Sabato
29 – Avvio della mattinata a rilento a causa di considerazioni
viziate da un errore di base: avevo in mente che l'entrata del N.P.
distasse una cinquantina di km. dal trading post e che le distanze da
coprire all'interno del parco fossero limitate. Invece l'entrata che
ho per la testa non è quella principale bensì la Est; da lì
all'ingresso principale c'è da percorre la Desert view drive per
altri cinquanta km circa prima di raggiungere i vari overlook!
Ancora
inconsapevole di tutto ciò, me la prendo con calma guardo in ogni
dove nel trading post che, oltre ad essere sovraccarico di merci
varie, intercetta anche parecchi italiani fra i suoi clienti (quelli
con grosse auto noleggiate).
Prima
di partire visito pure la Gallery dove sono esposte le merci più
raffinate, anche pezzi antichi datati dal 1880 al 1930.
Lungo
la strada, ancora sotto l'influsso dell'errore, mi fermo a lungo in
due Scenic view posti su canyons scavati dal piccolo Colorado; già
lungo la strada è una fiera di bancarelle che espongono
ripetitivamente gli stessi oggetti prodotti dai Nativi, ma nei punti
panoramici si concentra un vero mercato, anche se non tutte le
postazioni sono operative: ormai l'afflusso turistico non è più
quello dei mesi estivi e forse solo di domenica saranno tutte
operanti.
Dopo
aver appreso che circa il 50% della popolazione dei Nativi vive sotto
il livello di povertà (ma ogni famiglia ha un reddito medio di $
22.000 e possiede un'auto) sarei disposto a comperare qualcosa, ma
vengo inibito sia dall'incapacità di scegliere fra tanti oggetti
dello stesso tipo (sembrano fatti a macchina piuttosto che da
artigiani) che dal fatto che ho la sensazione che questi che vendono
siano già di un livello superiore, come in Africa, sfruttatori di
coloro che eseguono il lavoro, cioè quelli che hanno fame: pertanto
mi limito a dare un'occhiata ogni tanto a qualche banchetto sperando
di vedere un oggetto che mi colpisca, ma questi si trovano o nelle
Gallery o negli Store qualificati a prezzi fuori dalla possibilità
del mio budget.
Quando
arrivo al varco di accesso e osservo la mappa mi rendo conto delle
mie valutazioni sbagliate: poco male, mi organizzo in modo da
visitare tutto ciò che è visitabile in questa zona e domani mi
sposterò in quella più ricca di punti di osservazione.
Il
parco riceve quasi 5 ml. di visitatori all'anno e lo si capisce
subito dal movimento di vetture e pullman: fra le nazionalità
rappresentate vi sono parecchi europei (italiani, francesi, tedeschi,
spagnoli, portoghesi, ed altri dalla parlata dell'ex est europeo)
oltre a cinesi e giapponesi.
Il
luogo dove mi trovo e dove trascorrerò la notte si chiama Desert
View; da lì mi limito a visitare Navajo Point, Lipan Point, Tusayan
Museum and Ruin, Moran Point e Grandview Point.
Questo
parco è nell'elenco di quelli entrati a far parte del patrimonio
dell'umanità sotto l'egida di UNESCO, ed effettivamente è una cosa
unica, immensa; fra Rim North e Rim South (dove mi trovo) la
spaccatura del plateau lavorata dal fiume Colorado è di oltre 14 km.
mentre in profondità supera i 1800 m.!
Se
non fosse così costoso, il mezzo giusto per decifrare questo posto
sarebbe l'elicottero.
Personalmente
mi accontento di ciò che vedo spostandomi con il Nomade nei vari
punti segnalati; permane in me una certa frustrazione per le immagini
che ritraggo tanto che, verso l'ora del tramonto, intercettato un
gruppetto italico entro il quale noto un individuo fotograficamente
capace, chiedo di poter essere aiutato nell'utilizzo della mia
fotocamera. Il breve scambio non mi risolve il problema e quindi mi
vedo costretto a mantenere sotto controllo la mia frustrazione.
