Domenica
16.12 – La temperatura notturna è stata elevata, segno che
scendendo ulteriormente il Nomade avrà un Natale caraibico.
Dopo
una breve sosta sul lungomare di Loreto è iniziato il trasferimento
a La Paz, luogo dal quale è possibile raggiungere l'altra parte del
Mexico attraversando il Golfo de California (mar de Cortes) con un
ferry: dicembre è il mese dei rientri a casa degli emigranti e
pertanto i traghetti debbono essere riservati per tempo in quanto
viaggiano a tappo raso in questo periodo dell'anno.
L'obiettivo
odierno è quello di arrivare in orario tale per cui sia possibile
ottenere le info necessarie per decidere se imbarcarsi alla prima
disponibilità per Mazatlan o dedicare un paio di giorni a San Josè
del Cabo e a Cabo San Lucas prima di allora.
Da
Loreto la Mexico 1 corre quasi sulla costa sino a Ensenada Blanca,
poi vira a destra mantenendosi assai tortuosa sino a incontrare la
grande pianura verso Ciudad Insurgentes, pianura che da desertica
diventa coltivata per mantenersi tale anche dopo la curva a sinistra
che consente al percorso di diventare monotono per quanto è diritto,
e ciò sino dalle parti di santa Clara; poi torna a diventare via via
più impegnativo proprio nel tratto in cui la penisola è più
stretta, e resta tale sino a La Paz.
Di
fronte alla costa, quasi ovunque, vi sono varie isole ed isolette;
con la luminosità odierna i colori del mare si esaltano in varie
tonalità cobalto.
Fin
dal mattino ho notato una quantità di farfalle inusuale rispetto ai
giorni scorsi; durante una sosta in un mirador sono riuscito a
riprenderne una in modo tale da avere la conferma che si tratta della
farfalla Monarca, specie che si trasferisce da queste parti per
l'inverno dopo aver battuto le ali per un tempo interminabile.
Prima
di lasciare la costa il Nomade è attratto da una località che porta
il nome di Puerto Escondido;
il
luogo è carino, ma non è quello preferito dagli italici che, pur
portando lo stesso nome (porto nascosto), è molto più noto per via
del surf e si trova nello stato di Oaxaca.
La
parte di deserto che segue è molto verde, addirittura un
fiumiciattolo presentava dell'acqua nel suo alveo.
Sino
a La Paz non ci sono state note di rilievo da raccontare; entrando in
città la segnaletica non aiuta.
Per
ottenere le info necessarie il Nomade va a naso verso il Malecon, il
lungomare, nella speranza di intercettare l'Ufficio informazioni
turistiche, anche se l'orario e la giornata domenicale non danno
adito a troppe speranze.
Infatti
l'ufficio è chiuso, quindi bisognerà raggiungere il porto dei
ferry, Pichilingue, situato quasi in punta alla bahìa.
La
stanchezza sta per avere il sopravvento sul conduttore: i riflessi
non sono più quelli del mattino, la visibilità dell'imbrunire è la
peggiore, i segnali di Alto posizionati spesso in maniera da non
essere notati (anche perché sono in pochi a rispettarli) unitamente
alle Tope rischiano di complicare le cose.
Ancora
un piccolo sforzo di concentrazione e conducendo a velocità ridotta
Il Nomade raggiunge il porto quando in giro non c'è più nessuno, se
non il personale della Seguridad.
Cartelli
indicanti i luoghi di imbarco delle due compagnie che operano la
tratta per Mazatlan non se ne vedono (TMC Transportacion Maritima de
California e BajaFerries), solo l'intuito può aiutare in questi
casi; è così che il Nomade si ferma davanti ad un cancello aperto
oltre il quale sono in sosta dei camions.
Subito
si fa vedere l'addetto alla Seguridad, persona gentile che parla
l'inglese, come moltissime delle persone che operano a contatto con i
turisti.
Egli
risponde ai quesiti posti invitandoci a tornare domattina alle 8,
orario di apertura dell'ufficio biglietteria BajaFerries. Quindi ci
fornisce orari e prezzi affermando che è possibile sostare overnight
proprio davanti alla biglietteria.
Prima
di sistemarci andiamo a verificare un altro varco: lì troviamo la
biglietteria dell'altra compagnia ancora aperto e disponibile a
fornire informazioni.
Quindi
i Nomade viene iscritto nel registro dei partenti di mercoledì, con
impegno a perfezionare la pratica lo stesso giorno entro le 13.
Bene! Un primo passo è stato fatto: domattina saremo in grado di comparare le due offerte economiche, ammesso che l'altra compagnia abbia disponibilità per il giorno a noi più comodo.
