domenica 19 agosto 2012

Kitsap Peninsula & Bainbridge Island




Trascorsa ieri la giornata "festiva", oggi mi metto in movimento presto perché, prima di riprendere a viaggiare, è mia intenzione provvedere a controllare la convergenza alle ruote anteriori del Nomade; ieri sera, poco prima di fermarmi, ho notato un centro Tires Les Schwab, una catena diffusa negli stati del West, e spero che sia dotato degli spazi necessari per ricevermi. Mi presento poco prima delle 8 e un'addetto si occupa subito di me: buon segno! Assisto a tutte le operazioni e manifesto i suggerimenti che avevo avuto dal gommista italico: il ragazzo esegue velocemente il suo lavoro, ma quando arriva il momento di invertire le gomme, dopo averle smontate, ci accorgiamo che la posteriore lato guida è sconsigliabile riutilizzarla. Pertanto entra in gioco la scorta e le altre restano al loro posto, a scorta ci va quella dall'anomalo consumo. L'operazione dura meno di due ore, e presenta alcuni vantaggi rispetto alle precedenti similari: il costo, $ 62, 30 gg di garanzia sul lavoro effettuato, come dire che il prossimo controllo, ed in trenta giorni matura sicuramente un nuovo controllo, se i valori sono cambiati, forse mi esce gratuito. Al di la di questo aspetto, stavolta il costo è stato umano.


E ora si va verso la Olympic Peninsula, anche se non ho ancora ben chiaro come procedere; inoltre non ho considerato l'intasamento sulla I US 5, che porta a procedere a passo d'uomo e ad alcune soste. Certo che è un grosso handicap per chi è costretto a percorrere le autostrade che toccano quest'area! Colgo ancora qualche immagine di Seattle da bordo fra una sosta e l'altra, poi vado con meta Walmart a Federal Way, poco prima di Tacoma, e la raggiungo con qualche difficoltà perché GPS non è d'accordo sul percorso, così mi costringe ad un'uscita prematura in un luogo dove, per rientrare, ho dovuto fare un giro su un'altra Hyway.


Riparto da lì verso le 14.30, fa caldo, il traffico è sempre intenso e la zona non mi sembra di alcun pregio sino a che supero Tacoma e comincio a muovermi nella Kitsap Peninsula (porta il nome di Chief Kitsap, generazione precedente a quella di Chief Seath: entrambi furono in rapporti con Cpt. Vancouver), andando ad effettuare la prima conoscenza a Gig Harbor. 



Questa località porta le traccie ancora evidenti del lavoro svolto qui da immigranti svedesi e croati, in particolare di questi, giunti verso il 1880: la loro attività fu incentrata nella pesca e nel commercio del pesce. Nell'apprendere storie come queste, di gente partita con niente al seguito, da lontano, che forse nemmeno immaginava, prima di lasciare le proprie terre, la destinazione finale del proprio viaggio, io resto ammirato: qui allora era foresta fitta, non esisteva nulla se non la natura. Ebbene, questa gente è arrivata, ha provato qualche strada sino a che ha capito quale sarebbe stata la migliore da seguire, ha lavorato sodo inventando il commercio del pesce nel Puget Sound, ha svolto il ruolo di faro per altri croati che sono arrivati al seguito, creando una comunità che si è radicata e che ha dato ai luoghi contributi significativi attraverso i suoi rappresentanti. 



Il luogo è assai gradevole, ben presentato, gli scorci panoramici non sono diversi dagli altri, ma quando ti soffermi qua e là senti che c'è armonia.
In tutti i luoghi del mondo, quando vedo quanti ristoranti e caffè/bar esistono, mi chiedo sempre come è possibile far star in piedi tante attività simili tanto vicine l'una all'altra: la risposta è più semplice del previsto, la maggior parte delle persone non si muove sulla base dei miei criteri, vuole intrattenersi in luoghi del genere che diventano la meta da raggiungere, ed ha anche soldi da spendere per questo: lo chiamano divertimento!


