Domenica
23 – Riposo, nel senso che non viaggio, ma la giornata si riempie
di altre attività necessarie.
Intanto
ho voluto fare una nuova esperienza sin dal primo mattino: ho
avvicinato la farmacia all'interno di Walmart Store chiedendo un
medicinale che devo assumere con regolarità in quanto ne sto
terminando le scorte.
L'addetta
allo sportello, sentita la mia richiesta, mi introduce al farmacista
responsabile al quale spiego tutta la faccenda esibendo anche la
dichiarazione del mio medico di base attestante le patologie ed i
medicinali di consumo quotidiano.
Dopo
avermi ascoltato con attenzione costui mi spiega che la dichiarazione
italica vale zero, che servirebbe una prescrizione di un medico
locale il quale, dopo aver preventivamente visionato documentazione
ed il sottoscritto, emetterebbe la richiesta del medicinale.
In
ogni caso, dopo avermi chiesto un po' di dati, mi invita a ripassare
dopo una ventina di minuti in modo da avere il tempo per interpellare
telefonicamente un amico medico.
Quando
ripasso mi presenta il costo dell'operazione: 30 capsule che a casa
costano € 10,75 qui costano la bellezza di $ 66, 62! Dopo aver
sentito l'importo replico spiegando che mi conviene farmele mandare
da casa, però qualcosa nella comunicazione non deve aver funzionato
a dovere perché lui provvede a stampare la ricevuta confezionando
il pacchetto.
Che
devo dire? Devo fare una digressione sul servizio sanitario locale?
Non ne vale la pena, però è bene che si sappia come funziona da
queste parti rispetto all'Europa.
Aggiungo
soltanto che le case farmaceutiche sono una delle tante potenze
lobbystiche presenti in questo paese, a quanto so in guerra con gli
indiani dell'India che producono gli stessi medicinali ponendoli in
vendita ad un prezzo pari ad un decimo di quello americano.
Poi
parlano tanto di libera concorrenza che servirebbe per dare un
miglior servizio all'utente finale!
A me
pare che qui sia in vigore la legge del libero cartello, per aderirci
basta adeguare i prezzi verso l'alto, quelli praticati dagli altri!
Cortez
si trova a 2100 mslm, al mattino c'è da coprirsi, poi il caldo
inaspettato mi stordisce mentre sono impegnato a far marciare due
carichi di lavatrice in una lavanderia automatica; terminati i
lavaggi e le successive operazioni con le macchine asciugatrici vado
a cercare ancora la connessione al Welcome Center: sparita!
Allora
decido di effettuare un sopralluogo circa le localizzazioni dei
meccanici trovati on line per cercare di effettuare le operazioni di
tagliando necessarie; quindi riprovo la connessione andando sul
sicuro che qui si chiama McD: priamo o poi dovrò entrare e fare
qualche acquisto, non fosse altro per il servizio che spesso
utilizzo.
A
questo punto la giornata è andata, così ritorno al Walmart dove
questa sera ci sono diversi soci.
Lunedì
24 – Prima di raccontare il vissuto è bene che segnali il mio
numero telefonico U.S.A. utile per chi me ne ha fatto richiesta:
2073317722 preceduto dal prefisso U.S.A. 001.
Per
chi volesse chiamarmi sul cellulare utilizzando skype, vuoi dal
computer vuoi da apparecchio, è necessario acquistare un minimo di
credito skype, operazione estremamente conveniente.
La
AT&T comunque, per ogni chiamata che ricevo, mi addebita un
importo proporzionalmente esorbitante rispetto al costo sostenuto da
chi mi chiama; ad esempio, per una telefonata ricevuta tramite skype
pagata da chi la effettua 0,30 € (il che vuol dire che si parla
almeno per venti minuti!), io vengo addebitato di $ 2! Inoltre non
sono abilitato ad inviare sms se non all'interno degli U.S.A., mentre
se necessito effettuare una chiamata all'estero devo seguire una
procedura particolare in base alla quale vengo addebitato di uno
sproposito: nel complesso una discreta fregatura questa telefonia
mobile, per cui cerco di usare skype dal mio computer, con la
limitazione data dai fusi orari che ci dividono e dal fatto che non
sempre sono in grado di connettermi.