Bene! Un primo passo è stato fatto: domattina saremo in grado di comparare le due offerte economiche, ammesso che l'altra compagnia abbia disponibilità per il giorno a noi più comodo.
Si è
fatta l'ora delle ultime incombenze: preparazione di un arrosto di
maiale con cottura a pressione accompagnato da un misto verdure
similpeperonata, quindi il rassetto della cucina prima di poter
scrivere il post quotidiano.
Lunedì
17.12 – La prima mattinata è stata impegnata nell'esaminare i
preventivi e le date di possibile imbarco ottenuti dalle due
compagnie; una ha la disponibilità solo per Topolobampo ogni giorno
alle 14.30, l'altra anche per Mazatlan, oltre 400 km. più a sud, il
mercoledì e per Topolobampo martedì alle 21.00.
Quest'ultima
opzione vince a mani basse in quanto ci consente di visitare la parte
restante della penisola e rientrare giusto per l'imbarco; però ci
accolliamo un rischio: se il mare sarà in buone condizioni potremo
restare a bordo del Nomade durante la traversata, in caso contrario
dovremo accontentarci di una poltrona per le 7/8 ore della sua
durata.
Tenuto
poi conto che le autostrade messicane sono ritenute fra le più
costose al mondo, sarebbe mia intenzione proseguire su viabilità
ordinaria, ma prima di decidere mi riservo di effettuare una
verifica.
Quindi
oggi il Nomade si è impegnato prima sulla Mexico 1 e successivamente
sulla 19: la temperatura non è stata elevatissima ma tale da far
sudare; il tasso di umidità si è aggirato attorno al 60% e la
cervicale ne ha risentito subito.
Passato
Todos Santos e lasciata Pescaderos la strada si trova a scorrere poco
lontano dal mare, ma senza offrire scorci spettacolari. Dopo diventa
più impegnativa sino a che, superata una curva, il mare è di nuovo
in vista; quale stupore nel vedere lo scempio che è stato inflitto a
questo tratto di costa: si tratta di Cabo San Lucas, la piccola
Acapulco nella quale sembra che la lingua ufficiale sia il
nordamericano.
Qui
è tutto imperniato sullo Yanke: i prezzi sono elaborati per loro, le
proprietà immobiliari sono denominate in USD, non c'è nessuna
grande catena alberghiera nordamericana che non sia presente, le
escursioni per mare, quello per aria con l'ultraleggero o sulla
sabbia con i quad sono tutte calibrate sulle loro esigenze e sui loro
portafogli, le strade sono strette, non in buone condizioni, e non
c'è un minimo spazio ove si possa sostare senza dover pagare, le
Topa e gli Alto risultano essere asfissianti (per chi li rispetta).
Il
Nomade si è sentito un filo deluso ed ha rinunciato presto alla
possibile escursione via mare per raggiungere lo spettacolare arco
che si apre fra gli aguzzi scogli conosciuti con il nome di Los
Frailes (i frati), così ha preferito spostarsi verso San José del
Cabo, sostando in vari punti dove la costa risulta essere meno
deturpata.
Giunto
a S.J. non è stato facilissimo rintracciare la città vecchia,
arroccata attorno alla Plaza Mijares, ma una volta parcheggiato
l'equipaggio ha potuto godersi l'atmosfera delle stradine,
la vista sulle case circondate da vegetazione lussureggiante, la quiete di una visita al di fuori del chiasso imperante in area Yanke. Insomma, una vera riqualificazione della giornata (ed in parte anche della monotonia paesaggistica dei giorni precedenti).
Verso le 17.30 il Nomade si è ripreso la strada, questa volta la Mexico 1, e quando il buio si era già fatto totale ha avuto l'arguzia di seguire un cartello indicante un Hotel in località Santiago, qualche chilometro fuori dalla rotta.
la vista sulle case circondate da vegetazione lussureggiante, la quiete di una visita al di fuori del chiasso imperante in area Yanke. Insomma, una vera riqualificazione della giornata (ed in parte anche della monotonia paesaggistica dei giorni precedenti).
Verso le 17.30 il Nomade si è ripreso la strada, questa volta la Mexico 1, e quando il buio si era già fatto totale ha avuto l'arguzia di seguire un cartello indicante un Hotel in località Santiago, qualche chilometro fuori dalla rotta.
Lì
è stato accolto, ma a caro prezzo in rapporto a ciò che ha ottenuto
(quest'area è la più cara della Baja California Sur): 13 mq. dove
restare parcheggiato per non più di 14 ore!
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