mercoledì 20 giugno 2012

problemi meccanici on the road


Per essere stata la prima sosta on the road, quella di ieri sera si è rivelata una scelta felice.
Oggi è sabato 16 e devo assolutamente cominciare a mettere ordine prelevando materiale che avevo chiuso in garage per la traversata; in realtà mi sembra di non essere stato visitato, se manca qualche piccola cosa lo capirò nel tempo.
Inoltre devo continuare la lotta alle formiche: all'interno praticamente non se ne vedono, però nell'area motore si percepisce un certo fermento, così come sotto al doppio tetto, e poi tutta la polvere che avevo sparso in giro devo assolutamente togliermela dai piedi.
Mi faccio forza e mi infilo sotto al veicolo cercando di capire come risolvere il problema dei ferma marmitta spariti: inizio usando delle stringhe per tenere ferme le bici, ma dopo due applicazioni volatilizzate durante gli spostamenti, mi rendo conto che serve una diversa soluzione al problema.


Fra una cosa e l'altra si è fatto quasi mezzogiorno; comunque decido di partire. Mi trovo a ridosso di un'area tanto ricca di fiumi da svolgere il compito di riserva d'acqua per NYC; si tratta di un'area collinare, verdissima e ricca di fauna selvaggia, denominata Catskill Mountaines, percorsa da molte stradine tutte un sali scendi e curve, impegnative e molto piacevoli.


Pur trattandosi di quote s.l.m. piuttosto modeste, dappertutto vedo indicazioni per sciatori: ne deduco che qui nevica abbastanza a bassa quota per svolgere copiose attività invernali di vario genere.
Ad ogni sosta controllo la situazione delle macchie che si depositano sull'asfalto: la spiegazione che mi aveva dato il meccanico, da me interpellato telefonicamente quando stavo conducendo il Nomade a Zeebrugge, regge sempre meno. Non è possibile che una eventuale esuberanza di olio rifornito nel carter del cambio possa produrre un rigetto tanto abbondante e prolungato. Che si tratti di un liquido non ci sono dubbi, sul tipo di liquido è tutto da scoprire.
Purtroppo, di tutti i livelli, quello dell'olio del cambio si trova in una posizione così complicata che mi risulta impossibile da verificare!
Inoltre potrebbe trattarsi di altro, anche se i livelli olio motore e servosterzo permangono ai massimi. Olio del servofreno non può essere perché me ne sarei accorto alla prima frenata, del servosterzo nemmeno perché me ne sarei accorto alla prima manovra da fermo.
Se non fosse che bisogna smontare tutto il carter ripara fondo motore, mi sarei già messo all'opera: resta il fatto che l'intervento va fatto con il veicolo sul ponte e quindi soprassiedo.


Oggi ho bisogno di fare cambusa, ma sulle stradine per le quali mi muovo incontro solo targhe indicanti villaggi impalpabili, dove le case restano invisibili dentro alla boscaglia e se ne percepisce l'esistenza per il box posta su strada, fintanto che si materializza un incrocio di più vie di comunicazione e lì non manca un centro commerciale.
Sul grande piazzale c'è uno spazio dotato di gazebo attorno al quale sono piazzate vetture d'epoca e non, tutte con i cofani aperti per consentire a chi vuole di ammirarne i motori, probabilmente tirati a lucido e resi brillanti.


Il primo approccio con il super market Chopper Price contraddice le mie aspettative basate sui ricordi di Vancouver, così realizzo che non si tratta di ieri, bensì di dieci anni fa precisi!
Mediamente trovo tutto caro e cerco di spiegarmi il fatto con la vicinanza di NYC, o meglio, con la presenza di seconde case abitate da gente che normalmente vive là.
Tenuto conto che $ ed € stanno viaggiando quasi alla pari, 770 gr. di nettarine a $ 3.40 - formaggio cheddar nemmeno paragonabile con l'originale inglese 283 gr. a $ 4.99 - 400 gr. di olive (buone) a $ 7.27 - 820 gr. di pomodori a $ 4.63 - 855 gr. di cipolle a $ 2.45 mi sono sembrati prezzi alti, senza citare il parmigiano di importazione a $ 15 per 300 gr.; solo la carne di porco mi è sembrata allo stesso prezzo che conosco, gr. 740 a $ 4.90 – mentre il diesel a $ 4.40 a gallone è più conveniente che a casa, ma non di tantissimo.


