martedì 29 gennaio 2019

Settima settimana in Burkina Faso


Lunedì 21.I.19
Dopo aver esaminato nei giorni scorsi il contratto di locazione di Désiré, oggi sono riuscito a recuperare da gmail un allegato del 2016 contenente tutte le mie considerazioni di allora per il suo rinnovo.
Poi le cose sono andate diversamente, ma resta il fatto che qualsiasi proprietario di immobile con contratto prossimo alla scadenza avrebbe reagito come ha fatto lui quando da qui si è partiti a chiedere alla società elettrica di aumentare la fornitura di amperaggio in funzione della formazione relativa alla saldatura metalli senza preventivamente interpellarlo.
E' toccato a me sistemare la faccenda; oggi ho proposto a Luca un testo da inviare rapidamente onde poter poi procedere in sicurezza alla richiesta di aumento dell'amperaggio.
La parte più divertente della giornata è stata quella dell'imbrunire.
Quasi ogni giorno, quando le attività a G.I. sono appena terminate, arriva nel nostro cortile la figlia più piccola del proprietario dell'immobile dopo l'uscita da scuola.
Lui poi passa a prenderla, a volte in ritardo ed altre con molto ritardo.
Ora Leokadi deve avere nove anni, ma io la conosco da quando forse non ne aveva ancora sei.
E' una bimba riservata dalla voce delicata il cui corpo snello è sorretto da due sgambirulin da merlo.
Nell'attesa dell'arrivo di papà io la intrattengo in qualche modo, ma da quando l'ho invitata a disegnare alla lavagna lei sembra molto più contenta.
Fino a poco tempo fa, sapendo più o meno l'orario del suo arrivo, quando la vedevo la salutavo con un bonsoir mademoiselle al quale lei rispondeva con un sorriso appena accennato.
Qualche volta offrivo un biscotto, un bicchiere d'acqua, qualche volta ho messo a disposizione le immagini nel mio P.C. e qualche altra volta dei filmati particolarmente carini che ho ricevuto e conservato sul telefono.
Oggi, mentre lei iniziava a disegnare sulla lavagna, io mi sono assentato, convinto di ritrovarla al mie rientro, ma quando sono tornato non l'ho vista: oggi il suo papà non l'ha fatta attendere troppo così lei, dopo essersi informata bene interpellando Amadou le guardien circa il mio nome, mi ha lasciato un saluto scritto sulla lavagna.
Succede, per carità, niente di così strano, ma qui in Africa una cosa come questa può prendere connotazioni diverse e quasi commuovere: ho sentito nella mente qualche passaggio de “Il vecchio e il bambino” di Guccini (Un vecchio e un bambino si presero per mano e andarono insieme incontro alla sera).


Martedì 22
Quando mi stavo ritirando per una pausa verso le 14.15 ecco presentarsi Leokadi con una sua urgenza scolastica da sottoporre alla mia attenzione.
Mi deve vedere come un grande saggio a conoscenza di ogni cosa visto che si è rivolta a me con il suo quaderno aperto su delle operazioni di trasformazione da chilometri quadrati in decimetri quadrati sicura che avrei saputo aiutarla.
Li per li mi sono sentito impreparato a tale prova, anche perché inizialmente non avevo capito bene la sua grafia: penso comunque che la matematica non sia la sua materia preferita.
Ho inquadrato il problema ma volevo essere sicuro di aver capito; allora le ho chiesto di prendere il libro dei “calcul” e lei è corsa fuori a cercarlo nella cartella.
Con il libro in mano ho trovato la pagina delle conversioni e ho messo in fila le quantità trasformate per l'addizione, continuando a spiegarle che non ero sicurissimo del risultato.
Lei si è limitata a copiare ciò che avevo scritto su un foglio volante e poi, felice e sorridente è tornata a scuola mentre io pensavo che rischiavo di perdere tutti i punti guadagnati con una semplice addizione!
In serata avevo convocato Désiré per la consegna della lettera ricevuta da Luca Presidente e stavo in cucina davanti al P.C. quando lui è arrivato; quindi ho parlato della questione che gli sta a cuore e dopo un po', al momento del commiato, lo stavo accompagnando verso il salone per farlo uscire quando ho visto Leokadi seduta silenziosa in attesa della fine della conversazione fra me e suo padre.
Appena ho incontrato i suoi occhi le ho chiesto come fosse andata con il calcul: successo pieno!
Ho quasi esultato nel modo dei calciatori alzando le braccia a pugno chiuso verso l'alto: ce l'abbiamo fatta!
Speravo andasse così, ma il dubbio mi era rimasto per tutto il pomeriggio.
A quel punto fuori c'erano anche le due sorelle più grandi: dovevano imbarcarsi sul motorino e sulla bici, le due grandi sulla bici e papà con la petite sul ciclomotore.
All'ultimo anche una delle grandi ha deciso di salire sul motorino stringendo come il contenuto di un panino la piccola la quale non ha fatto una piega; ha semplicemente fatto ruotare verso l'esterno lo zaino e mentre papà invertiva marcia ha continuato a salutarmi con una manina seguendomi con gli occhi sorridenti.
