Lunedì, 04.II.19
Stamane mi sono dato
da fare sul presto per non incappare nel rumore del gruppo generatore
di corrente entrato poi in funzione poco dopo le 9.
Tutti i ragazzi erano
presenti all'appello, e anche i formatori.
Bea è arrivata verso
le 8 e le ho subito chiesto quali fossero i suoi impegni odierni: mi
ha guardato mentre si spremeva le meningi per trovarne uno da
dichiarare.
Quando mi ha
comunicato che sarebbe andata al MAU per vedere lo stato delle cose,
ho replicato che non sarebbe bastato ciò a riempirle la giornata.
Le ho messo sotto gli
occhi la mia agenda dove programmo il lavoro tanto per farle vedere
come sono piene le mie giornate e le ho ricordato come non potrà che
esserle utile sapere ogni mattina quanti compiti dovrà svolgere, sia
per tenere la mente impegnata su cose utili che per sentirsi
soddisfatta a fine giornata una volta visti i risultati del proprio
lavoro.
Come mi ha risposto?
con un sorriso, dicendo che avrebbe iniziato a scrivere su un
quaderno!
Lei per ogni fesseria
deve avere un quaderno di riferimento: speriamo che questa volta
funzioni!
Roland invece è
passato per rilevare dati da portare alla società fornitrice
dell'energia elettrica: non so più a quale puntata siamo arrivati di
questa vicenda, ma più tardi saprò se l'operazione aumento
amperaggio sarà andata a buon fine.
Ieri sera sul tardi ho
avuto notizie dall'Ingegnere: sarà in Burkina il 15 ed il 16 avremo
modo di incontrarci in funzione di vari lavori da sistemare con il
cacciavite in mano come nella canzone di Lucio Battisti (Pilimpikou,
Tamanega e G.I.).
Il giorno dieci
incontrerò i tre di Burkina Kamba che si tratterranno per una breve
missione, mentre il giorno 11 dovrebbe arrivare Eugenio: tanta vita
di relazione si profila all'orizzonte!
Ora il generatore ha
terminato di funzionare, il che vuol dire che il lavoro di saldatura
è totalmente terminato: una fonte di inquinamento in meno, mentre
permane quella della saldatura delle plastiche relative alle carene
dei ciclomotori che oltre all'odore sono convinto diffonda nell'aria
diossina o cose di quel genere.
Ho dovuto poi
accompagnare il gruppo elettrogeno ad una sua nuova destinazione così
ho scoperto, non tanto lontano da qui, un enorme terreno totalmente
cintato e con lavori di spianatura ancora in corso: vuoi vedere che
questi Burkinabè ti fanno sorgere un centro commerciale? È quello
che ho pensato, ma mi pare improbabile.
Nel mentre era in
corso un sopralluogo tecnico per cui, come in ospedale si forma il
codazzo dietro al primario, qui il codazzo era gigante dietro a
qualcuno con funzioni rilevanti che conduceva il gioco.
Subito dopo aver
pranzato sono entrati in cucina, e la cosa non è affatto
normale,Thomas e Mohamadi: il primo era agitato e si è messo a
parlare in Mooré con Bea, ma io ho intuito che si era verificato un
problema legato al suo cellulare.
Premesso che nel
regolamento interno si parla esplicitamente dei telefoni portatili in
quanto non ne è ammesso l'uso durante l'orario di lavoro da parte
degli allievi, non ho voluto che la bagarre si sviluppasse davanti a
me ed ho invitato Bea a far uscire tutti dalla cucina al fine di
ripassare il regolamento appeso nel salone.
Insomma, pare che il
telefono di Thomas fosse sotto carica nel salone e che Mohamed lo
abbia preso nelle sue mani per esaminarlo; Thomas sostiene che ora il
meccanismo non è più lo stesso.
Non voglio occuparmene
e segnalerò la cosa a Regma.
Nel frattempo ho
ricevuto e risposto ad una email di un tipo che mi aveva agganciato
quattro anni fa mentre stavo facendo delle fotocopie e che allora era
alla ricerca di lavoro; avendo alle spalle studi in agronomia gli
avevo fornito qualche contatto dai quali non era sortito nulla di
positivo.
Periodicamente nel
tempo mi aveva scritto per informarmi di come stessero andando le
cose per lui, ma ultimamente non ne avevo saputo più nulla; anzi,
no, forse mi aveva scritto all'epoca del mio intervento chirurgico ed
io non avevo poi risposto.
In breve, stamane mi
ha proposto di venirmi a salutare e, avendo accertato che ora dispone
di un lavoro stabile, ho pensato veramente ad una visita di cortesia.
In realtà pare che il
lavoro ci sia, ciononostante mi ha chiesto di essere
“accompagnato”verso un rapporto con BnD: certo che questo non
demorde mai! Ha sempre pronta una richiesta di qualche tipo a valenza
economica.
Non sapevo come fare a
liberarmene elegantemente in quanto né il sottoscritto né BnD
potranno mai essergli di supporto nell'ambito della sua attività.
Gli ho accennato che
potrebbe prendere un contatto con ADJUS in termini informativi ed
idem con Bruna quando tornerà, ma nulla di più.
Mentre era in corso la
conversazione è arrivato l'idraulico del quale avevo bisogno, e poi
anche Roland il quale non è riuscito a fare ciò che doveva fare per
un qualche inghippo che dovrebbe essere risolto domani ritornando
insieme al proprietario dell'immobile presso la società che fornisce
l'elettricità.
L'idraulico nel
frattempo aveva ripristinato velocemente la situazione quo ante dopo
aver rintracciato una guarnizione che si era mossa dalla sua giusta
posizione, mentre a Roland ho presentato il mio visitatore in modo
tale che in una successiva occasione possano parlarsi: così mi sono
liberato per tornare alle mie attività proprio mentre saltava la
corrente: che piacere con i 36° percepiti al momento starsene senza
ventilatore e senza A/C!
