Martedì
09.10 – Ieri ho ricevuto una telefonata dall'Italia dalla persona
che conosco e frequento da più tempo nella mia vita senza
appartenere alla mia stessa famiglia: è probabile una sua permanenza
a bordo del Nomade a partire da metà novembre, il che ha voluto dire
studiare subito le mappe per valutare dove potrebbe avvenire il
rendez-vous affinché gli sia possibile prenotare per tempo un volo
per una destinazione idonea a dove potrà trovarsi il Nomade in
quell'epoca.
E'
significativo il fatto che le coordinate si sono incrociate su
Houston, località già utilizzata da altri in passato-sicuramente
meglio organizzati di me-come base operativa di determinati itinerari
pionieristici che periodicamente hanno visto persone allontanarsi
dalla terra per osservarla meglio dall'alto.
E
così, fra elaborazioni di programmi, apprendimento di informazioni,
traduzione della lista dei lavori da effettuare più tardi, si è
fatta l'ora del meccanico.
Il
tipo che ha preso in carico il Nomade con me a bordo è nato negli
U.S.A. ma è di origine Mexicana, si chiama David e mi sembra
volenteroso. Me lo dimostra dopo un po' quando mi convoca sotto al
veicolo per farmi vedere cosa c'è che non va: un componente
dell'avantreno non funziona più bene per cui rende inutile
l'operazione di allineamento delle ruote sin che non si riparerà.
Certo che non si può trovare qui un ricambio Fiat, ma convinco il
meccanico a cercare un pezzo generico che si possa adattare. Quindi
aggiornamento a domani alle 9.
Per
tutto il tempo che sono rimasto a bordo mentre il lavoro era in corso
ho potuto usufruire della connessione WiFi dell'officina, ricevendo
chiamate e messaggi skype, sbrigando del lavoro e ipotizzando i
chilometri che ancora avrò da percorrere sul suolo U.S.A., salvo
rinunciare a qualche meta: ormai sono rimasti gli ultimi 60 gg a
disposizione e circa 12.000 km. da percorrere, che poi aumentano
sempre per un motivo o per l'altro.
Perciò
avrò da trottare quotidianamente, consapevole che non ho alcuna
intenzione di sovraccaricarmi di ore al volante: sarà quel che sarà!
Lasciato
il meccanico ho provato a dare un'occhiata a Historic Downtown, ma,
non volendo essere irriverente nei confronti di questa cittadina che
sino ad ora mi ha tanto ben accolto, mi limiterò a dire che la cosa
più interessante è rappresentata dagli spazi verdi che si
intervallano con le case.
Ritorno
a Walmart poco dopo le 19 predisponendomi per una serata tranquilla,
che magari trascorrerò guardando uno di quei film che mi sono
arrivati caricati in una chiavetta USB, unitamente a della musica.
Mercoledì
10.10-Mi sento di poter consigliare, a chi mi conosce, il film che ho
visto ieri sera: si tratta di “Ogni Cosa E Illuminata”, un film
di nicchia.
Stamane
altra corsa in officina. La cosa divertente è che il meccanico non
si è dedicato a me continuativamente, per cui sono rimasto a bordo
del Nomade per tutto il tempo che è rimasto sul ponte di lavoro, ad
una certa altezza da terra: una sensazione da Barone Rampante, anche
se ci sono delle differenze con l'opera Calviniana, non fosse altro
perché io ho continuato ad usare la tecnologia WiFi in modo da
acquisire informazioni su argomenti vari dal Web.
Ne
sono uscito dopo le 17 , in tempo per provare a fare un giretto verso
Red Cliff; ho così scoperto che questo è il nome dato ad uno dei
tanti centri commerciali sparpagliati attorno a downtown, pure lui
con una bella segnaletica di divieto per sosta notturna. Rientrato su
quell'area del piazzale Walmart utilizzata dai viaggiatori del mio
tipo, ho trovato un certo affollamento di Trucks in sosta che stavano
emettendo quel fastidioso rumore dovuto all'utilizzo dell'aria
condizionata. Dato che la giornata è stata più calda della
precedente, tanto da dover tenere arieggiato l'ambiente con tutte le
finestre aperte sino all'ultimo momento in cui sono rimasto in piedi,
la cosa è risultata un po' fastidiosa.
Dopo
ho preso in mano “Vagator – sette anni in camper intorno al
mondo”, il libro scritto dagli amici di Prato circa la loro
esperienza, trovandovi all'interno un segna libro abbandonato.
