Trascorsa ieri la giornata "festiva", oggi mi
metto in movimento presto perché, prima di riprendere a viaggiare,
è mia intenzione provvedere a controllare la convergenza alle ruote
anteriori del Nomade; ieri sera, poco prima di fermarmi, ho notato un
centro Tires Les Schwab, una catena diffusa negli stati del West, e
spero che sia dotato degli spazi necessari per ricevermi. Mi presento
poco prima delle 8 e un'addetto si occupa subito di me: buon segno!
Assisto a tutte le operazioni e manifesto i suggerimenti che avevo
avuto dal gommista italico: il ragazzo esegue velocemente il suo
lavoro, ma quando arriva il momento di invertire le gomme, dopo
averle smontate, ci accorgiamo che la posteriore lato guida è
sconsigliabile riutilizzarla. Pertanto entra in gioco la scorta e le
altre restano al loro posto, a scorta ci va quella dall'anomalo
consumo. L'operazione dura meno di due ore, e presenta alcuni
vantaggi rispetto alle precedenti similari: il costo, $ 62, 30 gg
di garanzia sul lavoro effettuato, come dire che il prossimo
controllo, ed in trenta giorni matura sicuramente un nuovo controllo,
se i valori sono cambiati, forse mi esce gratuito. Al di la di questo
aspetto, stavolta il costo è stato umano.
E
ora si va verso la Olympic Peninsula, anche se non ho ancora ben
chiaro come procedere; inoltre non ho considerato l'intasamento sulla
I US 5, che porta a procedere a passo d'uomo e ad alcune soste. Certo
che è un grosso handicap per chi è costretto a percorrere le
autostrade che toccano quest'area! Colgo ancora qualche immagine di
Seattle da bordo fra una sosta e l'altra, poi vado con meta Walmart a
Federal Way, poco prima di Tacoma, e la raggiungo con qualche
difficoltà perché GPS non è d'accordo sul percorso, così mi
costringe ad un'uscita prematura in un luogo dove, per rientrare, ho
dovuto fare un giro su un'altra Hyway.
Riparto
da lì verso le 14.30, fa caldo, il traffico è sempre intenso e la
zona non mi sembra di alcun pregio sino a che supero Tacoma e
comincio a muovermi nella Kitsap Peninsula (porta il nome di Chief
Kitsap, generazione precedente a quella di Chief Seath: entrambi
furono in rapporti con Cpt. Vancouver), andando ad effettuare la
prima conoscenza a Gig Harbor.
Questa località porta le traccie
ancora evidenti del lavoro svolto qui da immigranti svedesi e croati, in particolare di questi, giunti
verso il 1880: la loro attività fu incentrata nella pesca e nel
commercio del pesce. Nell'apprendere storie come queste, di gente
partita con niente al seguito, da lontano, che forse nemmeno
immaginava, prima di lasciare le proprie terre, la destinazione
finale del proprio viaggio, io resto ammirato: qui allora era foresta
fitta, non esisteva nulla se non la natura. Ebbene, questa gente è
arrivata, ha provato qualche strada sino a che ha capito quale
sarebbe stata la migliore da seguire, ha lavorato sodo inventando il
commercio del pesce nel Puget Sound, ha svolto il ruolo di faro per
altri croati che sono arrivati al seguito, creando una comunità che
si è radicata e che ha dato ai luoghi contributi significativi
attraverso i suoi rappresentanti.
Il luogo è assai gradevole, ben
presentato, gli scorci panoramici non sono diversi dagli altri, ma
quando ti soffermi qua e là senti che c'è armonia.
In
tutti i luoghi del mondo, quando vedo quanti ristoranti e caffè/bar
esistono, mi chiedo sempre come è possibile far star in piedi tante
attività simili tanto vicine l'una all'altra: la risposta è più
semplice del previsto, la maggior parte delle persone non si muove
sulla base dei miei criteri, vuole intrattenersi in luoghi del
genere che diventano la meta da raggiungere, ed ha anche soldi da
spendere per questo: lo chiamano divertimento!
Lasciato
Gig Harbor incontro Bremerton, sede di Base Navale, località di
notevoli dimensioni sviluppata architettonicamente con un taglio da
città: mi risulta meno piacevole e quindi proseguo.