Martedì, 05.II.19
Sveglia alle 6 per
accompagnare Martin all'Ospedale ed essere in loco per le 7.30; le
vieux era in ritardo così ho deciso di fare prima un blitz per
ritirare una bombola del gas in sostituzione di quella andata
esaurita ieri sera in coincidenza con la fine della cottura di ciò
che avevo in pentola.
Nel manovrare con
l'auto mi sono reso conto che la retromarcia non entra più e
pertanto ho dovuto cercare di non mettermi in condizioni di
difficoltà nei parcheggi.
Arrivato al grande
complesso ospedaliero che qui continuano a chiamare con il nome
dell'ex presidente/dittatore, quel personaggio amico dei francesi
costretto a fuggire cinque anni fa in Costa d'Avorio dove fu accolto
come un presidente in carica, cioè con tutti gli onori, mentre ora
ufficialmente l'ospedale si chiama Centro Ospedaliero Universitario
di Tingandogo, si erano fatte le 7.45: a quell'ora, dopo il ritiro di
un numero da un distributore e successiva attesa, ho pagato l'importo
della visita per poi raggiungere l'ala dove sono collocati gli
ambulatori.
Prima di entrarvi un
addetto ci ha consegnato un cartoncino numerato; quindi altra fila
per far compilare a delle infermiere una scheda con i dati del
paziente.
Successivamente coda
davanti all'ambulatorio del neurologo, ma qui la cosa è andata via
rapidamente: lo specialista ha visitato il ragazzo dopo aver posto
una serie di domande alle quali le vieux ha fornito risposte mentre
Martin, anche se interpellato, con difficoltà ha monosillabato. Io
ho ascoltato e osservato Martin quando il martelletto è stato usato
per vedere le sue reazioni:esse sono state pari a zero.
Alla fine, mentre
venivano prescritto i medicinali, ho chiesto se fosse ancora presente
il cortisone nella nuova cura: si, c'è, ma a dosi molto blande.
A questo punto ho
dialogato con il medico esponendo le osservazioni che avevo preparato
ottenendo l'aggiunta di un antidepressivo in funzione dei
comportamenti ultimamente assunti da Martin.
Mi ha anche spiegato
che le richieste continue/ossessive del ragazzo tendenti ad ottenere
immediatamente una risposta concreta alle sue richieste sono una
dipendenza del suo stato: così facendo compensa la mancanza di
affetto della quale soffre in aggiunta a tante altre cose.
Interpellato sulle
cure tradizionali alle quali il ragazzo ha piacere di sottoporsi al
villaggio, la risposta è stata che male non fanno trattandosi di
medicamenti naturali.
Fra due mesi è
prevista la ripresa della Kinesiterapia che pare abbia sortito dei
buoni effetti, mentre il cocktail dei medicinali è parzialmente
cambiato.
Prima di sera ho preso
in mano tutti gli incartamenti che lo riguardano, tanto per metterli
in ordine (ad esempio stamani le vieux non aveva trovato il documento
giusto da porgere allo sportello confondendo l'uno con l'altro), e
così mi sono reso conto che sulla base delle ricevute per visite,
analisi e medicinali presenti nel dossier la ONG&ONLUS ha
sostenuto costi per Fcfa 672.000, cioè oltre € 1.000,00 per il
periodo a partire dal 2017, senza ancora essere riusciti a
comprendere il perché di questa degenerazione in quanto tutti gli
esami eseguiti nel tempo sono risultati negativi, esami che sono
stati inviati in Francia per essere elaborati.
Resta come unica
spiegazione accettata da queste parti l'aver mangiato carne di
coccodrillo, cibo inibito alla sua famiglia come dicono gli antenati,
animisti in un paese che sotto sotto lo è ancora animista; anche le
persone più istruite spesso lo sono.
Razionalmente mi sono
chiesto se sarebbe stato meglio portarlo dalle nostre parti per
essere curato, ma ci sono gli aspetti psicologici da tener presenti
che potrebbero giochere contro questa soluzione.
Dopo aver provveduto
all'acquisto dei medicinali siamo arrivati a G.I. dove Martin ha
chiesto di restare.
La situazione di
questo ragazzo che oramai non parla praticamente con nessuno e vive
in una sua realtà virtuale abbastanza abbandonato a se stesso (padre
morto, lo zio chiamato le vieux lo ha accettato nella sua casa ma non
ha creato alcun rapporto con lui, la madre si è ricollocata altrove
e penso abbia generato altri rampolli) mi tocca oltre le apparenze e
mi fa sentire del tutto inutile.
Certo, tenere la
giusta distanza e non caricarsi della responsabilità di ciò che
accade in ogni parte del mondo: né io né BnD possiamo fare più di
quanto si sta facendo.
Sono consapevole che
se non si smuove qualcosa il ragazzo andrà ad esaurirsi; ci vorrebbe
una struttura organizzata, accogliente e che lo mettesse in grado di
fare qualcosa tutti i giorni, per esempio nel settore della pittura
per il quale ha una predisposizione naturale.
Ma non c'è il tempo
ora per soffermarsi ancora su Martin; rientrando ho subito notato che
il fabbro non era presente come avrebbe dovuto in quanto oggi è il
giorno di avvio del corso di formazione nella saldatura metalli.
Pensavo di correre dal
meccanico per rimettere a posto Renault Scenic, ma mi sono fermato
per rintracciare l'uomo e farlo venire velocemente, quanto meno per
una presentazione reciproca fra i ragazzi e lui e anche per
l'esposizione di tutti i materiali acquistati con ripresa di foto
così come richiesto dalla casa madre.
Nell'attesa ho
cominciato a far uscire dal magazzino tutto il necessario e poi, con
la presenza del tipo, ho completato le foto. In realtà avevo
predisposto un breve video e avevo istruito il fabbro in tal senso,
ma al momento giusto non ho tenuto premuto qualcosa e ho solo perso
del tempo.