Ricordo
perfettamente come ricevetti quel segnalibro: circa otto anni fa mi
trovavo in treno per raggiungere il capoluogo lombardo, linea Venezia
Milano, ed ero intento alla lettura di un libro trattante argomenti
che maggiormente mi interessano. Ad un certo punto mi alzai per
sgranchirmi le gambe e trovai sul corridoio una tipa straniera del
mio stesso scompartimento che avevo notato precedentemente quando mi
stava sbirciando. Si cominciò a parlare in riferimento alle nostre
rispettive letture e, poco prima dell'arrivo alla stazione centrale,
questa finnica volle lasciarmi alcuni titoli di libri ed anche il suo
numero telefonico scrivendoli sul segnalibro in questione. Sul
davanti vi è stampato: “Se il tuo mondo è tutto ciò che hai, tu
non hai nulla. Se il mondo è tutto ciò che hai, tu hai tutto”
S.D.P. Paoletti.
Sul
retro invece: “La via per lo sviluppo armonico dell'uomo. Ora c'è
la possibilità...” e poi, a penna, quattro segnalazioni di Eva,
fra le quali la prima si riferisce a “Il libro di Mormon”!
La
connessione con la terra dei Mormoni, lo Utah, che sto percorrendo
ormai da giorni, è stata inequivocabile: quindi ho realizzato che
già anni addietro mi era capitato di entrare in contatto con questo
mondo, senza però dar seguito ad alcun approfondimento.
Alla
luce delle mie conoscenze odierne posso dedurre che Eva, la finnica,
fosse una “Sorella” in missione in Italia: con il prefisso 010 la
sua base era Genova, poco lontano dalla località che è poi
diventata la mia residenza dal 2005!.
Giovedì
11.10 – Nel momento in cui mi appresto a lasciare St. George mi
rendo conto che il tempo sta cambiando. Pochi chilometri e mi ritrovo
per un po' in Arizona: il deserto roccioso che mi attornia , entro il
quale corre la I.U.S. 15 che si interseca spesso con il Virgin River,
ha un suo fascino. La strada è incastrata fra le rocce delle Virgin
Mountains, tortuosa ed in leggera salita, sin tanto che si arriva a
scollinare trovandosi su una mesa dove l'occhio può spaziare senza
confini, ma assolutamente priva di fascino: così avviene il
passaggio in Nevada, in località Mesquite.
Notando
l'indicazione di Welcome Nevada vado a raggiungere il Visitor Center,
non tanto per avere info quanto per avere WiFi.. Questa infatti c'è,
ma è limitata for free solo a 30 minuti: furbacchioni!
Fra
le informazioni acquisite nell'ufficio c'è quella relativa a
possibili Flash Flood; infatti per oggi e domani è previsto brutto
tempo e vento forte. Nel tempo dedicato alla pausa pranzo arrivano le
prime gocce d'acqua che, nel momento della partenza, aumentano di
intensità: poco male, tanto non ho intenzione di divagare a Las
Vegas, a maggior ragione visto che le condizioni meteo escludono
soste in ambienti naturali.
Appena
inserisco il tergi, questo effettua tre battute e si blocca: penso di
sapere di cosa si tratta, quindi riaccosto, apro il cofano e vado a
colpo sicuro.
Probabilmente,
durante i lavori in officina, è stato forzato il meccanismo che
aziona in parallelo le spazzole. Queste sono collegate a due sbarre
che stanno insieme attraverso un incastro fermato da una boccola di
plastica: la boccola è fuori posto! La posizione in cui si trova
l'incastro non è delle più semplici, inoltre la pioggia non aiuta.
Ci metto un po', ma alla fine mi sembra di esserci riuscito.
Chiudo
tutto, ripongo gli arnesi dei quali mi son dovuto avvalere e via.
Non sono convinto, quindi uso il tergi il meno possibile, ma quando
ci vuole ci vuole: dopo poco altro tilt. Quasi me lo stavo
aspettando: questa volta mi copro meglio, riapro il cofano e....la
boccola non c'è più!
Accidenti,
e pensare che quando l'ho sostituita, prima di partire, il meccanico
mi aveva detto che non ci avrei più pensato per anni; ciononostante
io avevo comunque voluto averne una supplementare di scorta!
Mi
metto a guardare nel vano motore ed ho la fortuna di rintracciarla.
