giovedì 20 settembre 2012

Great Black Canyon of the Gunnison N.P. & Colorado National Monument




Domenica 16.09 – A causa del solito schema dell'ottimizzazione che mi perseguita da decenni, effettuo un improvviso cambiamento dei programmi mattutini: prima effettuo acquisto food, poi mi dedico a cucinare, quindi wi fi presso Welcome Colorado con la piacevole sorpresa rappresentata da vari contatti skype.
Alle 12 il Nomade esce da Alamosa diretto a Black Canyon of the Gunnison N.P.; si tratta di coprire una distanza di oltre 300 km., pertanto, visto l'andamento delle strade da percorrere, non si sa se sarà fattibile raggiungerlo per sera.

Per evitare troppe soste dedicate a ripresa foto, molte di queste sono prese viaggiando, per cui mi scuso per la ridotta qualità, ma vanno accettate così come sono in quanto documentazione.
Giunto a Monte Vista, lasciata la 160 W si percorre la 285 N: qui le condizioni ambientali consentono di rivedere dei Bovini Neri impegnati in varie operazioni, varie appaiono le tonalità di verde distese sul terreno.


A Saguache si prende a sx la Scenic 114 e la strada sale sino quasi ai 3300 m. in un crescendo di bellezza: sono circondato da Rio Grande National Forest dove, ultimamente, è stata reinserita la lince con successo. Gli altri felini presenti nell'area sono il Bobcat ed il Mountain Lion.




La scalata al North Cochetopa Pass a 10149 feet non presenta difficoltà: più si sale e l'area si fa ricca di vegetazione colorata per la presenza del pioppo. Basta un alito di vento per rendere tremule (da cui il nome) le piccole foglie che si mettono a vibrare accompagnate dal sibilo del vento in sottofondo: il suono mi ricorda quello del diapason.



Nella discesa ci si immette in una gola rocciosa a serpentina, superata la quale si riconquistano spazi aperti e si notano attività di allevamento del bestiame; giunti in fondo ci si inserisce nella 50 W e la valle diventa apertissima e piena di attività umane.





Superata la “città” di Gunnison che deve il nome ad un capitano incaricato di esplorare la zona nell'anno 1853 (doveva trovare la possibilità di far passare un tracciato ferroviario), si attraversa Curecanti National Recreational Area, dove l'acqua non manca mai per la presenza di ben tre laghi artificiali che conferiscono colorazioni attraenti al paesaggio.





Poi, prima di scalare ancora un altro passo nella zona di Cimarron, sulla destra della valle si ergono “Dillon Pinnacles on Blue Mesa Reservoir”; e finalmente si arriva a svoltare a dritta per raggiungere il Black Canyon South Rim quando ormai sono le 18.



Il nome del sito è completato con il “di Gunnison” dal nome del fiume che vi scorre, il quale, a sua volta, fu così nominato in onore dell'ufficiale che lo esplorò per primo rilevandone le impressionanti caratteristiche.
All'interno del N.P. siamo rimasti in pochi e anche se l'ora non è più da Visitor Center , mi fermo un attimo a prendere i primi scorci di questo spettacolo grandioso che ho davanti agli occhi.





Da li percorro la strada dove sono ben segnalati i vari punti di interesse siti a poche yarde di cammino: Tomichi, Pulpit Rock, Chasm View, Painted Wall View, Sunset View, High, questi tutti raggiunti subito, saltando Cross Fissures View, Devils Lookout, Cedar e Dragon per arrivare in orario a Sunset, dove riesco a cogliere la parte terminale del tramonto.





Giunto dove oltre non si può non so ancora se trattenermi ad High Point per la notte o raggiungere Montrose; studiate le mappe, visionate le foto, decido che posso sostare in modo da riprendere anche degli scatti con una luce diversa; e poi sostare qui in solitudine è così romantico!
In realtà ci sono anche un paio di auto occupate da singole femmine che hanno optato per la mia stessa scelta.

Appena dopo il tramonto il buio è diventato assoluto, così come il silenzio, mentre sopra di me ho iniziato a percepire la luminosità delle stelle.



Lunedì 17 – Di buon mattino mi metto in movimento per effettuare il completamento dell'itinerario interrotto ieri mentre le mie compagne per una notte si stanno ancora stiracchiando.



Giunto al Visitor Center approfondisco la conoscenza su vari personaggi, in primis quella del Captain John Gunnison, persona di qualità deceduta prematuramente all'età di 42 anni, quindi quella del General Palmer , costruttore di linee ferroviarie nei luoghi più impensati: dopo anni di esplorazioni qui ne costruì una sul fondo del Canyon utilizzando operai Irlandesi ed Italiania;





ma i due personaggi più straordinari mi sono sembrati i due tenaci esploratori William Torrence e A. Lincoln Fellows che hanno rischiato più volte la vita per la loro caparbietà nell'andare oltre il limite umano sino a completare la conoscenza del canyon ed addivenire alla costruzione di un tunnel che portò l'acqua in una valle precedentemente desertica modificatasi in un paradiso.




Dopo aver chiesto suggerimenti ad un Ranger sono in grado di decidere la direzione del mio itinerario: Colorado National Monument.


Promette pioggia la giornata mentre scendo sulla 347; prima di raggiungere la valle incontro ancora una grande mandria di bovini, sempre neri!


Dopo l'innesto nella 50 per Montrose-Delta-Grand Junction inizialmente piove in maniera decisa, ma poco dopo la situazione è già diversa.
Ora la quota sulla quale viaggio è inferiore di ben 1000 m. a quella dei giorni precedenti, e si sente!


