Feriae
Augustae- E così è stato, un frullio d'ali e mi sono ritrovato a
bordo del Ferry che, per il modico importo di $ 18, mi trasborda sulla terraferma, a Mukilteo.
Però
verso le 5 di stamani, quando ho sentito voci umane, mi sono alzato e
vedendo che il parcheggio si era già quasi del tutto riempito ho
pensato bene di spostare il Nomade per liberare posti auto.
Una
volta sulla I US 5, a causa di una disattenzione, anziché immettermi
nella corsia Seattle, mi sono ritrovato sulla strada per Everett: mai
disattenzione fu tanto produttiva! Eh si, perché quando stavo
pensando che alla prima uscita avrei invertito il senso di marcia, un
cartello mi indica esserci subito una Rest Area dotata di
camperservice: è il caso di dirlo, ho fatto il pieno e anche di più!
La
sensazione è che la giornata sia più calda in terraferma, e intanto
mi immetto nella direzione Seattle. Più la meta si avvicina, più
aumentano le corsie autostradali, più si rallenta sino a fermarsi.
Comunque
ho deciso per l'uscita 166 che dovrebbe portarmi facilmente alle due
zone sulle quali desidero soffermarmi: Pike Place Market e Pioneer
Square.
Al
traffico mi ero disabituato, e qui è intenso; non sarà così
semplice trovare da parcheggiare! Infatti, arrivato in area Market,
che è tutto un sali scendi senza alcuna possibilità di sosta per il
Nomade, giro a sx sulla 1st Avenue, ma non c'è storia.
Allora piego a dx sino a guadagnare il Waterfront, mi infilo sotto
alla Alaskan Frwy dove ho visto che ci sono dei parcheggi, ma sono
l'ultimo della fila e troppo grosso per questi spazi. Sento
materializzarsi la possibilità di dover proseguire saltando la
tappa, ormai le speranze sono vicine allo zero, ma l'occhio coglie
dei Van sistemati proprio sotto all'accesso del Pike: avanzo con
cautela e mi sembra che nulla ostacoli anche il mio parcheggio.
Giusto il tempo per consumare un boccone e poi vado a pagare il
biglietto: anche qui, come a Philadelphia, su questi argomenti non
scherzano! Per fortuna che si tratta di un parcheggio comunale e che
le tariffe sono calmierate, ma 4 ore sono comunque $ 16!
Inizio
dal Market, dove mi ritrovo, anche se ho la sensazione che siano
cambiati i negozianti: nelle precedenti visite non mi ero reso conto
che tutto il settore dei fiori fosse in mano ad orientali, così come
il settore della frutta e verdura oggi risulta equamente suddiviso
fra oriente ed occidente, il settore del pesce mi sembrava molto più
vasto rispetto ad oggi: ma si sa, la memoria gioca brutti scherzi!
Mi
diverto a riguardarmi anche tutte le attività di fronte al mercato,
e queste mi sembrano le stesse.
L'ambiente è frizzante, la gente in
giro è tanta, il cielo è terso, il mare è piatto, sullo sfondo le
montagne innevate, i ferry continuano ad attraccare e a lasciare i
Pier, la ruota con le gondole è in movimento costante, i fiori sono
ovunque ed addobbano le strade con tanti colori, mentre molti
personaggi particolari si aggirano o semplicemente sono sdraiati a
terra dormienti, altri, dotati di capacità artistiche, sono
all'opera suonando e/o cantando: è un ambiente che hai bisogno di un
attimo di tempo per cercare di decifrarlo, ma la sensazione che provo
è di appagamento.
Dopo
un paio d'ore trascorse nella folla, mi avvio a piedi verso il
Pioneer Square percorrendo il Waterfront, dove percepisco il sole
picchiare. Mi soffermo davanti ad un ristorante praticato in passato,
Ivar's, e scopro così che il Norvegese, arrivato qui con le pezze
sui pantaloni, (sapevo già che inizialmente aveva lavorato nel
legname e che la sua fortuna fu quella di raccogliere e cucinare
Clams), ha dato il proprio nome ad una catena di ristoranti presenti
non solo in città!
Giunto
al Pioneer assisto anche ad un intervento dei Fire Man giunti in
forze davanti ad uno Starbucks, ma ben presto ritirati senza lo
stesso clamore dall'arrivo. Il quartiere è quello storico, quello
che doveva essere abbattuto ma che trovò nella società civile
l'opposizione a tale operazione, trasuda della storia di quegli
uomini (qui, vicino al porto, era tutta una segheria ed i tronchi
venivano fatti rotolare giù dalle strade), anche se oggi ci sono
parcheggiati parecchi homeless.
Alla
fine del mio percorso incrocio una Fiat 500: devo dire che se ne
vedono sulle strade di tutti gli Stati, così come le mini, prodotti
europei che qui hanno saputo imporsi, pur con le loro ridotte
dimensioni.
Nell'avvicinarmi
al Nomade, percorro la 4th e poi la 2th, quindi Downtown,
sin tanto che a Seneca piego a sx e riguadagno il Market.
Mi tuffo
ancora una volta al suo interno, alcune attività stanno già
sbaraccando, colgo le ultime immagini, anche all'esterno, prima di
salire a bordo per ricaricare un po' le pile. E' stata una cavalcata
senza soste, per scelta non mi sono interessato di tutte le
cianfrusaglie più o meno etniche o di tendenza, ho seguito la pista
dei colori e degli odori, e quella della mia sensibilità.
E'
una città che avvince: acqua di mare, acqua di lago, montagne,
salite ardite che sono anche discese impegnative, e tanta gente fuori
dagli schemi, ma anche tanta che esercita un minor impatto su chi
viene da lontano.
Dopo
un'ora di recupero cerco di raggiungere un Walmart serio; ho
l'indirizzo, imposto il navigatore e vado, ma è un orario in cui ci
si muove lentamente sino a che le strade sono quelle di downtown, poi
il traffico diventa scorrevole. Purtroppo questo Walmart è TROPPO
serio, perché è di una categoria superiore e si chiama SAM'S CLUB,
è necessario avere una tessera per accedervi, le confezioni sono
enormi, adatte a squadre di football americano, quindi rinuncio, ma
non rinuncio all'ottima connessione che è disponibile.
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