Per
essere stata la prima sosta on the road, quella di ieri sera si è
rivelata una scelta felice.
Oggi
è sabato 16
e devo assolutamente cominciare a mettere ordine prelevando materiale
che avevo chiuso in garage per la traversata; in realtà mi sembra di
non essere stato visitato, se manca qualche piccola cosa lo capirò
nel tempo.
Inoltre
devo continuare la lotta alle formiche: all'interno praticamente non
se ne vedono, però nell'area motore si percepisce un certo fermento,
così come sotto al doppio tetto, e poi tutta la polvere che avevo
sparso in giro devo assolutamente togliermela dai piedi.
Mi
faccio forza e mi infilo sotto al veicolo cercando di capire come
risolvere il problema dei ferma marmitta spariti: inizio usando delle
stringhe per tenere ferme le bici, ma dopo due applicazioni
volatilizzate durante gli spostamenti, mi rendo conto che serve una
diversa soluzione al problema.
Fra
una cosa e l'altra si è fatto quasi mezzogiorno; comunque decido di
partire. Mi trovo a ridosso di un'area tanto ricca di fiumi da
svolgere il compito di riserva d'acqua per NYC; si tratta di un'area
collinare, verdissima e ricca di fauna selvaggia, denominata Catskill
Mountaines, percorsa da molte stradine tutte un sali scendi e curve,
impegnative e molto piacevoli.
Pur
trattandosi di quote s.l.m. piuttosto modeste, dappertutto vedo
indicazioni per sciatori: ne deduco che qui nevica abbastanza a bassa
quota per svolgere copiose attività invernali di vario genere.
Ad
ogni sosta controllo la situazione delle macchie che si depositano
sull'asfalto: la spiegazione che mi aveva dato il meccanico, da me
interpellato telefonicamente quando stavo conducendo il Nomade a
Zeebrugge, regge sempre meno. Non è possibile che una eventuale
esuberanza di olio rifornito nel carter del cambio possa produrre un
rigetto tanto abbondante e prolungato. Che si tratti di un liquido
non ci sono dubbi, sul tipo di liquido è tutto da scoprire.
Purtroppo,
di tutti i livelli, quello dell'olio del cambio si trova in una
posizione così complicata che mi risulta impossibile da verificare!
Inoltre
potrebbe trattarsi di altro, anche se i livelli olio motore e
servosterzo permangono ai massimi. Olio del servofreno non può
essere perché me ne sarei accorto alla prima frenata, del
servosterzo nemmeno perché me ne sarei accorto alla prima manovra da
fermo.
Se
non fosse che bisogna smontare tutto il carter ripara fondo motore,
mi sarei già messo all'opera: resta il fatto che l'intervento va
fatto con il veicolo sul ponte e quindi soprassiedo.
Oggi
ho bisogno di fare cambusa, ma sulle stradine per le quali mi muovo
incontro solo targhe indicanti villaggi impalpabili, dove le case
restano invisibili dentro alla boscaglia e se ne percepisce
l'esistenza per il box posta su strada, fintanto che si materializza
un incrocio di più vie di comunicazione e lì non manca un centro
commerciale.
Sul
grande piazzale c'è uno spazio dotato di gazebo attorno al quale
sono piazzate vetture d'epoca e non, tutte con i cofani aperti per
consentire a chi vuole di ammirarne i motori, probabilmente tirati a
lucido e resi brillanti.
Il
primo approccio con il super market Chopper Price contraddice le mie
aspettative basate sui ricordi di Vancouver, così realizzo che non
si tratta di ieri, bensì di dieci anni fa precisi!
Mediamente
trovo tutto caro e cerco di spiegarmi il fatto con la vicinanza di
NYC, o meglio, con la presenza di seconde case abitate da gente che
normalmente vive là.