Credo che non farò a tempo in questa vita a diventare nonno biologicamente parlando, ma lo sto facendo ormai da tanto tempo, specialmente in Africa dove i bambini sono privi di inutili sovrastrutture e mi sembra così facile essere capito nel linguaggio universale dell'amore = prestare attenzione mettendosi in una posizione paritetica.


Mercoledì, 23.I.19
Giornata trascorsa all'interno di G.I..
Problematiche con un allievo segnalate all'educatore; il formatore della carrozzeria mi ha chiesto di potersi assentarsi così ho trascorso buona parte della mattinata a sorvegliare quella attività mentre gli allievi stavano saldando dei pezzi come fosse una verifica sul livello di apprendimento. Sono poi passato a stendere un lungo rapporto indirizzato a Luca e Bruna: Luca mi ha riscontrato quasi subito manifestando il suo accordo sulle mie considerazioni e proposte.
A chiusura delle attività mi sono fatto accompagnare da Bea a fare gli acquisti per la sopravvivenza.
Poi ho cucinato preparando i fagiolini con un sugo di cipolla aglio pomodoro carote, lavando per bene un'insalata che in parte ho subito consumato arricchita con carote pomodoro olive e tonno.
A seguire ho preparato delle arachidi mentre la voce di Cesaria Evoria proveniva dalle casse collegate al mio p.c..
Anche oggi ho avuto qualche buon riscontro circa la raccolta fondi: sarà contenta Soeur Rosalie, persona che ha mantenuto l'abito pur essendosi staccata dalla sua originale congregazione. 
Le sue cape avrebbero preferito un indirizzo diverso alle sue attività, così lei ha coraggiosamente fatto la sua scelta.
E' una donna in cui alla mitezza esteriore si accompagna una grande forza interiore: mi piace!


Giovedì 24.I.19
Questa notte ho dormito senza A/C tenendo aperta la finestra; quando mi sono ritirato c'erano oltre 29° nella camera, temperatura che è scesa durante la notte, ma poi mica così tanto visto che alle 6 ce n'erano quasi 25 di gradi!
Oggi dovrebbe essere una giornata da 34°/16°; per fortuna che da qualche giorno la temperatura non supera i 35° perché stavo già cominciando ad avere delle manifestazioni cutanee all'addome, ma non nella zona critica della cintura vita.
Ho alleviato il fastidio con una pomata omeopatica che avevo già portato tre anni fa e che sembra funzionare ancora: peccato ne sia rimasta ormai solo uno zic.
Potrei provare ad utilizzare quella senegalese a base di karité, ma è troppo oleosa e non voglio impiastricciarmi.
Mattinata regolare; ad un certo punto sento bussare e quando mi muovo dalla cucina/studio trovo l'artista Abass.
Egli ha veramente molte difficoltà nella comprensione e anche sulle date; in questi giorni è impegnato in una esposizione collettiva presso il Museo Nazionale: alla mia domanda sino a quando sarebbe possibile visitare tale mostra mi ha risposto “sino al 18 gennaio”.
Ma guarda che oggi siamo al 24 di gennaio e il 18 è già passato; vuoi dire sino al 18 febbraio?
No, è iniziata il 18 gennaio e finisce a fine mese: questa la sua ultima versione!
Sarei curioso di farci un salto, ma con il parco macchine praticamente fermo in attesa dello svolgimento delle pratiche burocratiche non so se ce la farò: non voglio rischiare di incappare in un controllo per trovarmi senza difese.
Quando gli ho chiesto perché è venuto mi ha detto che è per consegnarmi un “cadeau”: l'ho molto ringraziato, ma ancora una volta ha cannato le date.
Più volte gli avevo ricordato che sarei partito a fine febbraio, ma lui deve essere rimasto colpito da quella volta che mi aveva visto trafficare con gli scatoloni del magazzino, manovra che probabilmente lo ha indotto a pensare che mi stessi appropinquando a traslocare!
Intanto si è messo ad estrarre l'opera realizzata per me: una tela con “titre: passage de futur garagiste”.
Commovente: ci ha inserito il deserto per via di Bambini nel Deserto, i cammelli che lo attraversano, in cima una ruota sorretta lateralmente da attrezzi e la figura di un allievo con la tuta ed una chiave inglese in mano da una parte e di visitatori bianchi dall'altra.
Mi è piaciuto subito questo suo lavoro e mi sono molto complimentato.
Poi gli ho chiesto se potesse completare un drappo già parzialmente disegnato per trasformarlo in un Batik riportante anche il logo di BnD e lui ha subito dato il suo assenso.
Poi ha deciso di fermarsi per intrattenere un gruppo di allievi nel disegno tecnico.
Nel frattempo io mi sono mosso verso Fatimata detta Fati, la poderosa simpatica sarta utilizzata da Gabriella e Jessica prima e da me poi, ma parliamo di tre anni fa!
Anche allora l'avevo interpellata per le divise dei ragazzi e male feci a considerare il suo preventivo più caro di quello accettato; è vero che era più caro, ma non avrei avuto tutte le grane che ho avuto, inoltre il lavoro sarebbe sicuramente risultato migliore.