Dal meccanico mi sono
recato attorno alle 15, un orario che sarebbe da evitare se
possibile; l'intervento non è stato troppo lungo ed è consistito
nel resettare i cavi di comando delle marce.
Prima di rientrare mi
sono fermato al Bon Samaritaine per far cambusa e successivamente
anche in una stazione di servizio per carburante.
Sono rientrato giusto
nel momento in cui i ragazzi se ne stavano uscendo con le loro bici:
così come al mattino hanno difficoltà a salutarmi individualmente,
salvo il rito consistente nell'avvicinarli dopo l'inizio delle
attività dando il buongiorno a tutti per ottenere un coro in
risposta, alla sera sono più disposti al saluto anche solo
attraverso un sorriso.
In un momento della
giornata avevo chiesto a Moustapha il perché dell'uscita di Mohamadi
ieri prima di mezzogiorno – informazione avuta da Thomas quando ho
chiesto come erano andate le cose relative al suo portatile - e lui
mi ha detto che non era stata autorizzata; inoltre lui ha un rapporto
critico con il ragazzo dopo che lo stesso gli aveva ripetutamente
mancato di rispetto, quindi non ha voglia di essere attaccato se lo
riprende, così come è già successo.
Allora ho chiamato il
ragazzo il quale ha cercato di fare il furbo con me, ma oggi non ha
avuto scampo e ha dovuto ammettere, il che vuol anche dire come
l'uscita gli sia servita per andare a nascondere da qualche parte la
memory card estratta dal telefono portatile di Thomas mentre era nel
salone da solo dove aveva avuto le mie cure per un mal di testa
probabilmente inventato.
Oggi l'educatore non
ha avuto tempo, ma domani lo vedrò sicuramente e gli racconterò
tutta la vicenda: questo Mohamadi è un furbo che pensa di potersela
sempre cavare in qualche modo guardandoti con quello sguardo
assente/lontano che normalmente appartiene ai ragazzi caduti dal
pero, come si suol dire.
E' già stato oggetto
di colloqui individuali con l'educatore, ma temo continuerà ad
averne per come si sta comportando!
Mercoledì, 06.II.19
La giornata
oggettivamente si è messa subito in salita, anche se mi rendo conto
che in qualche misura è dipeso anche da me: pare che il riposo di
scarsa qualità messo insieme a giornate complessivamente pesanti mi
abbiano tolto quello smalto con il quale mi ero presentato sulla
scena due mesi fa.
Già l'inaspettata
visita di Roland pensavo portasse buone notizie ed invece è solo
stato un prolungamento della telenovela.
Si parla di questo
benedetto aumento dell'amperaggio sin dal mio arrivo: prima il
problema sembrava essere l'atteggiamento preso dal proprietario
dell'immobile, atteggiamento che ho contribuito a modificare sino ad
ottenere la fotocopia del suo documento di identità che sembrava
essere la condizione senza la quale non si riusciva ad andare avanti.
Ma oggi il brillante
coordinatore mi ha informato di avere saputo dalla società
fornitrice dell'energia elettrica che l'importo richiesto per questa
modifica è di Fcfa 78.000 e non di 25.000 con i quali si era
presentato!
Informarsi prima no?
Queste sono quelle
situazioni che mi fanno perdere equilibrio: possibile mai che costoro
siano in grado di trattare un solo argomento per volta? argomento che
a volte resta unico per tutto il giorno senza mai indagare
prima/approfondire alla fonte?
Si da più credito al
sentito dire piuttosto che prendersi la briga di darsi da fare!
L'altra faccia della
medaglia è che se telefoni chi ti risponde non sa mai cosa dire e
spesso si comporta in maniera scortese, quindi la gente accetta di
andare per le 6 del mattino all'ospedale dove iniziare una trafila di
code prima di arrivare dal medico utile alla bisogna.
E' solo un esempio per
dire che il meccanismo in essere è illimitatamente
autogiustificativo: tutti lo accettano e quando a Roland ho rimarcato
che forse è anche per questo che il paese non evolve, lui ha fatto
spallucce dicendo: cosa ci posso fare io.
Perché l'altro
argomento che avevo perso di vista dall'altra volta è che in Africa
ognuno fa per se; quindi mi arrangio in qualche modo a superare lo
scoglio del momento senza pensare che rimuovendo lo scoglio ci
sarebbero meno problemi anche per gli altri.
Per cui è poi bastato
che il formatore di carrozzeria plastica si assentasse senza
avvisarmi lasciando gli allievi all'opera senza alcun controllo per
innervosirmi; poi nel pomeriggio il formatore in saldatura metalli
non è arrivato alle 14.30 come previsto tant'è che ho dovuto
sollecitare la sua presenza con una chiamata telefonica.
Una volta arrivato, ho
messo in gruppo i ragazzi ed ho anche dovuto usare le maniere forti
per farli smettere di urlare fra loro affinché prestassero
attenzione al Souder il quale li ha tenuti occupati sino alle 17.
Ho avuto modo di
spingere fisicamente alcuni che cercavano di guadagnare le retrovie
suscitando il riso negli altri; per certuni è proprio difficile
partecipare, fare gruppo, stare tutti insieme.
Domani è la giornata
di visita specialistica per Thomas, ma non credo di poter
partecipare, tanto meno alle ore 6 come indicato sulla carta del
rendez-vous; l'ospedale si trova lontanissimo da qui, di fronte al
Parco naturale visitato durante il mese di gennaio.
Avevo bisogno di
parlare con l'educatore e quindi l'ho chiamato ed egli si è reso
disponibile a raggiungermi velocemente; ho così potuto renderlo
edotto di quanto avvenuto lunedì con l'appendice di ieri circa il
furto di una memory card avvenuto quando nel salone avevo fatto
entrare un allievo che ho curato per il mal di testa.
Alla luce dei fatti al
95% è possibile che sia stato costui ad effettuare l'azione
costruendola con perizia e, in definitiva, prendendomi per i
fondelli.
