venerdì 9 novembre 2012

Santa Maria (ora pro nobis peccatoribus)


Mercoledì 07.11- Dopo una ricerca sul web mi sono indirizzato presso un meccanico che porta un cognome la cui origine potrebbe essere italica, spinto dall'idea che potrebbe essere più semplice intenderci: Rizzoli è il cognome, ma lì fra i presenti alle 8 del mattino non c'è nessuno che abbia mai avuto a che fare con l'Italia. Ho trovato però persone cortesi che si sono date da fare per fornirmi un altro indirizzo cui rivolgermi in quanto la loro organizzazione non è attrezzata per un veicolo come il mio.
Alla seconda fermata mi sono imbattuto nella più bella officina vista da quando sono in U.S., pulita e ben attrezzata. Qui sono stato affidato ad un collaudatore che, effettuato un test drive, ha subito intuito l'origine del problema e, collocato il Nomade su un ponte, mi ha fatto toccare con mano di che si tratta: il lavoro svolto da Junior una settimana fa (io temevo potesse avere delle falle) è risultato ok., ora sono in ballo entrambi i semiassi!
Avrei dovuto aspettarmi un verdetto del genere dopo tutte le vibrazioni sopportate dalle varie componenti meccaniche, ma la mia ignoranza in materia ed il retropensiero che si potesse trattare di un'appendice al lavoro effettuato a Gualala mi hanno impedito di sviluppare delle considerazioni più ampie.
Mentre l'addetto stava smontando il componente che ripara il motore, si è avvicinato un suo collega che ho pensato fosse di origine ispanica; non mi ero sbagliato, ma il caso ha voluto che in gioventù avesse vissuto un breve periodo attorno a Roma dove risiedono dei parenti, conservando la capacità di parlare l'italiano: oltre a gratificarlo con i miei complimenti per questa sua volontà che si esprime anche attraverso la lettura di libri nella nostra lingua, Sandro, questo il suo nome, mi è stato prezioso quando si è capito che questa officina non avrebbe potuto fare nulla per me in quanto i pezzi di ricambio non esistono in questo mercato. Infatti gli ho chiesto se si potessero ricostruire o aggiustare i pezzi in avaria e lui, dopo un po', mi ha comunicato che l'ipotesi non sarebbe da escludere rivolgendomi ad un'altra organizzazione alla quale lui si aveva già spiegando telefonicamente la situazione.
La gentilezza sua e dell'organizzazione per la quale lavora si è concretizzata ulteriormente quando ho chiesto di pagare il tempo dedicatomi. Risposta: non preoccuparti, vai tranquillo, esattamente come mi son sentito dire tante volte da Napoli in giù.
Alla terza fermata mi aspettavo di trovare qualcuno pronto a smontare i semiassi per ripararli, invece mi sono trovato in una organizzazione che è specializzata nelle riparazioni ad auto europee.
Qui il titolare, Jerry il suo nome,  mi ha ascoltato e poi ha voluto effettuare un test drive, concentrandosi su aspetti che non mi sono sembrati prioritari; al rientro in officina, su sua istruzione ad altri che prima non avevo minimamente notato, è stato prima smontato il componente che funge da ripara motore e poi iniziato un attento esame che ha portato alla stessa diagnosi della precedente fermata.
Le ipotesi che mi sono state presentate sono due: 1) ricerca di ricambi nuovi in U.S.A./on-line 2) intervento di un artigiano tendente a ricondizionare gli stessi.
La seconda ipotesi, che mi era sembrata la più allettante, è saltata subito quando mi è stato riferito che l'artigiano non sarebbe stato in condizioni di vedere il veicolo prima di lunedì, e solo allora si sarebbe potuto esprimere per un sì o per un no circa la fattibilità del lavoro.
La prima ipotesi, la più ardua, va a decadere dopo vari tentativi andati falliti.
Se non incombesse la data del 19 novembre per il rendez-vous mi preoccuperei di meno, ma così devo elaborare immediatamente una strategia; il veicolo non sarebbe in grado di arrivare a Houston in queste condizioni: troppo alto il rischio di dover ricorrere ad un carro attrezzi.
Perciò non è il caso di prendere in considerazione la posticipazione della soluzione all'arrivo dell'amico che avrebbe potuto far da vettore anche per i due semiassi.
La carta vincente è ancora l'accoppiata Fedex e qualcuno di buona volontà in patria che si agiti quanto basta per rintracciare ciò che mi serve: stessa procedura delle coperture.
Fra una cosa e l'altra si è così fatta  giusto l'ora in cui è normalmente possibile cercare qualcuno al di là dell'oceano prima che si ritiri per la notte, ma per fare ciò servirebbe una connessione.
Jerry allora mi ha consegnato la passward per accedere alla sua linea, ma il computer, pur rilevando la linea dotata di un ottimo segnale, per diverse volte non è riuscito a collegarsi.
Attraverso l'operazione basic dello scarso conoscitore di informatica, spegnendo e riaccendendo ho finalmente ottenuto il risultato voluto; peccato che chi andavo cercando non fosse on line!
Solo un'ora più tardi sono riuscito a passare la commissione e così non mi è rimasto altro da fare se non attendere; nel frattempo Jerry si è presentato a mani occupate dal lunch che mi stava offrendo e che io ho prontamente accettato: quale sorpresa nel constatare che si trattava di spaghetti, e ancor maggiore la sorpresa successiva constatando che erano cotti italian style: “al dente”!
Dopo essere riuscito a indirizzare le mie necessità tramite skype la giornata si è trasformata in una giornata di attesa, come saranno le prossime, di aggiornamenti circa il recupero dei pezzi e la loro spedizione.
Allora mi sono deciso ad uscire dal Nomade per ad andare a ringraziare la cuoca, che altro non è se non la moglie di Jerry, Yvonne il suo nome, se ho capito bene (le sue origini sono francesi), complimentandomi per la cottura. E' iniziata così la nostra conoscenza in quanto in mattinata, pur avendola incrociata, ero rimasto concentrato su Jerry tanto da ignorarla.
Dopo aver trascorso parecchio tempo on line, poco prima della chiusura dell'officina vedo Jerry ed un aiutante che stanno prendendo le misure in larghezza del Nomade; mi viene spiegato che stavano controllando la possibilità di collocarmi in una parte del piazzale che resta defilata da una protezione mobile, ma la mia misura eccede quella disponibile così Jerry mi offre altre possibilità, fra le quali quella del collegamento elettrico.
Per il mio solito atteggiamento di non voler pesare su altri arrecando fastidi con la mia presenza, ringrazio e rifiuto l'offerta che pure mi è stata ripetuta più volte: si, perché Jerry conosce le problematiche di un veicolo come il mio ed è perfettamente a conoscenza che se non fa strada producendo energia da incanalare nelle batterie di servizio alla parte abitativa, dopo un pò queste si scaricano.
In officina avevo notato la presenza di un camper di ragguardevoli dimensioni: è il suo. Dopo esserci messi a parlare di R.V. prendendoli in esame sotto l'aspetto dei prezzi da nuovo e di quelli d'occasione, prima di lasciarci Yvonne mi offre in dono una felpa blu che porta evidenziato in rosso il logo dell'officina: ho accettato e l'ho indossata subito godendone il benefico tepore nell'orario in cui l'aria è normale che si rinfreschi, anche se oggi ciò porta in aggiunta il segnale di un cambiamento climatico.
Una volta che se ne sono andati tutti sono diventato il padrone del piazzale, senza però esercitare né reclamare nessun diritto su di esso!
Ho iniziato a sentire la stanchezza e gli occhi di conseguenza mi si chiudevano provocando l'abbassamento della testa sul computer al punto da decidermi ad approcciare il letto in un orario assolutamente inconsueto per me.