Tenuto
conto che $ ed € stanno viaggiando quasi alla pari, 770 gr. di
nettarine a $ 3.40 - formaggio cheddar nemmeno paragonabile con
l'originale inglese 283 gr. a $ 4.99 - 400 gr. di olive (buone) a $
7.27 - 820 gr. di pomodori a $ 4.63 - 855 gr. di cipolle a $ 2.45 mi
sono sembrati prezzi alti, senza citare il parmigiano di importazione
a $ 15 per 300 gr.; solo la carne di porco mi è sembrata allo stesso
prezzo che conosco, gr. 740 a $ 4.90 – mentre il diesel a $ 4.40 a
gallone è più conveniente che a casa, ma non di tantissimo.
A
parte queste considerazioni, si vede che anche il potente stato di NY
(Empire State) non ha risorse da destinare alle manutenzioni in
generale: né quelle delle strade né quelle del verde. Essendo che
qui è quasi tutto in mano al privato, gli agglomerati di case
sembrano mal coordinati, tutto è mischiato con un certo disordine, a
meno che non si tratti di un'area residenziale dalle 4 star in su!
Dopo
una serie di soste in punti panoramici durante un'altra giornata
calda, mi fermo volentieri in uno spazio defilato ed ombroso a fianco
ad un gazebo in legno riportante info su Catskills area. Dopo
essermele lette tutte decido di passare qui la notte, così mi metto
a cucinare seriamente mentre vado elucubrando se con un monitor
aggiuntivo il pc potrà rigenerarsi e come dovrò comportarmi con il
mobile.
E'
domenica 17
e oggi terminerò Catskill area per spostarmi su quella molto più
ampia e famosa denominata Adirondack Mountains.
Inizio
a muovermi senza mete precise, tanto per verificare la nomea di
questi luoghi, e devo dire che sono effettivamente dei bei posti.
Nell'affrontare
una delle tante curve, con la coda dell'occhio intuisco la presenza
di vari rottami di auto a lato di un capannone, anch'esso in uno
stato di semi rottamazione; l'occhio è stato catturato dalla sagoma
di un'auto che mi è familiare. Osservo meglio, quindi scendo a fare
un giro ravvicinato: ciò che mi aveva colpito è un'Alfa Romeo GT
rossa, tirata a nuovo, inizialmente penso ad una Junior 1300, ma poi
capisco che qui negli U.S.A., con quel motore che da noi
furoreggiava, sarebbe stata considerata un soprammobile; infatti
questa è nella versione con motore o 1750 o 2000. Non pensavo
proprio che un'auto di questo tipo, praticamente scomparsa in Italia,
potesse trovarsi oltre oceano.
Ora
la temperatura è notevolmente salita e vado deciso per Adirondack
area, dove godo di bei panorami. Mi trovo ad immaginare i luoghi
quando ci vivevano solo i First Nations, quotidianamente impegnati
nelle varie attività di caccia nei boschi e pesca lungo i numerosi
corsi d'acqua e laghi, mentre le donne provvedevano alla raccolta di
varie tipologie di bacche e funghi ed alla legna.
Durante
il pomeriggio transito davanti ad un altro centro commerciale posto
sulla confluenza di più strade di grande comunicazione. Vedo la
scritta WallMart e mi fermo subito per dare un'occhiata: questo è il
marchio di una catena conosciuta per un ottimo rapporto
qualità/prezzo e che penso di utilizzare con continuità.
Inoltre
sono curioso di confrontare i prezzi Chopper Price, ma mi sembra che
ci sia un pareggio sostanziale fra le due organizzazioni in questa
parte del paese.
Metto
gli occhi su un monitor da $ 100 e vado oltre, alla ricerca di
soluzioni più valide per sostenere e bloccare la marmitta. Poi però
ripasso davanti alla zona dove è esposta la tecnologia e così
sollecito il venditore a prendere in esame il mio problema. Questi,
quando estraggo dallo zainetto il mio pc, si da molto da fare per
riuscire a collegarlo con lo schermo di un televisore in funzione
dimostrativa sul banco: l'operazione non è facile perché bisogna
dare degli imput per far si che l'apparecchio esterno diventi monitor
principale, e con lo schermo disastrato del mio pc la vedo dura.