A parte queste considerazioni, si vede che anche il potente stato di NY (Empire State) non ha risorse da destinare alle manutenzioni in generale: né quelle delle strade né quelle del verde. Essendo che qui è quasi tutto in mano al privato, gli agglomerati di case sembrano mal coordinati, tutto è mischiato con un certo disordine, a meno che non si tratti di un'area residenziale dalle 4 star in su!
Dopo una serie di soste in punti panoramici durante un'altra giornata calda, mi fermo volentieri in uno spazio defilato ed ombroso a fianco ad un gazebo in legno riportante info su Catskills area. Dopo essermele lette tutte decido di passare qui la notte, così mi metto a cucinare seriamente mentre vado elucubrando se con un monitor aggiuntivo il pc potrà rigenerarsi e come dovrò comportarmi con il mobile.


E' domenica 17 e oggi terminerò Catskill area per spostarmi su quella molto più ampia e famosa denominata Adirondack Mountains.
Inizio a muovermi senza mete precise, tanto per verificare la nomea di questi luoghi, e devo dire che sono effettivamente dei bei posti.
Nell'affrontare una delle tante curve, con la coda dell'occhio intuisco la presenza di vari rottami di auto a lato di un capannone, anch'esso in uno stato di semi rottamazione; l'occhio è stato catturato dalla sagoma di un'auto che mi è familiare. Osservo meglio, quindi scendo a fare un giro ravvicinato: ciò che mi aveva colpito è un'Alfa Romeo GT rossa, tirata a nuovo, inizialmente penso ad una Junior 1300, ma poi capisco che qui negli U.S.A., con quel motore che da noi furoreggiava, sarebbe stata considerata un soprammobile; infatti questa è nella versione con motore o 1750 o 2000. Non pensavo proprio che un'auto di questo tipo, praticamente scomparsa in Italia, potesse trovarsi oltre oceano.


Ora la temperatura è notevolmente salita e vado deciso per Adirondack area, dove godo di bei panorami. Mi trovo ad immaginare i luoghi quando ci vivevano solo i First Nations, quotidianamente impegnati nelle varie attività di caccia nei boschi e pesca lungo i numerosi corsi d'acqua e laghi, mentre le donne provvedevano alla raccolta di varie tipologie di bacche e funghi ed alla legna.


Durante il pomeriggio transito davanti ad un altro centro commerciale posto sulla confluenza di più strade di grande comunicazione. Vedo la scritta WallMart e mi fermo subito per dare un'occhiata: questo è il marchio di una catena conosciuta per un ottimo rapporto qualità/prezzo e che penso di utilizzare con continuità.
Inoltre sono curioso di confrontare i prezzi Chopper Price, ma mi sembra che ci sia un pareggio sostanziale fra le due organizzazioni in questa parte del paese.
Metto gli occhi su un monitor da $ 100 e vado oltre, alla ricerca di soluzioni più valide per sostenere e bloccare la marmitta. Poi però ripasso davanti alla zona dove è esposta la tecnologia e così sollecito il venditore a prendere in esame il mio problema. Questi, quando estraggo dallo zainetto il mio pc, si da molto da fare per riuscire a collegarlo con lo schermo di un televisore in funzione dimostrativa sul banco: l'operazione non è facile perché bisogna dare degli imput per far si che l'apparecchio esterno diventi monitor principale, e con lo schermo disastrato del mio pc la vedo dura.


Lui dimostra di essere molto più bravo di me e, effettuati i collegamenti dei cavi, smanetta sin tanto che riesce nell'impresa. Ora che è dimostrato che la cosa può funzionare gli chiedo di riprovare l'operazione con il monitor da me prescelto. Quando posso constatare che è tutto ok, mi decido prontamente ad effettuare l'acquisto: è chiaro che ho raggiunto brillantemente il mio scopo, ma devo precisare che ho capito si e no 1/10 di ciò che continuava a sciorinare il venditore, il quale invece ha sostenuto che il mio inglese va benissimo.


Ora però l'apparecchio non è più un portatile, con questo monitor da 19” ho perso la possibilità di agili connessioni durante i movimenti pedonali in ogni dove.
Riprendo la strada e la temperatura mi sembra insopportabile, così colgo l'occasione di un bel posto ventoso, Lake Pleasant, per sostare e fare una gradevole escursione rinfrescante.
Qui c'è una bella struttura a disposizione dei vacanzieri; girondolando noto la prima possibilità per rifornirmi d'acqua in quanto le stazioni di servizio dove mi sono fermato non ne disponevano: quando sono circa le 20 e quasi nessuno è più in giro, avvicino il Nomade e rifornisco. Ho appena terminato l'operazione quando vengo affrontato da un addetto ai lavori in maniera non del tutto urbana per il fatto di essermi messo in una posizione non consentita: non perdo tempo in chiacchiere e mi sposto immediatamente, assai soddisfatto del risultato conseguito.