Giovedì 08.11- Fin dal primo mattino comunicazioni internazionali: i semiassi sono stati rintracciati, ma uno dei due si rende disponibile solo nella giornata di sabato e pertanto la spedizione prima di allora non potrà avvenire. 
 Se tutto andrà bene potrò rimettermi in viaggio il 13 o il 14; a quel punto sarà una maratona sino a Houston in quanto, per la strada più breve, l'aeroporto di quella località dista da qui circa 2.800 km., ed il mio amico arriverà lì il giorno 19 attorno alle 15.00.



Quando riferisco a Jerry le informazioni, questi replica con argomentazioni che fanno vacillare l'operazione già impostata. Il tutto ruota attorno ai “differential seals”, che poi sarebbero delle guarnizioni di  tenuta, in quanto il meccanico italico interpellato sull'argomento ha spiegato che questi componenti nel mio caso non ci sono in quanto i semiassi vanno sigillati con una pasta. Jerry resta incredulo a questa indicazione portando delle argomentazioni tecnicamente valide a supporto della sua tesi.



Ti sembrava che una cosa sarebbe filata via liscia?
Qui fra la lontananza, la lingua e la sua traduzione, la mancanza di uno schema tecnico di riferimento, i tempi che sono diventati stretti, la spedizione che deve contenere tutto ciò che serve, al limite qualcosa in più che poi non verrà utilizzato piuttosto che una scemenza in meno che bloccherebbe l'operazione, la cosa si fa più difficile e complicata.



Nella mia testa elaboro varie ipotesi, ma sin che non mi confronto con mio fratello non sono in grado di fare passi avanti: mi viene data conferma dell'indicazione fornita dal meccanico, ma a questo punto chiedo una riconferma da ignorante in materia piuttosto di dovermi trovare con i pezzi in mano che non possono essere montati. In realtà io ho subito pensato che se questi componenti servono e non dovessero arrivare si potrà ben utilizzare ancora quelli esistenti, sempre ammesso che nel mio veicolo ci siano.




Trasferita la nuova richiesta domattina potrò saperne di più: ora dovrò impegnare la giornata e, avendo trovato un voltaggio inferiore a 12 quando mi sono alzato, non solo accetterò il collegamento dell'energia per la prossima notte, ma oggi mi vedrò costretto a far girare un po' il motore e quindi mi muoverò per lavanderia automatica, visitor center, breve itinerario turistico; la città non ha molto da offrire e le cose interessanti non sono in grado di raggiungerle nelle mie condizioni di avaria.



In ogni caso sono poi riuscito a stare in giro sino alle 16.30, in modo da ritornare alla base ed organizzare la connessione elettrica dopo aver chiacchierato con i coniugi (un figlio quattordicenne, due cani, tre figlie già sposate e forse un paio di nipotini: niente male!).




Nel salottino ho modo di ammirare una foto artistica incorniciata ed appesa che pubblicizza un gioiello apparentemente etnico indossato da una ragazza di colore dai tratti somatici del volto molto intriganti: guardando meglio vedo dei riferimenti ad una galleria artistica locale e leggo lo stesso cognome di Jerry. Yvonne mi spiega che si tratta del padre di Jerry, artista quotato visto che certe sue realizzazioni si trovano esposte non so in quale museo di Washington.  



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