Domenica 11.11 –
La giornata è assolata e la temperatura è salita; mantenendo la
parola che mi ero dato ieri, dopo una mattinata trascorsa in
“ufficio”, ho messo in ordine di marcia la bici, ma non è stata
un'operazione così semplice come dirlo.
Non ho mete precise
perché quello che la città offre me lo sono già consumato, però
curiosare per i quartieri non è male: mediamente le case non sono
speciali, c'è tanto spazio pianeggiante e tanto verde dappertutto,
e, pur essendo questa una zona ventosa, in giro si notano residui
cartacei e di plastica entro limiti sopportabili, mentre risalta un
certo ordine dato dalla manutenzione del verde.
Alla prima occasione
possibile mi ero ripromesso di mettere il naso in un cimitero che
avevo già incrociato nei giorni scorsi, ed oggi l'occasione è
maturata.
Questo luogo,
praticamente un giardino essenziale tenuto a prato con erba rasa,
zero monumenti, solo lapidi orizzontali e qualche fiore qua e là, è
vissuto come luogo di relax: ho visto riunioni familiari di persone
sedute su sedie pieghevoli portate da casa, alcune con un ombrello
aperto in funzione di parasole, altre stese sull'erba, bambini
impegnati a giocare in continuo movimento, insomma, qualcosa che non
mi sarei aspettato di vedere.
Ho osservato i nomi
sulle lapidi e non ho trovato nessun cognome che potesse far pensare
ad una italica origine; la maggioranza dei nomi qui è ispanica.
Mi ha colpito vedere
lapidi con i nomi di marito e moglie, dei quali però risulta
deceduto solo uno dei due: opera previdente eseguita anticipando i
tempi, al momento opportuno si tratterà di incidere solo una data,
tutto il resto risulta essere già fatto!
Pedalando verso una
zona agricola inserita nella città sono capitato in una area verde
attrezzata per le partite di calcio: a breve distanza fra di loro vi
erano ben due incontri in corso contemporaneamente, ma solo uno dei
due era supportato da una tifoseria il cui impegno principale era
dato dal continuo sgranocchiare e bere qualcosa.
Dopo essermi
soffermato ad ammirare le coltivazioni agricole (sono sempre di
notevoli dimensioni), compreso quelle che occupano la prima fascia
collinare, in coincidenza con l'arrivo di un venticello fresco che si
è presentato all'improvviso ho pensato bene di riportarmi verso
casa.
Non riuscirò mai ad
abituarmi alla scomodità del sellino di questa bici: ciò impone
percorsi brevi con soste prolungate onde recuperare sul dolore che
provoca al fondo schiena.
Una volta rientrato a casa ho trovato
posta arrivata dal Laika degli amici francesi conosciuti ai primi di
ottobre a Zion N.P.: nel frattempo anche loro hanno avuto qualche
vicissitudine da superare, inoltre hanno preso parecchia neve e sono
stati rifiutati al Sequoia N.P. a causa della lunghezza del loro
veicolo.
Stanno accelerando i
tempi per raggiungere San Francisco e poi spostarsi a sud, dalle mie parti: hanno già deciso di
anticipare il loro ingresso in Messico ai primi di dicembre (credo
per cercare climi più caldi!).
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