Lascio Saint Louis dando
un passaggio all'aiuto guardiano che oggi ha tenuto sotto controllo
il Nomade; prima di scendere costui trova il modo per chiedermi altri
quattrini sotto forma di aiuto per una visita medica che intende fare
all'ospedale per certi problemi ad un occhio: gli sgancio qualche
spicciolo pur di non avere più nelle orecchie questi lamenti: oggi
ho sentito quelli dovuti alla mancanza di lavoro, alla mancanza di
vendite, alla mancanza di denaro per la famiglia, alla mancanza di
cibo...qui i problemi si cerca di caricarli sulle spalle del turista
bianco!
Uno dei tanti venditori
(ma qui li chiamano business man) che mi aveva approcciato stamane al
momento del parcheggio, subito mi aveva invitato a visitare la sua
boutique; parla l'italiano in quanto suo padre ci ha passato una
ventina d'anni o forse più. Ebbene, quando sto manovrando per
lasciare il parcheggio, anticipato dalla voce, arriva di corsa con
alcuni oggetti in legno, convinto che avrei acquistato qualcosa. Sono
assolutamente disinteressato ed irremovibile sulla mia posizione, ma
questi ce la mette tutta per strapparmi un acquisto, tirando fuori le
motivazioni più assurde per farmi sentire, in quel momento, come
responsabile delle sue disgrazie!
Ho in mente di fermarmi
per la notte dopo una cinquantina di km., in una località dove mi è
stato indicato un campeggio, ma fra il buio fitto e la totale
mancanza di indicazioni mi trovo a viaggiare da solo su una strada
che, da asfaltata, si è trasformata in pista, e ciò a causa di
lavori per il suo rifacimento.
Procedo abbastanza
lentamente, anche perché sono fresco dell'insabbiamento mattutino e
la ripetizione di un simile evento in questa fascia di orario non so
proprio come andrebbe a finire.
Ad un certo punto
comincio a vedere in lontananza delle luci e ipotizzo possano essere
quelle di Rosso, località al di là del fiume Senegal, sulla sponda
mauritana, che viene definita come una frontiera ostica.
Quando le luci sono a
tiro, ho la conferma delle mie ipotesi; infatti mi trovo un “Halte
Douane” improvvisamente davanti ai fari. Apparentemente non c'è
nessun doganiere, in realtà sulla strada c'è un pick up a fari
spenti con dentro due di questi; dopo un po' che sono fermo dall'auto
mi viene indirizzato un segnale luminoso che mi invita ad avanzare
accostando a dx. A questo punto non riesco a capire se i vari
personaggi che mi avvicinano sono doganieri, perché nel nero della
notte il nero delle loro facce fa un tutt'uno, inoltre non mi sembra
indossino la divisa. Mi viene chiesto subito il passavant e poi mi
vengono indicate due possibilità:
- sostare qui in uno spazio dove vedo già parcheggiati altri veicoli, dichiarato sicuro;
- proseguire sino al villaggio, dichiarato insicuro.
Scelta obbligata la mia, ma non semplice da mettere in pratica. Eh
sì, perché ci sono sempre troppe persone a dirigere le operazioni,
e non sempre queste sono concordi fra di loro. Dopo aver deciso con
uno di questi dove sostare, interviene un altro che dice essere
meglio mettersi di fronte. Ci provo, ma è impossibile incastrare il
Nomade dove vorrebbe costui: inoltre, invisibile ma presente, c'è un
ostacolo duro poco al di sopra del livello del suolo, ed in queste
condizioni è inevitabile prenderlo, con il risultato di trovarmi una
bella strisciata sulla parte bassa della porta di accesso alla
Maison. Alla fine, candidamente, lo stesso tipo si rettifica
dicendomi che è meglio parcheggiare nel posto precedentemente
individuato!
Ho voglia di chiudere la giornata e l'unico interesse è volto alle
varie procedure da espletare che mi attendono domani. Il fatto che mi
sia stato ritirato il passavant senza aver capito bene da chi non mi
da tranquillità, però ho accumulato stanchezza durante gli ultimi
100 km., così, come tocco il letto, sono già bello che partito.
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