lunedì 10 settembre 2012

Verso il Colorado, attraversando Nevada & Utah




Venerdì 7 raggiungo Tires Store poco dopo le 8; non c'è la coda come a Redding ed io mi sono preparato un bel discorsetto che deve far emergere un certo disappunto per la situazione creatasi, lasciando a loro la possibilità di mettere le cose a posto.


Il personale è gentilissimo e si premura di effettuare un primo Test Drive dal quale emerge la necessità di invertire le gomme. Faccio presente che dovrebbero anche essere rigirate sul cerchio e subito si apprestano ad eseguire le mie volontà. Altro Test Drive, ma la situazione circa il tirare a destra permane. 
Mi viene spiegato che il problema deriva dall'assetto dell'asse posteriore: per me è una novità! Spiacenti, però loro non sono attrezzati per questo intervento, anzi, accennano al fatto che probabilmente solo in Europa si riesce ad avere l'assistenza giusta per queste cose su un veicolo come il mio. 


Insisto per trovare una soluzione in questo paese, allora viene fatta una ricerca sul web e mi viene rilasciato l'indirizzo di un centro diverso dal loro nella zona di Reno. Chiedo se possono essere loro a spiegare l'inconveniente in quanto la terminologia tecnica del settore mi è ignota, venendo accontentato immediatamente. 
Al momento di lasciarci chiedo il conto ed in risposta mi viene augurato un buon proseguimento del viaggio: quindi gentili, disponibili e responsabili (si sono addossati le carenze di tutti gli altri Store precedentemente visitati).

Prima di rimettermi in marcia riprendo delle immagini che avevo colto ieri arrivando: ci sono dei muri della città istoriati con il racconto dei fatti essenziali da che si è costituita. E' così che apprendo come il nome che mi aveva incuriosito di una località dell'area è quello di chief Winnemucca. Poi effettuo il rifornimento di diesel e lì vengo avvicinato con la solita procedura, solo che questa volta il tipo mi dice di essere di origine italiana, ed il nonno proveniva da Gaeta, che invece è l'origine del mio nome!


Una volta partito, anche se la strada mantiene abbastanza la quota di Susanville (4200 feet), la temperatura è elevata: fortunatamente il tasso di umidità continua a scendere sino a diventare non rilevabile, ma rispetto a ieri nella zona di Lassen Volcanic N.P. c'è una bella differenza.


Forza e coraggio, ho da attraversare il Nevada nella parte desertica, e poi anche Utah e Colorado non scherzano in quanto a temperature.
Raggiungo il centro assistenza indicatomi a Sparks-Reno per le 13.30: anche qui grande disponibilità, è il primo meccanico che incontro che espone le tabelle dei suoi prezzi, e ciò gli fa onore. Vista la documentazione che sottopongo loro, affermano di non aver bisogno di effettuare un Test Drive; c'è solo da effettuare un certo intervento. Quando? Lunedì 10 in prima mattinata? No, lunedì 17 in prima mattinata. Accidenti, questo complica le cose. Alla fine l'appuntamento è fissato, ma concordo che farò sapere se potrà avvenire il 17 o dopo, a seconda dei tempi che userò per fare ciò che ho in mente di fare. 



Ora non me la sento di rimettermi su strada, guadagno una sosta WM per pranzare e poi gli faccio visita per rinfrescarmi un po'. Sono già le 16.30 quando parto, la temperatura a bordo, pur tenendo due finestrini aperti, è di 36°, ma non è fastidiosa. La strada non è frequentatissima, è la strada che percorre il deserto, quindi quasi assenti le Rest Area e le possibilità sia di sosta che di rifornimento (in questo tratto distanze di 100 km. fra di loro).



Il Nomade la prende con un buon passo costante oscillante fra gli 80 ed i 90 km./h, mentre io resisto a Garmin che vuole farmi andare chissà per quali strade alternative, ogni tanto riprendo qualche foto mentre guido. Poi assisto al tramonto oltre le colline mentre queste assumono colorazioni rosate e continuo a chiedermi perché non vedo nessun animale ruminante impegnato a masticare quanto la “brousse” produce: io ho conosciuto dei ruminanti che si accontentavano di masticare rifiuti e sacchetti di plastica nei loro paesi, qui sarebbe festa ogni giorno con ciò che altri trascurano!


