sabato 21 luglio 2012

South Dakota intenso: Badlands National Park




Mercoledì 18, Il temporale non c'è stato, solo una pioggerella insignificante verso le quattro del mattino. Ho bisogno di wi fi e me la procuro sul presto, prima di recarmi a visitare un museo che mi è piaciuto molto, Akta Lakota Museum and Cultural Center (mi sono sempre chiesto dove si procurassero tutte quelle conchiglie usate per gli ornamenti dei vestiti che per i monili, ed ora ho capito: sono diventate importanti per i Nativi da quando qualche commerciante francese le ha introdotte negli scambi portandole dall'oceano pacifico) : ci sono rimasto più di due ore, anche se mi rendo conto che la mia conoscenza dei Nativi crea una predisposizione verso di loro che ho meno sentito laddove si ricorda sia l'indipendenza dall'Inghilterra che la guerra civile fra nordisti e sudisti. 



Per inciso, questa nazione si era appena costituita e già si era lanciata con le sue truppe sia a Cuba che poi nelle Filippine, in entrambi i casi contro la Spagna: mica male, no?




Lascio Chamberlain verso mezzogiorno, tanto ormai ho visto di essere in grado di sopportare meglio le temperature per me inusuali. 
Sosta cibo su uno sbarramento creato dall'esercito sul Missouri, dove è stata ricordata da non molto tempo la lunga marcia di concentramento di Nativi della quale in passato si è visto anche un film. 



I Nativi, trattati in maniera disumana, sottoposti a marce forzate in un periodo dell'anno con un clima durissimo, arrivarono decimati a destinazione, altri ne morirono dopo per malattie non curate: il vizietto di fare piazza pulita è proprio insito nella mente umana.
La stessa cosa l'hanno fatta i compatrioti sia in Libia che in Etiopia, le S.S. in vari paesi dell'est europeo, più recentemente nell'ex Yugoslavia, sempre bianchi cristiani, tanto per fermarmi alle situazioni più note!




La strada è tutta un'altra cosa rispetto al percorso autostradale dei giorni scorsi: spazi infiniti dove l'occhio si perde sulle varie tonalità di colore presenti dalle colline alle praterie, per non dire della abbondante presenza dell'acqua, e non solo per il Missouri, perché ogni tanto ho incrociato degli invasi senza capire come fossero alimentati. 



Spesso le mandrie ci stanno parcheggiate dentro per trovare sollievo alla calura; qui ho incontrato varie razze di bovini, da quelli Scozzesi a quelli francesi, e mi sono chiesto che tipo di viaggio avranno dovuto affrontare i primi capi di bestiame arrivati qui.



All'apparenza potrebbe sembrare sempre lo stesso panorama, ma io l'ho trovato molto vario e suggestivo nella sua immensità e con la rarefazione della presenza umana.





Verso le 17 mi presento al Visitor Center di Pierre, la capitale dello Stato che prende il nome da un franco-canadese assai intraprendente nella seconda metà dell'ottocento (commerci vari, principalmente pellicce), per scoprire che non è raggiungibile una meta che mi ero ripromesso causa strada interrotta. 


Bisogna dire che sulle strade sto trovando veramente tanti lavori in corso, e nella nazione ancora al primo posto al mondo trovo delle incongruenze inspiegabili. Lo stradino che segnala con paletta double face Stop/Slow il movimento dei veicoli nei due sensi di marcia, al di la del fatto che in tutta europa ciò avviene utilizzando i semafori, questi si posiziona a ridosso delle macchine da lavoro anziché operare da una giusta distanza da loro, che sarebbe utile utile anche per dare ai veicoli il tempo di effettuare una frenata che non sia di emergenza. Così come i sistemi di sicurezza a mio avviso carenti consistenti spesso nella mancanza di Guard Rail, al posto dei quali o ci sono delle corde d'acciaio o degli spazi liberi con pendenze tali che se uno per sbaglio ci mette le ruote è facile che vada a cappottare.