Lasciato Gig Harbor incontro Bremerton, sede di Base Navale, località di notevoli dimensioni sviluppata architettonicamente con un taglio da città: mi risulta meno piacevole e quindi proseguo.
Non immaginavo di dover fare così tanti km. per raggiungere Bainbridge Island by Agate passage, e quando la raggiungo, al di là del momento di attraversamento del ponte per cui si vede il mare, poi mi trovo a correre nella foresta. 

Allora cerco una deviazione, ma comunque il mare non è facile da vedere perché, fra lui e la strada ci sono le proprietà immobiliari che spesso non si vedono nemmeno per quanto restano inforestate. In un piccolo tratto la strada, che in realtà è una stradina, corre a filo d'acqua, e proprio di fronte a Seattle: uno spettacolo!


Resto sempre colpito dal fattore scenico e dalle prospettive: Palladio "docet" (anche se è stato un grande osservatore della natura prima di proporre a Vicenza, nel teatro che porta il suo nome, l'effetto scenico dato dalla prospettiva),  e partendo dall'acqua si incontra una prima foresta ondulata, poi una seconda foresta su quote diverse, via via sino a vedere in fondo le montagne che ho tanto apprezzato nei giorni scorsi.


La prima impressione di quest'isola non mi risulta favorevole perché non c'è mai la possibilità di fermarsi, ma poi la capisco meglio: questa è un'isola esclusivamente per residenti stabili e/o pendolari by ferry. 
Da questo punto di vista la trovo magnifica, anche se di fatto non esiste alcun centro storico: conta una popolazione di 23.290 abitanti sparpagliati nella foresta, fra questi molti intellettuali, per un totale di 8.929 famiglie, età media 44 anni, è grande come Manhattan, circa 10 miglia per 5, sviluppa 53 miglia di coste, è comodamente collegata a Seattle by ferry. 


Anche qui ho indagato sui prezzi delle proprietà immobiliari: si va mediamente da $ 350.000 sino a $ 2.650.000, chissà in quale fascia si sarà orientato Mr. Guterson, lo scrittore qui residente, del quale ho avuto modo di leggere in anteprima la traduzione del suo manoscritto giusto un anno fa.


Eseguendo un percorso ormai all'imbrunire, per recuperare la strada maestra perdo un pò di tempo: anche qui ci sono delle pendenze incredibili, ed io mi sono trovato in seria difficoltà quando, salendo con il primo rapporto inserito, ho sentito venir meno il grip e l'avantreno slittare facendomi scartare sullo stretto della stradina. Ho sofferto, ma ho tenuto duro ed ho conquistato una minore pendenza dove ho potuto controllare la situazione: si, perché ad un certo punto ho pensato di essere con una gomma a terra per come il Nomade stava rispondendo alla mia chiamata.
Tornato al “capoluogo” ho qualche indecisione per la sosta notturna, ma poi mi convinco che posso rimanere lì dove sono: sono anche stanco, per cui vado a letto prima del solito, consapevole che potrei avere visite notturne.
Infatti sono le 2 e 25 quando sento un toc toc: salto giù dal letto e vado al posto di guida dove trovo all'esterno la coppia classica di poliziotti, un maschio ed una femmina, a distanza di sicurezza con le pile accese.
Affabili mi chiedono alcune cose, nemmeno mi domandano un documento di identità, vogliono solo sapere perché sono lì; una volta conosciuta la situazione, ancora uno scambio di battute fra di noi, l'augurio della buona notte e via!





In mattinata ho messo il naso anche nell'unico market disponibile e ne ho ricavato una buona impressione: prezzi in linea con gli articoli presentati, spesso ricercati e non reperibili ovunque. Grande selezione di olive di varie provenienze, così come per l'olio di oliva ed altri prodotti che nelle catene dove sono solito entrare non ci sono; addirittura ho visto in vendita piante di agrumi, segno che il clima mite consente loro di sopravvivere, salvo tenerli in vaso e riparali durante l'inverno! Credo che sull'isola ci sia una certa presenza di Jwesh per certi segnali che ho colto.