Non
immaginavo di dover fare così tanti km. per raggiungere Bainbridge
Island by Agate passage, e quando la raggiungo, al di là del
momento di attraversamento del ponte per cui si vede il mare, poi mi
trovo a correre nella foresta.
Allora cerco una deviazione, ma
comunque il mare non è facile da vedere perché, fra lui e la
strada ci sono le proprietà immobiliari che spesso non si vedono
nemmeno per quanto restano inforestate. In un piccolo tratto la
strada, che in realtà è una stradina, corre a filo d'acqua, e
proprio di fronte a Seattle: uno spettacolo!
Resto
sempre colpito dal fattore scenico e dalle prospettive: Palladio "docet" (anche se è stato un grande osservatore della natura prima di proporre a Vicenza, nel teatro che porta il suo nome, l'effetto scenico dato dalla prospettiva), e partendo dall'acqua si incontra una prima foresta ondulata, poi una seconda
foresta su quote diverse, via via sino a vedere in fondo le montagne
che ho tanto apprezzato nei giorni scorsi.
La
prima impressione di quest'isola non mi risulta favorevole perché
non c'è mai la possibilità di fermarsi, ma poi la capisco meglio:
questa è un'isola esclusivamente per residenti stabili e/o pendolari
by ferry.
Da questo punto di vista la trovo magnifica, anche se di
fatto non esiste alcun centro storico: conta una popolazione di
23.290 abitanti sparpagliati nella foresta, fra questi molti
intellettuali, per un totale di 8.929 famiglie, età media 44 anni,
è grande come Manhattan, circa 10 miglia per 5, sviluppa 53 miglia di coste,
è comodamente collegata a Seattle by ferry.
Anche qui ho indagato
sui prezzi delle proprietà immobiliari: si va mediamente da $
350.000 sino a $ 2.650.000, chissà in quale fascia si sarà
orientato Mr. Guterson, lo scrittore qui residente, del quale ho
avuto modo di leggere in anteprima la traduzione del suo manoscritto
giusto un anno fa.
Eseguendo
un percorso ormai all'imbrunire, per recuperare la strada maestra perdo un pò di tempo: anche qui ci sono delle pendenze
incredibili, ed io mi sono trovato in seria difficoltà quando,
salendo con il primo rapporto inserito, ho sentito venir meno il grip
e l'avantreno slittare facendomi scartare sullo stretto della
stradina. Ho sofferto, ma ho tenuto duro ed ho conquistato una minore
pendenza dove ho potuto controllare la situazione: si, perché ad un certo
punto ho pensato di essere con una gomma a terra per come il Nomade
stava rispondendo alla mia chiamata.
Tornato
al “capoluogo” ho qualche indecisione per la sosta notturna, ma
poi mi convinco che posso rimanere lì dove sono: sono anche stanco,
per cui vado a letto prima del solito, consapevole che potrei avere
visite notturne.
Infatti
sono le 2 e 25 quando sento un toc toc: salto giù dal letto e vado
al posto di guida dove trovo all'esterno la coppia classica di
poliziotti, un maschio ed una femmina, a distanza di sicurezza con le
pile accese.
Affabili
mi chiedono alcune cose, nemmeno mi domandano un documento di
identità, vogliono solo sapere perché sono lì; una volta
conosciuta la situazione, ancora uno scambio di battute fra di noi, l'augurio
della buona notte e via!
In
mattinata ho messo il naso anche nell'unico market disponibile e ne
ho ricavato una buona impressione: prezzi in linea con gli articoli
presentati, spesso ricercati e non reperibili ovunque. Grande
selezione di olive di varie provenienze, così come per l'olio di
oliva ed altri prodotti che nelle catene dove sono solito entrare non
ci sono; addirittura ho visto in vendita piante di agrumi, segno che
il clima mite consente loro di sopravvivere, salvo tenerli in vaso e
riparali durante l'inverno! Credo che sull'isola ci sia una certa
presenza di Jwesh per certi segnali che ho colto.
Lasciata
l'isola, appena passato il ponte sosto per foto, ma non so resistere
alle more, intese come bacche scure, qui particolarmente abbondanti;
me ne faccio una prima scorpacciata, poi ne raccolgo un po' per
trattarle in macedonia, quindi proseguo: questa è terra sacra per i
First Nations Suquamish e Duwamish, ai quali apparteneva Chief Seath
per parte di padre e di madre, e poco lontano da qui vi è la sua
tomba, che è mia intenzione raggiungere.