Dopo
aver scelto sulla base della distanza il meccanico presso cui
presentarmi, stamane alle otto ero già all'accettazione. Dopo aver
spiegato le mie esigenze al ragazzo davanti al computer, questo le ha
rigirate al titolare (forse il padre) il quale le ha lette e rilette
per poi dirmi che molte cose non sarebbero stati in grado di
eseguirle. Chiedo affinché provvedano almeno al cambio olio, al
cambio cartucce e filtri vari (in mia dotazione), al ripristino dei
livelli dei liquidi: la risposta è che in questo modo si può fare!
Portato
il nomade nel capannone (tutte queste officine che ho visitato negli
U.S.A. non sono assolutamente paragonabili a quella Bosch utilizzata
in Danimarca durante il collaudo del Nomade) ho a che fare con Jason,
un meccanico sui 30/35 anni che ha dimostrato interesse per
l'intervento da eseguire sull'ignoto (è riuscito a rintracciare
l'astina del livello olio cambio e differenziale che proprio non si
capiva dove fosse ed ha rilevato la densità del liquido di
raffreddamento dimostrandomi la necessità della sua sostituzione).
Io gli sono stato sempre attorno cercando di aiutarlo, anche con il
supporto del libretto di istruzioni: dopo aver esaminato a lungo il
motore ispezionandolo con la pila ed avermi interpellato per
chiarimenti, il lavoro è iniziato.
In
qualche modo ci siamo intesi, ma se devo dire la verità, questa dei
meccanici è una delle categorie delle quali ho perennemente bisogno
ed al contempo è quella con la quale ho più difficoltà nella
conversazione, e non solo per i vocaboli tecnici che non conosco.
D'altronde,
dopo aver completato le operazioni, mi sono trovato a considerare che
a volte anche in patria ho difficoltà a capire taluni, per esempio i
giovani quando parlano in gergo, oppure perché si mangiano le
parole, quindi è giustificato il fatto che il linguaggio del
meccanico della provincia americana possa essermi ostico.
Via
via che il lavoro procedeva e che si era creato un clima di
cordialità con Jason (il quale mi ha chiesto molte spiegazioni circa
il viaggio che sto effettuando, e che ora so che potrò continuare
ancora per un po' essendo già in partenza da casa un nuovo treno di
gomme che oltre a rivitalizzare il Nomade, dovrebbe consentirmi di
raggiungere il centro America e di confrontarmi con altri stili di
vita), ho cominciato a chiedere controlli supplementari, ottenendo la
taratura della corsa del freno a mano ed una sistemazione, ancorché
di fortuna (spero migliore di quella che sin qui aveva retto e alla
quale avevo provveduto con le mie intuizioni e capacità limitate),
del fissaggio del silenziatore, mancante di alcuni fermi sin
dall'arrivo qui.
Ho
lasciato l'officina alle 11 abbastanza contento, anche se con $ 200
in meno in tasca, pronto per immettermi sulla 491 verso Monticello –
Utah da dove, girando a destra sulla 191, poter accedere ad Arches
N.P..
Lungo
il percorso il tempo è andato via via peggiorando, tanto che a
Monticello, durante la sosta pranzo, si è messo a piovere con una
certa intensità, ma è durato poco e dopo il sole è risultato
cocente.
Con la testa proiettata già ad Arches, ad un certo punto,
in località Church Rock dove ho sostato per foto, noto l'indicazione
per Canyonlands N.P. a sinistra e la prendo subito pensando di aver
fatto una furbata scegliendo questa meta che sulla mappa viene prima
dell'altra. Dopo un po' capisco che non è stata proprio una furbata
in quanto questo N.P. è vasto e dotato di diversi accessi, tutti
vanno a terminare a ridosso dei canyons, ma l'accesso più
interessante non è quello verso il quale sono ora diretto.
In
ogni caso, visto che il tempo risulta instabile, forse è meglio così
piuttosto che bruciarsi le migliori cose sotto l'acqua.