Ora è arrivato il momento della verità per provare la combinazione pc + monitor: così mi rendo conto che esso non si alimenta tramite pc ma che va alimentato autonomamente e che è dotato di spina americana. Io ho le conversioni verso tutte le prese del mondo, ma non di queste verso quella nostrana! Fra le dotazioni di bordo trovo però una schuco e decido di azzardare la sostituzione, stante la mia avversione verso i lavori che hanno a che fare con l'elettricità.


Tagliato il cavo noto che i fili interni sono uno bianco, uno nero ed uno verde. Ritengo che quello verde sia il neutro, quindi passo ai collegamenti: terminati eseguo il collegamento e....funziona! Ora posso riprendere a scrivere e, se trovo la rete, anche a fare dell'altro.


Senza troppa convinzione per il luogo abbastanza isolato in cui mi trovo, ci provo comunque, trovando subito una rete non protetta con segnale ballerino, ma tanto mi basta per verificare la posta ed aggiornare il blog.

Lunedì 18
Dopo il risveglio penso di connettermi ancora cercando di comunicare con qualcuno tramite skype: tenuto conto delle sei ore di differenza, l'orario è favorevole per comunicare. Certo, con il segnale così debole, anche escludendo la telecamera, le conversazioni sono quel che sono, però si può fare.


Apprendo così che per Vodafone, l'operatore telefonico che uso in Europa, la mia scheda è perfettamente funzionante e pertanto il problema che mi impedisce di usare il telefono potrebbe essere dell'apparecchio Nokia.


Dalla sofisticata tecnologia passo alla manualità pura cercando ancora di sistemare la marmitta; questa volta utilizzo i cunei per alzare il veicolo nella zona dove devo intervenire, ciononostante lavoro con difficoltà pur realizzando qualche cosa: solo viaggiando capirò se sarò riuscito ad ottenere un risultato apprezzabile!


Prima di lasciare il luogo, visto la rarefazione degli insediamenti umani e la tipologia delle strade da percorrere nella zona, preferisco aumentare la quantità di gasolio. Poi via per Indian Lake e tanti altri successivi, sino a raggiungere Lake Placid, sede di giochi olimpici invernali per ben due volte.
Il luogo non mi entusiasma, continuo ad essere sorpreso per le grandi quantità di neve che devono cadere a queste quote modeste, dove le montagne non superano quasi mai i 1.200 m.s.l.m., ma le pendenze ed i dislivelli per gare olimpiche ci sono. Oggi resto colpito dal fatto che noto molti alberi malati o già morti fra la boscaglia, in particolare abeti.



Mi dirigo verso Lake Champlain che prende il nome dall'esploratore francese che lo scoprì, e qui i panorami, da aspri e selvaggi, cominciano ad ingentilirsi: al di là delle acque del lago c'è il Vermont, ed io lo raggiungo attraversando un ponte a Crown Point.


Ora le farms, per quanto ben distanziate fra loro, si intensificano. Raggiungo Middlebury alle 19, giusto in tempo per cercare il punto sosta. 


Credo di averlo identificato in una zona splendida costituita da campi sportivi e museo d'arte di un collegio prestigioso: qui le case non sono più in legno bensì in pietra grigia che infonde loro un senso di austerità, ma lo spazio dove mi trovo è talmente ampio e verde che la sensazione si stempera. Mi colloco entro spazi destinati ai Visitors e mi sento a posto.



Dopo cena comincio a piazzare l'ambaradam costituito dal monitor con i suoi collegamenti al pc, ma dopo un po' sento bussare alla porta: toc-toc, polizia! 

Mi viene spiegato con gentilezza che lì non posso stare, è terreno del college, che le norme antiterrorismo escludono la possibilità di sosta libera; io spiego la mia situazione, vengo identificato, il poliziotto si allontana per informarsi se potrò restare oppure no. 




Dopo un po' si presenta dicendomi di seguirlo in un luogo dove potrò fermarmi; penso al piazzale del posto di polizia, ma in realtà mi conduce in un parcheggio dove è permessa la sosta overnight. Ringrazio e riprendo i miei lavori, purtroppo senza possibilità di connessione.


Oggi martedì 19 ho in programma di dirigermi verso Portland nel Maine o verso Portsmouth nel New Hampshire o verso Boston nel Massachusetts: dipenderà da come si metterà la giornata.
Sono già in moto prima delle otto ma non parto che alle 11; l'itinerario, su viabilità ordinaria, mi porta a Montpelier, capitale dello stato, attraverso The Appalachian Gap - sito sul The Long Trail.



Le quote sono modeste, ma le rampe per raggiungerle sono dure; nella scalata al Gap mi son visto costretto ad utilizzare girare le marce più basse, che fatica per il motore!
Inoltre, giunto allo scollinamento, penso di fermarmi per immortalare i panorami: appena sceso vedo un gocciolio costante di un liquido chiaro sulla parte anteriore lato passeggero.