La
riserva all'interno della quale si trova mi appare particolarmente
ben tenuta; prima di raggiungerla mi soffermo su un monumento ligneo
eseguito da un artista First Nation, ottenuto lavorando legname
millenario, credo si tratti di yellow cedar, che è anche la qualità
più facile su cui operare.
Poco
distante vi è un cimitero dove sono sepolti molti Squamish, ma non
solo loro. Nell'avvicinarmi mi procuro qualcosa da lasciare in
omaggio, così compongo una pigna, una moneta, e successivamente
trovo ed aggiungo anche una penna di Raven.
Ho
già scritto di quanto i cimiteri esercitano una certa presa su di me, quando
nel cimitero aleggia lo spirito di un grande uomo quale è stato
Chief Seath la presa risulta superiore; al di là dei sentimenti e
della commozione che può generare lo stare nello stesso luogo dove
altri, con le loro azioni da vivi, hanno scritto pagine di storia, a
me risulta difficile lasciarlo, e allora mi muovo ad ampio raggio
cercando di capire qualcosa anche degli altri dalle lapidi. Ho letto
di un altro capo che ha vissuto sino al compimento dei 112 anni!,
così come di bimbi che si sono affacciati alle porte di questo mondo
per una frazione minuscola di tempo.
Tornando
alla vita, arrivato a Poulsbo mi trovo in una realtà che si rifà ad
origini Vikinghe di Norvegia: fra le bandiere che oggi garriscono
poco per assenza di vento c'è anche quella del Circolo Polare
Artico, dal quale provenivano queste genti.
Molti nomi sono espressi nella lingua originale, così come molte strade o altro sono intitolate ai reali di Norvegia.
Nel
riprendere alcune immagini mi vengo a trovare a contatto con altre
more copiose in questa terra di bianchissimibiondorossicci, e così inizia una
seconda scorpacciata, anche se un vago pensiero ai possibili effetti
collaterali mi passa per la mente!
Continuando
la mia esplorazione vedo un vicolo colorato da T Shirts appese ad
asciugare: strano, non è in sintonia con il resto; infatti qui c'è
una locanda mexicana, e l'ordine nordico non è condiviso!
Non
c'è luogo in questa terra che io possa dire di non aver trovato
apprezzabile: è vero anche che questa è la stagione dry, in altre
circostanze, con pioggia e nebbia, non so che effetto avrebbero
generato in me, certo non questo entusiasmo diffuso che provo e che
mi da gioia.
La
temperatura è oggi attorno ai 30°/32°, la camminata zaino in
spalla mi ha fatto sudare, prima di ripartire mi concedo una doccia
al volo davanti all'ufficio postale.
Dopo
la mia meta è Port Townsend, di fronte a Whidbey Island con la quale
vi è un collegamento ferry, l'sola visitata nei giorni scorsi;
ancora una volta GPS è in disaccordo con me. Per un po' lo lascio
fare e lui mi porta su stradine bellissime a traffico zero, il
massimo del WILD, ma di fronte all'insegna per la città che indica a
dx, lui insiste per andare a sx, così lo zittisco per non sentire
più le esortazioni a fare inversione di marcia. Certo non sarà
colpa sua, forse è l'imput che riceve che non è giusto, fatto sta
che a volte mi risultano totalmente incomprensibili le sue
indicazioni.
Dopo
aver percorso parecchia strada completamente inforestato,
all'improvviso la situazione cambia, il che vuol dire che i bianchi
dell'epoca hanno provveduto ampiamente ad estirpare la foresta
originaria! L'impressione iniziale del luogo, famoso per il suo
waterfront in stile vittoriano, è molto positiva, anche per la
presenza di un Park & Ride stupendo nel quale mi colloco e nel
quale, miracolo, trovo una connessione comunale con segnale buono,
tanto da poter utilizzare skype e parlare nella mia lingua.
La
pecca di questo Stato è rappresentata dal costo del carburante: il
più alto in assoluto sin ora conosciuto, sino a $ 4,50 per U.S.G.!
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