lunedì 19 novembre 2012

Quasi inutile Pit Stop a Santa Maria (sempre la stessa)


Venerdì 16.11 – Dopo una giornata interessante trascorsa in movimento come quella di ieri, oggi ho vissuto una giornata di sosta forzata di valenza contraria: iniziata presto si è via via complicata stressandomi non poco.
I fatti: Jerry aveva ricevuto e letto la mail con la quale gli avevo preannunciato il mio ritorno in modo da liberare lo spazio per farmi entrare in officina. Alle 8 Jim si è reso disponibile per un test drive che ha confermato la necessità del nuovo pit stop: il posizionamento dei tre cunei inseriti su entrambe le molle degli ammortizzatori anteriori si sono rivelati la causa del problema. Ne sono stati tolti due per parte e quello residuo è stato collocato in modo da non toccare da nessuna parte. Per il fatto che la lo sterzo è diventato più duro perdendo di fluidità nella guida, controllato il livello dell'olio del servosterzo e la cinghia di trasmissione senza trovare anomalie, Jim se l'è cavata affermando che il problema si risolve con un allineamento( convergenza) dei pneumatici anteriori. Jerry mi ha accompagnato in un posto, secondo lui l'unico valido, dove verificare la possibilità di essere ricevuto in giornata: troppo occupati, se ne può parlare lunedì.


Ma io devo partire da qui, devo andare a verificare come fare a recuperare il mio amico all'aeroporto, devo organizzare la sosta e riorganizzare gli spazi interni e qui, attendendo i tempi dei meccanici, seguendoli nel loro fare, non riesco a combinare nulla.
Il collaboratore di Jerry, apparentemente mio coetaneo oltre che Veterano del Vietnam, interpellato dal suo boss tira fuori dal cilindro un nominativo di meccanico black (colore della pelle raro da incontrare in questa zona) dal quale si può andare senza appuntamento. Sono ormai le 11 passate e mi precipito con l'idea di poter mollare le ancore durante il pomeriggio.
Le cose si sono sviluppate in maniera diversa: Jim si è rivelato una persona posata e disponibile, lavora entro un'officina misera e poco equipaggiata, però sembra uno capace di ragionare. All'incirca alle 13, dopo un breve test drive, porta il Nomade nel suo antro e l'entrata avviene al pelo. Apparentemente non sa da dove cominciare e così si butta a terra e comincia ad osservare da sotto, poi alza il Nomade con due crick alleggerendo il peso gravante sulle ruote così subito cade a terra uno dei cunei, rileva che i copri mozzi non erano stati montati correttamente per cui la valvola di gonfiaggio non è accessibile, alla fine se ne esce dicendo di aver trovato un bullone che non tiene la stretta di un componente dell'avantreno. Lo invito a controllare anche dall'altra parte dove la situazione è migliore ma non buona. Mi pare strano che tutto possa dipendere da un bullone, ma ancora ci credo: peccato che lui bulloni di ricambio della giusta misura non ne abbia.
Mi invita ad attenderlo mentre si allontana alla ricerca di quanto serve negli antri vicini dove vengono svolte attività similari alla sua applicate su un parco auto prossimo ad essere considerato d'epoca. I due bulloni li trova e li colloca, poi mi invita ad effettuare un test drive: al mio ritorno è convinto che tutto vada bene, invece la situazione non è cambiata per nulla.
Allora mi spiega che la sua attrezzatura per effettuare l'allineamento è in avaria, ecco perché ci gira attorno senza volerlo fare! In alternativa mi propone di invertire i due pneumatici anteriori, cosa che accetto perché si tratta di un'operazione presente nel mio protocollo tendente a salvaguardare la loro vita. Altro test drive, risposta sempre la stessa.
A questo punto si decide ad eseguire l'allineamento secondo i criteri antichi: è qui che lo aggiorno sui valori da realizzare. Mi guarda in un modo strano e mi spiega di non condividerli; allora gli metto sotto al naso le stampe delle ultime tre convergenze spiegando ulteriormente il perché dei valori richiesti. Quando inizia il controllo con gli strumenti paleolitici di cui dispone si rende conto che i due pneumatici sono aperti come le pagine di un libro e perciò diventa più disponibile verso le mie indicazioni.
Si ributta sotto: stavo omettendo un particolare importante, il suo lavoro lo svolge senza lettino su ruote bensì schiena a terra e vestiti a pulire il pavimento che non c'è!
Dopo un bel po' di tempo trascorso a manovrare chiavi inglesi, quando riemerge mi guarda soddisfatto invitandomi ad effettuare un altro test drive: il risultato non è tanto diverso dai precedenti, ma un accenno di miglioramento sembra esserci stato. Quando glielo comunico metto le mani avanti dicendo che è stato fatto il massimo possibile anche se il risultato non corrisponde alle aspettative: lui è d'accordo e così, alle 17, si passa al conto.
Preciso nel compilare la fattura, mi chiede di inserire i dati personali: mentre lo sto facendo vedo l'importo. Accidenti, $ 650! d'altronde quattro ore del suo tempo le ha dedicate; poi guardo meglio e mi rendo conto che si tratta di $ 65! persino troppo poco, mi chiedo come possa sopravvivere .
Torno da Jerry chiedendo il cavo di collegamento dell'energia elettrica per alimentare il Nomade per un'altra notte e intanto comincio a prendere info sull'accesso all'aeroporto di Los Angeles: sembra un'operazione complicata quella di andare a prendere una persona in questo aeroporto anche perché apprendo del divieto di sosta per i camper nei veri parcheggi: ora sono stanco per esaminare ulteriormente come fare, ci penserò domattina.