A costui qui sono già
state date varie nuove occasioni, ma non si può andare avanti
all'infinito così; ho proposto a Regma, nell'ambito del colloquio
che avverrà domani con il ragazzo, di imporgli di riportare il mal
tolto per chiudere la vicenda senza altri fastidi: infatti non è
simpatico pensare di essere in un gruppo coeso e scoprire che c'è un
ladro pronto a colpirti quando meno te lo aspetti.
Dall'Italia intanto mi
stanno arrivando buone nuove: si sta predisponendo l'invio del denaro
per il progetto denominato dal Presidente “i matti di Gaetano”,
ma a me piace molto di più pensare a Soeur Rosalie e al suo centro
di cura per malati mentali.
Sarà anche la stessa
cosa, ma a me suona meglio la mia versione rispetto a quella del
Presidente!
Prima di chiudere la
giornata ho punzecchiato Bea che, dopo aver lavorato con i ragazzi in
mattinata e aver pranzato con la mia cucina improvvisata, ha
trascorso il pomeriggio aggirandosi qua e la senza fare nulla di
quanto avrebbe dovuto trovare scritto sul suo quaderno!
L'ho congedata
fornendole tutto l'incartamento di Thomas ed i quattrini necessari;
poi ho eseguito una breve uscita per acquisti e rinnovo della scheda
telefonica sino a fine mese, ma mentre rientravo ho adocchiato il
falegname al lavoro su strada proprio su quanto commissionatogli sia
per il MAU che per qui, così ho potuto effettuare la verifica che
avrebbe dovuto fare l'imprenditrice del MAU = Bea.
La doccia prima e la
decisione di meditare con il metodo Gusmano mi hanno sicuramente
riequilibrato in questa giornata tanto problematica.
Per finire, quando
stavo lavorando per la cena, ho ricevuto una telefonata da parte del
prezioso Sama in precedenza da me sollecitato su vari argomenti.
In quest'occasione se
ne è trattato solo uno – mi sto convincendo che a tutti i livelli
qui funziona esclusivamente così: un pezzetto per volta, visione di
insieme e programmazione risultano applicazioni difficoltose –
relativo ai documenti necessari per ottenere la targa locale sulla
Opel 4x4.
In parole povere
l'auto è arrivata ai primi di dicembre, ma proprio per il fatto che
l'avanzamento su ogni cosa è in buona parte lasciato al caso, non
gli era passato per la mente di indagare sin dall'inizio su come si
sarebbe svolta tutta l'operazione.
Questo anche perché
si cerca sempre di rivolgersi all'amico che lavora nel settore
pensando di averne dei benefici, tipo un risparmio sui costi globali,
ma come constatai già tre anni fa all'epoca delle sei moto, alla
stretta finale si perde solo del gran tempo, ci si stressa, il
risparmio non c'è perché esiste comunque una regola che impone dei
minimi, e magari bisogna anche dire grazie a qualcuno per aver fatto
il niente o poco di più.
Per stasera mettiamoci
in pausa e dedichiamoci ad un po' di lettura: Il ciclope di Paolo
Rumiz (sino a che l'occhio regge senza appannarsi sulle parole mentre
la testa va a ciondoloni).
Giovedì, 07.II.19
Dopo essermi rigirato
sul letto mi son deciso a guardare l'ora: erano le 5.54.
Bene, mi son detto, a
quest'ora Bea e Thomas saranno in arrivo all'ospedale; ho cominciato
a leggere La Repubblica online e poi ho cercato qualche
approfondimento sino a che, mentre oramai ero già eretto, ho sentito
suonare il telefono: Bea mi stava avvisando che la prima procedura
era stata eseguita (erano arrivati alle 5.45 e sono stati i secondi
in attesa); ora stavano ulteriormente attendendo di essere chiamati.
Di sua iniziativa mi
ha detto che avrebbe provato a farmi parlare al telefono con il
dottore al momento opportuno, ammesso che ciò si riveli possibile.
Stamattina sto
attendendo al varco il saldatore al quale avevo dato due possibilità:
intrattenere i ragazzi dalle 8 alle 12 oppure dalle 8.30 alle 12.30.
La prima opzione è
sfumata presto, ma quando ho visto che stava per sfumare anche la
seconda l'ho chiamato al telefono ottenendo la solita risposta: je
suis a coté, je suis sur la route, je suis en train de arriver tout
de suite, etc. etc. etc..
Per ora non voglio
affrontarlo troppo duramente, per quanto gli accordi fossero stati
chiari sin dall'inizio ed ogni volta che passa di qui l'ho portato
davanti alla tabella esposta sull'impiego del tempo dove le sue ore
sono stampate, perché ancora deve essere rifinito il lavoro
eseguito fra sabato e lunedì: ma come io girerò l'angolo cosa
succederà?
Se non riuscirò ad
inquadrarlo c'è il serio rischio che il corso debba essere sospeso
sino a che un altro omino bianco trovato da BnD non potrà
trascorrere qui costantemente i suoi giorni per lunghi periodi:
situazione molto improbabile.
Questo è il nocciolo
del problema di qualsiasi progetto: c'è chi si può permettere di
pagare una persona per fare il capo progetto sul posto e c'è chi non
ha questa possibilità, come BnD.
Per cui le alternative
non sono tante: o si paga qualcuno o si rinuncia a lanciare
operazioni di questo genere.
A meno che non ci si
accontenti di un tran tran giustificato dalla motivazione che
qualcosa è pur sempre meglio di niente: personalmente la vedo
diversamente.
Se ci sono delle
risorse da destinare io preferirei destinarle laddove i benefici si
concretizzano in maniera precisa per il maggior numero di persone
possibili, ma io mi trovo spesso fuori dal coro!