Accidenti, non riesco proprio a trovare un attimo di serenità, ogni due per due si presenta un problema nuovo o la variante di un problema esistente.
Decido per un'ulteriore ispezione, dall'alto aprendo il vano motore, dal basso stendendo il tappetino ed infilandomi sotto allo chassis: credo che a causa del surriscaldamento dovuto allo sforzo nell'effettuare la salita sia uscito del liquido di raffreddamento esuberante andato in ebollizione.


Mi convinco che non posso continuare così e quindi punto a cercare un'assistenza meccanica nella piccola capitale dello stato: credo che la perdita sia di gasolio, anche l'odore che percepisco a bordo me lo conferma, ma dove sia incentrata è ancora un mistero.
Potrebbe essere la pompa, il filtro non mi sembra, o qualche guarnizione lungo il percorso serbatoio-motore.
Su tutte queste strade montuose percorse ho incontrato quotidianamente qualche ciclista solitario, sia maschio che femmina, sia su bici da corsa che su bici da viaggio con tanto di carico, e anche un paio di tandem: un bel coraggio, quello di gente che è abituata alla sfida, caratteristica questa ben ancorata alle forme elicoidali del proprio DNA.



Stante la situazione non posso dire che mi sto godendo ciò che mi circonda; arrivo a Montpelier affamato senza avere avuto la possibilità di acquisti, quindi mi devo arrangiare dopo aver cercato un parcheggio adeguato. La città è piccola, ma mi sembra molto frequentata, tanto che tutti i parcheggi a pagamento del centro sono occupati ed io manco delle monetine così utili in questi casi: il ricordo mi va al parcheggio di Stavanger in Norvegia programmato per accettare le carte di credito, una vera furbata!


Fa anche parecchio caldo, la gente gira molto allegerita, incontro parecchi tipi che in Europa classificherei come alternativi, ma in questo Stato non sfigurano. Mi decido ad effettuare una perlustrazione: devo confessare che questi insediamenti, salvo qualche raro caso, destano in me un interesse molto scarso. E pensare che in ogni stato si trovano le repliche di nomi di città europee, delle quali i fondatori hanno saputo riportare esclusivamente quelli.



Alla fine del percorso metto il naso nel visitor centre e spiego la mia necessità: la segaligna tipa non più freschissima ma ben tenuta, dalla carnagione bianco latte tanto diffusa da queste parti, contenuta nella maglietta in dotazione color lilla sbiadito, aguzza gli occhi cerulei da dietro le piccole lenti e si mette a mia completa disposizione. Consulta l'elenco telefonico e comincia a chiedere in giro ricevendo sempre risposte negative; poi mi suggerisce un certo indirizzo a una decina di km. da qui; si tratta di un grosso rivenditore di V.R.(veicoli ricreazionali) ed io so per esperienza che non si tratta del giusto interlocutore. Durante la conversazione, a un certo punto mi passa la cornetta affinché sia io direttamente a spiegare il mio bisogno, così forzo le resistenze che sento dall'altra parte onde poter essere esaminato subito.



Detto fatto, con la collaborazione di Garmin arrivo in un attimo; lì, fra i tanti dipendenti, prima identifico la persona con la quale ho parlato, poi questa cerca un addetto che però al momento è impegnato. Dopo un po' mi affida ad un altro il quale, dopo un rapido esame al veicolo, mi dice ciò che già sapevo: devo recarmi da un meccanico di motori diesel. Rientrati in ufficio si danno da fare per me ben tre persone contemporaneamente, che senza la mia presenza si sarebbero date al concorso di chi fa girare i pollici più velocemente! 



Osservo e penso che qui c'è esuberanza di personale, i cui costi sono evidentemente inglobati nel servizio al cliente: altro che favoletta della concorrenza, qui mi sembra che il sistema si regga sul fatto che tutto si paga e non poco, sintomo di un'economia drogata che Marchionne sta modificando su questa sponda dell'oceano mantenendo i posti di lavoro e riducendo gli stipendi, mentre sull'altra sponda si limita solo a ridurre gli stipendi senza mantenere i posti di lavoro.


Alla fine ottengo un indirizzo, ringrazio e vado, solo che è un indirizzo fasullo in quanto si tratta di un meccanico che non opera sui motori diesel: in sostanza mi è sembrato di aver avuto a che fare con tante persone singolarmente gentili, ma del tutto inconcludenti!
Quindi è stata così anche la mia giornata. Raggiungo un altra località sperando in una connessione, ma ne resto deluso: non so che fare, se rimanere dove sono o spostarmi ancora in una località poco lontana dotata di WallMart. Alla fine vince l'accoppiata stanchezza e pigrizia: resto dove già mi trovo.


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