mercoledì 5 settembre 2012

Crater Lake National Park


Lunedì 03.09.12 la giornata inizia con tre No!: no diesel perché la S/S non accetta carte di credito (solo quelle di debito), no allineamento perché Les Schwab oggi è chiuso per motivi tecnici, no U.S. Forest Service ( volevo capire come rintracciare le aree di sosta sparpagliate nel paese sotto la loro gestione, spesso for free o very cheap). Dopo aver perso un po' di tempo in queste faccende, mentre attendo che si facciano le 9 del mattino in sosta davanti AT&T (devo ricaricare la scheda telefonica) riesco ad aggiornare il blog connettendomi alla loro linea; poi finalmente parto quando sono più di tre ore da che sto in piedi.


La strada è una Scenic byway, molto presto corre in mezzo a foreste i cui panorami sono incentrati su una serie infinita di creek, river & falls.



Prima di arrivare a Diamond Lake per sosta pranzo sono costretto ad effettuare una sosta pisolino onde evitare guai, quindi raggiungo la meta intermedia dove ho un paio di incontri interessanti. Il primo è stato con una coppia di australiani, mentre il secondo è maturato mentre consumavo il mio pranzo tenendo la porta di casa aperta.


Si, perché mi trovo già ad una quota ragguardevole, ma il sole picchia duro e fa caldo; dai massi di fronte comincia un andare e venire di quei piccoli graziosi animaletti qui chiamati Golden-mantled Ground Squirrel. Si muovono con circospezione, sempre a scatti veloci e zigzagando, e sono sempre in competizione fra loro per difendere il territorio e quindi il cibo.
Ho notato che quelli di taglia più grande, gli anziani, riescono a far scappare i più piccoli, ma questi sono più abili nel portarsi via ciò che poi si masticano velocemente tenendolo fra le mani.


Capisco che in una piramide costituita solo dai bisogni primari la competitività sia spinta al massimo; chi è più forte e più sveglio vive meglio degli altri utilizzando la prepotenza come discriminante, solo che la stessa situazione esiste anche nelle società evolute, quelle che, statisticamente, hanno superato la soglia dei bisogni primari.
Allora perché avviene ciò? Mi è tornato alla mente un discorso del premio Nobel Rita Levi Montalcini: in sostanza auspicava, per l'evoluzione e la crescita della razza umana, la capacità di staccarsi dalle tracce delle esperienze fatte dai nostri predecessori che si perdono nella notte dei tempi, tracce che ci portiamo incise nel cervello e che condizionano emotivamente le nostre scelte nel tempo corrente, tempo che, non occorre precisare, è diverso da quello che hanno affrontato i vari Homo che si sono succeduti prima di diventare Sapiens, e già fra quel momento e noi sono trascorse delle ere!


Ma tornando agli animaletti, i loro movimenti erano talmente veloci da non consentirmi di riprenderli fotograficamente. Allora ho usato il sistema che normalmente viene usato in Africa: anziché mettere nel sacchetto dei rifiuti i residui del pomodoro o il nocciolo della pesca, li ho posizionati a terra davanti alla porta di casa, ma ad una certa distanza per non far associare il cibo a me.


Da quel momento mi sono goduto uno spettacolo che sarebbe andato avanti chissà per quanto tempo, ma che ho ritenuto giusto interrompere per non fare notte lì. Quindi ho raggiunto Crater Lake, ho superato la postazione dei Ranger esibendo il mio pass e dopo una decina di km. ho iniziato con la prima sosta, quella che mi ha iniziato alla straordinaria bellezza del luogo.



Mentre ero intento a riprendere le prime foto, con la coda dell'occhio ho adocchiato due ciclisti lanciati nella discesa, ed ho sentito il primo (una donna) dire all'altro 8un uomo):”targa italiana”, allora mi sono girato ed il secondo ha fatto a tempo a dirmi: “italiano? Tutto bene?”, ho cercato di replicare ma quei due erano lanciati e già troppo lontani, anche se ho intuito un minimo di indecisione del secondo per un'eventuale sosta di approfondimento della conoscenza. Quest'ultimo portava a tracolla una gomma di scorta, come ai tempi di Girardengo, e la sua intonazione mi ha fatto pensare potesse essere veneto. Li ho molto ammirati, come ammiro sempre i ciclisti impegnati su strade mai facili e con le bici cariche del necessario, pensando che si trattasse di due persone venute appositamente dall'Italia per impegnarsi in determinati percorsi.





Rientrando nel discorso di Crater Lake, come descriverlo? Dove ora c'è un lago con un'isoletta di nome Wizard che emerge da un'acqua di un blu intenso (si tratta di acqua piovana, ghiaccio e neve sciolti-non ci sono altre forme di alimentazione) prima c'era una montagna alta 3600 metri di nome Mazama. Quando questa è collassata, circa 7700 anni fa, ne è seguita una gigantesca eruzione che ha ridisegnato la morfologia dell'area, creando un gioiello che la lungimiranza di alcuni ha affidato sin dal 1902 alla tutela di U.S. National Park.




Di questi tempi ci sono circa 500.000 visitatori all'anno, il lago si trova 592 m. sotto il livello del terreno che lo circonda, ha un'ampiezza che va da 7 a 10 km., annualmente riceve 13,3 metri di neve, l'ultima volta che è ghiacciato è stato nel 1949.




Dopo una sosta al Visitor Center scelgo con cura dove fermarmi, anche se le foto sono un po' la ripetizione l'una dell'altra, ma ogni volta lo scatto viene indotto da una curiosità diversa dalla precedente. 



