mercoledì 26 settembre 2012

Canyonlands N.P.(Needles) and Arches N.P.


Domenica 23 – Riposo, nel senso che non viaggio, ma la giornata si riempie di altre attività necessarie.
Intanto ho voluto fare una nuova esperienza sin dal primo mattino: ho avvicinato la farmacia all'interno di Walmart Store chiedendo un medicinale che devo assumere con regolarità in quanto ne sto terminando le scorte.
L'addetta allo sportello, sentita la mia richiesta, mi introduce al farmacista responsabile al quale spiego tutta la faccenda esibendo anche la dichiarazione del mio medico di base attestante le patologie ed i medicinali di consumo quotidiano.
Dopo avermi ascoltato con attenzione costui mi spiega che la dichiarazione italica vale zero, che servirebbe una prescrizione di un medico locale il quale, dopo aver preventivamente visionato documentazione ed il sottoscritto, emetterebbe la richiesta del medicinale.
In ogni caso, dopo avermi chiesto un po' di dati, mi invita a ripassare dopo una ventina di minuti in modo da avere il tempo per interpellare telefonicamente un amico medico.
Quando ripasso mi presenta il costo dell'operazione: 30 capsule che a casa costano € 10,75 qui costano la bellezza di $ 66, 62! Dopo aver sentito l'importo replico spiegando che mi conviene farmele mandare da casa, però qualcosa nella comunicazione non deve aver funzionato a dovere perché lui provvede a stampare la ricevuta confezionando il pacchetto.
Che devo dire? Devo fare una digressione sul servizio sanitario locale? Non ne vale la pena, però è bene che si sappia come funziona da queste parti rispetto all'Europa.
Aggiungo soltanto che le case farmaceutiche sono una delle tante potenze lobbystiche presenti in questo paese, a quanto so in guerra con gli indiani dell'India che producono gli stessi medicinali ponendoli in vendita ad un prezzo pari ad un decimo di quello americano.
Poi parlano tanto di libera concorrenza che servirebbe per dare un miglior servizio all'utente finale!
A me pare che qui sia in vigore la legge del libero cartello, per aderirci basta adeguare i prezzi verso l'alto, quelli praticati dagli altri!
Cortez si trova a 2100 mslm, al mattino c'è da coprirsi, poi il caldo inaspettato mi stordisce mentre sono impegnato a far marciare due carichi di lavatrice in una lavanderia automatica; terminati i lavaggi e le successive operazioni con le macchine asciugatrici vado a cercare ancora la connessione al Welcome Center: sparita!
Allora decido di effettuare un sopralluogo circa le localizzazioni dei meccanici trovati on line per cercare di effettuare le operazioni di tagliando necessarie; quindi riprovo la connessione andando sul sicuro che qui si chiama McD: priamo o poi dovrò entrare e fare qualche acquisto, non fosse altro per il servizio che spesso utilizzo.
A questo punto la giornata è andata, così ritorno al Walmart dove questa sera ci sono diversi soci.


