venerdì 21 settembre 2012

Da Delta a Durango


Mercoledì 19 – Una volta in piedi prima delle otto predispongo il lavoro che per essere completato abbisogna della connessione. Pertanto mi trasferisco da McD e resto impegnato lì sino alle 13, quindi viene il momento di muoversi alle 14: alla fine ho deciso di raggiungere Durango prima di visitare Mesa Verde N.P., così mi trovo a percorrere ancora la 50 in direzione S fino a Montrose, qui si rinomina 550 e tocca Ridgway, Ouray, Silverton prima di giungere a Durango.


Da Ridgway a Durango segue un percorso splendido, scala tre passi di oltre 10600 feet cadauno (Red Mountain 11075, Molas 10910, Coal Bank Hill 10640) nel giro di pochi km..
Sarebbe un tappone con i fiocchi se ci fosse il Giro ciclistico del Colorado, uno di quelli che farebbe selezione: il giro ciclistico non so se esiste, anche se di ciclisti ne ho incrociati tanti, ma quello che posso dire è che questo itinerario si è rivelato entusiasmante, nonché un po' avventuroso.




Dopo il grazioso centro di Ouray, quando la salita diventa dura, ci sono una serie di overlook che io ho iniziato ad utilizzare sia per documentarmi sugli avvenimenti che hanno dato sviluppo a questi luoghi remoti del Colorado che per prendere qualche foto.




La zona è stata importante per l'estrazione di vari minerali, le montagne sono striate dei loro colori, negli anni 1882/3 il Sig. Otto Mears costruì la strada che, superando San Juan Mountains, rese possibile il collegamento da Durango a Denver, facendosi paganre $ 5 per carro e $ 1 per ogni capo di bestiame. E' vero che l'impresa fu dispendiosa, ma questo pioniere esploratore investitore deve aver beneficiato di un ritorno economico di prima grandezza.





In cima al passo posto a otre 3700 m.s.l.m. si vedono ancora le case dei minatori; a seconda del minerale trovato e della posizione dove veniva trovato, si creavano delle altre appendici sui due versanti principali della montagna. In quest'area si è scavato così tanto perché venne estratto un quantitativo esagerato di argento, rame, ferro ed altro, lasciando detriti di roccia a cielo aperto che contribuiscono ancora oggi all'inquinamento del fiume che scorre a valle “colorato”.


Alla fine della terza sosta si concretizza l'avventura inattesa: girando la chiave per mettere in moto non succedeva nulla! Da notare che mi trovavo parcheggiato con il muso rivolto alla salita, quindi impossibilitato a tentare un avviamento sfruttando la discesa.
Dopo vari tentativi andati a vuoto mi decidevo a tentare una manovra a rischio: calcolando gli intervalli fra una vettura e l'altra (non ne salivano molte) provavo la messa in moto sfruttando la forza di gravità, quindi rinculando , che non è come dirla in quanto, senza servosterzo e servofreno, la massa diventa difficile da indirizzare e fermare.

Appena compresi che il tentativo non avrebbe avuto successo mi fermai, ma mi accorsi di stare occupando la corsia della salita essendomi fermato di traverso. Mi detti subito da fare per non bloccare il traffico, ma capii che il Nomade non poteva sostare in quelle condizioni; allora provai ad accostare verso il bordo strada privo di guardrail (altra manovra a rischio nella situazione già descritta) riuscendoci in qualche modo. Tempo di collocare a terra il triangolo e la mente era già in moto alla ricercare di soluzioni, ma l'unica concreta e reale mi sembrò quella consistente nel cercare soccorso specialistico.
Dopo un po' aprii comunque il cofano motore e, ad intuito, cacciai la mano fra il radiatore e la testata, entrambi i componenti ancora caldissimi per lo sforzo della salita, andando a toccare il cavo che normalmente viene mosso manualmente dai meccanici per sentire il motore andare su di giri. Mi sembrò che al piccolo contatto intervenuto quasi accidentalmente questo si muovesse, come se fosse rimasto precedentemente incastrato fuori posizione.
Non so se fu proprio così, però quando provai ancora l'accensione questa si materializzò dando voce al motore! Nel frattempo, vedendomi trafficare con il cofano aperto, si avvicinò un automobilista con la sua tanica del liquido di raffreddamento pensando che potessi averne bisogno: queste forme di premura sono encomiabili, ma il problema non derivava dal raffreddamento così ringraziai senza dover ricorrere a questo tipo di aiuto.

Da li in avanti feci in modo che a tutte le soste il muso fosse rivolto verso la discesa, anche se ormai tutto si era rimesso a funzionare perfettamente. Chissà se veramente fu il tocco di quel cavo a togliermi dalle grane, certo è che la giornata che doveva essere semplicemente di trasferimento si è così trasformata in una giornata avventurosa.
Dopo ripresi fiducia in fretta in modo da effettuare tutte le soste che il percorso richiedeva, e posso confermare che si è trattato di uno dei percorsi considerati al top non solo in Colorado, ma negli interi U.S.A..


Di sosta in sosta e con il tipo di strada così impegnativo il tempo si stava consumando velocemente, tanto da entrare a Durango con il buio; no problem, imposto Garmin per portarmi al Walmart!
Quando la vocina mi dice che siamo arrivati a destinazione mi trovo nel piazzale del Visitor Center dove di Walmart non si vede traccia.
Che fare? Sul piazzale è ben evidente un cartello circa il divieto di sosta Overnight!
Avvicino il V.C. dove, all'esterno, individuo una bacheca a disposizione del pubblico: al suo interno trovo una mappa della città, nella mappa è evidenziato il Walmart che si trova oltre, ma continuando la stessa strada.

Muovo il Nomade che avrebbe gradito non lavorare più per oggi, ma si tratta di spostarsi di pochi km pianeggianti e quindi si adegua. Quando raggiungo il Walmart mi rendo conto che è proprio fuori, inoltre reca il cartello di divieto Overnight e non ci sono soci in giro.
Dopo aver indagato un po' in giro trovo una soluzione di compromesso che mi consente di porre fine alla giornata!  

Nessun commento:

Posta un commento