domenica 2 dicembre 2012




Martedì 27.11-Fusibile n° 9 – Anche un semplice banale fusibile che salta può condizionare pesantemente un viaggio in corso quando si è lontani dall'Europa: questa è la storia del fusibile indicato con il n° 9 all'interno della filiera dei fusibili. Attraverso questo piccolo oggetto passano le alimentazioni di varie importanti funzioni come il tergicristallo, la pompa elettrica lavacristallo, la luce del cassetto portaoggetti, il riscaldatore, l'illuminazione comandi riscaldatore, la segnalazione direzione e rispettivo indicatore ottico, il termometro acqua radiatore, l'indicatore livello combustibile, l'indicatore ottico riserva combustibile, l'indicatore ottico segnalazione apparato frenante, l'indicatore ottico filtro aria intasato, l'indicatore ottico segnalazione eccessiva temperatura acqua.


Fin da ieri sera abbiamo cercato sul web di trovare un indirizzo a cui chiedere assistenza, ma il concetto di elettrauto qui non corrisponde a quello di casa nostra così, alla fine, si è optato per un'officina comoda da raggiungere. La prima scelta non è stata quella giusta, ma l'addetto si da da fare per fornire l'indirizzo di uno specialista. Questo si trova tutto da un'altra parte, ma è uno specialista e quindi l'aspettativa è che possa risolvere il problema facilmente. Peccato che lo specialista non abbia disponibilità per un veicolo sconosciuto e, dopo aver espressamente chiesto come fare, indica un meccanico di auto tedesche.


Nel frattempo si rileva una perdita di gasolio che non riesco a capire da cosa possa dipendere: accidenti, ma cosa sta succedendo al Nomade?
Arrivato all'officina VW & Audi la prima risposta che ottengo è negativa, poi interviene il titolare Gary Vroegh esclusivamente per capire da dove fuoriesce il gasolio, .... è già qualche cosa.
Per la parte elettrica mi vorrebbe rimandare dallo steso specialista dal quale provengo, ma, impietosito dalla mia richiesta, mi informa che dopo il lunch se ne può occupare un suo collaboratore: forse ci siamo!


Il collaboratore esegue alcune prove con il tester, stacca qualche filo e sembra che tutto sia a posto: è bastato escludere il collegamento che comanda la luce del cassetto.
Pagamento fattura e saluti, ma prima di uscire dal cortile noto un'anomalia nelle luci di posizione. Riavvicino l'addetto il quale si limita a spostare qualche cosa nella scatola dei fusibili e tutto sembra ok. Una volta in strada, dopo qualche centinaio di metri Ezio mi fa notare che non si sente l'avvisatore acustico delle frecce: è vero!
Inversione di marcia e nuovo stop. Questa volta l'addetto tocca un relaix che si è incantato e sembra risolto il problema.


Ormai non si può che pensare a programmi di ripiego per la giornata: quindi lavanderia, post office per le Cards di Ezio e rientro alla base della sera prima.
Quando è il momento della ritirata mi accorgo di un cartello che impone il divieto di parking per RV: sembra nuovo e appena collocato, ma c'è! Si decide di restare, così ogni rumore sospetto mi ha tenuto in allerta sin che alle 6.30 ho sentito un camion con motore acceso vicino al Nomade; ho subito pensato ad una operazione di Towing in corso e mi sono alzato per capire meglio: non era così, ma il dubbio di rimanere bloccato mi ha fatto fare la cosa giusta.


Ezio ieri mi ha parlato di padre Kino, gesuita di Segno (Tn) , più scienziato che convertitore di anime; qui è palesemente riconosciuto come un padre dell'Arizona per quanto fece durante la sua presenza nel lontano 1680 ed è l'unico italiano nel famedio di Washington.
E così oggi, solo per aver inseguito un'assistenza meccanica difficile da ottenere, il Nomade ha percorso oltre 70 km. sulle strade cittadine.



Mercoledì 28.11- Saguaro East in prima mattinata con esecuzione del Loop dopo info avute da Ranger Volontaria ottuagenaria di origine tedesca. 





Achtung, achtung: avvistato Roadrunner in carne ossa e piumaggio prima di terminare il loop!


...troppo veloce il suo imboscamento per essere ripreso fotograficamente...











Sempre poco prima di lasciare il N.P. avviene l'avvistamento di una variazione genetica del Saguaro, forse prototipo del nuovo che verrà.




Si è perso un pò di tempo per trovare questo esemplare unico perché l'ottuagenaria ranger di origine tedesca (Wiesbaden) aveva fornito una falsa indicazione circa la sua posizione!
Si sa che il rapporto fra tedeschi e italiani e sempre stato contrassegnato da reciproci sospetti e gli inganni fanno parte del programma. 




Dopo ci trasferiamo verso Petrified Forest N.P. effettuando la sosta notturna presso Walmart a Claypool (Chinese Buffet a $ 8,20 + bevande e tasse): 




siamo saliti in quota e tira un'arietta piuttosto fresca in questa zona ancora oggi sfruttata per la presenza di copiosi minerali; non a caso le rocciose montagne portano il nome di Copper Mountain.