Ogni volta che il
saldatore inizia a lavorare con i ragazzi ci sono subito delle
richieste di acquisto di piccole cose necessarie: ieri si è trattato
della carta vetrata, oggi di pennelli, rulli, diluente e benzina.
Si tratta di piccoli
importi che devo anticipare personalmente nell'attesa della
disponibilità che potrebbe essere arrivata in banca oggi: poi
toccherà a Sama prelevare e consegnare.
Terminata
l'applicazione della pittura alla struttura dell'hangar nello stesso
colore rosso come il resto – non avrebbe potuto essere diversamente
- secondo anche quanto ricordato dal Presidente che qui vorrebbe
vedere rosso dappertutto (vorrà mica dire qualche cosa o sarà solo
un imprinting del passato quando lavorava - non so bene con quale
mansione - nell'ambito della Ferrari in Modena?).
Sul far del
mezzogiorno sono arrivati Bea e Thomas: missione compiuta
all'ospedale dove sono stati impegnati a partire dalle ore 5.45!
Risultato: il ragazzo
presenta le condizioni per essere operato al setto nasale e il giorno
12 è fissato un rendez-vous con il chirurgo.
Ora mi sto chiedendo
se è da considerarsi maggiorenne, ma non conosco le disposizioni
locali, per cui dovrò coinvolgere la famiglia, ammesso che ci sia,
già dal prossimo appuntamento ospedaliero; intanto ho ribaltato la
notizia a Nicola – Amici per l'Africa – che è il suo “tutore”
italiano in quel di
Pisa.
Subito dopo il pranzo
dei ragazzi sono intervenuti i tre dell'Action Sociale che hanno
intrattenuto gli allievi nel salone su argomenti inerenti a certe
malattie.
A seguire ho visto
Alexis, ex allievo di allora, il quale è passato di qui per
salutarmi e forse anche per chiedermi qualcosa. Essendo senza lavoro
in questo momento l'ho invitato a venire da noi con pranzo pagato da
me; parlando mi ha fatto capire di essere capace come elettricista,
al che ho rincarato la dose dicendogli che il lunedì e martedì
abbiamo qui un elettricista che istruisce i ragazzi e che lo potrebbe
guardare dal punto di vista professionale.
La cosa gli è
piaciuta e quindi ne ho parlato a Moustapha: vediamo cosa ne verrà
fuori.
Intanto sono iniziate
le attività del carrozziere all'esterno e quelle relative al disegno
all'interno; in precedenza mi ero intrattenuto con Abass l'artista
circa Martin: lui lo vedrebbe impegnato giorno e notte ad usare la
pittura con le mani sino a trovare un suo stile e a poter vendere la
produzione per mantenersi.
L'idea è bella, ma il
ragazzo è ancora così giovane che bisognerebbe innanzitutto
risolvere il problema delle responsabilità di chi dovrebbe farsene
carico: ci fosse una casa famiglia per persone come lui! Non so come
muovermi: mi sono venute in mente altre ONG operanti in Burkina con
“mission” diverse dalla nostra, ma questo lavoro non credo di
avere il tempo per farlo, purtroppo!
Alla chiusura delle
attività ho avuto degli scambi telefonici con Amici per l'Africa
circa Thomas; domattina vedrò di rintracciare lo zio in funzione
dell'intervento chirurgico al quale il ragzzo sarà sottoposto.
Quindi mi sono recato
a trovare Fati per capire se i vestiti da lavoro commissionati
fossero entrati in produzione; sempre carina e gentile, oggi era
malata per cui mi sono intrattenuto con lei su questo argomento prima
di toccare l'altro.
Inoltre avevo
trascinato al seguito Bea affinché chiedesse la disponibilità di
rimasugli di stoffa nei colori verde,giallo,rosso in funzione del
MAU: non c'è niente da fare, non è in grado di occuparsi nemmeno di
queste banalità! Per fortuna che la figlia è accudita nella
famiglia del deceduto marito, anche se sono venuto a sapere che non
viene curata per una carie che le procura anche dolore.
Per Bea spiegare ciò
di cui abbisogna e come il materiale dovrebbe essere utilizzato
rappresenta un'azione simile alla scalata del K2 senza ossigeno!
Sono intervenuto
personalmente, anche perché Bea sembrava stesse commissionando un
lavoro mentre invece stava solo chiedendo la cortesia di poter
disporre di materiale di scarto della lavorazione, quindi a costo
zero!
Quando Fati ha capito
si è resa disponibile ad essere accompagnata al MAU per rendersi
conto meglio di cosa si intende realizzare.
Rimasto solo ho aperto
il frigo ed ho utilizzato tutto quanto era rimasto (poco) per la
cena; nel fare ciò mi è venuta alla mente una cara amica poco
interessata alla cucina che sa spremere il contenuto del frigo sino
all'inverosimile, ovviamente lasciando da parte le componenti
plastiche, ma in futuro chissà?
Poi ho maneggiato a
lungo il portatile prima di andare avanti con la lettura del Ciclope
di Rumiz.
Venerdì, 08.II.19
Ancora una sveglia
troppo anticipata e la sensazione di essere un po' rotto; la
ginnastica che cerco di praticare al mattino si riduce sempre di più
all'osso.
Il pensiero di Martin
evidentemente non mi lascia mai e così questa mattina mi sono deciso
a prendere contatto con una persona conosciuta quattro anni fa: lei
opera per una ONG con una “mission” maggiormente indirizzata al
sociale rispetto a BnD e mi è sembrata l'unica risorsa possibile a
mia disposizione.
Carina sin dallo
scambio del primo messaggio, mi ha subito offerto il suo numero
telefonico per essere chiamata.
Con pazienza e
gentilezza ha ascoltato la triste storia di Martin e alla fine mi ha
assicurato che avrebbe fatto qualche telefonata esplorativa
scomodando alcune persone fra i suoi contatti; già aver mosso le
acque senza ancora sapere se ci sarà un pescato mi fa sentire
meglio: ci sto provando!