Ora che ho avuto via libera per dotare i ragazzi di una seconda divisa ho deciso di affidarmi a lei; oltre a tutto è proprio qui dietro l'angolo.
In questa occasione avevo preparato una lista con i nomi degli allievi e la loro statura, aggiungendo anche il capo meccanico e il vice, per i quali sarà confezionata una giacca con tasche come da loro richiesta: tanto per darle un'idea e metterla in condizione di scrivere un preventivo.
Mi ha chiesto il contatto di Gabriella e così io ho lasciato via Wapp un messaggio vocale coinvolgendola.
Prima di lasciarla ha chiesto anche il mio contatto Wapp mentre il numero B.F. l'avevo già scritto sulla lista: è sempre divertente incontrarla e ricordo che tre anni fa avevo pensato che, se non fosse stato per vari altri motivi, avrei potuto invitarla a cena almeno una volta.
Dopo il mio rientro ho controllato i lavori dei ragazzi constatando che Mohamadi, Abulico 2, sembra portato verso il disegno tecnico.
Successivamente mi ha chiesto di essere curato per un'abrasione al dito della mano dx.
Alla fine Abass ha deciso di tornare nel pomeriggio per far lavorare i ragazzi al batik BnD: l'ho fornito dei quattrini per acquistare il materiale necessario e più tardi vedrò il risultato.
Hanno lavorato quasi tutti nelle varie laboriose fasi in parte effettuate all'interno ed altre all'esterno; nel frattempo era in corso la formazione nel settore carrozzeria e ha fatto capolino anche JR, lo psicologo, che mi è sembrato poco soddisfatto del nuovo governo nominato oggi (32 ministri!).
Mi ha subito comunicato che la visita medica per gli allievi è stata fissata per la giornata di sabato mattina; essendoci alfabetizzazione in corso per allora, dovrò sgombrare la cucina e farla diventare uno pseudo ambulatorio.
Alla fine del Batik mi sono soffermato con Abass per discutere una mia idea consistente nel fargli realizzare dei souvenir da destinare a tutti coloro che ancora stanno partecipando alla raccolta fondi da me lanciata in favore di Soeur Rosalie e il suo centro per malati mentali collocato in piena "brousse".
Dopo aver spiegato al meglio la mia richiesta, l'ho ripetuta per metterlo sulla strada giusta: questa volta dovrebbe essere più semplice della precedente.


Venerdì 25.I.19
Fin dal mattino ho cominciato a darmi da fare per liberare da tante cianfrusaglie l'ambiente destinato a cucina: domani dovrà essere utilizzato come ambulatorio medico per le visite alle quali abbiamo deciso di sottoporre gli allievi dopo aver riscontrato, a fronte di una mini indagine, che molti fra loro accusano problemi vari.
Abulico 1 e abulico 2 continuano a comportarsi da....abulici, ma ho constatato fra ieri e oggi che manifestano delle capacità. Stamane i due erano gli unici con il vestito da lavoro per metà irriconoscibile: quando ho verificato che sotto alle camice avevano il corretto indumento ho chiesto di invertire l'ordine: che mettessero sotto le loro camice e sopra le nostre T-shirt.
Bea si è presentata presto per i lavori di pulizia e lavaggio indumenti, ma quando del tutto inatteso è arrivato le vieux ad accompagnare Martin chiedendomi di lei verso la quale nutre una passione sfacciata, ho risposto che era in giro impegnata in qualche cosa.
Fuori il lavoro stava procedendo diviso fra meccanica e carrozzeria quando è arrivato Roland per informatica; è così che ho visto abulico 1 lavorare spedito: bene, un punto a suo vantaggio.
Più tardi gli ho chiesto se preferisse informatica alla meccanica, ma lui, molto abilmente, ha risposto che gli piacciono entrambe.
Come è ormai noto, Martin quando arriva si piazza davanti ad un monitor ed ascolta musica o guarda films; dopo aver consumato il pasto uno stuolo di ragazzi si era accodata a lui per seguire un film che stava già guardando.
Fra di loro c'era anche abulico 2 al quale ho ricordato che sarebbe stata l'ora di cambiare la medicazione al dito ferito.
Quando ero verso la fine dell'operazione il ragazzo ha fatto un sussulto ed è scappato di corsa verso la porta di uscita dal salone, ma non ha fatto a tempo a superarla che il conato di vomito ha vinto le sue resistenze ed in parte si è spiaccicato a terra.
Ho pensato se potesse essere il segnale di qualcosa di una certa gravità, ma poi l'ho visto vispo aiutare il buon Mustapha nelle operazioni di pulizia.
Più tardi è tornato per un altro cerotto e così l'ho sistemato; nel rapporto 1 a 1 questi ragazzi sono meno peggio di come si atteggiano quando se ne stanno sempre insieme con uno sguardo come se fossero da tutta un'altra parte: sarà il fumo?
Il pomeriggio di lavoro si è concluso in aula per teoria meccanica: a quel punto sono intervenuto per informarli che domani verrà il medico per le visite individuali e pertanto li ho invitati a presentarsi puliti in ogni dove prendendosi una doccia e lavandosi con il sapone.
E se l'ho detto è perché c'era bisogno di dirlo.