Lui
dimostra di essere molto più bravo di me e, effettuati i
collegamenti dei cavi, smanetta sin tanto che riesce nell'impresa.
Ora che è dimostrato che la cosa può funzionare gli chiedo di
riprovare l'operazione con il monitor da me prescelto. Quando posso
constatare che è tutto ok, mi decido prontamente ad effettuare
l'acquisto: è chiaro che ho raggiunto brillantemente il mio scopo,
ma devo precisare che ho capito si e no 1/10 di ciò che continuava
a sciorinare il venditore, il quale invece ha sostenuto che il mio
inglese va benissimo.
Ora
però l'apparecchio non è più un portatile, con questo monitor da
19” ho perso la possibilità di agili connessioni durante i
movimenti pedonali in ogni dove.
Riprendo
la strada e la temperatura mi sembra insopportabile, così colgo
l'occasione di un bel posto ventoso, Lake Pleasant, per sostare e
fare una gradevole escursione rinfrescante.
Qui
c'è una bella struttura a disposizione dei vacanzieri; girondolando
noto la prima possibilità per rifornirmi d'acqua in quanto le
stazioni di servizio dove mi sono fermato non ne disponevano: quando
sono circa le 20 e quasi nessuno è più in giro, avvicino il Nomade
e rifornisco. Ho appena terminato l'operazione quando vengo
affrontato da un addetto ai lavori in maniera non del tutto urbana
per il fatto di essermi messo in una posizione non consentita: non
perdo tempo in chiacchiere e mi sposto immediatamente, assai
soddisfatto del risultato conseguito.
Ora
è arrivato il momento della verità per provare la combinazione pc +
monitor: così mi rendo conto che esso non si alimenta tramite pc ma
che va alimentato autonomamente e che è dotato di spina americana.
Io ho le conversioni verso tutte le prese del mondo, ma non di queste
verso quella nostrana! Fra le dotazioni di bordo trovo però una
schuco e decido di azzardare la sostituzione, stante la mia
avversione verso i lavori che hanno a che fare con l'elettricità.
Tagliato
il cavo noto che i fili interni sono uno bianco, uno nero ed uno
verde. Ritengo che quello verde sia il neutro, quindi passo ai
collegamenti: terminati eseguo il collegamento e....funziona! Ora
posso riprendere a scrivere e, se trovo la rete, anche a fare
dell'altro.
Senza
troppa convinzione per il luogo abbastanza isolato in cui mi trovo,
ci provo comunque, trovando subito una rete non protetta con segnale
ballerino, ma tanto mi basta per verificare la posta ed aggiornare il
blog.
Lunedì 18
Dopo
il risveglio penso di connettermi ancora cercando di comunicare con
qualcuno tramite skype: tenuto conto delle sei ore di differenza,
l'orario è favorevole per comunicare. Certo, con il segnale così
debole, anche escludendo la telecamera, le conversazioni sono quel
che sono, però si può fare.
Apprendo
così che per Vodafone, l'operatore telefonico che uso in Europa, la
mia scheda è perfettamente funzionante e pertanto il problema che mi
impedisce di usare il telefono potrebbe essere dell'apparecchio
Nokia.
Dalla
sofisticata tecnologia passo alla manualità pura cercando ancora di
sistemare la marmitta; questa volta utilizzo i cunei per alzare il
veicolo nella zona dove devo intervenire, ciononostante lavoro con
difficoltà pur realizzando qualche cosa: solo viaggiando capirò se
sarò riuscito ad ottenere un risultato apprezzabile!
Prima
di lasciare il luogo, visto la rarefazione degli insediamenti umani e
la tipologia delle strade da percorrere nella zona, preferisco
aumentare la quantità di gasolio. Poi via per Indian Lake e tanti
altri successivi, sino a raggiungere Lake Placid, sede di giochi
olimpici invernali per ben due volte.
