sabato 27 ottobre 2012

Giornata speciale in Mendocino area


Venerdì 26.10-Grande giornata, e non tanto per i luoghi che ho in parte rivisitato, quanto per un incontro avvenuto nel primo pomeriggio a Point Cabrillo Light Station.






Dopo una escursione mattutina per le strade di Fort Bragg ancora addormentate ed una puntata alla foce del Noyo mi sono diretto verso sud.




Climaticamente è in corso un cambiamento, e questo ha cominciato a manifestarsi proprio mentre ero impegnato in un Trial a Point Cabrillo.


Ritornato a bordo mi stavo apprestando ad organizzare la partenza quando ho visto una persona avvicinarsi al finestrino con l'atteggiamento di volermi salutare.
Che sorpresa quando ho aperto la porta e mi sono trovato di fronte Franco, subito raggiunto da Michela, una bella coppia di italici romani qui residenti da 12 anni: ci parliamo e vorremmo continuare ancora, ma un loro impegno impone il saluto che avviene non prima di esserci scambiati i riferimenti per rintracciarci.
Nella fitta conversazione mi è stata lanciata l'offerta di parcheggiare per la notte davanti a casa loro, poco lontana da qui; al momento ringrazio senza impegnarmi perché non so ancora come evolverà la giornata.





Da lì proseguo per Mendocino, gioiellino architettonico incastonato in un ocean front di notevole pregio.
Restando attratto dalla tipologia delle case e dalla gente che vedo in giro mi ritrovo davanti al Visitor Center che qui ha sede in una casa museo; una volta entrato conosco Laura, la signora che presta servizio oggi, dotata di una bella pronuncia British style. Ecco una persona con la quale mi trovo bene al punto da sviluppare una bella chiacchierata a raggio più ampio rispetto alla funzione da lei svolta.
Apprendo così che in loco è impossibile trovare una sistemazione overnight. Sono le 16 quando a piedi mi avvio prima verso Portuguese Beach, una spiaggia raggiungibile solo a marea bassa, e poi con il Nomade lungo Heeser Drive, la strada panoramica che corre all'interno di Mendocino Headlands State Parks. Ora il cielo si sta completamente coprendo annullando i raggi del sole, togliendo quei colori che ieri avevo visto tanto brillanti.




Basta veramente poco a cambiare un'immagine, in questo caso facendola diventare scura e inquietante.




Una caratteristica che penso non mi appartenga è quella della intrusività, tanto che resto a lungo indeciso sull'opportunità di presentarmi all'indirizzo di Michela e Franco; poi penso che in realtà non andrei ad intralciare i ritmi della loro vita sostando nella loro proprietà e mantenendo la mia autonomia.
Quindi telefono per avvisare, ma trovo una segreteria telefonica che mi limita a lasciare un messaggio.
Pensando che la coppia potrebbe avere degli impegni fuori casa, dopo un po' inizio la manovra di avvicinamento.



Raggiunto l'indirizzo, una grande villa immersa nel verde con vista su una baia, la sensazione che non ci sia nessuno in casa prende forza; particolare curioso, mentre guardo qua e la, in una parte del giardino noto una statua raffigurante due mule deer. Quando il mio sguardo torna sulla statua quella si è mossa: infatti non è una statua, sono due mule deer che si muovono cautamente e, avendo percepito la mia presenza, agiscono d'istinto, cioè immobilizzandosi così bene da poter sembrare essere di bronzo.
Alla fine apro il cancelletto ed arrivo alla porta di ingresso, dai vetri della quale filtra della luce proveniente da una lampada: è arrivato il momento di bussare, quindi busso.
Alla porta si presenta Franco felice di rivedermi: gli spiego della telefonata effettuata e di aver accettato di sostare per la notte nel loro giardino.
L'accoglienza che trovo è genuinamente calda, con Michela il saluto avviene tramite un abbraccio, vengo presentato al figlio diciottenne impegnato nella preparazione della documentazione per accedere al college (facoltà di economia, ma il ragazzo è molto interessato anche a filosofia), lavoro che tiene coinvolto anche Franco.
Intanto la figlia è occupata con un'altra persona e poi non ho più occasione di vederla.
La gentilezza di questa gente verso l'estraneo viandante ha connotazioni bibliche: mi viene offerta la possibilità di sistemarmi in un cottage dove trascorrere una notte su un comodo King size e di prendere una doccia calda ad acqua illimitata. Ringrazio ancora pensando che forse una doccia domattina ci potrebbe scappare.
A questo punto Michela mi propone di cenare insieme: è talmente evidente che farebbe piacere a tutti una serata di buona conversazione che il mio assenso non si fa pregare, anche perché il mio spirito ha captato subito il loro trovandosi su lunghezze d'onda compatibili ad una connessione di ottimo segnale.
In una tavola dove le candele non mancano noi tre ci troviamo a consumare la cena accompagnata da un ottimo rosso californiano: è il primo assaggio di vino che effettuo da che mi trovo negli U.S.A. e non poteva avvenire in modo migliore.
Verso le 21.30 ci lasciamo con abbracci dopo avere avuto la passward per accedere alla loro rete wifi: appuntamento a domattina per un cappuccino e poi ognuno ai propri impegni.
Mentre scrivo queste note sento i rumori di vari animali notturni che stanno girando attorno al Nomade: Franco mi aveva preavvisato queste visite, visite che a me non procurano alcun fastidio.

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