martedì 18 dicembre 2012

Da Loreto a La Paz




Domenica 16.12 – La temperatura notturna è stata elevata, segno che scendendo ulteriormente il Nomade avrà un Natale caraibico.





Dopo una breve sosta sul lungomare di Loreto è iniziato il trasferimento a La Paz, luogo dal quale è possibile raggiungere l'altra parte del Mexico attraversando il Golfo de California (mar de Cortes) con un ferry: dicembre è il mese dei rientri a casa degli emigranti e pertanto i traghetti debbono essere riservati per tempo in quanto viaggiano a tappo raso in questo periodo dell'anno.





L'obiettivo odierno è quello di arrivare in orario tale per cui sia possibile ottenere le info necessarie per decidere se imbarcarsi alla prima disponibilità per Mazatlan o dedicare un paio di giorni a San Josè del Cabo e a Cabo San Lucas prima di allora.
Da Loreto la Mexico 1 corre quasi sulla costa sino a Ensenada Blanca, poi vira a destra mantenendosi assai tortuosa sino a incontrare la grande pianura verso Ciudad Insurgentes, pianura che da desertica diventa coltivata per mantenersi tale anche dopo la curva a sinistra che consente al percorso di diventare monotono per quanto è diritto, e ciò sino dalle parti di santa Clara; poi torna a diventare via via più impegnativo proprio nel tratto in cui la penisola è più stretta, e resta tale sino a La Paz.
Di fronte alla costa, quasi ovunque, vi sono varie isole ed isolette; con la luminosità odierna i colori del mare si esaltano in varie tonalità cobalto.


Fin dal mattino ho notato una quantità di farfalle inusuale rispetto ai giorni scorsi; durante una sosta in un mirador sono riuscito a riprenderne una in modo tale da avere la conferma che si tratta della farfalla Monarca, specie che si trasferisce da queste parti per l'inverno dopo aver battuto le ali per un tempo interminabile.
Prima di lasciare la costa il Nomade è attratto da una località che porta il nome di Puerto Escondido;






il luogo è carino, ma non è quello preferito dagli italici che, pur portando lo stesso nome (porto nascosto), è molto più noto per via del surf e si trova nello stato di Oaxaca.
La parte di deserto che segue è molto verde, addirittura un fiumiciattolo presentava dell'acqua nel suo alveo.





Sino a La Paz non ci sono state note di rilievo da raccontare; entrando in città la segnaletica non aiuta.
Per ottenere le info necessarie il Nomade va a naso verso il Malecon, il lungomare, nella speranza di intercettare l'Ufficio informazioni turistiche, anche se l'orario e la giornata domenicale non danno adito a troppe speranze.
Infatti l'ufficio è chiuso, quindi bisognerà raggiungere il porto dei ferry, Pichilingue, situato quasi in punta alla bahìa.



La stanchezza sta per avere il sopravvento sul conduttore: i riflessi non sono più quelli del mattino, la visibilità dell'imbrunire è la peggiore, i segnali di Alto posizionati spesso in maniera da non essere notati (anche perché sono in pochi a rispettarli) unitamente alle Tope rischiano di complicare le cose.
Ancora un piccolo sforzo di concentrazione e conducendo a velocità ridotta Il Nomade raggiunge il porto quando in giro non c'è più nessuno, se non il personale della Seguridad.
Cartelli indicanti i luoghi di imbarco delle due compagnie che operano la tratta per Mazatlan non se ne vedono (TMC Transportacion Maritima de California e BajaFerries), solo l'intuito può aiutare in questi casi; è così che il Nomade si ferma davanti ad un cancello aperto oltre il quale sono in sosta dei camions.
Subito si fa vedere l'addetto alla Seguridad, persona gentile che parla l'inglese, come moltissime delle persone che operano a contatto con i turisti.
Egli risponde ai quesiti posti invitandoci a tornare domattina alle 8, orario di apertura dell'ufficio biglietteria BajaFerries. Quindi ci fornisce orari e prezzi affermando che è possibile sostare overnight proprio davanti alla biglietteria.
Prima di sistemarci andiamo a verificare un altro varco: lì troviamo la biglietteria dell'altra compagnia ancora aperto e disponibile a fornire informazioni.
Quindi i Nomade viene iscritto nel registro dei partenti di mercoledì, con impegno a perfezionare la pratica lo stesso giorno entro le 13.


