lunedì 11 giugno 2012

13 giugno 2012 passaggio nel nuovo mondo


Dopo i frenetici giorni trascorsi nell'eremo che è la mia casa a Sestri Levante, intento agli ultimi preparativi, arrivato a Milano il giorno prima dell'imbarco mi appresto a controllare le mails ricevute trovandone una serie che non contribuiscono a conferire tranquillità.
Mi riferisco a quelle inviatemi dallo spedizioniere di New York, fra le quali la seguente le comprende tutte: “More bad news. Shipment shows on hold by Customs and is scheduled for an exam. Exams are done on Thurdays. So you are looking at June 21, possibly extending to June 22 to pickup. Also additional charges are due for exam. I don't know what they charge.”
Proprio notizie che mi servono per convincermi a modificare il mio itinerario; tutti i ritardi già accumulati mi stavano facendo riflettere su quei 16.000 km ed il tempo necessario per percorrerli, necessari per visitare l'Alaska, ritrovandomi a Seattle orientativamente verso fine agosto, ma ora sembra essere stato calato l'asso di briscola sulla faccenda.
Con le prenotazioni effettuate e senza più tempo utile per effettuare dei cambiamenti mi avvio di buon mattino mercoledì 13 all'aeroporto di Linate; prima operazione, ottenimento di un visto su una mia dichiarazione da parte della Dogana circa gli oggetti in mio possesso non corredati da fattura in funzione del rimpatrio per quando avverrà, seconda operazione, check-in e consegna valigia, terza operazione, controllo del bagaglio a mano per l'imbarco: tutto avviene senza intoppi, il volo Air Lingus EI 433 decolla regolarmente alle 11.20 con destinazione Dublino. A bordo non viene servito nulla a nessuno, anche se sarebbe possibile ottenere qualche cosa a pagamento: personalmente opto per mettere in pancia del cibo durante il tempo da trascorrere a terra in attesa dell'imbarco sul volo EI 109 per New York che decollerà alle 18.30 l.t.. 
Una volta giunto nell'aeroporto della capitale irlandese vengo indirizzato nella zona di collegamento con il volo successivo per ottenere la carta d'imbarco non prima di un ulteriore controllo del mio bagaglio a mano.
La sosta si rivela proficua perché è possibile la connessione wi fi for free in modo tale da consentirmi ulteriori aggiornamenti con invio di emails.
Fuori il cielo è di un grigio pesante e sono contento sulle scelte di abbigliamento effettuate.
In men che non si dica mi trovo a bordo di un velivolo diverso che decolla in orario e raggiunge la meta persino prima del previsto; durante la traversata viene servita sia una cena (la scelgo nella composizione beef per trovarmi in realtà di fronte ad una vaschetta di fusilli al ragu)  che una prima colazione leggera poco dopo. Nello stato in cui mi trovo assumo tutte le calorie del caso non sapendo cosa mi aspetta oltre.
Leggendo, dormicchiando, guardando il piccolo video a mia disposizione senza usare l'audio, le otto ore di volo si consumano nel tempo giusto.
A NY il temuto passaggio davanti ai funzionari dell'Immigration avviene senza difficoltà, così come quello della dogana dopo aver ritirato il bagaglio arrivato indenne, pur non essendo sigillato.
Dopo mi aspetta il desk per prenotare il passaggio shuttle a Newark airport, ore 8.34 locali (2.34 del mattino in patria); ancora un'ora e arrivo a questa destinazione. 
Purtroppo ho a fianco un altro viaggiatore che quando si tratta di indicare al driver dove essere lasciato indica con decisione il Parking n° 5 dove gli shuttle dei vari alberghi continuano a prelevare e ad accompagnare i loro clienti. Io comunico la stessa indicazione senza la certezza sul n° del parcheggio, ma è stata straripante la certezza dell'uomo bianco parlante la lingua del posto che ho subito accreditato come esperto. Il driver diventa matto a cercare il parking n° 5 e, non trovandolo, ci lascia al terminal A.
L'esperto mi porta davanti ai telefoni per chiamare l'albergo in quanto il cellulare qui risulta incapace di operare. 
Bisogna avere degli spiccioli che non ho, allora il tizio acquista una bottiglia di minerale in modo da darmi la possibilità di effettuare un cambio. Tornato ai telefoni prende in mano la cornetta e mi invita ad inserire gli spiccioli mentre imposta i numeri sulla tastiera. Li imposta così bene che non riesce a parlare ma solo a fare scendere i quattrini. Lui non capisce il perché e ci riprova ottenendo lo stesso risultato: così ora devo andare ad effettuare un altro cambio. Al mio ritorna modifica la strategia; dopo aver bruciato un altro carico di spiccioli, finalmente, al quarto tentativo ci riesce. Così apprende che il luogo dove approdano gli shuttle degli alberghi è il parking n° 4, il 5 è del tutto inesistente.
Anche nello spostamento necessario per raggiungere il P 4 a mezzo Airtrain cerca di sbagliare; finalmente, giunti nel posto giusto dove rintraccio il telefono di cortesia con il quale allertare lo shuttle del mio albergo, il troglodita mi saluta dileguandosi: quando mai dare fiducia a qualcuno solo perché parla miagolando come i locali! Anche fisicamente assomigliava al tipo del cartoon Wilma dammi la clava!
Sono le 11 di sera L.T., pari alle cinque del mattino in patria, quando entro nella mega camera dell'alberghetto prescelto: la connessione funziona e mi do da fare prima di coricarmi.

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