Accidenti
però, quanto è lontano l'accesso al parco, non si arriva mai! Però
la strada è gradevole e si cominciano a vedere gli articoli dei
quali la zona è dotata: un mix di tutto!
In
realtà la mia scelta è avvenuta inconsciamente sotto condizione di
poter domattina connettermi a causa delle vicende italiche che mi
riguardano e sono in corso: visitare questa parte di N.P. vuole anche
dire poter essere domattina a Moab, la località di maggior peso di
questa vasta area, dove conto di trovare un WiFi disponibile.
Data
l'ora, a parte le soste foto, non ho percorso trail se non
parzialmente, però ho raggiunto Elephant Hill percorrendo alcune
miglia di strada sterrata: oltre possono accedere solo i veicoli 4x4,
e, potrei aggiungere, non tutti e non condotti da qualsiasi driver.
Lo posso affermare dopo essermi arrampicato per qualche centinaio di
metri sulla pista: non sono un esperto, ma mi è sembrata roba da
duri.
Durante
le varie soste precedenti sull'asfalto, ad un certo punto è giunta
un'auto a targa California e la signora mi ha chiesto la cortesia di
eseguire una foto a lei ed al marito. Costui, nell'avvicinarsi ha
identificato la mia provenienza dalla targa: fatto eccezionale negli
U.S.A.! Ma infatti il trucco c'era: questi due vengono dal Galles, ed
anche sulla macchina a nolo hanno appiccicato lo stemma Cymru!
Ci
siamo poi ripresi ancora un paio di volte continuando ad aggiungere
qualche cosa alla nostra conversazione (lui ci ha tenuto a precisare
che l'inglese è la seconda lingua ed il Gallese la prima, ed io l'ho
fatto contento non solo nell'esprimere ammirazione per la sua terra,
ma anche nel comunicargli che la sua lingua, per quanto
incomprensibile, non mi è del tutto ignota tanto che l'unico cane
che mi ha vissuto come capo branco non solo è stato un Walsh
terrier, ma in più portava elegantemente il nome gaelico Gwen).
Durante
le ore trascorse nel N.P. ho visto nuvole cariche di pioggia vagare
ovunque, senza però rimanere bagnato: affascinanti i contrasti di
luminosità dovuti alle condizioni meteo.
Ora
che sono le 22.30 e mi trovo in sosta a Newspater Rock State Historic
Monument sento il vento che accompagna qualche raffica di pioggia:
domani si vedrà se ci sarà un'evoluzione.
Martedì
25 – Le previsioni meteo della settimana dicono tempo instabile, ma
non da restare chiusi in casa. In prima mattinata, ancora con un buio
pesto, mi metto in moto per raggiungere Moab; già lungo la strada è
segnalato un primo arco. Questa è la zona con la massima
concentrazione mondiale di archi derivanti da erosione+vento+pioggia,
non a caso il N.P. si chiama Arches.
Lo
raggiungo dopo una sosta tecnica a Moab iniziando dal Visitor Center:
il parco non è particolarmente vasto ma è sempre molto frequentato;
con gli adiacenti Canyonlands e Dead Horse Point si è creato un bacino di
utenza che gravita attorno a Moab dove ogni livello di accoglienza è
sempre esaurito.
Dopo
tante visioni già acquisite di rocce rossicce dalle forme uniche,
oggi mi dedicherò a ciò che qui rappresenta l'unicità, senza
troppe soste ad ogni overlook.
Quindi
mi vado a concentrare principalmente su Window section, Delicate Arch
e Devils Garden, effettuando tutti quei trails mirati ad avvicinare le bellezze in loco per conoscerle meglio.
La
variabilità del tempo non mette a disposizione le migliori
condizioni di luminosità, ma ciò non mi impedisce di muovermi
agevolmente, prendendo anche qualche goccia d'acqua proprio al momento di scattare
foto.
Una
volta scaricate le foto in sosta nel parco mi metto in movimento
verso Moab che sono già le 22.30; dopo un breve pattugliamento ricognitivo trovo sistemazione vicino a tre pick-up 4x4 allestiti
con cellula: roba da duri!
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