere, inframmezzate da terreni letteralmente ricoperti da una presenza massiccia di capi di bestiame.



Durante il trasferimento non è stato possibile incrociare i palmeti dai quali vengono raccolti dei datteri prelibati, a detta delle indicazioni che li pubblicizzano.
Insomma, un territorio apparentemente inospitale sul quale vi è un po' di tutto, dove la gente vive in assoluta tranquillità!



Per dei tipi come quelli che attualmente compongono l'equipaggio del Nomade il nome di Yuma, della vicina El Paso, evocano storie avventurose al punto che domani non sarà possibile esimersi dal raggiungere la stazione ferroviaria per verificare dove a suo tempo arrivò “3:10 to Yuma/Quel treno per Yuma”.



All'arrivo alla meta la sosta serale è avvenuta in ambiente Walmart prendendoci il rischio dovuto al cartello inibente Parking overnight.


Lunedì 03.12 – La temperatura notturna a Yuma è notevolmente più elevata rispetto alle ultime località incontrate, il che ci fa meglio comprendere come la città sia nel Guiness dei primati per il numero di giornate di sole all'anno.
Inoltre è anche in testa nel suo Stato per produzione di verdura e terza nell'Unione (primarie coltivazioni: lattughe di vario genere, fagiolini, cotone, broccoli, cavolfiori, melone e agrumi).
La contea è prima per produzione di limoni, mandarini , angurie; vi è anche una produzione di frumento che per la maggior parte viene esportato in Italia!


A Nord di Yuma si trova Bard Valley: attualmente questa è la più grande produttrice al mondo di datteri premium Medjool.
La mattinata è volata nella ricerca di un meccanico capace di sostituire le pastiglie dei freni che il Nomade si è portato appresso: dopo il terzo tentativo andato a vuoto (“non abbiamo la strumentazione per lavorare questo tipo di veicolo”; a me sembra che si tratterebbe di operare con una chiave inglese, ma pur avendo cercato di far passare questo messaggio il risultato è stato pari a zero), preso da un senso di impotenza ho deciso di rimandare l'operazione in altra città, tipo San Diego, comunque prima di entrare in Messico in quanto ho la sensazione che giù per il deserto della Baja California non possano esserci grandi possibilità e le pastiglie sono ormai trasparenti.



Ci siamo quindi concentrati sulla lavanderia a gettoni e mentre Ezio teneva d'occhio le macchine io mi sono dato da fare a controllare i livelli dei vari oli, compreso quello del servofreno che è in una posizione particolarmente impegnativa da raggiungere perché bisogna prima far uscire dal vano motore la ruota di scorta.



Sono stato costretto a questo controllo in quanto il veicolo, quando è utilizzato alle minime velocità, non frena! Si indurisce il pedale ed anche pigiandolo al massimo ho difficoltà a bloccare il veicolo; è come se il servofreno non facesse la sua parte!
Ho rabboccato il livello anche se non sarebbe stato necessario, ma il problema permane e non so proprio da cosa possa dipendere perché nelle condizioni di utilizzo normali la frenata è regolare.



Terminate queste operazioni abbiamo avvicinato il Visitor Center con l'idea che “Quel treno per Yuma” fosse valorizzato, ma a domanda l'addetto, apparentemente almeno nostro coetaneo, ha risposto con un sorriso evasivo che ci ha fatto capire che quel treno a Yuma non deve mai essere arrivato.




Successivamente abbiamo avuto la possibilità di individuare le famigerate prigioni, il ponte in acciaio a campata unica sul Colorado, in questo tratto molto più canale che grande fiume (ma è già tanto che ci sia una portata d'acqua dopo tutte quelle dighe realizzate lungo il suo percorso!), 






ed infine la locomotiva 2521 che ha concluso la sua carriera nel 1957 dopo averla iniziata con la tecnologia del vapore ed averla sostituita in corso d'opera con quella del diesel.








Il pomeriggio è già avanzato quando, per ultimo, ci intratteniamo un attimo davanti alla City Hall;



quindi trasferimento a Brawley-California dopo aver percorso la maggior parte della strada sulla I US 8; attraversato il territorio della Quechan Tribe si incrocia Imperial Sand Dunes prima di girare a destra sulla 111;




ciò che continua a colpire sono le dimensioni delle coltivazioni delle verdure: campi infiniti dalle varie tonalità di verde con numerosi braccianti all'opera sotto la sorveglianza dei “caporali”.



Appena entrati in California ho subito notato una segnalazione circa il controllo ai veicoli: le corsie di marcia si indirizzano verso delle postazioni simil casello, il controllo non esclude nessuno ed è incentrato sulla presenza a bordo di prodotti agricoli.
Quando è il turno del Nomade spiego all'addetta che nel frigidaire vi è conservato del cibo; la tipa, molto seria, sale a bordo ed ispeziona abbastanza minuziosamente il contenuto del frigo trovandolo idoneo. Prima di scendere chiede se a bordo vi sono “citrus”, degli agrumi; io glisso rispondendo che no!
D'altronde gli agrumi acquistati ieri presso Walmart in Yuma - Arizona sino alla sponda sud del Colorado, sono portato a pensare che saranno gli stessi che Walmart propone anche sulla sponda nord dello stesso fiume, in California!



Va a capire. Quando ero entrato in questo Stato dall'Oregon prima e dal Nevada poi, non avevo incontrato questa tipologia di controlli.
L'arrivo in California ci impone un altro cambiamento di fuso orario così la meta viene raggiunta con le ultime luci del tramonto, poco dopo le 17.30 l.t..
La località conta poco più di 22.000 anime, perciò qui Walmart opera solo dalle 6 a.m. alle 12 p.m.; al Nomade va bene comunque tanto da predisporre velocemente il bivacco.               

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