venerdì 12 ottobre 2012

Trasferimento da St. George-Utah a Las Vegas-Nevada


Martedì 09.10 – Ieri ho ricevuto una telefonata dall'Italia dalla persona che conosco e frequento da più tempo nella mia vita senza appartenere alla mia stessa famiglia: è probabile una sua permanenza a bordo del Nomade a partire da metà novembre, il che ha voluto dire studiare subito le mappe per valutare dove potrebbe avvenire il rendez-vous affinché gli sia possibile prenotare per tempo un volo per una destinazione idonea a dove potrà trovarsi il Nomade in quell'epoca.
E' significativo il fatto che le coordinate si sono incrociate su Houston, località già utilizzata da altri in passato-sicuramente meglio organizzati di me-come base operativa di determinati itinerari pionieristici che periodicamente hanno visto persone allontanarsi dalla terra per osservarla meglio dall'alto.
E così, fra elaborazioni di programmi, apprendimento di informazioni, traduzione della lista dei lavori da effettuare più tardi, si è fatta l'ora del meccanico.
Il tipo che ha preso in carico il Nomade con me a bordo è nato negli U.S.A. ma è di origine Mexicana, si chiama David e mi sembra volenteroso. Me lo dimostra dopo un po' quando mi convoca sotto al veicolo per farmi vedere cosa c'è che non va: un componente dell'avantreno non funziona più bene per cui rende inutile l'operazione di allineamento delle ruote sin che non si riparerà. Certo che non si può trovare qui un ricambio Fiat, ma convinco il meccanico a cercare un pezzo generico che si possa adattare. Quindi aggiornamento a domani alle 9.


Per tutto il tempo che sono rimasto a bordo mentre il lavoro era in corso ho potuto usufruire della connessione WiFi dell'officina, ricevendo chiamate e messaggi skype, sbrigando del lavoro e ipotizzando i chilometri che ancora avrò da percorrere sul suolo U.S.A., salvo rinunciare a qualche meta: ormai sono rimasti gli ultimi 60 gg a disposizione e circa 12.000 km. da percorrere, che poi aumentano sempre per un motivo o per l'altro.
Perciò avrò da trottare quotidianamente, consapevole che non ho alcuna intenzione di sovraccaricarmi di ore al volante: sarà quel che sarà!
Lasciato il meccanico ho provato a dare un'occhiata a Historic Downtown, ma, non volendo essere irriverente nei confronti di questa cittadina che sino ad ora mi ha tanto ben accolto, mi limiterò a dire che la cosa più interessante è rappresentata dagli spazi verdi che si intervallano con le case.
Ritorno a Walmart poco dopo le 19 predisponendomi per una serata tranquilla, che magari trascorrerò guardando uno di quei film che mi sono arrivati caricati in una chiavetta USB, unitamente a della musica.