Resto
a Lipan Point sino a che il sole sparisce e successivamente raggiungo
il campground, quello che all'arrivo avevo avuto la sensazione fosse
poco frequentato: anche questa considerazione era errata tanto che
riesco rocambolescamente ad acquisire uno degli ultimi posti
disponibili.
Il
luogo assai spartano, lo considero un parcheggio recintato; il costo
è adeguato a ciò che offre, praticamente nulla, ma penso che la
tariffa di $ 12 sia corretta.
Ieri sera è stato Sunset a tenermi impegnato, stamane non potrebbe mancare Sunrise: il sacrificio della sveglia
anticipata è stato ripagato! In giro pochissimi umani alla caccia di
immagini, ma ben sparpagliati sul territorio, quindi sensazione di quiete
accarezzata dai primi raggi del sole che, oltre a portare la luce,
hanno cominciato a diffondere anche il giusto tepore.
Successivamente
mi sono spostato al Visitor Center Gran Canyon: per essere un parco
così importante la sua struttura mi è sembrata sottotarata se
confrontata con altre strutture del genere al servizio di parchi meno
ricettivi.
Una caratteristica di questo N.P. è che ci sono tre linee di bus a disposizione del pubblico gratuitamente: sicuramente una bella cosa, anche se a fine giornata mi sento un pò stanco. Inoltre ti senti ingabbiato in un meccanismo dove è già stato pensato tutto al posto tuo: a me ciò fa sentire una sensazione complessivamente sgradevole.
Una caratteristica di questo N.P. è che ci sono tre linee di bus a disposizione del pubblico gratuitamente: sicuramente una bella cosa, anche se a fine giornata mi sento un pò stanco. Inoltre ti senti ingabbiato in un meccanismo dove è già stato pensato tutto al posto tuo: a me ciò fa sentire una sensazione complessivamente sgradevole.
Si
tratta di continuare a salire e scendere alle varie fermate, salvo
percorrere qualche tratto a piedi.
Alla
fine della giornata devo dire che il lato Est, che ieri avevo
trattato come minore, non lo è affatto minore! Inoltre è il lato
dove si vede di più il grande assente, il fiume Colorado.
Si, perché, per una scelta assai controversa che fa discutere ancora oggi, è stato ingabbiato a monte in località Page da Glen Dam, diga che ha così creato Powell Lake. Pertanto, quando si riesce a vedere, è una misera cosa rispetto a come è sempre stato nel passato.
Si, perché, per una scelta assai controversa che fa discutere ancora oggi, è stato ingabbiato a monte in località Page da Glen Dam, diga che ha così creato Powell Lake. Pertanto, quando si riesce a vedere, è una misera cosa rispetto a come è sempre stato nel passato.
Resta
il fatto che questa è la maggior vetrina geologica della terra; sbalordisce per le dimensioni, le profondità, tanto da perdersi.
Anche
i trails vanno di conseguenza: duri, impegnativi, qui non c'è da
scherzare, e chi si è voluto lanciare sul Bright Angel Trail
pensando che fossero esagerate le precauzioni indicate dai Rangers, o
ci ha rimesso la vita o a corso un grosso pericolo.
Non
mi sono soffermato a visitare il Village, ma mi sono reso conto della
sua dimensione attraversandolo con la navetta: persino una linea
ferroviaria lo raggiunge!
Prima
di lasciare il G.C. mi reco in visita al Mather Campground dove
prima, mentre viaggiavo sul bus, avevo adocchiato un camper service;
poi, a sole ormai tramontato, mi metto in strada per raggiungere
Cameron, dove arrivo alle 20.30 trovando il mio posto libero al Trading Post (in qualche modo mi ricorda il caravanserraglio Africano in versione
America).
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