Mercoledì 07.11-
Dopo una ricerca sul web mi sono indirizzato presso un meccanico che
porta un cognome la cui origine potrebbe essere italica, spinto
dall'idea che potrebbe essere più semplice intenderci: Rizzoli è il
cognome, ma lì fra i presenti alle 8 del mattino non c'è nessuno
che abbia mai avuto a che fare con l'Italia. Ho trovato però persone
cortesi che si sono date da fare per fornirmi un altro indirizzo cui
rivolgermi in quanto la loro organizzazione non è attrezzata per un
veicolo come il mio.
Alla seconda fermata
mi sono imbattuto nella più bella officina vista da quando sono in
U.S., pulita e ben attrezzata. Qui sono stato affidato ad un
collaudatore che, effettuato un test drive, ha subito intuito
l'origine del problema e, collocato il Nomade su un ponte, mi ha
fatto toccare con mano di che si tratta: il lavoro svolto da Junior
una settimana fa (io temevo potesse avere delle falle) è risultato
ok., ora sono in ballo entrambi i semiassi!
Avrei dovuto
aspettarmi un verdetto del genere dopo tutte le vibrazioni sopportate
dalle varie componenti meccaniche, ma la mia ignoranza in materia ed
il retropensiero che si potesse trattare di un'appendice al lavoro
effettuato a Gualala mi hanno impedito di sviluppare delle
considerazioni più ampie.
Mentre l'addetto
stava smontando il componente che ripara il motore, si è avvicinato
un suo collega che ho pensato fosse di origine ispanica; non mi ero
sbagliato, ma il caso ha voluto che in gioventù avesse vissuto un
breve periodo attorno a Roma dove risiedono dei parenti, conservando
la capacità di parlare l'italiano: oltre a gratificarlo con i miei
complimenti per questa sua volontà che si esprime anche attraverso
la lettura di libri nella nostra lingua, Sandro, questo il suo nome,
mi è stato prezioso quando si è capito che questa officina non
avrebbe potuto fare nulla per me in quanto i pezzi di ricambio non
esistono in questo mercato. Infatti gli ho chiesto se si potessero
ricostruire o aggiustare i pezzi in avaria e lui, dopo un po', mi ha
comunicato che l'ipotesi non sarebbe da escludere rivolgendomi ad
un'altra organizzazione alla quale lui si aveva già spiegando
telefonicamente la situazione.
La gentilezza sua e
dell'organizzazione per la quale lavora si è concretizzata
ulteriormente quando ho chiesto di pagare il tempo dedicatomi.
Risposta: non preoccuparti, vai tranquillo, esattamente come mi son
sentito dire tante volte da Napoli in giù.
Alla terza fermata
mi aspettavo di trovare qualcuno pronto a smontare i semiassi per
ripararli, invece mi sono trovato in una organizzazione che è
specializzata nelle riparazioni ad auto europee.
Qui il titolare, Jerry il suo nome, mi ha
ascoltato e poi ha voluto effettuare un test drive, concentrandosi su
aspetti che non mi sono sembrati prioritari; al rientro in officina,
su sua istruzione ad altri che prima non avevo minimamente notato, è
stato prima smontato il componente che funge da ripara motore e poi iniziato
un attento esame che ha portato alla stessa diagnosi della precedente
fermata.
Le ipotesi che mi
sono state presentate sono due: 1) ricerca di ricambi nuovi in U.S.A./on-line 2)
intervento di un artigiano tendente a ricondizionare gli stessi.
La
seconda ipotesi, che mi era sembrata la più allettante, è saltata
subito quando mi è stato riferito che l'artigiano non sarebbe stato
in condizioni di vedere il veicolo prima di lunedì, e solo allora si
sarebbe potuto esprimere per un sì o per un no circa la fattibilità del lavoro.
La prima ipotesi, la
più ardua, va a decadere dopo vari tentativi andati falliti.