Per ultimo, con la speranza di poter vedere le montagne riflesse nell'acqua (ma un Ranger mi aveva già informato che il vento sta increspando la superficie dell'acqua e non consente di vedere il fenomeno) mi impegno in un trail che mi porta a raggiungere la quota di 2442 m. dalla quale la vista resta comunque impagabile.




Ritornato a casa ho da risolvere il solito problema della sosta notturna: da un'esame della mappa penso di andare a verificare 3 opzioni.


Lungo la strada colgo l'attimo del sunset e poi mi decido per il parcheggio sito a Cleetwood Cove, il luogo, senza urbanizzazione alcuna, è l'unico dal quale è concesso accedere al lago, salire su una barca a motore ed effettuare un tour che porta anche a Wizard Island.
Ma questa è un'altra storia e non mi riguarda, lasciamola raccontare a chi sulla barca ci sale.
Io posso solo raccontare dei rumori degli animali che si iniziano a muoversi dopo l'imbrunire e che, trovandosi di fronte un animale più grosso di loro, Il Nomade, gli hanno girato attorno e provato a toccarlo per capirne le reazioni: io me ne sono stato quieto attento ai miei lavori, anche se dopo un po' ho aperto la porta di casa trovandomi sotto ad un cielo piuttosto buio per essere così tanto stellato.


L'indomani, appena sveglio, trascuro tutte le operazioni mattutine per raggiungere in fretta un "pullout" e verificare quanto mi aveva comunicato ieri il Ranger: ebbene, aveva proprio ragione. Non soffia un alito di vento, l'acqua del lago è tirata come si fa con la livellina ed i bordi del cratere appaiono come duplicati per via della parte riflessa.


Avevo avuto una mezza idea di scendere a livello dell'acqua dal Trail utilizzato per chi sceglie di effettuare il tour in barca, ma ieri sera ho esaminato la Visitor Guide ricevuta all'ingresso del N.P. e dalla lettura ho apprendeso che quel percorso è “Strenuous”, impegna per tre ore fra andare e tornare, oltre ad essere sconsigliato per chi soffre di una serie di patologie, e personalmente mi trovo inserito in una di esse, anche non è per questo che ho preso la mia decisione di soprassedere.





Così mi sono avviato, in un orario in cui ero il solo sulla strada, ai vari Overlook: Cloudcap m. 2397, Pumice Castle, Phantom Ship, effettuando il trail Sun Notch che consente di trovarsi di fronte all'affascinante Phantom Ship (minuscola isoletta in confronto a Wizard Island), quindi Vidae Falls (non impressiona in questo periodo con poca acqua) .



Nel lasciare Crater Lake ho anche appreso che Jack London, quando lo visitò, rimase soggiogato dalla sua bellezza, e credo che questo sia ciò che capita anche tuttoggi alle persone sensibili e dotate di fantasia che hanno la possibilità di trovarselo di fronte.



L'ora è ormai quella canonica, quindi decido di cercarmi un posto comodo per la pausa, optando per l'area non lontana del V.C.. Da un certo punto di vista mai scelta fu così errata, da un altro punto di vista la scelta ha consentito una serie di piacevoli incontri; fra tutti ricorderò la coppia californiana che normalmente viaggia in motorhome e che è subito rimasta attratta dal piccolo e compatto Nomade (mi ha chiesto espressamente di poterlo fotografare per pubblicare poi le foto in una certa rivista di settore), così come ricorderò i due ragazzi di N.Y. in viaggio già da otto settimane con un'auto stipata di ogni cosa, utilizzata anche come casa, molto svegli e a conoscenza delle caratteristiche delle varie zone degli U.S.A., anche di quelle che non hanno ancora visitato, veramente due ragazzi interessati che sono stato felice di incontrare.
Quindi poca pausa e molte relazioni, ma va bene così!



Poi la strada via via perde quota sino a costeggiare Klamath Lake, il paesaggio perde le foreste ed acquista pianure verdi dal terreno spesso zuppo d'acqua (anche questa è area vulcanica, e la lava sottostante trattiene l'acqua) dove pascolano sia bovini quanto equini.
Nel scegliere questo percorso fra i due possibili è intervenuta la mia decisione di lasciar perdere Redwood N.P. ed indirizzarmi verso il Nevada per raggiungere i N.P. di Utah e Colorado; dalle letture avevo subodorato che Redwood potesse essere un doppione di cose già viste, ma è bastato parlare con quei ragazzi per convincermene.

Giunto a Klamath Falls, città sui 25.000 abitanti, cerco subito Les Schwab Tire Centers che so essere presente; di solito le aree che concentrano tutte le attività commerciali sono a fianco delle strade di grande comunicazione ed è abbastanza facile trovare quello che si cerca, ma questa volta non è così. Ricorrendo a Web recupero l'indirizzo preciso, lo raggiungo in orario di chiusura ma in tempo utile per fissare un appuntamento per domattina alle 11, con l'intento di eliminare la fastidiosa vibrazione che sento al volante procedendo a basse velocità, specie se impegnato in salite.


Successivamente mi occupo della cambusa prima di fermarmi in area Walmart, ricordando come sono stato bene lassù, senza rumori umani, radicato nella wildlife, con una temperatura giusta (qui il termometro segna 32°, fortunatamente con umidità così modesta che non è rilevabile; come cambia in fretta la condizione climatica in questi Stati - sono bastati 200 km. da che ho lasciato la costa scavalcando delle montagnette per trovarmi in area semidesertica).

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