sabato 23 giugno 2012

La brezza tesa del Maine a Cape Elizabeth


Venerdì 22, sento che sarà il giorno della verità. Prima di recarmi all'appuntamento, dopo aver capito definitivamente che anche le prese da accendisigari sono diverse fra U.S. ed EU, cerco di apprendere il funzionamento del telefono acquistato ieri ed in grado di funzionare solo negli Stati Uniti. Resto sorpreso che un apparecchio da $ 20 con un piano tariffario a scheda prepagata da $ 25, il cui credito muore entro 90 giorni comunque vadano le cose, possa connettersi ed inviare mail; ci metterò un tot. per approfondire, visto il mio scarso interesse per la tecnologia esasperata. Che poi, quando la devi apprendere esclusivamente in inglese, in taluni soggetti può ingenerare anche una forma di rifiuto, ed io sono sicuramente fra quelli. In ogni caso, oggi devo risolvere anche il problema del caricabatteria: in questo viaggio, quando penso di aver agito per il meglio, mi trovo ad essermi caricato di problematiche addizionali che ingenerano inesorabilmente ulteriori perdite di tempi e fastidi vari.


Una volta arrivato dal meccanico (assistenza Bosch), all'apertura del cofano motore questi nota un trafilamento di carburante dal carter che copre la testata. Lo smonta ed effettivamente ci sono due iniettori allentati che perdono carburante; li sistema e nel frattempo gli chiedo di regolare il minimo del motore, diventato esageratamente alto negli ultimi giorni. Mi fa notare che nel foro sul quale ho provveduto temporaneamente a mettere un riparo a protezione del bullone disperso, va ancorato un cavo che non avevo notato trovarsi lateralmente pendente.
In poco più di 30' l'intervento è concluso con una richiesta di $ 20: mi è sembrato professionale, efficace ed economico! Ora il motore gira come si deve e mi impegno a fare un po' di strada per essere certo del risultato ottenuto prima che il meccanico chiuda per il fine settimana. Già alla prima sosta per la sistemazione dell'adattatore relativo al caricabatterie del telefono noto un grande miglioramento: bisogna prima smaltire il liquido rimasto aggrappato alle varie parti del motore per non trovare più tracce a terra, ma già ora sono quasi scomparse.

Nel negozio questa volta parlo con il responsabile il quale, senza problemi, si riprende il cavetto e mi fornisce ciò che cercavo sin da ieri, un adattatore da spina U.S. a quella EU. Nel cambio merce vi è una differenza a mio favore che mi viene accreditata: non ero al corrente che fosse possibile questo tipo di operatività e ne resto ben impressionato.


L'aria di Portland è sempre frizzante e mi fa bene, così decido di recarmi a Cape Elizabeth dove è sito uno dei vari fari della costa del Maine, quello utilizzato in tante immagini ufficiali.




Il luogo è splendido, tenuto in maniera ineccepibile: prato ed alberi che finiscono sulla costa rocciosa a picco sul mare, ampi spazi liberi in cui muoversi o stendersi a prendere il sole, aree pic nic all'aperto ed anche al coperto, parcheggio gratuito, il luogo ideale dove trascorrere un pò di tempo, se non fosse che il parco che dispone di tutto quanto ho esposto chiude in un certo orario.




L'ambiente aiuta a rilassarsi così dedico del tempo per predisporre la tappa successiva, non dimenticando di controllare ogni tanto il vano motore.






Dopo un po' procedo verso gli altri due fari presenti in zona, ma siti al di fuori del parco. La strada per arrivarci è assai gradevole, per buona parte corre all'interno di un bosco nel quale trovano sede anche case di buon gusto. Poi la strada gira a sinistra e corre in uno spazio ampio e pianeggiante interamente coperto da coltivazioni di fragole, vendute anche direttamente dal produttore al consumatore.




Infine giungo dove mi ero ripromesso di arrivare, di faro se ne vede uno, ma è irraggiungibile, totalmente circondato da proprietà private affascinanti, ma inesorabilmente esponenti cartelli di non accessibilità.




Mentre mi godo la brezza che qui è anche rinforzata, prendendo foto qua e là, una coppia non più giovane ma di bell'aspetto mi chiede di essere ripresa con la loro camera: scatto una prima foto e loro sarebbero già contenti così, ma io li fermo per prenderne una seconda il cui risultato è assolutamente migliore della precedente. A questo punto si inizia a parlare e come apprendono della mia provenienza mi confessano di essere di lontane origini italiane entrambi, lei marchigiana e lui abruzzese.



Trattandosi di luoghi che conosco bene mi dilungo a decantarli; da parte loro mi raccontano di un viaggio effettuato in Italia a Venezia, Firenze e Sorrento, oltre che nei paesi di origine, comunicandomi tutto il loro entusiasmo. Vivono in Pennsylvania. Lei Ellen, lui James (ma ci tiene a precisare che sarebbe Giacomo), chiede il mio nome e ne fa poi lo spelling in maniera corretta: recentemente, con difficoltà, ha seguito un corso per apprendere un po' della lingua dei suoi antenati, ma per ora non è in grado di parlarla.


Si è creato del feeling fra di noi, e le risposte che fornisco alle loro domande creano in loro uno stupore di ammirazione. Si affronta anche il discorso della crisi economica e concordiamo sul fatto che la Finanza è troppo potente e nessuno è in grado di controllarla ponendole dei limiti: essa tiene in scacco intere nazioni, condiziona l'andamento dei mercati, specula costantemente senza ritegno alcuno.


Ci lasciamo sugli scogli ma ci ritroviamo poco dopo quando, a piedi, sto cercando di raggiungere gli altri fari, mentre loro, in macchina, si stanno allontanando. Mi offrono un passaggio ed io accetto, ma il percorso è breve e quindi ci lasciamo definitivamente e calorosamente.


Poco dopo aver preso qualche foto di questo angolo esclusivo che ho avuto la possibilità di ammirare, risalgo a bordo per completare la visita della città, flanellando nelle stradine prospicienti alle attività marittime di un tempo, attualmente in gran parte riciclatesi in ambienti di tendenza, boutiques etc.
Questa è la zona del lobster, ma io ho ancora in mente la scorpacciata fatta in Mauritania e quindi non sono motivato.

Domani penso che mi dirigerò verso il Massachusetts, destinazione Boston e Cape Cod, prima di muovermi verso Niagara Falls con rinnovata fiducia circa le capacità del Nomade di affrontare lunghi percorsi.
Anche nelle condizioni che ho descritto sino ad oggi, sono comunque riuscito a percorrere le prime 1000 miglia in questo paese.
Va da se che tutto quanto è accaduto è stato un bene che non mi abbia preso sull'attraversamento delle praterie prima di affrontare le Rocky Mts, ma purtroppo ormai il tempo per l'Alaska è scaduto: d'altronde la vita è così, qualcosa prendi e qualcosa dai, ma se sei sempre alla ricerca di appagare il desiderio rischi di perdere quella giusta distanza che ti consente di vivere la vita senza divenirne inconsapevolmente dipendente del superfluo.

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