Verso la fine del pranzo consumato con Bea l'ho messa in condizione di parlare del MAU, dei lavori mai terminati da Inoussa il quale però aveva ritirato i quattrini per questo, della sua situazione alla bella età di 42/43 anni.
Sembra proprio una ragazzina con scarsa fiducia in se stessa,  ha bisogno di essere tirata per mano in ogni passaggio; ha un bel dire che ha perso il papà all'età di cinque anni e che ha poi avuto una vita travagliata, però ora non è più quella bambina direbbe un occidentale; invece sembra proprio esserlo ancora.
I discorsi troppo articolati non sono alla sua portata: lei vuole sentirsi dire cosa deve fare e basta.
E' pura nella sua ingenuità, ma c'è poco da fare, deve sapersela cavare da sola pensando a se stessa e alla figlia, lavorando e guadagnando il necessario per mantenersi.
Le ho ricordato ciò che mi disse quattro anni fa: in Burkina una donna sola non è niente, come dire che aveva bisogno di un marito per essere considerata. 
E lei cosa ha fatto? Da un anno o forse più si è messa con questo Inoussa che è parecchio più giovane di lei, e può andar bene, ma sino ad ora non era stata in grado di valutarne i contenuti.
A me era stato presentato come un bravo ragazzo intraprendente, ma alla prova dei fatti tutto mi è sembrato meno che quello: è di una situazione come quella che si è palesata con il mio arrivo che questa donna ha bisogno? 
Un uomo “tradizionale” che vuole tradizionalmente la donna sottomessa e che non ha né arte né parte nella vita? Che racconta bugie, che non si prende le responsabilità di ciò che fa, che perde tempo: avrà altre qualità, ma sarei portato ad escluderlo conoscendo il modo di relazionarsi secondo “tradizione” corrente da queste parti.
Sto pensando di accollarmi l'affitto del posto dove abita almeno per un po' di tempo, tanto per darle la possibilità di mettere da parte qualche centesimo, anche se alla luce di come sono andate le cose non lo meriterebbe.
Prima di andarsene mi ha informato di una telefonata intercorsa con Inoussa dicendomi che se andrò verso il tardi al MAU lo dovrei vedere al lavoro!
Visto che sono uscito per acquisti in realtà un giro al MAU l'ho fatto, ma sapevo già come l'avrei trovato.
Pertanto sono tornato a casa e mentre stavo entrando Bea mi ha preannunciato telefonicamente che Inoussa era già a G.I. per parlarmi.
E vero, era già qui, ma non gli ho dato attenzione sin tanto che non ho scaricato le mie cose; poi gli ho chiesto perché fosse qui.
Quando ha cominciato a dilungarsi nelle solite storie ho tagliato corto e probabilmente ho anche alzato un pò la voce nel comunicargli che al momento per lui ci sono solo tre scelte possibili:
  1. completare al volo i lavori con i quattrini già prelevati dal conto MAU che gestisco personalmente;
  2. restituire seduta stante il denaro nel caso non volesse più effettuare i lavori;
  3. non restituire il denaro e non finire i lavori beccandosi una denuncia alla Gendarmeria.
E' chiaro che nessuno di questi argomenti gli andava bene, ma ogni volta che iniziava una “storia” io lo bloccavo chiedendogli di scegliere fra le tre opzioni.
Quando si è reso conto che si trovava davanti ad un muro che aveva eretto con le sue mani, ha detto poche parole: vado a riflettere, mentre si avviava all'uscita.
Gli ho ricordato che è dal 10/01 che doveva completare il lavoro e che quindi il tempo per riflettere lo aveva già avuto.
Sono convinto che ha deciso di non lavorare più al MAU con Bea e che i quattrini avuti per i lavori se li sia incamerati come compenso per aver ricollocato la struttura.
D'altronde anche lei oggi mi diceva che è arrivato il momento di andare ognuno per la propria strada.
Quindi potrò ricordarmi che questa volta sono venuto in Burkina per Soeur Rosalie, per stringere le viti di G.I. con il cacciavite di Lucio Battisti fra le mani, lanciare la formazione carrozzeria e saldatura metallica, nonché per registrare Bea sia nel lavoro che altrove.
Forse ce n'è abbastanza da sentirsi soddisfatti, anche se prima di partire pensavo di toccare almeno uno dei paesi limitrofi, sarà difficile poterlo fare con tutta la carne che ho messo al fuoco. 
Dopo è arrivato anche Abass per sottopormi alcuni bozzetti che ho trovato interessanti, salvo accennargli a piccole modifiche da apportare per i prossimi da realizzare.
Anche lui è un bambino che va condotto con ferma dolcezza.
Dato che Martin era ancora qui ed io non avevo nessuna intenzione di riportarlo a casa, ho chiesto ad Abass che è di strada di farlo e lui ha accettato volentieri.
Così ho potuto dedicarmi alla cucina e concludere quella che è stata una lunga giornata da 34/17 gradi: ho capito che il mio limite è sui 32/33, quando si sfora quella quota accuso subito.


Sabato 26.I.19
Già prima di alzarmi ho cominciato a trovare notifiche provenienti da vari fronti: forse la prima in assoluto è arrivata dal Senegal.
