mercoledì 17 ottobre 2012

Da Death Valley a Sequoia N.P.


Domenica 14.10- In questo rude campground dove ho trascorso la notte già si era in pochi ieri sera, ma stamane siamo ancora in meno.
Ho trascorso la mattinata impegnato a migliorare gli stivaggi dopo aver liberato il garage; ho incastrato nei copertoni sul tetto parte del materiale destinato all'ospedale in Nicaragua in modo da rendere più semplice il Pit Stop tecnico programmato a Grass Valley ed indirizzato a capire perché Webasto si rifiuta di scaldare l'acqua: avrà le sue buone ragioni, ma vorrei conoscerle anch'io!
Il Pit Stop dovrebbe avvenire a conclusione delle visite ai N.P. che incontrerò risalendo lungo la dorsale a ridosso del Nevada, prima di raggiungere San Francisco.
Durante le mie operazioni si è avvicinata una signora, qui in tenda con il consorte, e mi ha attaccato un bottone che io mi sono lasciato attaccare volentieri: la tipa conta origini Praghesi, ma non è mai stata in Europa. Dotata di una dizione compatibile con il mio udito, mi sono intrattenuto più a lungo del necessario, ma almeno ora lei sa che non esistono solo gli U.S.A. e che si può viaggiare persino in Africa! Basta volerlo.



La giornata è splendida e ventosa, i luoghi dove mi muovo dopo la partenza sono ruvidi e duri, la strada che inizialmente percorro è definita “Rough, Narrow, Winding road. Vehicles longer than 25 feet not allowed”, ed è tutto vero.


Sto uscendo da Death Valley da una parte che non è battuta dai visitatori; la considerazione che mi sento di esporre è che il nome che si porta appresso questa valle è stato scelto con poca fantasia.
Più corretto sarebbe stato chiamarla Valle degli Adattati per l'elevato numero di specie vegetali ed umane che hanno saputo adeguarsi per sopravvivere.



Raggiungo Trona, località totalmente dipendente da un'industria mineraria che deve essere padrona assoluta del territorio per ciò che vi ho visto realizzato, sperando nella presenza di un distributore che venda diesel.
Il distributore c'è, ma solo per gasoline. Dopo un'altra cinquantina di km. arrivo a Ridgecrest dove invece trovo un distributore che “regala” il carburante se confrontato con i prezzi di quelli concorrenti. In quest'area ho trovato i prezzi più alti di tutto il viaggio: e pensare che ho avuto da ridire quando ho trovato il prezzo del diesel a $ 4.60 per U.S.G.! Qui l'ho incrociato sino a $ 5,90, ma è anche comprensibile, mentre non ho capito come questa organizzazione faccia a vendere a $ 4,40 per U.S.G. quando attorno tutti vendono a prezzi unificati più elevati.
Ora devo cercare di immettermi sulla 14 per poi innestarmi sulla 99, e proprio quando ci arrivo mi rendo conto che, all'improvviso, sono ricomparsi gli alberi, grandi assenti in D.V., ma dal il tipo di foschia che impedisce di vedere nitidamente in lontananza penso sia presente anche la “pollution”.


A fianco all'autostrada inizio a vedere le indicazioni delle farms che producono frutta di vario genere: alberi carichi e bellissimi, ma quanto ossido di carbonio e di piombo devono sorbirsi! E non solo, perché ho notato varie industrie chimiche/petrolifere inserite vicino ai frutteti.




Sulle alture invece girano pale eoliche a go go, sulla strada il traffico è sostenuto e la località dove saggiamente decido di fermarmi è una città con poco meno di 400.000 abitanti, Bakersfield, che attraverso per raggiungere una delle possibili opzioni Walmart senza ricavarne una grande impressione.


Che mi sto avvicinando alla California dell'apparire lo si capisce dal tipo di parco auto circolante: dopo i sani e usurati pick up delle campagne, qui non mancano BMW coupè, Mercedes e altra mercanzia similare.
Con l'orario Pacific Coast alle 18.20 si fa già buio, e questo è un limite del quale dovrò tenerne conto; in mezzo al trambusto del grosso insediamento urbano già sento nostalgia per il cielo notturno di questi ultimi giorni.

Lunedì 15.10.12-Ieri sera ho avuto la riconferma circa la validità dell'amplifier wireless di cui mi sono dotato di recente: da rete con segnale assente senza amplifier in funzione a rete con segnale eccellente con amplifier in funzione!
Stamane sono in ordine di marcia alle 8.30 quando il tasso di umidità è ancora molto elevato e sembra di essere attorniati da una bruma impalpabile: anche questo aspetto appartiene alla California.
Appena immesso sulla 99 vedo che per Sequia N.P. è segnalato come percorso ottimale la 65: meglio, così mi tolgo da tutto questo traffico e posso rifornirmi di diesel in località Lindsay.



In queste aree non riesco ad effettuare l'operazione totalmente alla pompa perché ad un certo punto del procedimento viene richiesto l'inserimento di uno zip code che mi costringe ad entrare nello store. Oggi l'addetta mi ha trattenuto la carta mentre caricavo dicendomi di tornare a rifornimento eseguito; così ho fatto, ma la tipa ha connesso la mia carta all'erogato di un'altra pompa che aveva lavorato per un importo all'incirca il doppio di quello di mia competenza. Nell'impostare l'operazione di rettifica avrà avuto per la testa ancora la nottata con il fidanzato così mi ritrovo con un secondo addebito dello stesso importo. A questo punto costei chiama una collega più esperta (e senza fidanzato!) che provvede agli storni spiegandomi che materialmente le sistemazioni avverranno 24 ore dopo gli addebiti: speriamo in bene!