Oggi le attività
esterne stanno procedendo senza particolari difficoltà, salvo un
allievo arrivato senza vestito da lavoro respinto da Moustapha e poi
rientrato nel gruppo una volta recuperata la divisa.
Ho sollecitato Bea per
il falegname: il lavoro dovrebbe essere terminato a breve così poi
andremo al MAU per verificarlo e capire meglio come fissarlo ai tubi
verticali tipo Innocenti: magari si riesce a vedere anche quest'opera
finita entro domani?
Forse è osare troppo!
Ho quindi convocato
tutti i ragazzi che hanno un appuntamento supplementare all'ospedale:
4 per il giorno 11 e Thomas il giorno 12 .
Dopo le
raccomandazioni sulla puntualità in quanto dovremo partire da qui
alle 6.30, ho affrontato con Thomas la sua tematica. In mia presenza
ha parlato telefonicamente con lo zio per ottenerne la presenza il
giorno 12: costui ha replicato che sarebbe passato di qui domani per
chiarimenti.
Mi sono quindi
dedicato ad una relazione propositiva inviata sia a Bruna che a Luca
riguardante ipotesi di organizzazione di vita più attiva e
partecipativa per Martin; inoltre ho voluto inviare una ulteriore
relazione inerente il progetto che sto seguendo dai primi di dicembre
per evidenziarne i punti critici assolutamente da migliorare a breve.
Perché va bene che il
Presidente mi ha invitato a tornare in Burkina piuttosto che recarmi
in Senegal così come era già scritto; io avrei potuto negarmi, ma
di fronte alla richiesta di rimettere ordine con il mio cacciavite e
lanciare nuove attività mi è sembrato più utile ritornare qui dove
efettivamante pensavo che non sarei mai più tornato.
Come la volta
precedente ho prima dovuto carburare, capire la nuova e più ampia
dimensione di questo progetto, rendermi conto di come operano
educatori e formatori: dopo sono partito a testa bassa anche senza
rendermene completamente conto.
Parte dei lavori
straordinari che avevo segnalato come indispensabili sono stati
immediatamente finanziati e sono già stati realizzati, ma durante la
prossima settimana dovrà essere tutto concluso.
Perché? Perché i
miei giorni qui volgono rapidamente al termine ed io pretendo di
lasciare il meccanismo Garage Italia ben oliato e funzionante, per
quanto sarà possibile.
Mi rendo conto che
l'energia che immetto in ciò che faccio non voglio dire che contagia
gli altri, ma crea spunti di riflessione per molti, anche fra gli
allievi: di loro non mi occupo come tre anni fa, ma mi preoccupo che
tutto funzioni nel loro interesse e questo mi sembra sia stato
compreso.
Intanto Bea, dopo aver
rassettato casa e provveduto a lavare i panni, si è dedicata alla
preparazione del piatto locale denominato Bega, piatto che ho
dimostrato di gradire, non fosse altro per cambiare cibo.
All'ora della pausa
pranzo, dopo una mia richiesta in tal senso, Sama mi ha comunicato
che i quattrini per gli interventi straordinari sono arrivati e che
lui stava giusto andando in banca a prelevarli per me. Pensavo alla
banca in centro a Ouaga, allocata nel perimetro scelto per i primi
attentati nel 2016, dove per me sarebbe stato semplice raggiungerlo;
invece mi ha spiegato che si sarebbe trattato di andare in tutt'altra
direzione così ho delegato il capo meccanico a fare da corriere.
Avendo avuto notizia
sin da ieri della mancanza di Roland per oggi, ho deciso di
effettuare nel suo orario una lezione al secondo gruppetto di ragazzi
ripetendone più o meno la dinamica.
Qui, con la storia che
per famiglia si intende un nucleo ampio legato in vari modi e non
sempre per via del sangue, quando avviene un decesso al suo interno,
evento che statisticamente è direttamente proporzionale all'ampiezza
del nucleo stesso, tutti sono tenuti a rientrare al villaggio per
rispettare le usanze tradizionali: 3 giorni in caso di decesso
maschile e 4 in caso di decesso femminile. Mi sono fatto spiegare il
motivo del trattamento diverso, ma ora già non lo ricordo più.
Ho chiesto: ma se uno
non potesse partecipare? Impossibile perché deve andare ad offrire
il suo conforto al vedovo o alla vedova o a chicchessia.
Ok, ma di quale
quantità di conforto necessita chi rimane per poter proseguire il
proprio cammino terreno senza dover subire traumi profondi? Più ne
ottiene più in fretta sarà in grado di andare avanti!
Al gruppetto ho
proposto sulla lavagna i numeri da 1 a 10 prima in lingua moore, poi
in francese e alla fine in italiano, ottenendo lo stesso livello di
attenzione dell'altra volta: quindi molta partecipazione e
coinvolgimento.
La variante è stata
che a fianco ai primi sette numeri ho aggiunto i giorni della
settimana prima in francese e poi in italiano: qui mi sono divertito
di più quando ho accennato al perché dei singoli nomi, ma senza
risalire alle origini latine mi sono solo soffermato sui nomi dei
pianeti. Molto interesse ha destato il quinto giorno della settimana
ispirato a Venus, la dea della bellezza che io ho infiorettato nel
modo giusto per farli sognare.
Alla fine uno fra loro
mi ha chiesto se in Italia le donne portano questo nome: non mi
risulta, ho risposto, forse anche perché chiamare con quel nome una
figlia potrebbe sembrare un atto di superbia che per ora sembra non
attirare.
Nel mentre ero
all'opera è arrivato lo psicologo Jean Raymond il quale non solo ha
ripreso delle foto a tradimento mentre agitavo le mani per farmi
capire meglio sulla pronuncia delle varie parole, ma le ha anche
messe online in tempo reale!
Prima avevo ricevuto
la comunicazione recante il recapito telefonico di un nominativo da
contattare per la vicenda Martin: veramente molto rapida la collega
che attualmente opera per Terre des Hommes e che ho appreso essere
originaria di Thiès, la seconda città del Senegal.