Lunedì 24 – Prima di raccontare il vissuto è bene che segnali il mio numero telefonico U.S.A. utile per chi me ne ha fatto richiesta: 2073317722  preceduto dal prefisso U.S.A. 001.
Per chi volesse chiamarmi sul cellulare utilizzando skype, vuoi dal computer vuoi da apparecchio, è necessario acquistare un minimo di credito skype, operazione estremamente conveniente.
La AT&T comunque, per ogni chiamata che ricevo, mi addebita un importo proporzionalmente esorbitante rispetto al costo sostenuto da chi mi chiama; ad esempio, per una telefonata ricevuta tramite skype pagata da chi la effettua 0,30 € (il che vuol dire che si parla almeno per venti minuti!), io vengo addebitato di $ 2! Inoltre non sono abilitato ad inviare sms se non all'interno degli U.S.A., mentre se necessito effettuare una chiamata all'estero devo seguire una procedura particolare in base alla quale vengo addebitato di uno sproposito: nel complesso una discreta fregatura questa telefonia mobile, per cui cerco di usare skype dal mio computer, con la limitazione data dai fusi orari che ci dividono e dal fatto che non sempre sono in grado di connettermi.
Dopo aver scelto sulla base della distanza il meccanico presso cui presentarmi, stamane alle otto ero già all'accettazione. Dopo aver spiegato le mie esigenze al ragazzo davanti al computer, questo le ha rigirate al titolare (forse il padre) il quale le ha lette e rilette per poi dirmi che molte cose non sarebbero stati in grado di eseguirle. Chiedo affinché provvedano almeno al cambio olio, al cambio cartucce e filtri vari (in mia dotazione), al ripristino dei livelli dei liquidi: la risposta è che in questo modo si può fare!
Portato il nomade nel capannone (tutte queste officine che ho visitato negli U.S.A. non sono assolutamente paragonabili a quella Bosch utilizzata in Danimarca durante il collaudo del Nomade) ho a che fare con Jason, un meccanico sui 30/35 anni che ha dimostrato interesse per l'intervento da eseguire sull'ignoto (è riuscito a rintracciare l'astina del livello olio cambio e differenziale che proprio non si capiva dove fosse ed ha rilevato la densità del liquido di raffreddamento dimostrandomi la necessità della sua sostituzione). Io gli sono stato sempre attorno cercando di aiutarlo, anche con il supporto del libretto di istruzioni: dopo aver esaminato a lungo il motore ispezionandolo con la pila ed avermi interpellato per chiarimenti, il lavoro è iniziato.
In qualche modo ci siamo intesi, ma se devo dire la verità, questa dei meccanici è una delle categorie delle quali ho perennemente bisogno ed al contempo è quella con la quale ho più difficoltà nella conversazione, e non solo per i vocaboli tecnici che non conosco.
D'altronde, dopo aver completato le operazioni, mi sono trovato a considerare che a volte anche in patria ho difficoltà a capire taluni, per esempio i giovani quando parlano in gergo, oppure perché si mangiano le parole, quindi è giustificato il fatto che il linguaggio del meccanico della provincia americana possa essermi ostico.
Via via che il lavoro procedeva e che si era creato un clima di cordialità con Jason (il quale mi ha chiesto molte spiegazioni circa il viaggio che sto effettuando, e che ora so che potrò continuare ancora per un po' essendo già in partenza da casa un nuovo treno di gomme che oltre a rivitalizzare il Nomade, dovrebbe consentirmi di raggiungere il centro America e di confrontarmi con altri stili di vita), ho cominciato a chiedere controlli supplementari, ottenendo la taratura della corsa del freno a mano ed una sistemazione, ancorché di fortuna (spero migliore di quella che sin qui aveva retto e alla quale avevo provveduto con le mie intuizioni e capacità limitate), del fissaggio del silenziatore, mancante di alcuni fermi sin dall'arrivo qui.
Ho lasciato l'officina alle 11 abbastanza contento, anche se con $ 200 in meno in tasca, pronto per immettermi sulla 491 verso Monticello – Utah da dove, girando a destra sulla 191, poter accedere ad Arches N.P..

Lungo il percorso il tempo è andato via via peggiorando, tanto che a Monticello, durante la sosta pranzo, si è messo a piovere con una certa intensità, ma è durato poco e dopo il sole è risultato cocente. 


Con la testa proiettata già ad Arches, ad un certo punto, in località Church Rock dove ho sostato per foto, noto l'indicazione per Canyonlands N.P. a sinistra e la prendo subito pensando di aver fatto una furbata scegliendo questa meta che sulla mappa viene prima dell'altra. Dopo un po' capisco che non è stata proprio una furbata in quanto questo N.P. è vasto e dotato di diversi accessi, tutti vanno a terminare a ridosso dei canyons, ma l'accesso più interessante non è quello verso il quale sono ora diretto.



In ogni caso, visto che il tempo risulta instabile, forse è meglio così piuttosto che bruciarsi le migliori cose sotto l'acqua.
Accidenti però, quanto è lontano l'accesso al parco, non si arriva mai! Però la strada è gradevole e si cominciano a vedere gli articoli dei quali la zona è dotata: un mix di tutto!





