Avendo un po' di raucedine, per la notte ho rinforzato la copertura. Quando M mi raggiunge, lo metto al corrente che non sono ancora riuscito a parlare con Dave per cui non sono in condizione di programmare nulla con lui. Ci lasciamo con grandi abbracci fraterni, dopo essermi fatto carico di un caso relativo alla figlia sedicenne di un addetto dell'Hotel, costretta su sedia a rotelle da sette anni a causa di una distrofia muscolare al momento incurabile. In pratica mi viene richiesto un interessamento per una sedia a rotelle con movimento supportato da batteria: ma io che capacità di intervento ho al momento?
Esco facilmente da Er Rachidia andando a sostare alla Source Bleue de Meski, luogo gradevole come tutte le oasi. All'arrivo due bimbi si dicono guardiani di uno spiazzo sassoso e polveroso, ed io conferisco loro l'incarico di buon grado. Accetto anche di essere accompagnato da Toufik, anni 18, sedicente guida. Il giro è articolato ed interessante, e porta sino alla vecchia Meski, ormai abbandonata da oltre 40 anni quando lo Ziz, esondando, l'aveva resa una rovina.
La posizione sopraelevata, in un contesto desertico con sottostante palmeto&uliveto&coltivazioni di erbaggi, conferisce al sito un fascino dal quale resto attratto al punto da pagare volentieri 150 D a T.
La cosa che accade verso la fine del tour è in linea con le esperienze che sto vivendo in questo territorio: racconto a T, mentre stiamo attraversando un'area destinata a camping, che sono diretto a Merzuga.
Già poco prima, attraversando il camping, avevo avuto modo di dare il saluto a tutti coloro che stavo incontrando, incluso un tipo abbigliato in modo strano. Appena T sente dove sono diretto, mi indica il tipo dallo strano abbigliamento come proveniente da lì e lo chiama. Questi arriva e si fanno le solite 4 chiacchiere; io dico che ho appena lasciato Er Rachidia e questi, di nome Ibrahim, anni 38, mestiere...guida nel deserto! mi chiede di essere accompagnato a Er Rachidia. “Sto andando nella direzione opposta, amico - allora perché non mi accompagni nella tua direzione appena sbrigo alcune faccende? Ma io sto partendo subito – allora posso venire subito!” Ovviamente la cosa è stata più articolata, ma il senso è questo.
Io sono un tipo disponibile e gradisco entrare in contatto con autoctoni, ma poi mi sembra sempre che questi usino un'arte per ottenere dei vantaggi. Sul percorso, per farmi riprendere belle immagini fotografiche, le soste avvengono sempre dove ci sono presenze di commercianti che I conosce, così come quando mi propone una variante non asfaltata che assolutamente non voglio percorrere, allora ripiega sul farmi fare solo un primo tratto asfaltato per cogliere panorami indimenticabili.
I panorami sono fantastici, ma è anche la zona dei fossili dove mi ritrovo sempre una presenza inaspettata proprio quando mi indica di accostare per parcheggiare.
Inoltre, essendosi fatto tardi, propongo una sosta cibo veloce; ok, andiamo al mercato coperto di Erfoud per un piatto da chiosco (il momento è arrivato!).
Mentre mi appresto ad acquistare della carne che viene subito tritata, mischiata con spezie, ridotta a polpettine e posta su una griglia: operazione interamente eseguita a mano ( meglio non osservare!).
Allora ricevo una serie di telefonate, fra le quali quella di BnD che ha ricevuto le foto della prima consegna. Comprato del pane, ritorniamo a bordo dove preparo dei panini, aggiungendo del pomodoro e riempiendo il veicolo di mosche, accidenti! Doveva essere un'operazione economica e veloce, in realtà mi costa 70 D., un paio d'ore di sosta, acqua minerale e caffè maison incluso.
Finalmente si va per Rissani quando il sole sta scendendo sul palmeto dell'oasi lasciando spazio ad un deserto duro, le dune sono appena visibili in lontananza in quel tipo di luminosità da tramonto in zona polverosa che rende tutto impalpabile. Ora il pericolo è rappresentato principalmente dalle persone in bici, incluse le ragazze uscite da scuola che viaggiano in linea per quattro. E' buio pesto quando giungo in area Merzuga e sto per attenermi alle indicazioni di Dave quando I, che ha parlato sempre come una trottola, arrivando a chiedermi di metterlo in contatto via mail con mia figlia per un possibile matrimonio, dopo aver ripreso l'argomento della sosta camper vicino a casa sua e delle proposte di tour nel deserto, mi induce a prendere per Ocean des Dunes, luogo del rendez-vous, esattamente come mi era stato sconsigliato. Si tratta di pista piena di balzi che percorro lentamente (non voglio ritrovarmi il basculante addosso!), senza riferimenti al punto che anche I sembra non capire più dove siamo. Sono sul punto di tornare indietro quando noto dei camper parcheggiati al di la di un muro; faccio ancora pochi metri aggirando il muro e, miracolo, mi trovo alll'ingresso del camping. Saluti con I, ma senza abbracci fraterni, quindi approccio il bureau pensando di trovare qui Polona, dopo l'ultimo scambio di sms. In realtà lei arriva mentre sto completando la fiche, ci accomodiamo a bordo e iniziamo la conoscenza: Ella è slovena, 29 anni compiuti ieri, volontaria di bella presenza qui da un anno e già in grado di parlare berbero, con alti e bassi del mestiere che capisco essere assai duro. A un certo punto arrivano anche Monica e Dave - sguardo e struttura fisica tipo Ole OMG - così ruoto i sedili e si fa un bel salotto da conversazione. Ci lasciamo con degli appuntamenti per domani mattina sia con Polona che con gli altri mentre il raffreddore sino ad ora in pectore, prende consistenza.
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