Calato il sole il buio arriva immediato, ma ormai non manca molto; Garmin continua ad incitarmi a prendere ogni uscita che si incontra, ma la mia condotta di guida continua ad essere ineccepibile nell'ignorarlo così alle 20.05 giungo a destinazione, dove trovo altri già in postazione notturna.


Il giorno successivo mi impegno a dare un'occhiata alla città che mi ha ospitato, ma mi sembra che la cosa più interessante siano i lampioni!


Oggi il mio itinerario prevede Golconda Summit 5139 feet, Emigrant Pass 6114 feet, Pequop Summit 6960 feet, Silver Pass 5955 feet, subito dopo è Utah State con Great Salt Lake Desert (utilizzato per realizzare i records di velocità pura), Cedar Mtn. (altro passaggio ardito dei Pionieri).
Come da immagini, è sempre e tutto deserto, quindi la mente va ed io continuo a riprenderla, ma ogni tanto, se si indirizza su argomenti interessanti, la lascio andare.




Oggi è riemerso dal profondo un ricordo che forse sono rimasto l'unico in famiglia a vivere e a coservarne traccia:
Località – Padova
Anno – 1950/1953
Oggetto – Violino
Non so perché mi ritrovai fra le mani un violino mancante di alcune corde, è fu amore a prima vista.
L'oggetto era appartenuto a mio padre, e prima di essere eliminato direttamente dalla cantina, transitò da casa. Io me ne impossessai e ci giocai fin che, poco tempo dopo, sparì.
Quelli erano tempi in cui la volontà di un bambino, anche se espressa, valeva pochino, tanto da non tenerne conto, per cui non ne seppi più nulla.





Mi è rimasta però la passione e l'amore per la musica nella quale è presente il suono delle sue corde; a distanza di tanto tempo da allora, in epoca abbastanza recente, ebbi modo di conoscere una ragazza russa, musicista professionista con uno strumento molto vicino al violino, la viola, e me ne infatuai.
Non so quanto dipendesse da lei come persona (Anja il suo nome), quanto dall'attività che svolgeva (tenendo amorevolmente fra la guancia e la spalla lo strumento, abilmente accarezzato con l'archetto, ne faceva scaturire suoni melodiosi mentre il suo corpo vibrava ogni volta che lei dava impulsi più vigorosi, ed io rimanevo estasiato ad osservarla come fossi il bimbo di allora).




Forse tutto questo avviene anche perché sto ascoltando esclusivamente musica classica da che ho iniziato a muovermi nel deserto: mi sembra più appropriata, perché il deserto è quasi un assoluto, è uno dei rari luoghi dove l'umano ha dimostrato maggiore difficoltà a metterci mano.






Da queste parti si trova in accoppiata vincente con Casino, inteso come gioco d'azzardo: il Nevada è stato il primo fra gli stati di questo paese a renderlo legale facendolo diventare un grande business.




E così, quasi senza accorgermene, mi trovo in un luogo equipollente a ciò che rappresenta Città del Vaticano per i cattolici apostolici romani: loro sono i Mormoni, e Utah è la loro terra promessa.
Altrettanto senza accorgermene, andando verso Est, ho perso un'ora nella differenza di fuso con l'Italia: temporaneamente sono – 8, ed io che contavo di raggiungere Salt Lake City con il chiaro ci arrivo invece con un profondo buio.

Giornata che dedicherò a visitare la città, più che altro la zona di Temple Square. Essendo domenica sono facilitato per il parcheggio, così per le 10 inizio ad aggirarmi nella zona “santa”: ci sono molte persone, famiglie numerose con tanti bimbi, i maschi di qualsiasi età tutti rigorosamente vestiti con camicia e cravatta, le femmine con gonne spesso lunghe sino a coprire le caviglie, che si stanno indirizzando frettolosamente al Centro Conferenze, dove infatti ora non è possibile accedere per un estraneo.




Mentre mi sto guardando attorno, uno dei tanti volontari elegantemente vestito in giacca e cravatta mi avvicina con fare cortese spiegandomi cosa posso visitare oggi (ce ne sono sparpagliati ovunque, pronti ad esserti di aiuto, incluse le femmine), indirizzandomi verso il centro informazioni.