Non erano ancora le 8 che JR mi è venuto a cercare in cucina dove avevo appena terminato di fare colazione: mi ha informato che c'è già un medico dell'equipe alla porta.
Quindi mi sono sbrigato a togliere tutto di mezzo per allestire l'ambulatorio e sono andato di là ad accogliere la signora alla quale, nell'attesa dell'arrivo di altri due colleghi, ho chiesto se fosse un medico generico o specialistico: la risposta che ho ottenuto è: generico.
Poco dopo è arrivata una grossa Toyota 4x4 nera con a bordo due medici di entrambi i sessi.
Come primo approccio la prima signora mi è sembrata una, seppur con vestito tradizionale, che se la tira, la seconda un donnone poco significativo, mentre l'uomo, molto alto, simpatico e amichevole.
Iniziano subito le consultazioni nel salone divenuto sala oculistica con tanto di tabelloni appesi alla lavagna. Uno per gli alfabetizzati comprendenti le lettere dell'alfabeto, il secondo per i non alfabetizzati comprendente simboli.
Mi sono intrattenuto ad assistere e mi sono reso conto che parecchi ragazzi presentano delle limitazioni, ma mai avrei pensato che fra di loro ce ne fosse uno - appartenente alla categoria degli alfabetizzati – che dall'occhio destro vede ZERO!
Ha diciotto anni e la sua vita ne risentirà non poco: mi auguro solo che nell'approfondimento all'ospedale non emergano risvolti ancora più gravi come a suo tempo fu per Martin.
Ad un certo punto ho ricevuto una video-chiamata Wapp da parte di una vecchia amica trentina e quindi mi sono distolto da ciò che stava continuando ad accadere attorno a me.
Quando le visite sono continuate nell'ambulatorio ho lasciato i medici al loro lavoro occupandomi di altro.
Alle 11 l'équipe aveva terminato e pertanto mi sono avvicinato sia per riscontrare la situazione rilevata che per ricevere e pagare contestualmente la fattura.
Il 50% è risultato privo di patologie, ma l'altro 50% abbisogna di approfondimenti: il 30.01 e 01.02 dovrò fare il taxidriver sull'itinerario Garage Italia-Ospedale, ma a parte questo è prevista la sverminazione per tutti attraverso la somministrazione di una capsula Albendazole al giorno per tre giorni e per sette o otto fra loro una cura di 15 gg. a base di un complesso vitaminico B1+B2.
Liberato il salone Bea ha potuto lavorare per l'alfabetizzazione: ho assistito per un po', ma c'è qualcosa che non mi torna.
Possibile che il metodo di insegnamento applicato da Bea incontri tante difficoltà/resistenze da parte dei ragazzi?
Sabato scorso con sei di loro avevo eseguito un “divertissement” con i numeri da uno a dieci passando dal francese al mooré per poi arrivare all'italiano: i ragazzi erano rimasti sempre attenti e alla fine ho riscontrato che avevano appreso, ma soprattutto venerdì pomeriggio avevo chiesto loro di ripetere in italiano e cinque su sei lo avevano fatto abbastanza disinvoltamente.
Ripeto, il mio era stato un “diverissement”: quindi li avevo coinvolti costantemente, facevo vedere come tenere la lingua sul palato a seconda dei suoni, usavo la mimica facciale e le braccia come un direttore d'orchestra per arrivare allo scopo.
Infatti i ragazzi si sbracciavano costantemente per intervenire nel momento in cui un compagno si trovava in difficoltà.
Tutto ciò non avviene nell'alfabetizzazione: comportamento diverso dal mio sia da parte dell'insegnante che da parte degli allievi.
Bea è una donna di oltre quarant'anni che non avrebbe titolo per svolgere questa mansione, mansione che in precedenza svolgeva in una scuola non lontana da qui. E' una persona sola con una figlia la quale, come in uso da queste parti, vive nella famiglia del marito deceduto, ma lei deve provvedere a fornire risorse economiche per diverse voci, come – ad esempio - la scolarizzazione. 
Inoltre ha una vecchia madre al villaggio alla quale deve provvedere; insomma, è una persona che sta nel circuito BnD da anni e che si cerca di aiutare in tutti i modi, salvo verificare ogni volta i suoi enormi limiti.
E' affezionata e di fiducia, ma deve sempre essere condotta per mano. Da quando mi trovo qui le ho affidato l'incarico di ripulire la zona abitativa ed il lavaggio dei panni una volta alla settimana: questo per lei è un reddito che durerà troppo poco, ma è un reddito straordinario in tutti i sensi, anche nell'importo che le riconosco.
Per la riapertura del MAU mi sono dato da fare parecchio: i miei interventi sono serviti quantomeno a fare chiarezza nei rapporti fra lei e Inoussa, o almeno lo spero.
Sto considerando seriamente di accollarmi il costo dell'affitto del suo appartamento, Fcfa 20.000/mese = € 30, almeno per un certo periodo di tempo, tanto per consentirle di ripartire con l'attività del MAU che tante vicissitudini ha subito in questi anni.
Sarebbe come l'adozione a distanza pro tempore di un adulto!