Giovedì 29.11 – Lungo il percorso fra Claypool e Petrified Forest National Park si trovano diverse riserve indiane, alcune Apache ed altre Navajo, ma non immaginavo che la strada, la 60, ci regalasse immagini tanto interessanti sia per i paesaggi montani che per Salt River Canyon. 













Poi via sulla 61, quindi la 180A e per ultima è la 180 che ci introduce al N.P..









Pur essendo stato abbondantemente saccheggiato nel corso del tempo, il patrimonio ancora esistente all'interno del parco è notevole.










Alle 17, orario di chiusura del N.P., interruzione forzosa della visita che sarà ripresa domani; il punto sosta questa sera non è Walmart, bensì un grande piazzale di una immensa stazione di servizio dotata di varie facilities per conduttori di camions posta sulla US 40 all'altezza della Jct con la 77, molto prossima a Holbrook.
Infatti il N.P. non è dotato di campground; essendoci  arrivati alle 14.30 non abbiamo avuto altra possibilità di scelta per non dover effettuare un tratto più lungo di autostrada onde arrivare al Walmart di Winslow.
Qui simo su un altipiano alla quota di circa 2.000 m.s.l.m. e questa sera l'aria è veramente cruda.






Venerdì 30.11- Ottima la scelta notturna anche per il rifornimento di H2O. 
Ritornati a Petrified si effettuano tutte le soste del caso. 







Al di la degli alberi pietrificati e delle pareti di Agata House  - splendidamente realizzate dai nativi circa mille anni addietro utilizzando come mattoni pezzi di alberi pietrificati - è il contesto di questo deserto che affascina, sia per i colori delle sue colline che per la dimensione di immenso dalla quale ti senti attratto.









Historic Inn, l'antico albergo che serviva i viaggiatori della Route 66, risulta attraente sia per la forma della costruzione che per i suoi interni.








Al momento di lasciare l'area verso le 14.30 nessuno dei due avrebbe potuto immaginare cosa ci avrebbe riservato il prosieguo della giornata. 








Imboccata la 180 sino a Holbrook, da lì ci si immette sulla US 40 West per raggiungere Flagstaff, identificata come meta di tappa.
La strada corre diritta e porta una leggera pendenza, all'orizzonte si vede la montagna di oltre 12.000 feet già imbiancata, tutti segnali che il luogo di sosta non sarà “caldo”.
Mentre il mio compagno di viaggio è impegnato a recuperare energie sonnecchiando, io mi decido ad entrare nell'unica rest area segnalata lungo il percorso, posta a circa 70 km. dalla meta, onde verificare la possibilità di operazioni tecniche.
Al ritorno a bordo Ezio è sveglio e mi chiede se è normale che la gomma posteriore lato passeggero sia così floscia; controllo immediatamente e mi rendo conto che ha perso pressione.
Alla messa in moto qualcosa mi dice che è meglio sostituire la gomma prima di rischiare sul tratto autostradale, quindi mi sposto su un piazzale sterrato laterale e si da inizio allo spettacolo consistente nel trasformare una tranquilla giornata quasi conclusa in un'avventura impegnativa.
Proprio così perché una volta estratto dal garage tutto quanto necessario all'operazione ci aspettano tutta una serie di intoppi:
  1. la manovella del crik in dotazione, a mia completa insaputa, è in avaria;
  2. poco male, mi sono dotato di due crik idraulici che sopportano 5 ton., solo che l'escursione massima del pistone non consente di alzare il veicolo per quanto necessario;
  3. i bulloni sono stati cementati dagli avvitatori dei gommisti e anche con il prolungamento del quale mi sono dotato per avere un miglior effetto leva l'operazione risulta difficoltosa;
  4. il crik in dotazione senza quella sua maledetta chiavetta risulta inagibile, ma è l'unica speranza per non passare la notte in autostrada; pertanto provo ad utilizzare una normale chiave del 14 in maniera succedanea, ma lo sforzo non produce il risultato sperato;
  5. Ezio, sempre loquace in queste circostanze, lancia la proposta di andare a chiedere aiuto ad un camion che si trascina un trailer, fermo poco lontano da noi: la proposta è corretta, sono io che non mi trovo nello stato d'animo distaccato e sereno per prenderla subito in considerazione positivamente.
Poco dopo, non avendo altre risorse disponibili, mi decido ad andare a bussare alla porta del vicino: l'occupante è una persona più giovane di noi che dimostra subito interesse a risolvere il problema del Nomade.
Perciò mi segue, vede con i suoi occhi, si allontana per ritornare poi con una chiave a gomito adatta alla bisogna, ma troppo grande. Quindi si assenta ancora un momento e torna con la chiave della giusta dimensione, solo che è veramente faticoso far avanzare il sollevamento del crik in questo modo.
Altro breve allontanamento ed il tipo si ripresenta con un crik professionale color argento ed azzurro chiaro metallizzato, lo piazza sotto all'asse posteriore e con tre colpetti il veicolo è sollevato di quanto basta a liberare la ruota.
Ezio aveva già prelevato dal vano motore quella di scorta così io sono in condizione di rimpiazzarla subito. A questo punto l'aiuto americano estrae da qualche sua tasca un telefono di ultima generazione ed imposta il traduttore in modo da registrare la frase di ringraziamento che gli ho dedicato dimostrando di essersi divertito un sacco! Addirittura è lui che mi ringrazia mentre se ne torna alla sua “officina mobile”.
Considerazioni sulla casualità degli avvenimenti: se non avessi sostato quasi per niente Ezio non mi avrebbe segnalato l'afflosciamento della copertura; se non avessi deciso di cambiare il pneumatico non mi sarei reso conto di avere l'attrezzatura originale in avaria e quella nuova assolutamente inidonea; se Ezio non avesse chiosato circa la richiesta di aiuto a terzi non avrei bussato alla porta di nessuno.
Conclusione: siamo stati fortunati, in fin dei conti è stata una sosta prolungata che mi ha consentito di capire come tutta la preparazione del lungo viaggio sia nulla se non si trova una mano amica.
Inoltre mi ha fatto vedere come sia facile, sotto lo stress di un evento accidentale, concentrarsi esclusivamente sul particolare perdendo lucidità.
Arrivati a Flagstaff un'altra sorpresa ci attende: la località è una località turistica posta sopra i 2000 m.s.l.m., e Walmart di R.V. e/o truck sul suo piazzale non ne vuol vedere!
Immediato è stato il ricorso alla tecnologia per trovare delle alternative; dopo aver verificato un paio di soluzioni è Safeway a darci una mano: nessun cartello inibente presente, quindi decidiamo di fermarci qui e domani si deciderà come procedere oltre.