Mercoledì 10.10-Mi sento di poter consigliare, a chi mi conosce, il film che ho visto ieri sera: si tratta di “Ogni Cosa E Illuminata”, un film di nicchia.
Stamane altra corsa in officina. La cosa divertente è che il meccanico non si è dedicato a me continuativamente, per cui sono rimasto a bordo del Nomade per tutto il tempo che è rimasto sul ponte di lavoro, ad una certa altezza da terra: una sensazione da Barone Rampante, anche se ci sono delle differenze con l'opera Calviniana, non fosse altro perché io ho continuato ad usare la tecnologia WiFi in modo da acquisire informazioni su argomenti vari dal Web.
Ne sono uscito dopo le 17 , in tempo per provare a fare un giretto verso Red Cliff; ho così scoperto che questo è il nome dato ad uno dei tanti centri commerciali sparpagliati attorno a downtown, pure lui con una bella segnaletica di divieto per sosta notturna. Rientrato su quell'area del piazzale Walmart utilizzata dai viaggiatori del mio tipo, ho trovato un certo affollamento di Trucks in sosta che stavano emettendo quel fastidioso rumore dovuto all'utilizzo dell'aria condizionata. Dato che la giornata è stata più calda della precedente, tanto da dover tenere arieggiato l'ambiente con tutte le finestre aperte sino all'ultimo momento in cui sono rimasto in piedi, la cosa è risultata un po' fastidiosa.
Dopo ho preso in mano “Vagator – sette anni in camper intorno al mondo”, il libro scritto dagli amici di Prato circa la loro esperienza, trovandovi all'interno un segna libro abbandonato.
Ricordo perfettamente come ricevetti quel segnalibro: circa otto anni fa mi trovavo in treno per raggiungere il capoluogo lombardo, linea Venezia Milano, ed ero intento alla lettura di un libro trattante argomenti che maggiormente mi interessano. Ad un certo punto mi alzai per sgranchirmi le gambe e trovai sul corridoio una tipa straniera del mio stesso scompartimento che avevo notato precedentemente quando mi stava sbirciando. Si cominciò a parlare in riferimento alle nostre rispettive letture e, poco prima dell'arrivo alla stazione centrale, questa finnica volle lasciarmi alcuni titoli di libri ed anche il suo numero telefonico scrivendoli sul segnalibro in questione. Sul davanti vi è stampato: “Se il tuo mondo è tutto ciò che hai, tu non hai nulla. Se il mondo è tutto ciò che hai, tu hai tutto” S.D.P. Paoletti.
Sul retro invece: “La via per lo sviluppo armonico dell'uomo. Ora c'è la possibilità...” e poi, a penna, quattro segnalazioni di Eva, fra le quali la prima si riferisce a “Il libro di Mormon”!
La connessione con la terra dei Mormoni, lo Utah, che sto percorrendo ormai da giorni, è stata inequivocabile: quindi ho realizzato che già anni addietro mi era capitato di entrare in contatto con questo mondo, senza però dar seguito ad alcun approfondimento.
Alla luce delle mie conoscenze odierne posso dedurre che Eva, la finnica, fosse una “Sorella” in missione in Italia: con il prefisso 010 la sua base era Genova, poco lontano dalla località che è poi diventata la mia residenza dal 2005!.


Giovedì 11.10 – Nel momento in cui mi appresto a lasciare St. George mi rendo conto che il tempo sta cambiando. Pochi chilometri e mi ritrovo per un po' in Arizona: il deserto roccioso che mi attornia , entro il quale corre la I.U.S. 15 che si interseca spesso con il Virgin River, ha un suo fascino. La strada è incastrata fra le rocce delle Virgin Mountains, tortuosa ed in leggera salita, sin tanto che si arriva a scollinare trovandosi su una mesa dove l'occhio può spaziare senza confini, ma assolutamente priva di fascino: così avviene il passaggio in Nevada, in località Mesquite.



Notando l'indicazione di Welcome Nevada vado a raggiungere il Visitor Center, non tanto per avere info quanto per avere WiFi.. Questa infatti c'è, ma è limitata for free solo a 30 minuti: furbacchioni!
Fra le informazioni acquisite nell'ufficio c'è quella relativa a possibili Flash Flood; infatti per oggi e domani è previsto brutto tempo e vento forte. Nel tempo dedicato alla pausa pranzo arrivano le prime gocce d'acqua che, nel momento della partenza, aumentano di intensità: poco male, tanto non ho intenzione di divagare a Las Vegas, a maggior ragione visto che le condizioni meteo escludono soste in ambienti naturali.
Appena inserisco il tergi, questo effettua tre battute e si blocca: penso di sapere di cosa si tratta, quindi riaccosto, apro il cofano e vado a colpo sicuro.
Probabilmente, durante i lavori in officina, è stato forzato il meccanismo che aziona in parallelo le spazzole. Queste sono collegate a due sbarre che stanno insieme attraverso un incastro fermato da una boccola di plastica: la boccola è fuori posto! La posizione in cui si trova l'incastro non è delle più semplici, inoltre la pioggia non aiuta. Ci metto un po', ma alla fine mi sembra di esserci riuscito.