Il
luogo non mi entusiasma, continuo ad essere sorpreso per le grandi
quantità di neve che devono cadere a queste quote modeste, dove le
montagne non superano quasi mai i 1.200 m.s.l.m., ma le pendenze ed i
dislivelli per gare olimpiche ci sono. Oggi resto colpito dal fatto
che noto molti alberi malati o già morti fra la boscaglia, in
particolare abeti.
Mi
dirigo verso Lake Champlain che prende il nome dall'esploratore
francese che lo scoprì, e qui i panorami, da aspri e selvaggi,
cominciano ad ingentilirsi: al di là delle acque del lago c'è il
Vermont, ed io lo raggiungo attraversando un ponte a Crown Point.
Ora
le farms, per quanto ben distanziate fra loro, si intensificano.
Raggiungo Middlebury alle 19, giusto in tempo per cercare il punto
sosta.
Credo di averlo identificato in una zona splendida costituita
da campi sportivi e museo d'arte di un collegio prestigioso: qui le
case non sono più in legno bensì in pietra grigia che infonde loro
un senso di austerità, ma lo spazio dove mi trovo è talmente ampio
e verde che la sensazione si stempera. Mi colloco entro spazi
destinati ai Visitors e mi sento a posto.
Dopo
cena comincio a piazzare l'ambaradam costituito dal monitor con i
suoi collegamenti al pc, ma dopo un po' sento bussare alla porta:
toc-toc, polizia!
Mi viene spiegato con gentilezza che lì non posso
stare, è terreno del college, che le norme antiterrorismo escludono
la possibilità di sosta libera; io spiego la mia situazione, vengo
identificato, il poliziotto si allontana per informarsi se potrò
restare oppure no.
Dopo un po' si presenta dicendomi di seguirlo in
un luogo dove potrò fermarmi; penso al piazzale del posto di
polizia, ma in realtà mi conduce in un parcheggio dove è permessa
la sosta overnight. Ringrazio e riprendo i miei lavori, purtroppo
senza possibilità di connessione.
Oggi
martedì 19 ho in
programma di dirigermi verso Portland nel Maine o verso Portsmouth
nel New Hampshire o verso Boston nel Massachusetts: dipenderà da
come si metterà la giornata.
Sono
già in moto prima delle otto ma non parto che alle 11; l'itinerario,
su viabilità ordinaria, mi porta a Montpelier, capitale dello stato,
attraverso The Appalachian Gap - sito sul The Long Trail.
Le
quote sono modeste, ma le rampe per raggiungerle sono dure; nella
scalata al Gap mi son visto costretto ad utilizzare girare le marce
più basse, che fatica per il motore!
Inoltre,
giunto allo scollinamento, penso di fermarmi per immortalare i
panorami: appena sceso vedo un gocciolio costante di un liquido
chiaro sulla parte anteriore lato passeggero.
Accidenti,
non riesco proprio a trovare un attimo di serenità, ogni due per due
si presenta un problema nuovo o la variante di un problema esistente.
Decido
per un'ulteriore ispezione, dall'alto aprendo il vano motore, dal
basso stendendo il tappetino ed infilandomi sotto allo chassis: credo
che a causa del surriscaldamento dovuto allo sforzo nell'effettuare
la salita sia uscito del liquido di raffreddamento esuberante andato
in ebollizione.
Mi
convinco che non posso continuare così e quindi punto a cercare
un'assistenza meccanica nella piccola capitale dello stato: credo che
la perdita sia di gasolio, anche l'odore che percepisco a bordo me
lo conferma, ma dove sia incentrata è ancora un mistero.
Potrebbe
essere la pompa, il filtro non mi sembra, o qualche guarnizione lungo
il percorso serbatoio-motore.