Domani lo cercherò.
In chiusura di
giornata, quando tutti se ne sono andati, il falegname stava
ultimando le scaffalature che gli ho commissionato per sistemare
decorosamente il materiale pregiato che si trovava accatastato
malamente: si tratta delle CPU che prima o poi si sposteranno al
Cyber ancora non funzionante ma praticamente pronto.
Non ne potevo più di
vedere tanto scempio, oltre al fatto che quel locale che attualmente
è utilizzato come magazzino si vorrebbe trasformarlo in studio di
consultazione per Psicologo ed Educatore in quanto ad oggi non c'è
uno spazio idoneo per i colloqui individuali nel rispetto della
privacy.
Bene, è venuto il
momento per andare al MAU dove Bea, sollecitata da me, aveva
provveduto a far arrivare con mototaxi i pezzi realizzati dal
falegname come penultimo atto prima della riapertura.
Sono quindi andato a
cercare il Souder metallique per la realizzazione dei fermi utili a
creare la delimitazione che include ogni tot. un tubo tipo innocenti
al quale attaccarsi: i singoli pezzi entrano perfettamente negli
spazi e il Souder è arrivato poco dopo, forse più per consegnarmi
la fattura del lavoro già svolto che per questo lavoretto da niente:
ciononostante l'ho pregato di effettuarlo al volo.
Sarà domani che potrò
vedere l'opera in grado di decollare? Sembrerebbe cosi a detta
dell'uomo, ma prima aspettiamo di vedere la parola fine scorrere in
coda alla telenovela!
Oramai si era fatto
tardi e non avevo voglia di andare ancora in giro, quindi Bea si è
prestata a fare un salto in notturna al mercato cercando di portarmi
a casa qualcosa da mettere sotto i denti questa sera.
Sabato 09.II.19
Onestamente pensavo
potesse essere una giornata tranquilla, invece l'ho resa agitata con
le mie scelte operative ispirate a spendere subito il malloppetto
arrivato onde non averne più la responsabilità della custodia:
tanto gli importi sono già allocati sui vari settori e si fa in
fretta.
Inoltre ho cominciato
a cercare la persona indicatami per la situazione di Martin, ma l'ho
trovata occupata sicché siamo andati avanti a mezzo sms fino a
concordare che la chiamerò lunedì mattina alle ore 8.
All'arrivo di Jean
Raymond ho lasciato la cucina a disposizione per la sua attività e
mi sono involato con Moustapha verso il centro dove avevo come
riferimento il grossista dove avevo già acquistato il materiale per
il Souder: lì ho trovato sia il caricabatteria che i tester.
Dopo ci siamo recati
in un luogo dove ha sede un mercato all'aperto con baracchini posti
uno a fianco all'altro a creare un alveare di viottoli sui quali
affacciano le attività, viottoli percorsi anche da ciclomotori!
Effettivamente c'è di
tutto, sia nuovo che usato: da particolari irrilevanti a quelli più
prestigiosi, sia di bici che di due ruote a motore, oltre ad utensili
di ogni genere.
Noi siamo alla ricerca
di due blocchi motore dismessi sui quali far fare esperienza ai
ragazzi; per questo cerchiamo blocchi marchio Yamha, unico marchio
giapponese presente in Burkina Faso, modello Cripton, ciclomotore qui
assai costoso rispetto alla miriade di quelli circolanti di
fabbricazione cinese.
Parcheggiata l'auto
nell'unico posto possibile ho seguito Moustapha lungo viottoli quasi
impraticabili per la mercanzia posata a terra, l'andamento del
terreno ed il continuo via vai di persone e ciclomotori.
Il posto conosciuto
dal capo meccanico oggi è risultato chiuso e quindi siamo andati
oltre dove egli ha trovato quello che serve, lo ha verificato in
qualche modo e poi mi ha riferito il prezzo che, essendo io presente,
non poteva che essere proposto più elevato.
Ho tagliato corto
dicendo al venditore che se avesse ribassato io avrei comprato, in
caso contrario avrei cercato altrove.
Alla sola idea di
dover tornare in questi meandri sarei stato disposto anche ad
allungare qualcosa in più pur di chiudere il discorso; il venditore
mi ha visto deciso, quindi, con il sorriso sulle labbra mi ha
“accontentato”, ma l'affare lo ha sicuramente fatto lui!
Uscendo dalla bolgia
ho raggiunto l'atelier del Souder plastique in modo da invitarlo a
passare a ritirare l'importo necessario agli acquisti concordati: con
il materiale nuovo la formazione toccherà la parte della
verniciatura, quella conclusiva del ciclo.
Peraltro, su mia
richiesta, avevo chiesto ieri una sua valutazione sull'apprendimento
dei ragazzi ed ero rimasto contento per l'andamento globale, ma in
particolare per la valutazione di Thomas, l'ultimo arrivato che sta
scalando tutte le classifiche.
Al rientro a casa era
già da tempo ora di pausa pranzo per i ragazzi; io ero troppo
affaticato per pensare di preparare qualcosa e quindi me la sono
cavata con una insalata mista con l'aggiunta di tonno in scatola di
non eccelsa qualità, pur sempre un gusto gradevole alle mie papille
gustative; il tutto condiviso con Bea la quale aveva operato tutta la
mattina nell'alfabetizzazione e nel mentre aveva saputo che il Souder
non era riuscito a fare quanto promesso: cvd, tutto rimandato a
lunedì.
Successivamente è
passato sia il Souder plastique così come concordato che l'artista
Abass da me convocato sia per ricapitolare gli acquisti da effettuare
con il denaro arrivato che per ottenere una proposta economica
orientata a far lavorare Martin due volte alla settimana qui a G.I..
Alla fine uno schema
si è concretizzato: martedì pomeriggio 2 ore e giovedì pomeriggio
2 ore, con prelevamento e riconsegna di Martin a casa del vieux per
Fcfa 5.000 ogni volta.