Chiudo tutto, ripongo gli arnesi dei quali mi son dovuto avvalere e via. Non sono convinto, quindi uso il tergi il meno possibile, ma quando ci vuole ci vuole: dopo poco altro tilt. Quasi me lo stavo aspettando: questa volta mi copro meglio, riapro il cofano e....la boccola non c'è più!
Accidenti, e pensare che quando l'ho sostituita, prima di partire, il meccanico mi aveva detto che non ci avrei più pensato per anni; ciononostante io avevo comunque voluto averne una supplementare di scorta!
Mi metto a guardare nel vano motore ed ho la fortuna di rintracciarla. Una volta recuperata ripeto l'intervento, ma questa volta mi rendo conto che, se inserita nel modo giusto, deve poter ruotare per restare in sintonia con l'andamento delle spazzole. A lavoro eseguito lascio andare i tergi per controllare e mi sembra che il problema sia risolto: per un eccesso di scrupolo, onde evitare di potermela perdere definitivamente, continuo ad utilizzare i tergi con parsimonia, e mi sembra di essere tornato indietro all'agosto del 2011 quando mi son trovato a percorrere parecchia strada con i tergi in avaria mentre mi trovavo sotto la pioggia dei paesi nordici.
Mentre procedo venendo superato da chiunque, più che dalla pioggia vengo irrorato dai veicoli che rientrano dopo il sorpasso, a causa del manto stradale realizzato in maniera da creare un fiume fra la corsia di sorpasso e l'altra, alzano un muro d'acqua.
Mi trovo a pensare che tutte queste esperienze che vado narrando vengono poi elaborate da chi mi legge sulla base delle proprie sensibilità e delle proprie proiezioni: c'è chi pensa che la vera storia che sto scrivendo sia quella inerente ai meccanici e/o alle problematiche connesse, ma c'è anche chi mi pensa in una eccessiva competitività con il mondo femminile, e poi ci sarà chi non si sbilancia in alcun commento!
Nella fase di avvistamento di Las Vegas smette di piovere giusto in tempo per poterla attraversare vedendo qualcosa: combinazione l'indirizzo che ho in mente di raggiungere è a sud, in direzione del proseguimento di marcia di domattina, proprio su Las Vegas Blvd che, nella parte centrale, viene denominato The Strip.




L'approccio non è entusiasmante, ci sono homeless che dormono a terra sui marciapiedi, altri seduti a bordo strada, altri ancora con lo sguardo perso: era da tempo che non vedevo queste situazioni proprio perché non sto bazzicando le città, ma la realtà è anche questa.
Garmin mi porta a destinazione utilizzando il suo criterio operativo consentendomi comunque di vedere in parte le “meraviglie” di questa strana città.




Dopo aver dedicato parecchio tempo per decidere l'acquisto di una apparecchiatura che dovrebbe contribuire a migliorare le connessioni WiFi on the road, torno verso The Strip per riprendere qualche foto. Nel momento in cui sto per scendere si avvicina una tipa chiedendomi qualcosa che non comprendo.




Allora costei ripete la richiesta in ispanico: in sostanza vuol sapere se ho il bagno a bordo! Pensando ad una curiosità la invito a salire e solo allora mi fa capire che la richiesta è indirizzata all'utilizzo del bagno da parte della madre anziana. Acconsento e mentre la madre esegue, mi rendo conto che costei fa parte di un gruppo nel quale c'è una coppia di neosposi che, per una consuetudine locale, si fa fotografare sotto la luminaria storica di Las Vegas con amici e parenti.


Per ringraziamento un'altra componente del gruppo mi mette in mano tre lattine di birra che istintivamente rifiuto, ma poi accetto volentieri.


Mentre ci lasciamo sento che commentano sul fatto che italiani e spagnoli sono simili anche nella gentilezza e nella disponibilità: sarà poi vero?




Riprese le foto mi inoltro verso la parte più vivace di The Strip, ma quando mi trovo quasi imbottigliato metto la freccia a destra e rinuncio: a quest'ora meglio pensare alla soluzione notturna, anche perché ora c'è un buio pesto, riprende a piovere forte, sento il rumore dei chicchi di grandine sul tetto; però scopro che ho guadagnato un'ora: qui vige The Pacific Time, quindi – 9 ore con l'Italia.



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