Sabato 17.11 – Con intensità diversa la pioggia ha battuto quasi per tutta la notte sul doppio tetto del Nomade; la mia predisposizione a muovermi presto al mattino è una costante, ma oggi non ne avevo troppa voglia in quanto mi sentivo benone dentro la mia cuccia. Solo in tarda mattinata ho realizzato che probabilmente ciò è avvenuto in dipendenza del trattamento Reiki che mi arriva a partire dalle ore 24 (orario del pacifico).
Dopo aver dato una sistemata agli interni e caricato ancora H2O mi sono apprestato a salutare nuovamente Jerry, oggi in officina con il figlio quattordicenne impegnato nel rimontaggio di un motore, senza precisare se sarà l'ultima volta in questo viaggio.
Appena su strada emergono tutti i limiti dell'intervento eseguito ieri: specialmente in presenza di curve o di strada in pendenza il Nomade non è facilmente governabile, schizza a dx o a sx come se fosse sottoposto a raffiche di vento, ogni volta che si usa il cambio, nella breve frazione in cui le ruote non sono in trazione, si percepisce uno scarto dovuto al fatto che le ruote anteriori viaggiano scampanate. Inoltre si è rimesso a piovere e sul bagnato la situazione si complica ulteriormente; così, soffrendo, mi ritrovo ad Oxnard dove vi è un Welcome California verso il quale mi indirizzo.


In particolare ho bisogno di info relative ai collegamenti con l'aeroporto e l'addetta si da da fare per quell'unico cliente momentaneo che risponde al mio nome.
Quando riparto da lì la mia direzione è Malibu: da troppi anni il nome di questa località mi ronza per la testa, dai tempi in cui, adolescente, ero dedito alla lettura dei gialli mondadori le cui storie spesso avevano a che fare con questo luogo.


Premesso che da Ventura a Newport Beach la costa è urbanizzata quasi totalmente, giusto un breve tratto si salva lì attorno a Malibu, poi la situazione diventa imbarazzante.


Premesso che questo tratto di costa non è di per se così interessante ai miei occhi, mentre le nuvole basse rendono tutto più grigio, la pioggia va e viene tanto da limitare le mie soste.
Nelle condizioni climatiche descritte ho incrociato diversi surfisti in attività o appena usciti dall'acqua, senza più la muta addosso, così come diverse maratonete di tutte le età impegnate in percorsi non semplici.


Praticamente l'inurbamento di S. Monica ho cominciato ad attraversarlo verso le 17 quando ho fatto la furbata di impostare Garmin per Walmart Torrance: da quel momento ho guidato per oltre un'ora senza scampo nel traffico intenso di una grande metropoli. Giunto a destinazione ho voluto controllare la mappa scoprendo che il traffico non lo avrei di certo evitato, ma, a parer mio, la località in cui mi trovo sarebbe stata più facilmente raggiungibile percorrendo un paio di Hway .
La giornata si conclude con la ripresa di un'immagine che difficilmente si potrebbe riprendere a casa nostra.

   

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