Lì trovo una giovane Ucraina disponibile a fornirmi varie indicazioni, poi, saputa la mia nazionalità, mi fornisce del materiale informativo in italiano, quindi mi chiede se posso essere interessato ad essere accompagnato nella visita da una “sister” italiana: aderisco all'offerta e mentre attendo davanti all'ucraina si presenta una coppia che pone più o meno le stesse mie domande. Mi rendo subito conto che si tratta di italiani, anche se i caschi da moto che si portano appresso mi aveva lasciato un minimo dubbio.
Mi rivolgo loro offrendo la possibilità di partecipare assieme alla visita in modo da usufruire di tutte le informazioni che potrà fornirci la “sister” in arrivo; questa è di Torino, e qui, nel suo servizio, viaggia in coppia con una ragazza dell'Equador.



Approccio tutto sorrisi, domande tendenti alla reciproca conoscenza, poi veniamo introdotti negli ambiti consentiti agli “infedeli”. Uso questi termini perché mi sono reso conto che la loro religione, come tutte quelle di nicchia che credono di essere depositarie uniche della verità, fa una netta distinzione fra i suoi adepti e gli altri, e questi non possono accedere ovunque.


Nel tempo che ho trascorso in ambito Mormone ho avuto la possibilità di incrociare altre due ragazze italiche lì in missione preparatoria a quella che sarà l'attività successiva: una ragazza di Roma abbinata ad una americana, una ragazza di Milano abbinata ad una giapponese.
L'organizzazione di questa chiesa è precisa in ogni minimo dettaglio, ai miei occhi risulta di una rigidità estrema. Inoltre, anche se l'approccio è sempre molto sorridente, ho riscontrato una forte volontà missionaria, che viene fuori abbastanza presto, cercando di intrappolarti mettendoti alle strette.
Non tutte le persone con le quali ho parlato mi sono sembrate così “aggressive”, però ho trovato complessivamente fastidioso questo aspetto.
Inoltre ho ben capito perché li si trovano queste persone dalle provenienze più disparate: alla fine della visita cercano di continuare a domicilio l'opera di proselitismo, attraverso un contatto a casa tua con qualcuno di quei giovani, molto educati ed irreprensibili nei comportamenti, che sarà capitato a tutti di incrociare in qualche occasione.

In contrasto con questo mondo che attualmente conta 12 milioni di adepti sparsi ovunque (sta per essere completato un Tempio a Roma, il primo in Italia), nel pomeriggio sono incappato in un avvenimento assolutamente “pagano”, documentato da foto, che non ho capito fino in fondo, ma abbastanza per rendermi conto che, pur svolgendosi a poche centinaia di metri dai luoghi “santi”, nulla aveva da condividere con essi (in questo stato le legi dei Mormoni hanno impedito sino a pochi anni fa il tabacco e l'alcol).



Alle 14, nel luogo chiamato Tabernacolo, ho partecipato al concerto per organo insieme alla coppia italiana, (che poi è veneta, vive a Treviso, a giorni tornerà a casa dopo aver consegnato l' Harley Davidson con la quale sta viaggiando); alla fine del breve concerto ci siamo lasciati con scambio di indirizzi.
Mentre ci stavamo salutando si è avvicinata un'altra “sister”, la milanese accoppiata alla giapponese, la quale ci aveva notati in mattinata mentre eravamo accompagnati dalla “sister” di Torino; mi sono intrattenuto un po' perché ci hanno tenuto a farmi visitare un'area dove è spiegata l'azione umanitaria istituzionale di questa religione, la quale, essendo dotata di farms non solo in Utah, produce di tutto, trasforma ed inscatola, a vantaggio dei suoi adepti in sofferenza e, mi è stato detto, anche di popolazioni dell'Africa.


Tutto questo avviene ad opera di adepti volontari, e via via che si parlava, sempre di più pensavo alle sette organizzate in forma piramidale, ed oltre a quello, a quante persone sono pronte ad accettare i nuovi profeti, a credere una storia poco credibile, specialmente nella parte in cui si dice che Cristo, una volta risorto, si è adoperato in questa parte del mondo a portare il “verbo”, che nel 400 dopo cristo il profeta Moroni seppellì i sacri annali, tornando poi come essere risorto ad indicare a Joseph Smith dove cercarli, facendolo diventare il nuovo profeta che li ritrovò nel 1840 e poi condusse sin qui i suoi seguaci per sfuggire alle persecuzioni dei compaesani, rivendicando la continuità interrotta per tanto tempo con la parola di Cristo.





Non posso nascondere come, ad un certo punto, ho sentito il bisogno di accomiatarmi da questo ambito, dando un'occhiata alla città laica prima di spostarmi di una sessantina di km. nel fresco della notte.





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