Già Bruna la sostiene per la scolarizzazione della figlia; capisco che di situazioni come questa fuori dalla porta ne potrei incontrare una al secondo, ma qui l'aggravante è che si tratta di una donna sola in un ambito dove, come lei sostiene, in quelle condizioni sei nulla (probabilmente è vero!).
Al momento della pausa pranzo avevo già riordinato le idee sul come procedere sotto l'aspetto medico: tutte le pastiglie per la sverminatura le ho trattenute e da lunedì inizierò la somministrazione; per il complesso vitaminico ho fatto assumere a chi di competenza la prima pastiglia mettendo nelle loro mani quelle necessarie a mantenere il ritmo sino a domenica; le altre le distribuirò quotidianamente; ho estratto dai libretti sanitari consegnati dall'équipe medica i nominativi da portare all'ospedale la prossima settimana; ho estratto le ricette con le quali mi sono recato in farmacia per la provvista e, una volta rientrato, ho convocato i ragazzi singolarmente per procedere.
Quelli fra loro che erano esenti da prescrizioni li ho “drogati” con bustine contenenti sali minerali che mi sono portato appresso da casa, ma che risultano in eccesso per il mio consumo quotidiano ( e poi avevano già viaggiato troppo!).
Terminato il tutto si erano già fatte le 14 e la signora qui di fronte aveva terminato qualsiasi tipo di cibo predisposto (la scelta è inferiore a quella di tre anni fa): ho così preparato una pasta al volo partendo dall'idea dell'aglio olio e peperoncino, ma al momento giusto ho intercettato il cavolo che ieri non avevo consumato e l'ho sminuzzato per aggiungerlo e inventare così una ricetta Burkinabè a base di pasta!
Bea mi ha fatto compagnia e alla fine, tanto per “festeggiare”, ho diviso in due l'ultima tortina del mattino e ce la siamo mangiata senza porre particolare enfasi alla ricorrenza.
Dopo il caffè Bea sembrava avere poca voglia di tornare alla sua casa, ma alla fine le ho fatto capire che avrebbe potuto “demander la route” e così se ne è andata mentre io sono andato a cercare ristoro nella camera condizionata.
Ad un certo punto, verso le 17/17.30, sono entrato nel salone dal quale avevo sentito provenire qualche rumore: Amadou il guardiano? No: Leokady, la petite, che nel salone non illuminato quasi non avevo visto inizialmente, mentre lei non si aspettava che io fossi per la casa.
Non pensavo che anche al sabato pomeriggio passasse da qui nell'attesa del padre!
Le ho chiesto se volesse disegnare alla lavagna: risposta affermativa. Le ho anche chiesto quali sono le sue materie preferite e mi ha risposto geografia e poi storia. 
Al che le ho replicato per sapere del “calcul”, ma come avevo intuito quella non è materia che la interessa.
Dovendo uscire le ho anche chiesto se voleva ascoltare della musica sul computer: altra risposta affermativa. Mi ha chiesto in particolare di rintracciare il nome di una cantante ed io sono riuscito a trovarlo.
Ad un certo punto è venuta ad avvisarmi di qualche cosa ed io sono andato a vedere di che si trattasse: in precedenza avevo preso accordi con dei muratori per sistemare l'accesso a G.I. Ormai malconcio e loro avevano portato i materiali per lavorare domani: cemento e ferro dentro, sabbia e ghiaia fuori.
Quindi parecchi bambini stavano giocando con la sabbia e Amadou non riusciva a farli smettere; quando mi sono presentato, la petite è sbucata da dietro me e si è lanciata verso i piccoletti con tale aggressività da rimanerne sorpreso per quanto invece è delicata e quasi parlante a volume zero normalmente con me.
Comunque ero sicuro che durante la mia uscita sarebbe venuto il padre a riprendersela, invece non è stato così.
Al rientro ho trovato anche Amadou ad ascoltare la stessa musica che stava ascoltando la petite.
Ho cominciato a dedicarmi alla cucina quando è giunta una chiamata da Désiré, il papà: mi informava di essere andato al villaggio e che oramai si era fatto troppo buio per rientrare con il motorino e pertanto si sarebbe fermato là.
Non mi ha chiesto esplicitamente di accudire sua figlia, pertanto pensavo che se ne sarebbe occupato Amadou che detiene una qualche forma di legame/parentela con Désiré.
Invece passava il tempo e non vedevo Amadou preoccuparsi per sfamare la piccola così intanto avevo dato loro delle banane fritte a mo di patatine, tanto per bloccare lo stomaco.
A un certo punto la bimba è venuta a chiedermi di fare la doccia: manovra che mi ha colto di sorpresa.
Le ho scaldato dell'acqua da aggiungere in un secchio ad altra fredda in modo da stemperarla, le ho dato degli asciugamani, la schiuma per il corpo, lo shampoo e la spugna: penso che mai prima una persona di così giovane età avesse utilizzato i servizi della casa!
A seguire si è proposto il problema dell'abbigliamento: ho cercato una T-shirt Niagara Falls dalla mia collezione e lei l'ha indossata come fosse un vestito: Charmant!
