Mercoledì
19 – Una volta in piedi prima delle otto predispongo il lavoro che
per essere completato abbisogna della connessione. Pertanto mi
trasferisco da McD e resto impegnato lì sino alle 13, quindi viene
il momento di muoversi alle 14: alla fine ho deciso di raggiungere
Durango prima di visitare Mesa Verde N.P., così mi trovo a
percorrere ancora la 50 in direzione S fino a Montrose, qui si
rinomina 550 e tocca Ridgway, Ouray, Silverton prima di giungere a
Durango.
Da
Ridgway a Durango segue un percorso splendido, scala tre passi di
oltre 10600 feet cadauno (Red Mountain 11075, Molas 10910, Coal Bank
Hill 10640) nel giro di pochi km..
Sarebbe
un tappone con i fiocchi se ci fosse il Giro ciclistico del Colorado,
uno di quelli che farebbe selezione: il giro ciclistico non so se
esiste, anche se di ciclisti ne ho incrociati tanti, ma quello che
posso dire è che questo itinerario si è rivelato entusiasmante,
nonché un po' avventuroso.
Dopo
il grazioso centro di Ouray, quando la salita diventa dura, ci sono
una serie di overlook che io ho iniziato ad utilizzare sia per
documentarmi sugli avvenimenti che hanno dato sviluppo a questi
luoghi remoti del Colorado che per prendere qualche foto.
La
zona è stata importante per l'estrazione di vari minerali, le
montagne sono striate dei loro colori, negli anni 1882/3 il Sig. Otto
Mears costruì la strada che, superando San Juan Mountains, rese
possibile il collegamento da Durango a Denver, facendosi paganre $ 5
per carro e $ 1 per ogni capo di bestiame. E' vero che l'impresa fu
dispendiosa, ma questo pioniere esploratore investitore deve aver
beneficiato di un ritorno economico di prima grandezza.
In
cima al passo posto a otre 3700 m.s.l.m. si vedono ancora le case dei
minatori; a seconda del minerale trovato e della posizione dove
veniva trovato, si creavano delle altre appendici sui due versanti
principali della montagna. In quest'area si è scavato così tanto
perché venne estratto un quantitativo esagerato di argento, rame,
ferro ed altro, lasciando detriti di roccia a cielo aperto che
contribuiscono ancora oggi all'inquinamento del fiume che scorre a
valle “colorato”.
Alla
fine della terza sosta si concretizza l'avventura inattesa: girando
la chiave per mettere in moto non succedeva nulla! Da notare che mi
trovavo parcheggiato con il muso rivolto alla salita, quindi
impossibilitato a tentare un avviamento sfruttando la discesa.
Dopo
vari tentativi andati a vuoto mi decidevo a tentare una manovra a
rischio: calcolando gli intervalli fra una vettura e l'altra (non ne
salivano molte) provavo la messa in moto sfruttando la forza di
gravità, quindi rinculando , che non è come dirla in quanto, senza
servosterzo e servofreno, la massa diventa difficile da indirizzare e
fermare.
Appena
compresi che il tentativo non avrebbe avuto successo mi fermai, ma mi
accorsi di stare occupando la corsia della salita essendomi fermato
di traverso. Mi detti subito da fare per non bloccare il traffico,
ma capii che il Nomade non poteva sostare in quelle condizioni;
allora provai ad accostare verso il bordo strada privo di guardrail (altra manovra a rischio nella situazione già descritta)
riuscendoci in qualche modo. Tempo di collocare a terra il triangolo
e la mente era già in moto alla ricercare di soluzioni, ma l'unica
concreta e reale mi sembrò quella consistente nel cercare soccorso
specialistico.
Dopo
un po' aprii comunque il cofano motore e, ad intuito, cacciai la mano
fra il radiatore e la testata, entrambi i componenti ancora
caldissimi per lo sforzo della salita, andando a toccare il cavo che
normalmente viene mosso manualmente dai meccanici per sentire il
motore andare su di giri. Mi sembrò che al piccolo contatto
intervenuto quasi accidentalmente questo si muovesse, come se fosse
rimasto precedentemente incastrato fuori posizione.
Non
so se fu proprio così, però quando provai ancora l'accensione
questa si materializzò dando voce al motore! Nel frattempo,
vedendomi trafficare con il cofano aperto, si avvicinò un
automobilista con la sua tanica del liquido di raffreddamento
pensando che potessi averne bisogno: queste forme di premura sono
encomiabili, ma il problema non derivava dal raffreddamento così
ringraziai senza dover ricorrere a questo tipo di aiuto.
Da
li in avanti feci in modo che a tutte le soste il muso fosse rivolto
verso la discesa, anche se ormai tutto si era rimesso a funzionare
perfettamente. Chissà se veramente fu il tocco di quel cavo a
togliermi dalle grane, certo è che la giornata che doveva essere
semplicemente di trasferimento si è così trasformata in una
giornata avventurosa.
Dopo
ripresi fiducia in fretta in modo da effettuare tutte le soste che il
percorso richiedeva, e posso confermare che si è trattato di uno
dei percorsi considerati al top non solo in Colorado, ma negli
interi U.S.A..
Di
sosta in sosta e con il tipo di strada così impegnativo il tempo si
stava consumando velocemente, tanto da entrare a Durango con il
buio; no problem, imposto Garmin per portarmi al Walmart!
Quando
la vocina mi dice che siamo arrivati a destinazione mi trovo nel
piazzale del Visitor Center dove di Walmart non si vede traccia.
Che
fare? Sul piazzale è ben evidente un cartello circa il divieto di
sosta Overnight!
Avvicino
il V.C. dove, all'esterno, individuo una bacheca a disposizione del
pubblico: al suo interno trovo una mappa della città, nella mappa è
evidenziato il Walmart che si trova oltre, ma continuando la stessa
strada.
Muovo
il Nomade che avrebbe gradito non lavorare più per oggi, ma si
tratta di spostarsi di pochi km pianeggianti e quindi si adegua.
Quando raggiungo il Walmart mi rendo conto che è proprio fuori,
inoltre reca il cartello di divieto Overnight e non ci sono soci in
giro.
Dopo
aver indagato un po' in giro trovo una soluzione di compromesso che
mi consente di porre fine alla giornata!
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