lunedì 16 luglio 2012

Vagando fra Virginia-West Virginia-Ohio-Indiana-Illinois alla ricerca di un clima migliore




Mercoledì 11, dopo aver ripensato alle parole del forestale di ieri circa la situazione climatica, tenuto conto dell'afa mattutina, a Monticello – possedimenti Th. Jefferson impossibili da visitare per il costo proibitivo del biglietto ( in fondo si tratta di una minima parte della casa realizzata in stile Palladiano quando del Palladio conosco bene gli originali!) - 


dove ho potuto mettere il naso, l'ho messo, restando molto sorpreso dalla consistenza degli stati sul territorio ai primi dell'800: sapevo che la Luisiana era stata acquistata da Napoleone che aveva problemi di cassa, ma una mappa che ho visto evidenzia tutto un ampio corridoio che arriva sino al Canada con il termine Luisiana Purchase, argomento che devo approfondire.


Inoltre ho capito che T.J. è stato sicuramente un grande personaggio, geniale ed egocentrico e, temo, piuttosto narciso; tutta la sua storia riportata ufficialmente sottace completamente il fatto dei figli avuti da una schiava: uomo capace di ragionare ed elaborare teorie, ma troppo umano nel non saper essere coerente con le stesse.
Passo al riesame i percorsi possibili cercando di evitare le aree più calde. Come ogni scelta, anche questa prevede delle rinunce, ma preferisco puntare verso nord-nord ovest piuttosto che scendere ancora. Quindi via per Elskins percorrendo una strada che corre sia sul fondo valle che scalando ripetutamente le colline: nulla da invidiare al percorso di ieri, salvo che qui non ci si può fermare! 


Mentre sono in sosta breve a lato strada con l'intento di far riposare il motore dopo una delle tante scalate, una delle rare vetture circolanti su questo itinerario mi vede e si ferma solo per chiedermi se ho bisogno di aiuto: la coppia a bordo, una volta saputa la mia provenienza, resta sorpresa e affascinata.
La strada diventa più curvosa e a sali scendi, inoltre si mette a piovere: situazione di massima all'erta per via della mia supermassa che deve andare su e giù su pendenze del 9%, salendo e scendendo a marce basse anche perché le curve hanno delle limitazioni sino a 15 mph.


Lungo il percorso che presenta paesaggi agricoli stupendi, territorio tutto in movimento con colori variati fra le coltivazioni, i prati rasati, gli alberi, e a tratti anche casette assai gradevoli, incontro un solo centro degno di essere citato, Staunton, per il resto si tratta di farm di dimensioni medio piccole che furono sviluppate da pionieri in disaccordo con i grandi proprietari della Virginia, tanto da distaccarsene in occasione della guerra civile, costituendo la West Virginia. Poi foreste, e la prima contea del WV che incontro è denominata Pocaontas, dal nome della principessa indiana andata sposa ad un bianco che per primo trovò il modo di far fruttare questi territori introducendo la coltivazione del tabacco.


Il contachilometri segna 238327, quindi sono già più di 5.000 i km. percorsi in U.S.A; ora ho un programma di massima che mi porterà ad attraversare Ohio, Indiana, Illinois, Iowa, Minnesota prima di arrivare in South Dakota per iniziare da lì a visitare un bel po' di N.P.: Badlands, Yellowstone, Grand Teton, Glacier, Olympic, North Cascades, Mt. Rainer.


Giovedì 12, verso mattina ho tirato su la copertina ed ho pensato: buon segno!
Invece la giornata è stata fra i 90° ed i 100° F all'esterno, ma all'interno del Nomade un po' di più.
Ho optato per strade veloci, ciononostante non sono riuscito a percorrere più di 420 km. a causa delle soste imposte dal clima. 



Ho trascorso la giornata sugli Appalachi, ma fuori dall'autostrada i panorami sono assai più gradevoli. 





Prima della sosta, arrivato in Ohio, ho raggiunto una località chiamata Sugarcreek, dove i pionieri che approcciarono quelle zone si vantano di aver realizzato una piccola CH, in concomitanza con una consistente presenza di Amish e di Mennoniti, tutte appartenenze religiose super integraliste sin dal 1600, costrette a migrare perchè ritenute insopportabili in madre patria!




Ho incrociato un calesse con a bordo due ragazze abbigliate secondo tradizione, ma ho anche visto gente abbigliata ma a bordo di auto, segno che qualcosa si muove.





Arrivato al posto sosta ho notato un'auto che mi stava seguendo pari pari fintanto che, spento il motore, sono stato avvicinato con interesse dalla coppia che stava a bordo, la quale mi ha confermato che posso stare qui dove sono e che l'ondata di calore che mi fa soffrire è inusuale.






Venerdì 13 luglio, un mese è già volato via e ancora devo capire questo grande paese; 



quello che ho visto mi dice: tanto verde, tanta acqua, tanti animali selvatici, tanti spazi, tanta agricoltura, tanto spreco nei consumi, tante case miserevoli sparse in giro, tante strade mantenute male, tutte le città abbastanza degradate nelle periferie, tanta gente cordiale, tanta gente che si fa i fatti propri, tanti automobilisti irrispettosi delle loro ferree regole e un po' intolleranti, tanti in movimento sin dalle 5 del mattino, tanti market aperti 24 h al giorno per 7 gg. a settimana, tanto sovrappeso!