Se non incombesse la
data del 19 novembre per il rendez-vous mi preoccuperei di meno, ma
così devo elaborare immediatamente una strategia; il veicolo non
sarebbe in grado di arrivare a Houston in queste condizioni: troppo
alto il rischio di dover ricorrere ad un carro attrezzi.
Perciò non è il
caso di prendere in considerazione la posticipazione della soluzione
all'arrivo dell'amico che avrebbe potuto far da vettore anche per i
due semiassi.
La carta vincente è
ancora l'accoppiata Fedex e qualcuno di buona volontà in patria che
si agiti quanto basta per rintracciare ciò che mi serve: stessa
procedura delle coperture.
Fra una cosa e l'altra si è così fatta giusto l'ora in cui è normalmente possibile cercare
qualcuno al di là dell'oceano prima che si ritiri per la notte, ma
per fare ciò servirebbe una connessione.
Jerry allora mi ha
consegnato la passward per accedere alla sua linea, ma il computer,
pur rilevando la linea dotata di un ottimo segnale, per diverse volte
non è riuscito a collegarsi.
Attraverso
l'operazione basic dello scarso conoscitore di informatica, spegnendo
e riaccendendo ho finalmente ottenuto il risultato voluto; peccato che chi
andavo cercando non fosse on line!
Solo un'ora più
tardi sono riuscito a passare la commissione e così non mi è
rimasto altro da fare se non attendere; nel frattempo Jerry si è
presentato a mani occupate dal lunch che mi stava offrendo e che io
ho prontamente accettato: quale sorpresa nel constatare che si
trattava di spaghetti, e ancor maggiore la sorpresa successiva
constatando che erano cotti italian style: “al dente”!
Dopo essere riuscito
a indirizzare le mie necessità tramite skype la giornata si è
trasformata in una giornata di attesa, come saranno le prossime, di aggiornamenti
circa il recupero dei pezzi e la loro spedizione.
Allora mi sono
deciso ad uscire dal Nomade per ad andare a ringraziare la cuoca, che
altro non è se non la moglie di Jerry, Yvonne il suo nome, se ho
capito bene (le sue origini sono francesi), complimentandomi per la
cottura. E' iniziata così la nostra conoscenza in quanto in
mattinata, pur avendola incrociata, ero rimasto concentrato su Jerry tanto da ignorarla.
Dopo aver trascorso
parecchio tempo on line, poco prima della chiusura dell'officina vedo
Jerry ed un aiutante che stanno prendendo le misure in larghezza del
Nomade; mi viene spiegato che stavano controllando la possibilità di
collocarmi in una parte del piazzale che resta defilata da una
protezione mobile, ma la mia misura eccede quella disponibile così
Jerry mi offre altre possibilità, fra le quali quella del
collegamento elettrico.
Per il mio solito
atteggiamento di non voler pesare su altri arrecando fastidi con la
mia presenza, ringrazio e rifiuto l'offerta che pure mi è stata
ripetuta più volte: si, perché Jerry conosce le problematiche di un
veicolo come il mio ed è perfettamente a conoscenza che se non fa strada producendo energia da
incanalare nelle batterie di servizio alla parte abitativa, dopo un
pò queste si scaricano.
In officina avevo notato la presenza di un camper di ragguardevoli dimensioni: è il suo. Dopo esserci messi a
parlare di R.V. prendendoli in esame sotto l'aspetto dei prezzi da
nuovo e di quelli d'occasione, prima di lasciarci Yvonne mi
offre in dono una felpa blu che porta evidenziato in rosso il logo
dell'officina: ho accettato e l'ho indossata subito godendone il
benefico tepore nell'orario in cui l'aria è normale che si
rinfreschi, anche se oggi ciò porta in aggiunta il segnale di un cambiamento
climatico.
Una volta che se ne
sono andati tutti sono diventato il padrone del piazzale, senza però
esercitare né reclamare nessun diritto su di esso!
