Sveglia ore 6.00, buio assoluto, sarei pronto in ordine di marcia alle 6.45 (con parabrezza e retrovisori puliti), ma attendo Danilo che deve smontare la sua tenda e passarmi il bagaglio da infilare nel garage; alla fine si parte alle 7.20 con il primo chiarore, filando a medie sostenute in assenza totale di traffico in entrambe le direzioni. Ormai il terreno che si percorre, oltre ad essere sempre più Sahara, manca completamente di insediamenti significativi: sono presenti solo posti di blocco ogni tanto, ma si percepisce la presenza dei militari ovunque. Dalle parti di Bir Guendouz, dove si trova la penultima stazione di servizio prima del confine distante ancora 80 km., si arriva attorno alle 10.30, dopo aver percorso circa 300 km. quasi volando; sosta thè, servito con piattino d'olio con al centro della confiture (niente male l'accostamento) e del pane. Prima di effettuare l'ultimo rabbocco di gasolio in territorio marocchino ci pendiamo anche un caffè, vengo avvicinato con una scusa da un tipo che mi dice di avermi preso per un belga che gli aveva chiesto delle aragoste, e comunque, anche se sono di un'altra nazionalità, mi chiede: sei interessato alle aragoste?
Questi è solo un intermediario e la risposta non poteva che essere negativa. A questo punto si va diretti al confine dove si arriva all'incirca alle 12.30, dopo essere incorso in un'infrazione rilevata dal laser dopo una cunetta. Sembra che il limite fosse di 80 km./h, ma nell'abbrivio della discesa ho toccato i 90 km./h che qui ora, da quando è entrato in vigore il nuovo codice della strada più severo del precedente, vale 300 D.di multa, pazienza!
Pur essendo preparato sulle modalità delle operazioni per uscire dal Marocco, non gradisco troppo l'atteggiamento di alcuni fra poliziotti/gendarmi/doganieri/finanzieri che insistono per avere un cadeau, lasciando intravvedere la possibilità di perquisizioni lunghe e fastidiose, magari essendo sottoposti allo scanner, il tutto per ottenere principalmente dell'alcol sotto qualsiasi forma: si, perché le soste avvengono ogni 30 m., ogni volta con un interlocutore di un settore diverso che ti chiede le stesse cose e verifica i timbri già apposti dai colleghi. Un po' snervante. Nelle varie attese controllo il contachilometri e mi rendo conto che ho già percorso oltre 3.700 km. sulle strade marocchine!
Dopo due ore il Nomade è libero di affrontare la “no men's land”, quel territorio fra Marocco e Mauritania che dovrebbe essere sorvegliato dall'ONU, ma che in realtà non è sorvegliato da nessuno. Si tratta di pochi km. che sembrano tanti in quanto non c'è una pista delimitata e ogni tipo di veicolo deve scegliersi il proprio percorso, praticamente a passo d'uomo a causa della difficoltà rappresentata dal tipo di terreno. Cercando di stare prevalentemente sul duro, che è poi come affrontare il letto sassoso di un torrente in secca, si incappa inevitabilmente nel tratto sabbioso che può cedere sotto il peso del veicolo. Infatti, se ti insabbi, arrivano subito i falchi famelici che ti seguono da lontano nell'attesa di questo evento, pronti a farti volare fuori dall'insabbiamento se sei pronto a mettere dei biglietti da € 50,00 sotto le ruote! Questi stessi falchi, sicuramente in combutta con i vari organi che operano alla frontiera, appena ti rimetti in coda dalla parte dell'ingresso nella repubblica islamica di Mauritania, allora ti avvicinano chi per offrirti il cambio, chi per offrirti i servigi per rendere veloce il passaggio, chi per catturarti come guida per il vicino Banc d'Arguin (parco nazionale dove sono presenti infinite specie di uccelli migratori, per questo uno dei siti più noti in tutto il mondo), chi per proporti la scheda telefonica mauritana, etc. etc.
Mi sembrava di aver fatto tutto per bene senza accettare nulla da nessuno quando si avvicina un tale con fare da finanziere in borghese, mi chiede i documenti di entrambi, punta Danilo con fare affabile e sorridente, dice di riconoscerlo dall'anno precedente (cosa possibile perché da tempo egli frequenta questi luoghi in questo stesso periodo dell'anno); la cosa suscita un riflesso condizionato di valenza positiva in Danilo, persona sempre molto ben disposta verso le popolazioni che incontriamo, anche se colgo in lui una certa perplessità. Molto professionalmente mi chiede di seguirlo in ufficio per la pratica di temporanea importazione del veicolo, mette il naso prima dove ci sono dei colleghi che operano, poi mi introduce nella stanza dove c'è il suo capo. Per sbrigare la formalità bisogna compilare un modulo, allora mi invita a tornare a bordo per questo, non dopo avermi fatto vedere un biglietto da visita di una persona che organizza viaggi avventura con 4x4 dall'Italia e che io ho avuto modo di conoscere, aggiungendo che lui gli fa da guida locale. E così capisco che sono stato intortato! La sua collaborazione non ha certo comportato dei vantaggi in termini di tempo per superare le varie tappe obbligatorie per entrare in territorio mauritano, ma alla fine gli ho sganciato € 5,00 per non inimicarmelo in funzione dell'attraversamento futuro.
Una volta ripresa la marcia prendo atto che le procedure hanno comportato complessivamente un impegno di quattro ore, sotto il sole, senza toccare cibo perché le chiamate avvengono a discrezione del personale (ed è consigliabile farsi vedere sempre molto rilassati), che si è azzerata l'ipotetica possibilità di proseguire direttamente per la capitale, Nouakchott, che è più saggio percorrere i 60 km. per giungere a Nouadhibou e chiudere la giornata sotto una doccia rivitalizzante di un campeggio (dei due esistenti).
Oltre a ciò trovo ancora gli stimoli per cucinare una grandiosa ratatuje (non garantisco sulla correttezza della trascrizione, trattasi di verdure in umido, pomodori, peperoni, melanzane, zucchine), parte della quale è utilizzata per condire saporitamente una quantità enorme di fusilli.
Oggi nessuna foto!
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