La nottata sarebbe andata bene se i trucks parcheggiati vicino a me non avessero tenuto i motori accesi per refrigerarsi.

Mattinata dedicata al Mohican State Park dove ho sfiorato un tacchino selvatico, ma prima ancora ho avuto qualche incontro con Amish: gli uomini anziani che ho visto erano tutti dotati di barba bianca e mi sono sembrati il nonno di Heidi!











Poi lungo trasferimento su strada veloce sino a Fort Wyne;


durante una sosta non ho potuto evitare di fotografare un gruppetto di 5 femmine ed un maschio, lui escluso, pilota di una moto a tre ruote, le femmine, l'una per l'altra, dire che erano in sovrappeso è usare un eufemismo: una di queste viaggiava sulla moto, forse per questo la moto era dotata di doppia ruota posteriore!



Nell'ultimo tratto del percorso, poco prima che il paesaggio perdesse fascino a causa dell'appiattimento più completo, ho notato una consistente presenza di pale eoliche, le prime che vedo su questo territorio.
Mi sono reso conto tardivamente del motivo per cui oggi ero particolarmente osservato: indossavo la T Shirt con la scritta Timbuctu The Mysterious e la Moschea sul davanti, sul retro I Have Been To Timbuktu And Back con cammelliere e cammelli, argomenti assolutamente inusuali per questi luoghi.


Sabato 14, wi fi c'è e così comincio ad aggiornare il blog. Ci vuole tempo, per cui  mi muovo quando l'aria ha già perso quel minimo di freschezza mattutina.


Volendo dare un'occhiata a downtown so che perderò ulteriore tempo, ma ci provo egualmente: è proprio la giornata sbagliata in quanto è in corso la ricorrenza del three rivers festival e la polizia ha isolato il centro.










Chiedo se si può aggirare l'ostacolo ed il poliziotto mi indica l'alternativa, aiutandomi anche nell'effettuare la manovra di retromarcia e di inversione: molto gentile.



Dopo un po' trovo la possibilità di sosta, ma pattugliare mi è bastato per capire la consistenza della città; la guida LP non ne parla, ma sul web ho trovato varie lunghe descrizioni di italici su questo luogo, quasi si trattasse di una scoperta.


La scenetta divertente avviene al Visitor Center: bei locali, refrigerati, con due addette presenti e nessun “cliente”.
Personalmente sono a conoscenza di un grattacelo primi novecento in stile art deco, ma quando parlo con le tipe il neurone di turno mi fa uno scherzetto, così mi sfugge il termine art deco.
Allora, per farmi capire, uso parafrasi che però confondono le addette, sin tanto che, avendo capito che ero interessato all'architettura, la più sveglia delle due si da da fare e mi stampa dieci paginette sugli esempi di architettura locale; è solo nell'ultima di queste viene riportata proprio la costruzione che avevo in mente, così finalmente posso usare la parolina giusta e ci capiamo.


Mi soffermo anche ad osservare la parata e la gente che la sta ammirando comodamente seduta su sedie pieghevoli portate da casa. Molti di coloro che sfilano rispondono a quei criteri di sovrappeso che tanto continuano a colpirmi, anche perché, spesso, le persone sono in difficoltà a deambulare.







Terminata la passeggiata mi dirigo verso l'Illinois con la solita situazione climatica. Il paesaggio non desta interesse, ogni tanto in cielo si condensa della nuvolaglia, a volte viene giù anche un po' d'acqua, ma la sensazione di mancanza di respiro non cambia.
Arrivo abbastanza in fretta alla fine dell'Indiana, dove inizia una urbanizzazione che include anche tutta l'area di Chicago; qui il traffico aumenta sulla U.S. 30 West, e sulla strada ci sono molti più semafori che impongono continue accelerazioni e frenate. Ci vuole un'ora per togliersi di lì, anche perché ci sono lavori sulla strada che la riducono temporaneamente a poco più di un sentiero, mentre la temperatura esterna supera i 100° F. 

Qui mi superano quasi tutti: io non supero quasi mai gli 85 km/h e mi tengo ben al di sotto dei limiti imposti, ma sono uno dei pochi, quasi tutti sfrecciano con un buon 15% di velocità in più.
E la famosa polizia che si materializzò dal nulla con tanta efficacia durante uno spostamento da Seattle a Vancouver di anni fa, dove diavolo si trova ora?
Passando nell'Illinois ho guadagnato un'ora, così vado avanti a guidare sin che comincio a testare le possibilità di sosta: l'unica area autostradale segnalata no perché ci sono molti trucks che terranno il motore acceso, le prime due uscite successive no perché non c'è nessuna facility, la terza si perché trovo una situazione favorevole, anche se la dimensione del WalMart locale non è di quelle che possono offrire cibo fresco.

Dimenticavo, proprio l'uscita autostradale che ho praticato è indicata come quella per raggiungere il luogo di nascita dell'ex Presidente Reagan!
Ho notato che questo paese, culla del capitalismo lasciato a briglia più sciolta che si può, utilizza gli stessi schemi criticati anni addietro, quando esisteva un blocco avversario: quello del culto della personalità.

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