giovedì 16 agosto 2012

Chief Seattle




Feriae Augustae- E così è stato, un frullio d'ali e mi sono ritrovato a bordo del Ferry che, per il modico importo di $ 18,  mi trasborda sulla terraferma, a Mukilteo.
Però verso le 5 di stamani, quando ho sentito voci umane, mi sono alzato e vedendo che il parcheggio si era già quasi del tutto riempito ho pensato bene di spostare il Nomade per liberare posti auto.
Una volta sulla I US 5, a causa di una disattenzione, anziché immettermi nella corsia Seattle, mi sono ritrovato sulla strada per Everett: mai disattenzione fu tanto produttiva! Eh si, perché quando stavo pensando che alla prima uscita avrei invertito il senso di marcia, un cartello mi indica esserci subito una Rest Area dotata di camperservice: è il caso di dirlo, ho fatto il pieno e anche di più!
La sensazione è che la giornata sia più calda in terraferma, e intanto mi immetto nella direzione Seattle. Più la meta si avvicina, più aumentano le corsie autostradali, più si rallenta sino a fermarsi.


Comunque ho deciso per l'uscita 166 che dovrebbe portarmi facilmente alle due zone sulle quali desidero soffermarmi: Pike Place Market e Pioneer Square.
Al traffico mi ero disabituato, e qui è intenso; non sarà così semplice trovare da parcheggiare! Infatti, arrivato in area Market, che è tutto un sali scendi senza alcuna possibilità di sosta per il Nomade, giro a sx sulla 1st Avenue, ma non c'è storia. Allora piego a dx sino a guadagnare il Waterfront, mi infilo sotto alla Alaskan Frwy dove ho visto che ci sono dei parcheggi, ma sono l'ultimo della fila e troppo grosso per questi spazi. Sento materializzarsi la possibilità di dover proseguire saltando la tappa, ormai le speranze sono vicine allo zero, ma l'occhio coglie dei Van sistemati proprio sotto all'accesso del Pike: avanzo con cautela e mi sembra che nulla ostacoli anche il mio parcheggio. 





Giusto il tempo per consumare un boccone e poi vado a pagare il biglietto: anche qui, come a Philadelphia, su questi argomenti non scherzano! Per fortuna che si tratta di un parcheggio comunale e che le tariffe sono calmierate, ma 4 ore sono comunque $ 16!




Inizio dal Market, dove mi ritrovo, anche se ho la sensazione che siano cambiati i negozianti: nelle precedenti visite non mi ero reso conto che tutto il settore dei fiori fosse in mano ad orientali, così come il settore della frutta e verdura oggi risulta equamente suddiviso fra oriente ed occidente, il settore del pesce mi sembrava molto più vasto rispetto ad oggi: ma si sa, la memoria gioca brutti scherzi! 




Mi diverto a riguardarmi anche tutte le attività di fronte al mercato, e queste mi sembrano le stesse. 





L'ambiente è frizzante, la gente in giro è tanta, il cielo è terso, il mare è piatto, sullo sfondo le montagne innevate, i ferry continuano ad attraccare e a lasciare i Pier, la ruota con le gondole è in movimento costante, i fiori sono ovunque ed addobbano le strade con tanti colori, mentre molti personaggi particolari si aggirano o semplicemente sono sdraiati a terra dormienti, altri, dotati di capacità artistiche, sono all'opera suonando e/o cantando: è un ambiente che hai bisogno di un attimo di tempo per cercare di decifrarlo, ma la sensazione che provo è di appagamento.




Dopo un paio d'ore trascorse nella folla, mi avvio a piedi verso il Pioneer Square percorrendo il Waterfront, dove percepisco il sole picchiare. Mi soffermo davanti ad un ristorante praticato in passato, Ivar's, e scopro così che il Norvegese, arrivato qui con le pezze sui pantaloni, (sapevo già che inizialmente aveva lavorato nel legname e che la sua fortuna fu quella di raccogliere e cucinare Clams), ha dato il proprio nome ad una catena di ristoranti presenti non solo in città!




Giunto al Pioneer assisto anche ad un intervento dei Fire Man giunti in forze davanti ad uno Starbucks, ma ben presto ritirati senza lo stesso clamore dall'arrivo. Il quartiere è quello storico, quello che doveva essere abbattuto ma che trovò nella società civile l'opposizione a tale operazione, trasuda della storia di quegli uomini (qui, vicino al porto, era tutta una segheria ed i tronchi venivano fatti rotolare giù dalle strade), anche se oggi ci sono parcheggiati parecchi homeless.







Alla fine del mio percorso incrocio una Fiat 500: devo dire che se ne vedono sulle strade di tutti gli Stati, così come le mini, prodotti europei che qui hanno saputo imporsi, pur con le loro ridotte dimensioni.




Nell'avvicinarmi al Nomade, percorro la 4th e poi la 2th, quindi Downtown, sin tanto che a Seneca piego a sx e riguadagno il Market. 


Mi tuffo ancora una volta al suo interno, alcune attività stanno già sbaraccando, colgo le ultime immagini, anche all'esterno, prima di salire a bordo per ricaricare un po' le pile. E' stata una cavalcata senza soste, per scelta non mi sono interessato di tutte le cianfrusaglie più o meno etniche o di tendenza, ho seguito la pista dei colori e degli odori, e quella della mia sensibilità.



E' una città che avvince: acqua di mare, acqua di lago, montagne, salite ardite che sono anche discese impegnative, e tanta gente fuori dagli schemi, ma anche tanta che esercita un minor impatto su chi viene da lontano.


Dopo un'ora di recupero cerco di raggiungere un Walmart serio; ho l'indirizzo, imposto il navigatore e vado, ma è un orario in cui ci si muove lentamente sino a che le strade sono quelle di downtown, poi il traffico diventa scorrevole. Purtroppo questo Walmart è TROPPO serio, perché è di una categoria superiore e si chiama SAM'S CLUB, è necessario avere una tessera per accedervi, le confezioni sono enormi, adatte a squadre di football americano, quindi rinuncio, ma non rinuncio all'ottima connessione che è disponibile.      

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