Mercoledì
26 – La giornata inizia in tono decisamente minore: il cielo è
grigio ed a tratti scende la pioggia. Esco presto per fare la spesa
al Citymarket che mi ha ospitato per la notte, poi mi dirigo alla
postazione wifi e ci passo la mattinata svolgendo varie operazioni,
fra le quali molte telefonate skype a costo zero.
Il
tempo permane grigiastro, però so che nel pomeriggio migliorerà;
pertanto alle 14 mi dirigo a Canyonlands N.P., questa volta entrata
nord chiamata Island in the sky.
Stando
sulla 191, superato l'accesso ad Arches, poco dopo si gira a sinistra
entrando sulla 313, strada che porta unicamente al N.P..
Procedo
con l'idea di scattare foto mirate, ma alla fine anche in questo modo
ne scatto 160!
A
differenza della zona visitata prima di arrivare a Moab, questa parte
del Parco offre panorami ad ampio raggio: le dimensioni vanno verso
l'infinito, il plateau è profondamente segnato dal percorso dei
fiumi Green e Colorado che ci hanno messo del loro nel delimitare i
canyons.
Dopo
il Visitor Center mi dirigo a Grand View Point, il luogo più
distante, rimandando soste aggiuntive durante il percorso inverso.
Successivamente punto a raggiungere Upheaval Dome, sostanzialmente il residuo di una esplosione proveniente dal sottosuolo, dalle forme corrugate di colore verdognolo.
Nel finale mi porto a Mesa Arch quando il sole si trova all'altezza giusta per conferire quella particolare luminosità che rende più caldi i colori.
Nel finale mi porto a Mesa Arch quando il sole si trova all'altezza giusta per conferire quella particolare luminosità che rende più caldi i colori.
Alle
19.10 non mi resta che lasciare questo angolo selvaggio di West
riguadagnando la posizione a Moab.
Si è
trattato di un bel pomeriggio trascorso in un habitat spettacolare;
poca gente, mi è arrivato alle orecchie il suono di lingue che mi
sono sembrate dell'est europeo, oltre al francese, al tedesco, al
cinese, ma tutte in piccole dosi, tanto da non doversi pestare i piedi in
nessuna circostanza.
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