Ho iniziato a sentire la stanchezza e
gli occhi di conseguenza mi si chiudevano provocando l'abbassamento della testa sul
computer al punto da decidermi ad approcciare il letto in un orario
assolutamente inconsueto per me.
Giovedì 08.11- Fin
dal primo mattino comunicazioni internazionali: i semiassi sono stati
rintracciati, ma uno dei due si rende disponibile solo nella giornata
di sabato e pertanto la spedizione prima di allora non potrà
avvenire.
Se tutto andrà bene potrò rimettermi in viaggio il 13 o il 14; a quel punto sarà una maratona sino a Houston in quanto, per la strada più breve, l'aeroporto di quella località dista da qui circa 2.800 km., ed il mio amico arriverà lì il giorno 19 attorno alle 15.00.
Se tutto andrà bene potrò rimettermi in viaggio il 13 o il 14; a quel punto sarà una maratona sino a Houston in quanto, per la strada più breve, l'aeroporto di quella località dista da qui circa 2.800 km., ed il mio amico arriverà lì il giorno 19 attorno alle 15.00.
Quando riferisco a
Jerry le informazioni, questi replica con argomentazioni che fanno
vacillare l'operazione già impostata. Il tutto ruota attorno ai “differential
seals”, che poi sarebbero delle guarnizioni di tenuta, in quanto il
meccanico italico interpellato sull'argomento ha spiegato che questi
componenti nel mio caso non ci sono in quanto i semiassi vanno
sigillati con una pasta. Jerry resta incredulo a questa indicazione
portando delle argomentazioni tecnicamente valide a supporto della
sua tesi.
Ti sembrava che una
cosa sarebbe filata via liscia?
Qui fra la
lontananza, la lingua e la sua traduzione, la mancanza di uno schema
tecnico di riferimento, i tempi che sono diventati stretti, la
spedizione che deve contenere tutto ciò che serve, al limite
qualcosa in più che poi non verrà utilizzato piuttosto che una
scemenza in meno che bloccherebbe l'operazione, la cosa si fa più
difficile e complicata.
Nella mia testa
elaboro varie ipotesi, ma sin che non mi confronto con mio fratello
non sono in grado di fare passi avanti: mi viene data conferma
dell'indicazione fornita dal meccanico, ma a questo punto chiedo una
riconferma da ignorante in materia piuttosto di dovermi trovare con i
pezzi in mano che non possono essere montati. In realtà io ho subito
pensato che se questi componenti servono e non dovessero arrivare si
potrà ben utilizzare ancora quelli esistenti, sempre ammesso che nel
mio veicolo ci siano.
Trasferita la nuova
richiesta domattina potrò saperne di più: ora dovrò impegnare la
giornata e, avendo trovato un voltaggio inferiore a 12 quando mi sono
alzato, non solo accetterò il collegamento dell'energia per la
prossima notte, ma oggi mi vedrò costretto a far girare un po' il
motore e quindi mi muoverò per lavanderia automatica, visitor
center, breve itinerario turistico; la città non ha molto da offrire
e le cose interessanti non sono in grado di raggiungerle nelle mie
condizioni di avaria.
In ogni caso sono
poi riuscito a stare in giro sino alle 16.30, in modo da ritornare
alla base ed organizzare la connessione elettrica dopo aver
chiacchierato con i coniugi (un figlio quattordicenne, due cani, tre
figlie già sposate e forse un paio di nipotini: niente male!).
Nel salottino ho
modo di ammirare una foto artistica incorniciata ed appesa che
pubblicizza un gioiello apparentemente etnico indossato da una
ragazza di colore dai tratti somatici del volto molto intriganti:
guardando meglio vedo dei riferimenti ad una galleria artistica locale e
leggo lo stesso cognome di Jerry. Yvonne mi spiega che si tratta del
padre di Jerry, artista quotato visto che certe sue realizzazioni si
trovano esposte non so in quale museo di Washington.
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