Impegno l'ultimo tempo disponibile per effettuare la visita al Cultural Heritage Center, dopo mi reco al Walmart per acquisti e, a seguire, mi metto nell'unico posto all'ombra che trovo, dietro alla costruzione del Market, in una zona non di parcheggio utenti. Quando sto ultimando i miei lavori ed ho ancora il monitor acceso, con la coda dell'occhio vedo arrivare un'auto della Police. Scendono in due, una femmina bianca ed un maschio nero, e mi avvicinano con fare molto garbato. Spiego loro che dopo una giornata bollente ho utilizzato temporaneamente lo spazio all'ombra, loro vedono il monitor e mi chiedono un po' di cose; ad ogni mia risposta restano sempre più impressionati e contenti nell'apprendere di questo italico che si è preso la briga di portare il proprio veicolo sin qui per conoscere il loro paese. Alla fine non sono baci e abbracci ma quasi, e mentre io mi sposto e loro si allontanano, penso a come sarei stato avvicinato in altri luoghi. Qui nemmeno mi hanno chiesto un documento!


Dovendo sbrigare del lavoro ho ancora bisogno di wi fi e la vado cercando sin che ottengo il risultato quando incrocio una AT&T., poi non resta che ritirarsi in cuccia.


Giovedì 19, partenza alle 7 per godere dell'aria fresca e anche perché ieri ho notato che la temperatura del liquido di raffreddamento tendeva a superare i 90° in talune situazioni. Ciò mi aveva messo in allerta ed avevo già provveduto ad un ulteriore rabbocco del liquido e ad un utilizzo del motore molto oculato, cercando di portarlo sul numero di giri idoneo ad avere respiro nelle continue salite, riducendoli immediatamente nelle discese.




Fin che l'aria non si surriscalda va tutto bene, ma quando sono ormai in vista delle Badlands entro in una fase di preallarme, sin tanto che, controllando i fusibili, noto che proprio quello della ventola è consumato in maniera anomala.



Lo sostituisco e cerco di capire se la cosa è andata a posto, anche perché quando un fusibile fa il suo mestiere vuol dire che c'è un'avaria da curare!






Oggi a bordo ho trovato 42° C, con umidità non rilevabile per quanto è bassa, il che mi consente di fare cose che solo pochi giorni fa non avrei creduto possibili, come effettuare escursioni a piedi alle due del pomeriggio!




Quando leggevo che in questi climi bisogna avere una scorta d'acqua di almeno un gallone a persona mi sembrava tanta, invece è proprio quello che ci vuole.






Durante una serie di soste nei punti panoramici due ragazzi di NY prima scrutano il veicolo, poi passano ad una modesta conversazione, quindi mi chiedono se desidero avere una mia foto scattata da loro e poi, su mia richiesta, mi parlano un pà di loro: Nick e Patrik, due giovani bravi ragazzi di 23 e 24 anni in viaggio da soli.
Successivamente ci perdiamo, anche perché i miei tempi di sosta sono più lunghi dei loro che, da buoni NY, essendo un po' frenetici, li dimezzano rispetto ai miei.







Devo dire che avvicino il Visitor center con il desiderio di poter stare un po' al fresco, così, oltre a guardare tutto ciò che c'è, mi trattengo anche nella sala di proiezione per assistere ad un interessante filmato, fin tanto che riparto effettuando soste continue sia per riprendere immagini di questi luoghi magici e lunari con i quali la sintonia è stata immediata, ma anche per la situazione relativa alla temperatura del liquido di raffreddamento.












 
Dimenticavo che, credo da ieri, la differenza di fuso è aumentata ulteriormente con la madre patria, arrivando a 8 ore;







sapevo che doveva accadere, ma l'ho capito oggi quando, arrivando a Wall per le 18,30, la luminosità era eccessiva ed il sole caldissimo: infatti erano le 17,30, il che vuol dire che le passeggiate che ho effettuato oggi si riferivano ad un'ora prima. In pratica, non erano le 2 quando ero in escursione, bensì l'una, roba da matti!







Ad averlo capito subito avrei potuto andare a visitare anche Wounded Knee Museum, dove so che è presentata dal punto di vista dei Nativi la efferata vicenda accaduta il 29 dicembre del 1890, consistente nello sterminio di oltre 300 persone disarmate, fra le quali donne, anziani e bambini: un massacro con tanto di fossa comune, niente di nuovo sotto il sole, effettuato da bianchi cristiani di provenienza europea.







Per il resto, non perderò tempo a descrivere un certo locale che è reclamizzato in tutti i modi e per il quale la gente va pazza: ci ho messo il naso, mi sono rinfrescato, mi sono ritirato nella mia casa.









Nessun commento:

Posta un commento