Lungo la strada è ancora tutto un frutteto sino a che compaiono anche gli olivi: le piante sono cariche e noto già un inizio di attività di raccolta. Resto colpito da come vengono tenute le varie tipologie di piante: a me sembrano troppo vicine fra di loro. Inoltre la chioma degli ulivi è tenuta come in Marocco, cioè lasciata andare dove vuole, mentre gli agrumi o sono squadrati come siepi o anche loro restano molto spettinati.





Sapevo che le coltivazioni qui sono supportate dalla scienza agronoma, perciò non commento, salvo pensare che, dal punto di vista statistico, la Liguria non fa testo.






Giunto ad Exeter passo sulla 198 e dopo Lemon Cove la strada comincia a farsi strettina e curvosa sino a Three Rivers. Da qui in poi si comincia a salire e la conformazione delle alture cambia completamente: ora sono già dentro al N.P. e raggiungo il primo Visitor Center poco dopo le 12.





Appena iniziata la conversazione esplorativa con la Ranger, questa guarda l'orologio e mi consiglia di proporre tutti i miei quesiti ad un successivo Visitor Center onde evitare di rimanere bloccato lì a causa dei lavori in corso lungo la strada, la quale è percorribile con delle limitazioni. Benissimo, riprendo la marcia e la strada ora è veramente impegnativa, ma riesco comunque a raggiungere la coda che si era formata in attesa dell'orario di accesso. I lavori sono opere di un certo impegno tenuto conto di come è oggi la strada; al di là della notevole pendenza, la coda di veicoli procede lentamente ed io sono così costretto ad infilare il primo rapporto e a mantenerlo a lungo.






Dopo un bel po' il cantiere termina e subito avviene l'impatto con le prime sequoie: possenti e slanciate, con ramificazione molto in alto e molto corta, corteccia di un rossiccio che contrasta con il verde della chioma, tronco ampio alla base, spesso fessurato ed annerito al suo interno per il fuoco: sono difficilmente fotografabili se non da molto lontano.




Longeve per natura, poco attaccabili da insetti e funghi, il fuoco non le impressiona, anzi, è il sistema più efficace di riproduzione in quanto sposta i semi nell'aria, spesso collassano se l'apparato radicale non si è sviluppato in profondità.
Durante le ore trascorse fra Giant Forest, Moro Rock, Tunnel Log, Tharps Log e General Sherman Tree – tutte località poste al di sopra dei 2000 m.s.l.m. - metto a punto uno escamotage per riuscire ad effettuare qualche foto interessante, ma non sempre mi riesce.



La foresta è folta ma non foltissima, la temperatura è buona, tendente al fresco, molte strade del N.P. sono già chiuse per il periodo invernale: non è da escludersi che a breve inizino le prime nevicate.
I vari trail sui quali mi sono impegnato sono poi sempre foresta, ma Tharps Log è qualcosa di diverso: racconta la storia di una persona che vi trascorse i periodi estivi dal 1861 al 1890, unitamente alla sua mandria.





A testimonianza vi è ancora la capanna che mise insieme ed utilizzò per tutto quel tempo: sfruttando un tronco di sequoia parzialmente scavato, gli appiccicò sul davanti delle assi di legno e sul laterale montò un camino. All'interno un tavolo, delle panche ed un letto: una vita essenziale, solitaria e molto sana visto che lo portò sino agli 84 anni.
Nei giorni scorsi ho appreso quali fossero le condizioni di vita nella Death Valley: lì si sono mossi uomini alla ricerca di fortuna dotati solo di ciò che avevano addosso, e qui Mr. Tharps, come altri in altri posti, rappresenta un'altra tipologia di persone appartenute alla stessa categoria di Euro Americani che vissero imitando i Nativi, adattandosi alla realtà e sapendosela cavare.



Molti di coloro che avevano lasciato l'Europa per fame, qui hanno avuto a disposizione territori immensi dove, più o meno, hanno continuato a far la fame.
Ho quindi concluso la giornata in coincidenza con il calar del sole davanti ad una sequoia di soli 2000 anni portati benissimo ed alla quale, in considerazione delle sue caratteristiche specifiche, è stato affibbiato un nome importante: quello di un generale che tanto ha dato a questo paese.






Mentre stavo scendendo di quota per raggiungere Lodgepole, ho cominciato a percepire rumori preoccupanti, specialmente sotto frenata e curvando a sinistra, che ho subito associato all'avantreno ed al lavoro appena eseguito.
Io ce la sto mettendo tutta per tenere la barra a dritta, ma c'è qualcosa che mi rema contro! Nella Grecia antica si sarebbe potuto ipotizzare che gli dei non fossero soddisfatti del mio operato: me la sarei cavata con qualche offerta o sacrificio e via andare.
Ma qui? In questo tipo di civiltà?.....
Soffrendo ho raggiunto Lodgepole dove mi sono infilato nel piazzale di un campground oramai parzialmente chiuso per organizzare il mio bivacco.

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