Inoltre nel paesaggio è prevalente quel colore chiaro che sa tanto di caolino; sui terreni non c'è vegetazione degna di tale nome.
La variabilità del paesaggio nel giro di pochi km. (a volte basta guardarsi a dx e a sx della strada per vedere la differenza) che riscontro spesso lungo il mio itinerario è proprio una caratteristica di questo paese.


Da Grand Junction (Gunnison river affluisce in Colorado river) ci sono ancora pochi km per l'ingresso Est del National Park che raggiungo alle ore 14:





dopo aver provato un trial subito dopo l'ingresso, lo abbandono presto per il troppo caldo e zero ombra; mi rendo conto che la prima operazione obbligatoriamente da fare è quella di effettuare un urgente cambio di abbigliamento con relativo alleggerimento.






Solo dopo posso iniziare a percorrere Rim Rock Drive effettuando tutte le soste suggerite dal copione, più altre improvvisate dove è resa possibile la sosta.





Pochi i visitatori, veicoli ricreazionali nessuno; dopo le 18 la presenza umana si estingue: è stato così anche negli altri ultimi N.P. visitati.




Forse sono finite le vacanze o forse mi trovo fuori dal circuito dalle mete più ambite? (mi torna alla mente l'affollamento trovato nell'anfiteatro di Yellostone).







Qui sono stati dati dei nomi ai gruppi rocciosi lungo i canyons (il plateau è come spaccato in varie direzioni laddove si sono creati i canyons) ed il colore dominante è il rosso bruciato con varie sfumature: questo sarebbe già di per sé uno spettacolo, ma poi ci sono le “costruzioni” (anche se sarebbe più giusto dire i disfacimenti) con forme di tutti i tipi, spesso in un equilibrio instabile, a volte spigolose e a volte morbide.
Queste ultime mi hanno ricordato Petra, ma non sono assolutamente situazioni da comparare (oltre al fatto che a Petra la tavolozza è più ricca di colori)!





I nomi sono Devils Kitchen, Cold Shivers, Red Canyon, Ute (dal nome dei Nativi abitanti del luogo) canyon, fallen rock, Grand view, Independence Monument, Book Cliff, Saddlehorn, Fruita Canyon, Distant view, Balanced Rock.
Come al solito effettuo una sosta all'unico Visitor Center dove posso approfondire la figura di John Otto, un personaggio fuori dagli schemi allora ed oggi correnti: arrivato in zona nel 1907 per un lavoro all'età di 19 anni, si innamora della valle ed una volta terminato il contratto ne diventa abitante solitario, tanto da venir apostrofato “eremita della valle”.




Si erge a protettore della bellezza del posto e, autonomamente, inizia a costruire sentieri e a tracciare vie di scalata sino a che nel 1911, dopo vari interventi della popolazione presso i politici di vario livello, viene riconosciuta l'unicità dei luoghi e John viene nominato primo curatore del parco e remunerato con 1 $/mese.
Sposatosi con una Bostoniana attratta dalla natura, dopo poche settimane questa lo lascia perché non intende vivere sotto una tenda come Otto preferisce fare per poter stare vicino ai suoi animali. In seguito viene nominato in vari incarichi al servizio dello stato, quindi John raggiunge la California per partecipare alla corsa dell'oro, infine muore all'età di 82 anni senza aver più rimesso piede nella zona alla quale dedicò tante energie.

Costui, come i visionari personaggi che ho conosciuto al Great Black Canyon, con ostinazione ha vissuto almeno una parte della sua vita per perseguire un sogno: quest'idea del sogno da vivere torna ricorrente in questo paese, così come in tempi recenti qualcuno ha cercato di convincere gli italiani a fare lo stesso, riuscendoci con una buona parte senza troppa fatica.



Alle 20 la luce del giorno è ormai un ricordo, pertanto chiudo le operazioni a Indipendence, che oltre a portare un bel nome, offre una balconata sul canyon ed in lontananza, in pianura, lascia vedere le luci di Gran Junction.
Io osservo dalla giusta distanza e sono ben felice di stare esclusivamente nel buio più assoluto sotto i lumini delle stelle miste ad una via lattea assai visibile.






Martedì 18 è dedicato al completamento della visita con altri trial toccando Upper Ute Canyon, highland view, Artist point, Coke Ovens, Monument canyon.









Dopo le foto riprese nella giornata di ieri, molte delle quali non corrispondono alla bellezza degli originali, mi rendo definitivamente conto che devo imparare ad usare meglio la fotocamera;



perciò dovrò trovare il tempo per leggere il manuale di istruzioni almeno nelle parti che riterrò più utili.







Alle ore 14 lascio il Parco da dove ero entrato


e mi soffermo ad osservare alcune case di recente realizzazione, molte in stile Hispanico, altre di tipo tradizionale, e mi chiedo come possa essere possibile consentire di costruire così a ridosso dei monumenti naturali, addirittura alcune sulla cresta: esisterà anche qui la commissione edilizia integrata? Esisteranno dei vincoli paesaggistici?
Quesiti che al momento restano senza risposta.



Raggiunta la città di Delta mi occupo di rifornimenti e di wi fi connection: è così che trovo del lavoro da svolgere urgentemente in riferimento a italiche vicende che mi portano repentinamente indietro nel tempo.
Termino alle due di notte ed è già un altro giorno!

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