Ho cucinato del riso e delle zucchine miste a fagiolini e carote, altro non avevo: questo è il mio cibo, ma è stato gradito anche da Amadou che sosteneva di aver già mangiato un po' (penso invece che non avesse mangiato nulla ancora), meno da Leonkady che a un certo punto ha dichiarato di essere sazia avvicinando il piatto con il residuo ad Amadou il quale ha spazzolato tutto.
Bene, anche la funzione ristoro è andata, ora resta quella dell'assegnazione del posto letto perché avevo intuito che mai la petite avrebbe potuto dormire per terra nell'angusto spazio a disposizione del guardiano.
Ho offerto il letto di Bruna e lei ha subito accettato: oramai era stanca ed aveva bisogno di riposare.
Mi sono preoccupato per la temperatura della stanza dove era in funzione A/C, sicuramente adatta a me: ma a lei?
Le ho fatto infilare dei pantaloni non miei e le ho messo a fianco un mio pile nel caso ne avesse bisogno: si è raggomitolata ed è subito approdata nel mondo dei sogni.
Io mi sono messo a scrivere e a rispondere a coloro che hanno voluto augurarmi un buon anniversario.
Poi mi sono docciato con acqua miscelata a mano fra fredda e riscaldata sul fornello, infine sono entrato nella camera buia con una pila fra le dita intenzionato a cercare qualcosa di meglio per proteggere la petite durante la notte.
Mi sono ricordato del secondo sacco lenzuolo che ho con me: confezionato in seta vietnamita e un po' stretto per la mia taglia dovrebbe andare benissimo a lei.
Le ho sollevato una gamba alla volta e l'ho infilata sino a che ha avuto un movimento brusco e si è rigirata, ma senza svegliarsi. A quel punto mi è sembrata sufficientemente coperta e mi sono coricato.
Durante la notte ho sentito uno starnuto ed ho pensato al peggio, ma al risveglio tutto bene. Per non infierire poco dopo le tre ho deciso di spegnere A/C.


Domenica 27.I.19
Ero già sveglio, ma quando la petite è andata in bagno verso le 6.30 ho rotto gli indugi e poco dopo mi sono alzato; prima ho chiesto se avesse avuto freddo (risposta NO) e poi le ho detto che poteva stare a letto quanto voleva.
In realtà si è alzata prima delle otto ed ha cominciato la giornata prendendosi una doccia, ma solo dopo averle fornita dell'acqua calda.
Ho pensato che fosse una esagerazione, ma in seguito ho saputo che l'usanza delle donne della sua famiglia è di 3 - diconsi tre - docce al giorno, come per le medicine:mattina mezzogiorno e sera!
Anzi, prima della doccia le ho preparato la petit déjuner che, secondo la sua abitudine, è consistita in nestcafe+latte in polvere, il resto l'ho proposto e lei l'ha accettato: cake+pane e pane con le spezie; invece ha rifiutato pane e marmellata.
A seguire si è messa al computer per musica, filmati popolari e cartoni mentre io ero impegnato sul mio P.C. e ogni tanto andavo a controllare il lavoro dei muratori all'opera dalle 8 e 15'.
Ad un certo punto è venuta a cercarmi ma non sono riuscito a capire per che cosa: pareva volesse nascondersi da qualcuno che le aveva messo addosso paura.
Invece c'era una sua compagna fuori e lei avrebbe voluto chiamarla, ma non osava: le ho chiesto se voleva che io la facessi entrare e la risposta è stata affermativa.
E' venuta a cercarmi una seconda volta per chiedermi di chiamare suo padre, cosa che ho fatto al volo in quanto non volevo essere io a cercarlo ma al tempo stesso avrei voluto capire a che ora sarebbe passato. 
Désiré aveva la voce di uno che è stato svegliato in quel momento o che si è svegliato da poco; l'ho informato che la figlia mi aveva chiesto di chiamarlo e lui mi ha accennato che sarebbe venuto in un orario indefinito.
La piccola ha quindi parlato con il padre e poi si è fatta passare la madre: ha dialogato in Moorè allegra e contenta e quando mi ha ripassato il telefono la conversazione era già terminata.
Sono stato così messo al corrente da lei che i suoi genitori sono al villaggio e ci resteranno tutto il giorno: ah, buono a sapersi, quindi dovrò provvedere a pranzo e cena senza avere più nulla in casa!
Le chiedo delle preferenze sul cibo ed io memorizzo solo ciò che sono in grado di fare: quindi pasta con soffritto di cipolla alla quale aggiungere i pomodori e poi insalata, la prima a pranzo e la seconda a cena.
L'arrivo della compagna ed amica Nafi ha reso più autonoma la sua presenza che continua fra P.C., lavagna, giochini.
Dopo un controllo ai lavori in corso raggiungo a piedi il mercato facendo un giro breve a colpo sicuro; solo la sosta dalla donna dell'avocado che oggi non ce l'ha è andata a vuoto.
Tornando a casa mi fermo da una tipa che mi aveva poco prima offerto delle ciotole metalliche e decido di prenderne un paio in quanto la dotazione di G.I. è assai scarsa in questo settore. Solito saluto al ciabattino ghanese e poi, a sorpresa, lungo la strada un ragazzo alto ed elegante si rivolge a me in inglese facendo sfoggia di una buona conoscenza della lingua.