Lasciata l'isola, appena passato il ponte sosto per foto, ma non so resistere alle more, intese come bacche scure, qui particolarmente abbondanti; me ne faccio una prima scorpacciata, poi ne raccolgo un po' per trattarle in macedonia, quindi proseguo: questa è terra sacra per i First Nations Suquamish e Duwamish, ai quali apparteneva Chief Seath per parte di padre e di madre, e poco lontano da qui vi è la sua tomba, che è mia intenzione raggiungere.




La riserva all'interno della quale si trova mi appare particolarmente ben tenuta; prima di raggiungerla mi soffermo su un monumento ligneo eseguito da un artista First Nation, ottenuto lavorando legname millenario, credo si tratti di yellow cedar, che è anche la qualità più facile su cui operare.





Poco distante vi è un cimitero dove sono sepolti molti Squamish, ma non solo loro. Nell'avvicinarmi mi procuro qualcosa da lasciare in omaggio, così compongo una pigna, una moneta, e successivamente trovo ed aggiungo anche una penna di Raven.



Ho già scritto di quanto i cimiteri esercitano una certa presa su di me, quando nel cimitero aleggia lo spirito di un grande uomo quale è stato Chief Seath la presa risulta superiore; al di là dei sentimenti e della commozione che può generare lo stare nello stesso luogo dove altri, con le loro azioni da vivi, hanno scritto pagine di storia, a me risulta difficile lasciarlo, e allora mi muovo ad ampio raggio cercando di capire qualcosa anche degli altri dalle lapidi. Ho letto di un altro capo che ha vissuto sino al compimento dei 112 anni!, così come di bimbi che si sono affacciati alle porte di questo mondo per una frazione minuscola di tempo.




Tornando alla vita, arrivato a Poulsbo mi trovo in una realtà che si rifà ad origini Vikinghe di Norvegia: fra le bandiere che oggi garriscono poco per assenza di vento c'è anche quella del Circolo Polare Artico, dal quale provenivano queste genti.




Molti nomi sono espressi nella lingua originale, così come molte strade o altro sono intitolate ai reali di Norvegia.
Nel riprendere alcune immagini mi vengo a trovare a contatto con altre more copiose in questa terra di bianchissimibiondorossicci, e così inizia una seconda scorpacciata, anche se un vago pensiero ai possibili effetti collaterali mi passa per la mente!

Continuando la mia esplorazione vedo un vicolo colorato da T Shirts appese ad asciugare: strano, non è in sintonia con il resto; infatti qui c'è una locanda mexicana, e l'ordine nordico non è condiviso!


Non c'è luogo in questa terra che io possa dire di non aver trovato apprezzabile: è vero anche che questa è la stagione dry, in altre circostanze, con pioggia e nebbia, non so che effetto avrebbero generato in me, certo non questo entusiasmo diffuso che provo e che mi da gioia.




La temperatura è oggi attorno ai 30°/32°, la camminata zaino in spalla mi ha fatto sudare, prima di ripartire mi concedo una doccia al volo davanti all'ufficio postale.




Dopo la mia meta è Port Townsend, di fronte a Whidbey Island con la quale vi è un collegamento ferry, l'sola visitata nei giorni scorsi; ancora una volta GPS è in disaccordo con me. Per un po' lo lascio fare e lui mi porta su stradine bellissime a traffico zero, il massimo del WILD, ma di fronte all'insegna per la città che indica a dx, lui insiste per andare a sx, così lo zittisco per non sentire più le esortazioni a fare inversione di marcia. Certo non sarà colpa sua, forse è l'imput che riceve che non è giusto, fatto sta che a volte mi risultano totalmente incomprensibili le sue indicazioni.




Dopo aver percorso parecchia strada completamente inforestato, all'improvviso la situazione cambia, il che vuol dire che i bianchi dell'epoca hanno provveduto ampiamente ad estirpare la foresta originaria! L'impressione iniziale del luogo, famoso per il suo waterfront in stile vittoriano, è molto positiva, anche per la presenza di un Park & Ride stupendo nel quale mi colloco e nel quale, miracolo, trovo una connessione comunale con segnale buono, tanto da poter utilizzare skype e parlare nella mia lingua.
La pecca di questo Stato è rappresentata dal costo del carburante: il più alto in assoluto sin ora conosciuto, sino a $ 4,50 per U.S.G.!

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