Bene! Un primo passo è stato fatto: domattina saremo in grado di comparare le due offerte economiche, ammesso che l'altra compagnia abbia disponibilità per il giorno a noi più comodo.
Si è fatta l'ora delle ultime incombenze: preparazione di un arrosto di maiale con cottura a pressione accompagnato da un misto verdure similpeperonata, quindi il rassetto della cucina prima di poter scrivere il post quotidiano.


Lunedì 17.12 – La prima mattinata è stata impegnata nell'esaminare i preventivi e le date di possibile imbarco ottenuti dalle due compagnie; una ha la disponibilità solo per Topolobampo ogni giorno alle 14.30, l'altra anche per Mazatlan, oltre 400 km. più a sud, il mercoledì e per Topolobampo martedì alle 21.00.
Quest'ultima opzione vince a mani basse in quanto ci consente di visitare la parte restante della penisola e rientrare giusto per l'imbarco; però ci accolliamo un rischio: se il mare sarà in buone condizioni potremo restare a bordo del Nomade durante la traversata, in caso contrario dovremo accontentarci di una poltrona per le 7/8 ore della sua durata.


Tenuto poi conto che le autostrade messicane sono ritenute fra le più costose al mondo, sarebbe mia intenzione proseguire su viabilità ordinaria, ma prima di decidere mi riservo di effettuare una verifica.
Quindi oggi il Nomade si è impegnato prima sulla Mexico 1 e successivamente sulla 19: la temperatura non è stata elevatissima ma tale da far sudare; il tasso di umidità si è aggirato attorno al 60% e la cervicale ne ha risentito subito.


Passato Todos Santos e lasciata Pescaderos la strada si trova a scorrere poco lontano dal mare, ma senza offrire scorci spettacolari. Dopo diventa più impegnativa sino a che, superata una curva, il mare è di nuovo in vista; quale stupore nel vedere lo scempio che è stato inflitto a questo tratto di costa: si tratta di Cabo San Lucas, la piccola Acapulco nella quale sembra che la lingua ufficiale sia il nordamericano.





Qui è tutto imperniato sullo Yanke: i prezzi sono elaborati per loro, le proprietà immobiliari sono denominate in USD, non c'è nessuna grande catena alberghiera nordamericana che non sia presente, le escursioni per mare, quello per aria con l'ultraleggero o sulla sabbia con i quad sono tutte calibrate sulle loro esigenze e sui loro portafogli, le strade sono strette, non in buone condizioni, e non c'è un minimo spazio ove si possa sostare senza dover pagare, le Topa e gli Alto risultano essere asfissianti (per chi li rispetta).





Il Nomade si è sentito un filo deluso ed ha rinunciato presto alla possibile escursione via mare per raggiungere lo spettacolare arco che si apre fra gli aguzzi scogli conosciuti con il nome di Los Frailes (i frati), così ha preferito spostarsi verso San José del Cabo, sostando in vari punti dove la costa risulta essere meno deturpata.




Giunto a S.J. non è stato facilissimo rintracciare la città vecchia, arroccata attorno alla Plaza Mijares, ma una volta parcheggiato l'equipaggio ha potuto godersi l'atmosfera delle stradine,







la vista sulle case circondate da vegetazione lussureggiante, la quiete di una visita al di fuori del chiasso imperante in area Yanke. Insomma, una vera riqualificazione della giornata (ed in parte anche della monotonia paesaggistica dei giorni precedenti).






Verso le 17.30 il Nomade si è ripreso la strada, questa volta la Mexico 1, e quando il buio si era già fatto totale ha avuto l'arguzia di seguire un cartello indicante un Hotel in località Santiago, qualche chilometro fuori dalla rotta.






Lì è stato accolto, ma a caro prezzo in rapporto a ciò che ha ottenuto (quest'area è la più cara della Baja California Sur): 13 mq. dove restare parcheggiato per non più di 14 ore!     

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