Come sono pronto a muovermi, cerco di capire se posso proseguire senza il passavant; mi viene detto che si, inoltre mi viene chiesto di accompagnare un collega doganiere alla frontiera: in queste situazioni acconsento, solo che capisco dopo che mi è stato appioppato un “aiuto” per sveltire le pratiche, quelle dei suoi stessi colleghi! La strada diventa improvvisamente intasata di camion, ma l'aiuto mi invita a superarli tutti sino ad arrivare davanti ad un cancello. Qui svolgo rapidamente le operazioni di polizia al costo di 3.000 CFA, mentre quelle doganali si svolgono oltre il cancello, per superare il quale ci vogliono 2.000 CFA.
Mentre attendo l'arrivo dei doganieri, senza alcuna mia richiesta, due tipi iniziano a lavare il Nomade: e sia, certamente ne ha bisogno. Capisco che questi sono specializzati nel saltare addosso alle auto iniziando a lavarle, solo che, dopo grandi sorrisi e ringraziamenti ricevuti per i 1000 CFA erogati a ciascuno dei due, cominciano le richieste di aiuto: uno perché viene dal Ghana ed ha i suoi motivi, l'altro per non ricordo più che cosa, e la commedia continua.
Finalmente posso accedere al posto di dogana, e sono altri quattrini, ben 5.000 CFA! Inoltre si erano dimenticati di apporre scritture e timbri sul Carnet de Passage en Douane, per il quale mi vedo costretto a chiedere il loro prezioso intervento.
Ora non mi resta che attendere il Bac, sperando di potermi imbarcare al primo giro: stamane è molto grigio e fa quasi freddo, per la prima volta dopo tanto tempo percepisco alcune striminzite gocce di pioggia e penso che è il microclima del fiume a creare questa realtà.
Davanti ai miei occhi c'è il solito mix: umanità, spazzatura, brusio, gente che ti vuol “aiutare”. Di questa ce n'è veramente tanta, e ognuno cerca di sovrapporsi all'aiutante già in carica. Quando li senti parlare, ognuno è fratello dell'altro, ma ormai so che anche questo fa parte della commedia; praticamente hanno costituito una casta, quella capace di approcciare il turista, in grado di fare soldi rapidamente e facilmente nei modi apparentemente utili per chi si trova a passare queste frontiere.
L'imbarco viene chiamato da un poliziotto che sembra avere fra le mani un elenco da rispettare, ma nel frattempo tutti gli aiutanti ti fanno cenno di mettere in moto per imbarcarti. Quando anche il poliziotto mi fa cenno, allora vado. Solo che poco dopo vengo richiamato per scendere; il poliziotto dice che prima devono imbarcare due camion, ma dopo i camion salgono altri veicoli così il posto per me non c'è più, il tutto mentre continuo a ricevere cenni da parte di tutti gli altri per salire.
Alla fine, sistemando meglio i mezzi, si crea un posto per me: sono a bordo! Credendo di essere a buon punto, mi rendo invece conto che sul Bac sono saliti anche tutti gli aiuti; e tutti continuano a proporsi.
E' a questo punto, durante la traversata, che si inserisce un altro,chiamato fratello dal mio aiutante, ma al quale mi dice di non consegnare i documenti che questi mi aveva già invitato a passargli. Al mio rifiuto motivato del servizio proposto, mi trovo il mio aiuto, molto furbescamente, a dirmi che potrei avere inconvenienti dagli amici delle forze dell'ordine se non mi presentassi “aiutato”, eppure gli ho già spiegato che conosco le procedure e che scriverò nel mio articolo esattamente come vanno le cose.
Debellato il fratello, ma ho ancora questo fra i piedi e, come sapevo, l'aiuto è del tutto inesistente: la sensazione è di essere ritenuti incapaci di leggere le scritte indicanti gli sportelli dove andare a mettersi in coda, perché è questo che si limitano a fare, ad indirizzarti di volta in volta nella coda appropriata.
