Venerdì
26.10-Grande giornata, e non tanto per i luoghi che ho in parte
rivisitato, quanto per un incontro avvenuto nel primo pomeriggio a
Point Cabrillo Light Station.
Dopo una escursione mattutina per le strade di Fort Bragg ancora addormentate ed una puntata alla foce del Noyo mi sono diretto verso sud.
Climaticamente è in
corso un cambiamento, e questo ha cominciato a manifestarsi proprio
mentre ero impegnato in un Trial a Point Cabrillo.
Ritornato a bordo mi
stavo apprestando ad organizzare la partenza quando ho visto una
persona avvicinarsi al finestrino con l'atteggiamento di volermi
salutare.
Che sorpresa quando
ho aperto la porta e mi sono trovato di fronte Franco, subito raggiunto da Michela, una bella coppia di italici romani qui residenti
da 12 anni: ci parliamo e vorremmo continuare ancora, ma un loro
impegno impone il saluto che avviene non prima di esserci scambiati i
riferimenti per rintracciarci.
Nella fitta
conversazione mi è stata lanciata l'offerta di parcheggiare per la
notte davanti a casa loro, poco lontana da qui; al momento ringrazio
senza impegnarmi perché non so ancora come evolverà la giornata.
Da lì proseguo per
Mendocino, gioiellino architettonico incastonato in un ocean front di
notevole pregio.
Restando attratto
dalla tipologia delle case e dalla gente che vedo in giro mi ritrovo
davanti al Visitor Center che qui ha sede in una casa museo; una
volta entrato conosco Laura, la signora che presta servizio oggi,
dotata di una bella pronuncia British style. Ecco una persona con la
quale mi trovo bene al punto da sviluppare una bella chiacchierata
a raggio più ampio rispetto alla funzione da lei svolta.
Apprendo così che
in loco è impossibile trovare una sistemazione overnight. Sono le 16
quando a piedi mi avvio prima verso Portuguese Beach, una spiaggia
raggiungibile solo a marea bassa, e poi con il Nomade lungo Heeser
Drive, la strada panoramica che corre all'interno di Mendocino
Headlands State Parks. Ora il cielo si sta completamente coprendo
annullando i raggi del sole, togliendo quei colori che ieri avevo
visto tanto brillanti.
Basta veramente poco
a cambiare un'immagine, in questo caso facendola diventare scura e
inquietante.
Una caratteristica
che penso non mi appartenga è quella della intrusività, tanto che
resto a lungo indeciso sull'opportunità di presentarmi all'indirizzo
di Michela e Franco; poi penso che in realtà non andrei ad
intralciare i ritmi della loro vita sostando nella loro proprietà e
mantenendo la mia autonomia.
Quindi telefono per
avvisare, ma trovo una segreteria telefonica che mi limita a lasciare
un messaggio.
Pensando che la
coppia potrebbe avere degli impegni fuori casa, dopo un po' inizio la
manovra di avvicinamento.
Raggiunto
l'indirizzo, una grande villa immersa nel verde con vista su una
baia, la sensazione che non ci sia nessuno in casa prende forza;
particolare curioso, mentre guardo qua e la, in una parte del
giardino noto una statua raffigurante due mule deer. Quando il mio
sguardo torna sulla statua quella si è mossa: infatti non è una
statua, sono due mule deer che si muovono cautamente e, avendo
percepito la mia presenza, agiscono d'istinto, cioè immobilizzandosi
così bene da poter sembrare essere di bronzo.
Alla fine apro il
cancelletto ed arrivo alla porta di ingresso, dai vetri della quale
filtra della luce proveniente da una lampada: è arrivato il momento
di bussare, quindi busso.
Alla porta si
presenta Franco felice di rivedermi: gli spiego della telefonata
effettuata e di aver accettato di sostare per la notte nel loro
giardino.
L'accoglienza che
trovo è genuinamente calda, con Michela il saluto avviene tramite un
abbraccio, vengo presentato al figlio diciottenne impegnato nella
preparazione della documentazione per accedere al college (facoltà
di economia, ma il ragazzo è molto interessato anche a filosofia),
lavoro che tiene coinvolto anche Franco.
Intanto la figlia è
occupata con un'altra persona e poi non ho più occasione di vederla.
La gentilezza di
questa gente verso l'estraneo viandante ha connotazioni bibliche: mi
viene offerta la possibilità di sistemarmi in un cottage dove
trascorrere una notte su un comodo King size e di prendere una
doccia calda ad acqua illimitata. Ringrazio ancora pensando che forse
una doccia domattina ci potrebbe scappare.
A questo punto
Michela mi propone di cenare insieme: è talmente evidente che
farebbe piacere a tutti una serata di buona conversazione che il mio
assenso non si fa pregare, anche perché il mio spirito ha captato
subito il loro trovandosi su lunghezze d'onda compatibili ad una
connessione di ottimo segnale.
In una tavola dove
le candele non mancano noi tre ci troviamo a consumare la cena
accompagnata da un ottimo rosso californiano: è il primo assaggio di
vino che effettuo da che mi trovo negli U.S.A. e non poteva avvenire
in modo migliore.
Verso le 21.30 ci
lasciamo con abbracci dopo avere avuto la passward per accedere
alla loro rete wifi: appuntamento a domattina per un cappuccino e poi
ognuno ai propri impegni.
Mentre scrivo queste
note sento i rumori di vari animali notturni che stanno girando
attorno al Nomade: Franco mi aveva preavvisato queste visite, visite
che a me non procurano alcun fastidio.
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