mercoledì 3 ottobre 2012

Grand Canyon


Sabato 29 – Avvio della mattinata a rilento a causa di considerazioni viziate da un errore di base: avevo in mente che l'entrata del N.P. distasse una cinquantina di km. dal trading post e che le distanze da coprire all'interno del parco fossero limitate. Invece l'entrata che ho per la testa non è quella principale bensì la Est; da lì all'ingresso principale c'è da percorre la Desert view drive per altri cinquanta km circa prima di raggiungere i vari overlook!


Ancora inconsapevole di tutto ciò, me la prendo con calma guardo in ogni dove nel trading post che, oltre ad essere sovraccarico di merci varie, intercetta anche parecchi italiani fra i suoi clienti (quelli con grosse auto noleggiate).
Prima di partire visito pure la Gallery dove sono esposte le merci più raffinate, anche pezzi antichi datati dal 1880 al 1930.


Lungo la strada, ancora sotto l'influsso dell'errore, mi fermo a lungo in due Scenic view posti su canyons scavati dal piccolo Colorado; già lungo la strada è una fiera di bancarelle che espongono ripetitivamente gli stessi oggetti prodotti dai Nativi, ma nei punti panoramici si concentra un vero mercato, anche se non tutte le postazioni sono operative: ormai l'afflusso turistico non è più quello dei mesi estivi e forse solo di domenica saranno tutte operanti.

Dopo aver appreso che circa il 50% della popolazione dei Nativi vive sotto il livello di povertà (ma ogni famiglia ha un reddito medio di $ 22.000 e possiede un'auto) sarei disposto a comperare qualcosa, ma vengo inibito sia dall'incapacità di scegliere fra tanti oggetti dello stesso tipo (sembrano fatti a macchina piuttosto che da artigiani) che dal fatto che ho la sensazione che questi che vendono siano già di un livello superiore, come in Africa, sfruttatori di coloro che eseguono il lavoro, cioè quelli che hanno fame: pertanto mi limito a dare un'occhiata ogni tanto a qualche banchetto sperando di vedere un oggetto che mi colpisca, ma questi si trovano o nelle Gallery o negli Store qualificati a prezzi fuori dalla possibilità del mio budget.


Quando arrivo al varco di accesso e osservo la mappa mi rendo conto delle mie valutazioni sbagliate: poco male, mi organizzo in modo da visitare tutto ciò che è visitabile in questa zona e domani mi sposterò in quella più ricca di punti di osservazione.





Il parco riceve quasi 5 ml. di visitatori all'anno e lo si capisce subito dal movimento di vetture e pullman: fra le nazionalità rappresentate vi sono parecchi europei (italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, portoghesi, ed altri dalla parlata dell'ex est europeo) oltre a cinesi e giapponesi.





Il luogo dove mi trovo e dove trascorrerò la notte si chiama Desert View; da lì mi limito a visitare Navajo Point, Lipan Point, Tusayan Museum and Ruin, Moran Point e Grandview Point.
Questo parco è nell'elenco di quelli entrati a far parte del patrimonio dell'umanità sotto l'egida di UNESCO, ed effettivamente è una cosa unica, immensa; fra Rim North e Rim South (dove mi trovo) la spaccatura del plateau lavorata dal fiume Colorado è di oltre 14 km. mentre in profondità supera i 1800 m.!





Se non fosse così costoso, il mezzo giusto per decifrare questo posto sarebbe l'elicottero.
Personalmente mi accontento di ciò che vedo spostandomi con il Nomade nei vari punti segnalati; permane in me una certa frustrazione per le immagini che ritraggo tanto che, verso l'ora del tramonto, intercettato un gruppetto italico entro il quale noto un individuo fotograficamente capace, chiedo di poter essere aiutato nell'utilizzo della mia fotocamera. Il breve scambio non mi risolve il problema e quindi mi vedo costretto a mantenere sotto controllo la mia frustrazione.





Resto a Lipan Point sino a che il sole sparisce e successivamente raggiungo il campground, quello che all'arrivo avevo avuto la sensazione fosse poco frequentato: anche questa considerazione era errata tanto che riesco rocambolescamente ad acquisire uno degli ultimi posti disponibili.





Il luogo assai spartano, lo considero un parcheggio recintato; il costo è adeguato a ciò che offre, praticamente nulla, ma penso che la tariffa di $ 12 sia corretta.



Ieri sera è stato Sunset a tenermi impegnato, stamane non potrebbe mancare Sunrise: il sacrificio della sveglia anticipata è stato ripagato! In giro pochissimi umani alla caccia di immagini, ma ben sparpagliati sul territorio, quindi sensazione di quiete accarezzata dai primi raggi del sole che, oltre a portare la luce, hanno cominciato a diffondere anche il giusto tepore.








Successivamente mi sono spostato al Visitor Center Gran Canyon: per essere un parco così importante la sua struttura mi è sembrata sottotarata se confrontata con altre strutture del genere al servizio di parchi meno ricettivi.




Una caratteristica di questo N.P. è che ci sono tre linee di bus a disposizione del pubblico gratuitamente: sicuramente una bella cosa, anche se a fine giornata mi sento un pò stanco. Inoltre ti senti ingabbiato in un meccanismo dove è già stato pensato tutto al posto tuo: a me ciò fa sentire una sensazione complessivamente sgradevole.
Si tratta di continuare a salire e scendere alle varie fermate, salvo percorrere qualche tratto a piedi.





Alla fine della giornata devo dire che il lato Est, che ieri avevo trattato come minore, non lo è affatto minore! Inoltre è il lato dove si vede di più il grande assente, il fiume Colorado.





Si, perché, per una scelta assai controversa che fa discutere ancora oggi, è stato ingabbiato a monte in località Page da Glen Dam, diga che ha così creato Powell Lake. Pertanto, quando si riesce a vedere, è una misera cosa rispetto a come è sempre stato nel passato.





Resta il fatto che questa è la maggior vetrina geologica della terra; sbalordisce per le dimensioni, le profondità, tanto da perdersi.
Anche i trails vanno di conseguenza: duri, impegnativi, qui non c'è da scherzare, e chi si è voluto lanciare sul Bright Angel Trail pensando che fossero esagerate le precauzioni indicate dai Rangers, o ci ha rimesso la vita o a corso un grosso pericolo.





Non mi sono soffermato a visitare il Village, ma mi sono reso conto della sua dimensione attraversandolo con la navetta: persino una linea ferroviaria lo raggiunge!




Prima di lasciare il G.C. mi reco in visita al Mather Campground dove prima, mentre viaggiavo sul bus, avevo adocchiato un camper service; poi, a sole ormai tramontato, mi metto in strada per raggiungere Cameron, dove arrivo alle 20.30 trovando il mio posto libero al Trading Post (in qualche modo mi ricorda il caravanserraglio Africano in versione America).

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