A casa mi metto all'opera con le due giovincelle curiose di vedere il mio lavoro; anzi, nel momento in cui ho dovuto rispondere al telefono Leokady si è impossessata del tagliere ed ha continuato ad affettare la cipolla. 
Poi l'ho sorpresa con la sbollentatura dei pomodori per sbucciarli senza fatica; quindi ho attivato la padella e l'acqua della pasta: prescelte le farfalle che qui chiamano pilinpiku, come il luogo del barrage che nella giusta stagione presumo sarà invaso da questi insetti.
Ho chiesto a Nafi se avrebbe gradito mangiare con noi: si! Allora dovresti avvisare la tua famiglia, ho detto: ma non c'è stata nessuna reazione.
Mi è sembrato che Leokady gustasse di più il cibo; ad un certo punto ha lanciato nel mio piatto parte del sugo dicendomi che lei ne aveva troppo, ed era vero.
Alla fine ho dato loro anche del pane, ma ne hanno fatto un uso improprio pur finendo nel loro stomaco.
Alla fine la generosa scarpetta che avevo loro offerto è finita nelle mie fauci: effettivamente entrambe hanno mangiato tutta la pasta e devo dire che per la loro stazza non era poca.
Dopo Leokady ha sparecchiato ed insieme all'amica ha lavato i piatti: ragazze allevate al sistema tradizionale!
Le ho fatte ridere spesso mettendo in canzone ciò che stavo facendo al ritmo lento di Et Maintenant, oppure facendo qualche mossa per loro divertente, anche solo con delle espressioni facciali.
A questo punto mi sono ritrovato Leokady avvolta dall'asciugamano violaceo pronta a farsi un'altra doccia: è ben qui che ho capito quante ne fa al giorno!
Ho scaldato dell'altra acqua e nel mentre ho raccontato che ci sono altri sistemi al mondo per ottenere acqua calda a partire dai pannelli ad accumulo per passare ai scaldaacqua elettrici: mi guardavano come un Messia ed allora ho detto loro di riportare nelle loro case tutte le esperienze odierne per rendere edotti i loro familiari.
Entrambe sono state brave con i numeri in italiano da 1 a 20, Nafi meglio di Leokady. Infatti quando le ho chiesto quale fosse la sua materia preferita ha citato giusto la matematica.
Dopo essersi appartate in camera a fare un po' di rumore servendosi di gomma da masticare senza chiedere autorizzazione (beccate subito!), Nafi ci ha lasciato, ma poco dopo è arrivato Josué in transito per un saluto. Ho invitato la petite a spiegargli i numeri in italiano e lui si è messo a copiarli su un foglio.
Poi me li sono fatti ripetere ed è andato bene: se ne è andato soddisfatto.
Nel frattempo i lavori sarebbero finiti se non fosse che chi ha lavorato allo scivolo interno non ha capito che doveva realizzare due modeste rampe da 20 cm di lunghezza e ha invece realizzato un mezzo gradino che ora è in fase di sistemazione; buono invece il lavoro della lavagna esterna.
Sistemata la parte contabile con i muratori è rientrato Amadou mentre io e Leokady siamo andati a fare un breve itinerario esterno che ci ha portati ancora al mercato e poi al pseudo campo da calcio dove stavano giocando adulti sfruttando gli spazi in tutti i sensi per lasciar giocare contemporaneamente più gruppi: neanche da mettere con i senegalesi che vedevo giocare fra il bagna asciuga ed il mare!
Appena rientrato ho consegnato ad Amadou una lettera di Luca Presidente in risposta a quella che il guardiano aveva affidato a Bruna; poi mi sono chiuso nella stanza climatizzata per mettere a posto i quattrini laddove li avevo anticipati prelevandoli da altre fonti onde far fronte alle occorrenze immediate.
Solo verso sera mi sono reso conto che domani non è il giorno 30 e quindi non dovrò andare all'ospedale a perdere una mezza giornata; bene perché ho bisogno di parlare con Antoine l'elettricista e con il saldatore sia per gli acquisti di materiale che per il lavoro già approvato.
Leokady ha continuato a restare davanti al P.C. sino a che mi ha raggiunto prima per la doccia della sera dalla quale è uscita bardata con i vestiti da notte già usati ma che io avevo riposto non immaginando che si sarebbe trattenuta tanto: li aveva recuperati da sola ed indossati come roba oramai sua.
Poi è stata molto attiva nell'aiutarmi in tante operazioni obbligatorie prima di sedersi a tavola.
Fra una cosa e l'altra abbiamo mangiato un po' tardi visto che domattina dovrà alzarsi non alle cinque come fa quando è a casa sua, ma almeno alle 6.30: ultimo sguardo al P.C. mentre io sistemavo la cucina e poi a letto, previo lavaggio denti con uno spazzolino mio.
Si è infilata nel sacco lenzuolo, ha appoggiato il capino e mi è sembrata già bene orientata per il mondo dei sogni: per aiutarla in tal senso le ho posato un bacino sulla tempia.
Anche se fuori data, sono arrivati ancora auguri da lontano, compreso lo Sri Lanka.

Gestire un nipotino che parla un'altra lingua non è semplice, anzi è impegnativo, ma in compenso è tanto divertente.


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