In realtà la mia scelta è avvenuta inconsciamente sotto condizione di poter domattina connettermi a causa delle vicende italiche che mi riguardano e sono in corso: visitare questa parte di N.P. vuole anche dire poter essere domattina a Moab, la località di maggior peso di questa vasta area, dove conto di trovare un WiFi disponibile.





Data l'ora, a parte le soste foto, non ho percorso trail se non parzialmente, però ho raggiunto Elephant Hill percorrendo alcune miglia di strada sterrata: oltre possono accedere solo i veicoli 4x4, e, potrei aggiungere, non tutti e non condotti da qualsiasi driver. 


Lo posso affermare dopo essermi arrampicato per qualche centinaio di metri sulla pista: non sono un esperto, ma mi è sembrata roba da duri.




Durante le varie soste precedenti sull'asfalto, ad un certo punto è giunta un'auto a targa California e la signora mi ha chiesto la cortesia di eseguire una foto a lei ed al marito. Costui, nell'avvicinarsi ha identificato la mia provenienza dalla targa: fatto eccezionale negli U.S.A.! Ma infatti il trucco c'era: questi due vengono dal Galles, ed anche sulla macchina a nolo hanno appiccicato lo stemma Cymru! 




Ci siamo poi ripresi ancora un paio di volte continuando ad aggiungere qualche cosa alla nostra conversazione (lui ci ha tenuto a precisare che l'inglese è la seconda lingua ed il Gallese la prima, ed io l'ho fatto contento non solo nell'esprimere ammirazione per la sua terra, ma anche nel comunicargli che la sua lingua, per quanto incomprensibile, non mi è del tutto ignota tanto che l'unico cane che mi ha vissuto come capo branco non solo è stato un Walsh terrier, ma in più portava elegantemente il nome gaelico Gwen).




Durante le ore trascorse nel N.P. ho visto nuvole cariche di pioggia vagare ovunque, senza però rimanere bagnato: affascinanti i contrasti di luminosità dovuti alle condizioni meteo.


Ora che sono le 22.30 e mi trovo in sosta a Newspater Rock State Historic Monument sento il vento che accompagna qualche raffica di pioggia: domani si vedrà se ci sarà un'evoluzione.


Martedì 25 – Le previsioni meteo della settimana dicono tempo instabile, ma non da restare chiusi in casa. In prima mattinata, ancora con un buio pesto, mi metto in moto per raggiungere Moab; già lungo la strada è segnalato un primo arco. Questa è la zona con la massima concentrazione mondiale di archi derivanti da erosione+vento+pioggia, non a caso il N.P. si chiama Arches.
Lo raggiungo dopo una sosta tecnica a Moab iniziando dal Visitor Center: il parco non è particolarmente vasto ma è sempre molto frequentato; con gli adiacenti Canyonlands e Dead Horse Point si è creato un bacino di utenza che gravita attorno a Moab dove ogni livello di accoglienza è sempre esaurito.


Dopo tante visioni già acquisite di rocce rossicce dalle forme uniche, oggi mi dedicherò a ciò che qui rappresenta l'unicità, senza troppe soste ad ogni overlook.





Quindi mi vado a concentrare principalmente su Window section, Delicate Arch e Devils Garden, effettuando tutti quei trails mirati ad avvicinare le bellezze in loco per conoscerle meglio.








La variabilità del tempo non mette a disposizione le migliori condizioni di luminosità, ma ciò non mi impedisce di muovermi agevolmente, prendendo anche qualche goccia d'acqua proprio al momento di scattare foto.






Fra gli spostamenti con il Nomade ed i percorsi a piedi si fanno le 19,30 quando ritorno a casa.








Una volta scaricate le foto in sosta nel parco mi metto in movimento verso Moab che sono già le 22.30; dopo un breve pattugliamento ricognitivo trovo sistemazione vicino a tre pick-up 4x4 allestiti con cellula: roba da duri!

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