domenica 24 giugno 2012

Dal Maine al Massachusetts


Il percorso che seguirò oggi, sabato 23,  mi porterà a sud per la costa, ma prima di dare motore non posso esimermi da immortalare con foto un personaggio che, a bordo strada, tolte le scarpe ed incrociate le gambe, inizia la sua meditazione quotidiana.


Una volta andato, ci metto un po', e ci scappano due tratte autostradali, ma poi finalmente impongo a Garmin di non portarmi su quel tipo di strade.
La giornata è grigiastra e tendenzialmente afosa dopo la pioggia di ieri sera, i colori risultano appannati, tanto da non riuscire ad apprezzare l'area di Kennebunkport allo stesso modo di quella di Cape Elizabeth, ed assicuro che ne avrebbe titolo. In compenso, quando riesco a trovare un posto senza divieti per fermarmi, vengo avvicinato da diverse persone il cui interesse si è incentrato sul caro vecchio Nomade.


Domande e risposte si susseguono come in una conferenza stampa improvvisata front the beach; esaurito il primo ciclo di intrattenimento si fanno audaci tre Walkirie che in precedenza si erano prevalentemente limitate ad un'azione di ascoltato. Inizia una simpatica ed articolata conversazione, sin tanto che chiedo se non sono interessate anche ad una visita guidata a bordo: come in Africa, dove però il Nomade rappresentava una novità assoluta, qui, nella terra dei grandi Motorhomes e degli immensi trailers, il musetto un po' datato e attrezzato da duro, il planisferio posteriore e le scritte lungo le fiancate lo rendono irresistibile con quella sua aria un pò retrò, e quindi l'invito viene accettato con grande entusiasmo. Addirittura si sbilanciano in discorsi in cui, almeno un paio di loro, si dichiarano pronte ad essere ingaggiate all'istante per vivere l'avventura: in effetti una si è dichiarata pittrice, e non mi sarebbe dispiaciuto averla a disposizione alla maniera in cui la Marina Francese dispose di Marin Marie.


Poi, forse anche per il calo della mia capacità di interloquire, eseguite alcune foto e indicato l'indirizzo del blog, ci siamo lasciati con grandi abbracci e baci.
Oggi è proprio una giornata così: persino un'addetta al casello dell'autostrada, durante la breve sosta, aveva trovato modo di comunicarmi quanto fosse smagliante il mio sorriso!
Avevo notato che due policeman su bici si erano collocati a fianco al Nomade, ma solo quando sono terminate le interviste mi hanno chiesto di spostare di poco il veicolo, tanto per tenerlo con le ruote anteriori perfettamente sulla striscia del parcheggio!
Dopo anche loro hanno dato spazio alla curiosità fintanto che mi hanno lasciato augurandomi ogni bene in America.
Probabilmente la località balneare induce le persone a lasciarsi andare maggiormente; c'erano già stati tanti segnali di simpatia verso il Nomade da parte sia di automobilisti che di motociclisti e anche di passanti, ma mai si era creata una situazione come quella odierna.


Nel proseguimento, rigorosamente su viabilità ordinaria, vinte le titubanze del mattino, si manifesta in tutta la sua forza riscaldante un sole splendente. La parte finale del Maine è tutto un outlet e la gente ne sembra molto attratta. Entrato in Massachusetts la viabilità diventa lenta a causa dei continui insediamenti che ai miei occhi fanno di quest'area una SuperBrianza. Per questo motivo arrivo affaticato alle porte di Boston e non me la sento di affrontarla subito, viste le infinite difficoltà di parcheggio che già mi hanno impedito sin qui qualsiasi sosta. Mentre all'improvviso inizia a piovere con una certa intensità, comunico a Garmin una destinazione diversa proprio contando in spazi più ampi e fruibili. Mentre vado, mi pare strano che la meta indicata sul monitor sia così lontana come vi appare. Colgo al volo un centro commerciale lungo la strada per prendere una pausa di sosta. E' proprio in questo momento che do un'occhiata al cellulare U.S., tanto carino, ma anche tanto inutile visto che ancora non mi ha consentito né di parlare né di inviare sms, e vedo una serie di chiamate perse da numeri che non conosco. Nello stesso momento, con un segnale molto flebile mi annuncia una chiamata: quale sorpresa nel sentire che si tratta del mio vecchio amico “tecnologico”, quello che sa usare skype in ogni variante possibile, al momento da cellulare a cellulare.


Eseguiti alcuni acquisti, visto che ormai mi ero fermato, decido di ripetere a Garmin le istruzioni, e questo ora mi comunica una direzione opposta alla precedente. Probabilmente avevo sbagliato qualcosa, ma mi risulta inquietante che, dopo essersi guadagnato la mia fiducia, mi stesse portando in giro per km. e km., magari neanche troppi, ma per il tipo di viabilità, con tempi di impegno assai lunghi.
Arrivo a Cambridge e capisco al volo che non è stata una scelta felice: 0 spazi disponibili, giro come una trottola sin tanto che mi trovo a costeggiare il Charles River, oltre il quale svettano i grattacieli di downtown in una serata tornata limpida e luminosa.
Sono stanco e non incrocio neanche per sbaglio un Park and Ride sulla mia strada, però incrocio un grande centro commerciale dotato di cinema multisala e, fra i vari stores, un fantastico supermercato di alimentari di qualità, con una serie notevole di banchi che presentano cibi freschi homemade, pronti per l'uso.
Appurato che nulla dovrebbe ostare a sostare dove mi trovo, chiudo le imposte dedicandomi alle riflessioni serali.


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