Il percorso che seguirò oggi, sabato 23, mi porterà a sud per la costa, ma
prima di dare motore non posso esimermi da immortalare con foto un
personaggio che, a bordo strada, tolte le scarpe ed incrociate le
gambe, inizia la sua meditazione quotidiana.
Una
volta andato, ci metto un po', e ci scappano due tratte autostradali,
ma poi finalmente impongo a Garmin di non portarmi su quel tipo di
strade.
La
giornata è grigiastra e tendenzialmente afosa dopo la pioggia di
ieri sera, i colori risultano appannati, tanto da non riuscire ad
apprezzare l'area di Kennebunkport allo stesso modo di quella di
Cape Elizabeth, ed assicuro che ne avrebbe titolo. In compenso,
quando riesco a trovare un posto senza divieti per fermarmi, vengo
avvicinato da diverse persone il cui interesse si è incentrato sul
caro vecchio Nomade.
Domande
e risposte si susseguono come in una conferenza stampa improvvisata
front the beach; esaurito il primo ciclo di intrattenimento si fanno
audaci tre Walkirie che in precedenza si erano prevalentemente
limitate ad un'azione di ascoltato. Inizia una simpatica ed
articolata conversazione, sin tanto che chiedo se non sono
interessate anche ad una visita guidata a bordo: come in Africa, dove
però il Nomade rappresentava una novità assoluta, qui, nella terra
dei grandi Motorhomes e degli immensi trailers, il musetto un po'
datato e attrezzato da duro, il planisferio posteriore e le scritte
lungo le fiancate lo rendono irresistibile con quella sua aria un pò
retrò, e quindi l'invito viene accettato con grande entusiasmo.
Addirittura si sbilanciano in discorsi in cui, almeno un paio di
loro, si dichiarano pronte ad essere ingaggiate all'istante per
vivere l'avventura: in effetti una si è dichiarata pittrice, e non
mi sarebbe dispiaciuto averla a disposizione alla maniera in cui la
Marina Francese dispose di Marin Marie.
Poi,
forse anche per il calo della mia capacità di interloquire, eseguite
alcune foto e indicato l'indirizzo del blog, ci siamo lasciati con
grandi abbracci e baci.
Oggi
è proprio una giornata così: persino un'addetta al casello
dell'autostrada, durante la breve sosta, aveva trovato modo di
comunicarmi quanto fosse smagliante il mio sorriso!
Avevo
notato che due policeman su bici si erano collocati a fianco al
Nomade, ma solo quando sono terminate le interviste mi hanno chiesto
di spostare di poco il veicolo, tanto per tenerlo con le ruote
anteriori perfettamente sulla striscia del parcheggio!
Dopo
anche loro hanno dato spazio alla curiosità fintanto che mi hanno
lasciato augurandomi ogni bene in America.
Probabilmente
la località balneare induce le persone a lasciarsi andare
maggiormente; c'erano già stati tanti segnali di simpatia verso il
Nomade da parte sia di automobilisti che di motociclisti e anche di
passanti, ma mai si era creata una situazione come quella odierna.
Nel
proseguimento, rigorosamente su viabilità ordinaria, vinte le
titubanze del mattino, si manifesta in tutta la sua forza
riscaldante un sole splendente. La parte finale del Maine è tutto un
outlet e la gente ne sembra molto attratta. Entrato in Massachusetts
la viabilità diventa lenta a causa dei continui insediamenti che ai
miei occhi fanno di quest'area una SuperBrianza. Per questo motivo
arrivo affaticato alle porte di Boston e non me la sento di
affrontarla subito, viste le infinite difficoltà di parcheggio che
già mi hanno impedito sin qui qualsiasi sosta. Mentre all'improvviso
inizia a piovere con una certa intensità, comunico a Garmin una
destinazione diversa proprio contando in spazi più ampi e fruibili.
Mentre vado, mi pare strano che la meta indicata sul monitor sia così
lontana come vi appare. Colgo al volo un centro commerciale lungo la
strada per prendere una pausa di sosta. E' proprio in questo momento
che do un'occhiata al cellulare U.S., tanto carino, ma anche tanto
inutile visto che ancora non mi ha consentito né di parlare né di
inviare sms, e vedo una serie di chiamate perse da numeri che non
conosco. Nello stesso momento, con un segnale molto flebile mi
annuncia una chiamata: quale sorpresa nel sentire che si tratta del
mio vecchio amico “tecnologico”, quello che sa usare skype in
ogni variante possibile, al momento da cellulare a cellulare.
Eseguiti
alcuni acquisti, visto che ormai mi ero fermato, decido di ripetere a
Garmin le istruzioni, e questo ora mi comunica una direzione opposta
alla precedente. Probabilmente avevo sbagliato qualcosa, ma mi
risulta inquietante che, dopo essersi guadagnato la mia fiducia, mi
stesse portando in giro per km. e km., magari neanche troppi, ma per
il tipo di viabilità, con tempi di impegno assai lunghi.
Arrivo
a Cambridge e capisco al volo che non è stata una scelta felice: 0
spazi disponibili, giro come una trottola sin tanto che mi trovo a
costeggiare il Charles River, oltre il quale svettano i grattacieli
di downtown in una serata tornata limpida e luminosa.
Sono
stanco e non incrocio neanche per sbaglio un Park and Ride sulla mia
strada, però incrocio un grande centro commerciale dotato di cinema
multisala e, fra i vari stores, un fantastico supermercato di
alimentari di qualità, con una serie notevole di banchi che
presentano cibi freschi homemade, pronti per l'uso.
Appurato
che nulla dovrebbe ostare a sostare dove mi trovo, chiudo le imposte
dedicandomi alle riflessioni serali.
Nessun commento:
Posta un commento