Sabato 01.12 Il fatto di esserci fermati in un luogo così in quota avrebbe dovuto far scattare in me la molla che invece è rimasta disarmata: l'impianto idrico Webasto! Comunque è andata bene anche senza provvedere alla manovra necessaria, però oggi bisogna assolutamente scendere da queste altezze!
La prima operazione è dedicata al Nomade: ricerca di un gommista per rimettere in ordine il pneumatico e di un ricambista per avere l'attrezzatura idonea ad alzare il veicolo in caso di nuove necessità.
Si approda così a Western Tire & Auto Repair, un esercizio aperto 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno gestito da un Indiano dell'India approdato qui 36 anni fa; l'approccio è divertente in quanto nota che nella livrea del Nomade la parola è tradotta anche in Indi, così inizia una conversazione durante la quale ho qualche difficoltà a comprendere, ma fa lo stesso.
Vengo subito a sapere che il problema non è del pneumatico, bensì del cerchione: infatti la perdita è palesemente attiva al suo interno.
Alla mia richiesta sulla possibilità di riparazione prima mi viene detto di no ed intuisco che gli operatori stanno verificando delle misure per la sua sostituzione, a mio avviso soluzione impossibile.
Dopo un po' vedo che stanno realizzando un cappotto utilizzando la gomma di una camera d'aria; quando chiedo spiegazioni mi informano che con questa soluzione il cerchione può essere utilizzato come prima.
A me pare una soluzione azzardata e quindi li invito ad utilizzare il cerchione riparato per il copertone di scorta, montando il copertone già prima in uso sul cerchione che precedentemente era a scorta.
Chiedo anche informazioni per i ricambi di cui ho bisogno e non solo mi vengono forniti, ma addirittura un operatore, montato sulla sua bici, mi fa da guida.
Fra le varie opzioni possibili mi oriento su quelle meno ingombranti sperando che possano corrispondere alle aspettative; una volta salutato il gommista ciclista ed aver avuto la benedizione dell'Indiano si decide di procedere sulla 179 verso Sedona, importante località turistica, ai nostri occhi gradevole solo per il fatto di essere attorniata da montagne rocciose rosse coperte di Ponderosa Pine: assai attraenti, anche per il fatto di essere state lavoratei dal Oak Creek che vi ha scavato il suo Canyon. 






Il fatto di essere una località New Age ricca di Santoni, piena di negozi per chi la frequenta almeno durante il fine settimana e per il flusso del transito che, attratto da quanto descritto sopra, è presente in quantità massicce, non ci colpisce minimamente, anzi!





Da lì a Jerome State Historic Park il passo è abbastanza breve, anche se la strada è molto semaforizzata ed impone i suoi tempi. Questo luogo, ex città di minatori, durante il fine settimana si trasforma in un parco a tema molto frequentato dai Riders in Harley Davidson.





Dopo qualche scambio di pareri con il mio ospite che mi hanno ricordato una scena vista in un film di Scola (del quale non ricordo il titolo -“la terrazza” o “la famiglia”) con protagonisti Vittorio Gasman (il professore) e  Philippe Noiret (il marito della cognata) a proposito del fascismo (dicevano entrambi la stessa cosa senza riuscire ad intendersi), ci dirigiamo direttamente verso la meta prescelta per la sosta serale, un ospitale Safeway ad Anthem , praticamente già periferia urbanizzata di Phoenix.






L'itinerario circolare del Nomade sta per concludersi con il ritorno in California dopo aver apprezzato l'Arizona, terra di Canyons e di Saguari.


    

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