Una volta recuperata ripeto l'intervento, ma questa volta mi rendo
conto che, se inserita nel modo giusto, deve poter ruotare per
restare in sintonia con l'andamento delle spazzole. A lavoro eseguito
lascio andare i tergi per controllare e mi sembra che il problema sia
risolto: per un eccesso di scrupolo, onde evitare di potermela
perdere definitivamente, continuo ad utilizzare i tergi con
parsimonia, e mi sembra di essere tornato indietro all'agosto del
2011 quando mi son trovato a percorrere parecchia strada con i tergi
in avaria mentre mi trovavo sotto la pioggia dei paesi nordici.
Mentre
procedo venendo superato da chiunque, più che dalla pioggia vengo
irrorato dai veicoli che rientrano dopo il sorpasso, a causa del
manto stradale realizzato in maniera da creare un fiume fra la corsia
di sorpasso e l'altra, alzano un muro d'acqua.
Mi
trovo a pensare che tutte queste esperienze che vado narrando vengono
poi elaborate da chi mi legge sulla base delle proprie sensibilità e
delle proprie proiezioni: c'è chi pensa che la vera storia che sto
scrivendo sia quella inerente ai meccanici e/o alle problematiche
connesse, ma c'è anche chi mi pensa in una eccessiva competitività
con il mondo femminile, e poi ci sarà chi non si sbilancia in alcun
commento!
Nella
fase di avvistamento di Las Vegas smette di piovere giusto in tempo
per poterla attraversare vedendo qualcosa: combinazione l'indirizzo
che ho in mente di raggiungere è a sud, in direzione del
proseguimento di marcia di domattina, proprio su Las Vegas Blvd che,
nella parte centrale, viene denominato The Strip.
L'approccio
non è entusiasmante, ci sono homeless che dormono a terra sui
marciapiedi, altri seduti a bordo strada, altri ancora con lo
sguardo perso: era da tempo che non vedevo queste situazioni proprio
perché non sto bazzicando le città, ma la realtà è anche questa.
Garmin
mi porta a destinazione utilizzando il suo criterio operativo
consentendomi comunque di vedere in parte le “meraviglie” di
questa strana città.
Dopo
aver dedicato parecchio tempo per decidere l'acquisto di una
apparecchiatura che dovrebbe contribuire a migliorare le connessioni
WiFi on the road, torno verso The Strip per riprendere qualche foto.
Nel momento in cui sto per scendere si avvicina una tipa chiedendomi
qualcosa che non comprendo.
Allora costei ripete la richiesta in ispanico: in sostanza vuol sapere se ho il bagno a bordo! Pensando ad una curiosità la invito a salire e solo allora mi fa capire che la richiesta è indirizzata all'utilizzo del bagno da parte della madre anziana. Acconsento e mentre la madre esegue, mi rendo conto che costei fa parte di un gruppo nel quale c'è una coppia di neosposi che, per una consuetudine locale, si fa fotografare sotto la luminaria storica di Las Vegas con amici e parenti.
Allora costei ripete la richiesta in ispanico: in sostanza vuol sapere se ho il bagno a bordo! Pensando ad una curiosità la invito a salire e solo allora mi fa capire che la richiesta è indirizzata all'utilizzo del bagno da parte della madre anziana. Acconsento e mentre la madre esegue, mi rendo conto che costei fa parte di un gruppo nel quale c'è una coppia di neosposi che, per una consuetudine locale, si fa fotografare sotto la luminaria storica di Las Vegas con amici e parenti.
Per
ringraziamento un'altra componente del gruppo mi mette in mano tre
lattine di birra che istintivamente rifiuto, ma poi accetto
volentieri.
Mentre ci lasciamo sento che commentano sul fatto che italiani e spagnoli sono simili anche nella gentilezza e nella disponibilità: sarà poi vero?
Mentre ci lasciamo sento che commentano sul fatto che italiani e spagnoli sono simili anche nella gentilezza e nella disponibilità: sarà poi vero?
Riprese
le foto mi inoltro verso la parte più vivace di The Strip, ma quando
mi trovo quasi imbottigliato metto la freccia a destra e rinuncio: a
quest'ora meglio pensare alla soluzione notturna, anche perché ora
c'è un buio pesto, riprende a piovere forte, sento il rumore dei
chicchi di grandine sul tetto; però scopro che ho guadagnato un'ora:
qui vige The Pacific Time, quindi – 9 ore con l'Italia.
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