Non è a buon prezzo,
ma la cosa mi sembra fattibile: settimana prossima comunicherò a
Bruna le novità.
Mentre il falegname
ultimava il suo lavoro Thomas mi ha aiutato a smontare la lavagna per
essere preparata alla pitturazione; qui non ho trovato la carta
vetrata adatta e non ho lo stucco, ma il falegname stava seguendo il
nostro operato e si è reso disponibile a portare il manufatto da lui
per la stuccatura e qualche incollatura avvalendosi dell'aiuto di
Thomas.
Una volta tornata la
lavagna è stata messa all'aperto per una bella scartavetratura
mentre io, a bordo di Scenic e accompagnato dalla assistente/figlia
Bea, mi sono diretto presso les Amies e le Bon Samaritaine dove ho
trovato quello che volevo, per quanto il mango fosse molto più caro
rispetto alla volta scorsa.
Proprio poco prima di
fermarmi sono stato raggiunto da una chiamata di Sama alla ricerca di
conferme circa l'incontro con i Burkina Kamba; pensavo ne fosse
informato, ma non lo era e quindi l'ho reso edotto sui cambiamenti
intervenuti a me anticipati con messaggio vocale giusto ieri.
Forse lunedì mi
consegnerà i documenti di circolazione italiani in originale in modo
da portarmeli appresso per la radiazione dei veicoli dal Pubblico
Registro.
Con il buio ho
riconquistato casa dove Bea mi ha chiesto la route ed io gliela ho
concessa!
Solo una doccia mi ha
fornito l'energia necessaria per dedicarmi attivamente alla
preparazione della cena; su un soffrittino cipolla e aglio ho
aggiunto fette di pomodoro mentre in una scodella ho amalgamato il
residuo del Bega con due uova,
Al momento giusto ho
versato il tutto nella padella sotto la quale avevo messo un fuoco
lento, coprendola; ad un certo punto ho girato il contenuto come si
fa con una frittata e alla fine ho ottenuto una specie di torta
salata a base di riso, fagioli locali, pomodoro cipolla e aglio, ben
dorata sui due lati e dal gusto accettabile.
Domenica, 10.II.19
Ieri avevo invitato
Thomas per un'altra lezione di scuola guida alla quale aveva preteso
di accodarsi anche Bea.
Quindi alle 8.30 mi
sono mosso con Thomas e Josué per raggiungere uno spazio adatto alla
bisogna dopo aver fatto salire Madame lungo la strada.
Arrivati in zona Ouaga
2000 mi sono infilato in un enorme terreno in terra rossa utilizzato
per il football cercando di stare lontano dalla parte in utilizzo.
Thomas ha preso il
volante ed abbiamo cominciato ad andare avanti e indietro su terra
sino a che l'ho autorizzato a percorrere un tratto secondario di
goudron: il circuito era così diventato per la prima parte su terra
e poi tre lati su goudron.
Successivamente ho
chiamato Bea al posto di guida consapevole che non aveva mai condotto
prima: quindi solo percorso su terra con le normali modalità di un
principiante.
Ho poi chiesto a Josuè
se avesse voluto provare e la risposta era già nell'aria:
affermativa.
Anche con lui alla
prima esperienza solo movimento su terra.
Ho continuato a
spiegare il perché i rapporti ogni tanto possono non entrare
correttamente partendo sempre da lontano, come con l'esempio del modo
di fare del cane rispetto a quello del gatto o dell'uso
dell'intelligenza al posto della forza, per arrivare ai meccanismi
dentati che devono ingranare fra di loro.
Quindi ho voluto che
riprendesse il volante Thomas sperando che avesse smaltito la
rigidità accumulata prima; infatti questa volta si è voluto
cimentare positivamente anche nella retromarcia destando ammirazione
negli altri.
Prima di tornare ho
voluto verificare attraverso un feed-back quanto avessero trattenuto
in modo da constatare che ognuno avesse usato l'esperienza al meglio
mettendosela in memoria.
Nel rientrare ho
lasciato a casa Bea e poi ho proseguito per uno stradone in terra
rossa che mi ha portato direttamente sul goudron dalle parti del
fornaio dove mi sono fermato un momento acquistando due dolcetti che
ho offerto ai ragazzi.
Arrivati a casa Thomas
si è preparato per terminare il lavoro iniziato ieri pomeriggio
mentre Josuè osservava e dormicchiava; io mi sono dato da fare con
melanzana e zucchine preparate alla piastra nonché con il lavaggio
dell'insalata e delle carote e, per finire, mi sono preparato una
macedonia a base di mango, banana ed un agrume locale.
Ogni tanto mettevo il
naso fuori sino a che ho invitato Josué a recuperare la sabbia
rimasta su strada dopo il lavoro dei muratori per metterla
nell'invaso del mango in modo da poter trapiantare lì il residuo di
basilico che aveva lasciato Bruna all'interno di contenitori di
fortuna dove avrebbe avuto vita difficile.
Poi ho sganciato Fcfa
1000 a Thomas invitandolo ad andare a mangiare e poi a tornare per la
mano definitiva di vernice; così anch'io ho potuto pranzare con il
residuo di torta di riso più verdure alla griglia e macedonia:
quello che si può definire un pranzo domenicale!
Verso le 15 ho offerto
un caffè a Thomas ed al rientrato Amadou prima di dedicarmi allo
spostamento fisico del materiale da mettere sugli scaffali; quindi ho
preso foto inviate sia a Bruna che a Luca con il quale ho scambiato
vari messaggi prima di dedicarmi unicamente alla scrittura sino alle
ore 19 locali.
La giornata è stata
caratterizzata dalla presenza di vento che ha portato una temperatura
più adatta a me: oggi 32°/18°, una pacchia, anche se la settimana
che verrà riporterà la massima sino ai 37°!
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