La prima, quella di polizia, costa 1.500 Ou., poi c'è una tassa comunale definita “colisage-import export” di 2.500 Ou. più 1.500 Ou. per parcheggio, il passaggio del fiume, una vera ladreria, 7.500 Ou., in ultimo, il passavant, che non ricordo se è costato 3.000 o 5.000 Ou.
Quando, nel transitare da un posto all'altro per effettuare le operazioni a pagamento, mi trovo attorniato, oltre che dal mio aiuto, da un tot. di aiuti pronti a fornirmi il cambio migliore (leggi peggiore) la copertura assicurativa migliore (leggi peggiore) etc., sbotto, richiamando così l'attenzione dei gendarmi presenti sul piazzale, i quali, oltre ad informarmi che non sono tenuto né ad ascoltarli né a pagarli questi aiuti, li allontanano momentaneamente lasciandomi tranquillo, in modo da procedere da solo sia per la RCA che per cambiare i CFA rimasti ed un po' di euro, peraltro ad un tasso assolutamente migliore di quello proposto dalla comunità dei “fratelli”. Pagati tutti i balzelli sono pronto a lasciare la frontiera verso le 12; non si vede più nessuno degli offerenti aiuto perché, nel frattempo, deve essere arrivato qualcuno di importante, tanto che noto uno schieramento di militari che prima non c'era, così mi avvio e, poco prima del cancello, si materializza l'aiutante senegalese. Il milite che mi controlla i documenti mi informa che nulla è dovuto a costui, ma non fosse altro che per la sosta notturna goduta, mantengo la mia parola sganciandogli gli ultimi CFA rimasti: sono 3000, lui è contento, però non ne posso più!
Sono in Mauritania, ma la strada non è diversa da quella senegalese che mi ha condotto al confine, solo che qui c'è il goudron, e le buche sono sul goudron!
Alla sosta per rifornimento di gasolio trovo subito un Mauro che mi parla del cambio: praticamente, secondo lui, è obbligatorio avere almeno l'equivalente di € 50 in tasca in valuta locale nel caso che al primo controllo di dogana, posto dopo 50 km., venisse richiesta una verifica! So che sono tutte palle, inoltre, dei vari posti di blocco sulle strade della Mauritania, quelli della dogana sono gli unici che non fermano i veicoli del mio tipo.
Finalmente la strada migliora, ma sempre buche ci sono, anche se più piccole, ed iniziano i controlli, con la relativa consegna di fiche.
Quando mi trovo a 40 km dalla meta, Nouakchott, colgo la richiesta di aiuto di un'auto in panne: in qualche modo capisco che serve una chiave inglese, ma io mostro un pappagallo che è altrettanto utile. Nell'attesa della restituzione dell'utensile mi preparo per affrontare l' entrata nella capitale, e devo dire che, al momento opportuno, me la cavo bene, ritrovando i luoghi tanto da poter sostare prima da un michelin per verifica pressione pneumatici, poi per acquisti vari, infine vengo accolto al Menata: qui l'ambiente è completamente diverso da quello incontrato nelle due volte precedenti, ora dominano le presenze di tedeschi e polacchi, oltre ai soliti francesi. Sono deciso a ripartire l'indomani, magari senza arrivare alla frontiera, pertanto mi do da fare per altri acquisti ed operazioni tecniche.
Uno dei vari operatori del Menata mi informa che posso trovare un posto dove sostare per la notte al cippo che indica in km. 95 la distanza per Nouadibou: ovviamente si è già dato da fare informando il cugino sul posto. Purtroppo incappo in una serata in cui Wi Fi è in avaria e non posso svolgere il programma che mi ero prefissato, perciò mi dedico alla cucina, utilizzando quella del Menata, mentre un tipo di nazionalità non definita mi parla delle sue esperienze sul Banc d'Arguin e, di rimando, ascolta le mie riferite a Diema, Mali.
Sono sulla fase del ritiro quando lo stesso operatore che mi ha indicato la possibilità di sosta per domani si prende l'impegno di fornirmi H2O per il serbatoio del Nomade e anche di indirizzarmi sulla giusta via in uscita dalla capitale, verso nord.
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