Su
tutte queste strade montuose percorse ho incontrato quotidianamente
qualche ciclista solitario, sia maschio che femmina, sia su bici da
corsa che su bici da viaggio con tanto di carico, e anche un paio di
tandem: un bel coraggio, quello di gente che è abituata alla sfida,
caratteristica questa ben ancorata alle forme elicoidali del proprio
DNA.
Stante
la situazione non posso dire che mi sto godendo ciò che mi circonda;
arrivo a Montpelier affamato senza avere avuto la possibilità di
acquisti, quindi mi devo arrangiare dopo aver cercato un parcheggio
adeguato. La città è piccola, ma mi sembra molto frequentata, tanto
che tutti i parcheggi a pagamento del centro sono occupati ed io
manco delle monetine così utili in questi casi: il ricordo mi va al
parcheggio di Stavanger in Norvegia programmato per accettare le
carte di credito, una vera furbata!
Fa
anche parecchio caldo, la gente gira molto allegerita, incontro
parecchi tipi che in Europa classificherei come alternativi, ma in
questo Stato non sfigurano. Mi decido ad effettuare una
perlustrazione: devo confessare che questi insediamenti, salvo
qualche raro caso, destano in me un interesse molto scarso. E pensare
che in ogni stato si trovano le repliche di nomi di città europee,
delle quali i fondatori hanno saputo riportare esclusivamente quelli.
Alla
fine del percorso metto il naso nel visitor centre e spiego la mia
necessità: la segaligna tipa non più freschissima ma ben tenuta,
dalla carnagione bianco latte tanto diffusa da queste parti,
contenuta nella maglietta in dotazione color lilla sbiadito, aguzza
gli occhi cerulei da dietro le piccole lenti e si mette a mia
completa disposizione. Consulta l'elenco telefonico e comincia a
chiedere in giro ricevendo sempre risposte negative; poi mi
suggerisce un certo indirizzo a una decina di km. da qui; si tratta
di un grosso rivenditore di V.R.(veicoli ricreazionali) ed io so per
esperienza che non si tratta del giusto interlocutore. Durante la
conversazione, a un certo punto mi passa la cornetta affinché sia io
direttamente a spiegare il mio bisogno, così forzo le resistenze che
sento dall'altra parte onde poter essere esaminato subito.
Detto
fatto, con la collaborazione di Garmin arrivo in un attimo; lì, fra
i tanti dipendenti, prima identifico la persona con la quale ho
parlato, poi questa cerca un addetto che però al momento è
impegnato. Dopo un po' mi affida ad un altro il quale, dopo un rapido
esame al veicolo, mi dice ciò che già sapevo: devo recarmi da un
meccanico di motori diesel. Rientrati in ufficio si danno da fare per
me ben tre persone contemporaneamente, che senza la mia presenza si
sarebbero date al concorso di chi fa girare i pollici più
velocemente!
Osservo e penso che qui c'è esuberanza di personale, i
cui costi sono evidentemente inglobati nel servizio al cliente: altro
che favoletta della concorrenza, qui mi sembra che il sistema si
regga sul fatto che tutto si paga e non poco, sintomo di un'economia
drogata che Marchionne sta modificando su questa sponda dell'oceano
mantenendo i posti di lavoro e riducendo gli stipendi, mentre
sull'altra sponda si limita solo a ridurre gli stipendi senza
mantenere i posti di lavoro.
Alla
fine ottengo un indirizzo, ringrazio e vado, solo che è un indirizzo
fasullo in quanto si tratta di un meccanico che non opera sui motori
diesel: in sostanza mi è sembrato di aver avuto a che fare con tante
persone singolarmente gentili, ma del tutto inconcludenti!
Quindi
è stata così anche la mia giornata. Raggiungo un altra località
sperando in una connessione, ma ne resto deluso: non so che fare, se
rimanere dove sono o spostarmi ancora in una località poco lontana
dotata di WallMart. Alla fine vince l'accoppiata stanchezza e
pigrizia: resto dove già mi trovo.
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