Da qualche tempo avevo
capito che Hervé aveva qualcosa da dire circa il trattamento a lui
riservato.
Questo ragazzo ha
ricevuto il diploma alla fine del corso precedente durante la
cerimonia tenutasi in data 27 ottobre.
In quella occasione la
cassetta dei ferri acquistata per lui come per gli altri diplomati è
stata consegnata solo a quelli che avevano compiuto i 18 anni così
come da regola trovata già operativa.
Pertanto Hervè, nato nel
1998 in un giorno e in un mese indefinito, non ha ritirato la
cassetta dei ferri che è stata accantonata nel magazzino in uso a
Moustapha.
Inoltre parlando allora
con la persona che da anni segue il Burkina Faso per BnD circa
l'organizzazione del corso pratico sulla base degli allievi iscritti
e del personale insegnante a disposizione si era capito che il solo
Moustapha non sarebbe bastato.
A quel punto è emerso
che il ragazzo, vicino di casa di Moustapha tanto che era solito
andare e venire condotto sulla mobilette del capo meccanico, avrebbe
potuto coadiuvare Moustapha nel lavoro con gli allievi e quindi gli è
stato offerto di restare.
Oggi, prima di iniziare
la lezione relativa alla scolarizzazione, su iniziativa di Bea i
ragazzi sono stati chiamati a esprimere qualche pensiero sul periodo
trascorso insieme a me.
Sembrava quasi una recita
sdolcinata piena di ringraziamenti per le varie cose che avevano
avuto occasione di apprendere mio tramite e incensata di auguri per
la mia vita a venire.
Al momento che la parola
è passata ad Hervé il ragazzo si è alzato, ha stretto le braccia
attorno al petto, ha affermato che avrebbe parlato in morè, poi si
è lanciato in un discorso dai contenuti assai diversi da quelli
degli altri allievi.
In pratica recriminava
circa il fatto che recentemente, dopo avermi chiesto il ritiro della
cassetta dei ferri, gli avevo risposto citando la regola nella quale
sono stato iniziato al mio arrivo costì.
Infatti per me il ragazzo
avrebbe 17 anni, ma in ogni caso lo avevo tranquillizzato circa il
fatto che alla fine del corso si sarebbe portato via il cimelio
conquistato con la sua presenza.
Ho visto che non era
rimasto contento della risposta e pertanto ho cercato fra i documenti
antichi riuscendo a rintracciare il certificato di nascita all'epoca
consegnato: come ricordavo non sono citati né il giorno né il mese
del suo anniversario.
Oggi però il ragazzo ha
anche accennato al fatto che per gli ultimi due mesi del corso
precedente non avrebbe goduto del pasto giornaliero; inoltre si
sarebbe spettato qualcosa ogni mese per il suo apporto formativo.
Conclusione: se è vero
che il ragazzo non ha goduto dei pasti per due mesi penso che sarebbe
corretto riconoscere un bonus sulla base dei costi sostenuti in
proprio; circa il suo apporto formativo, visto che in qualche modo ha
contribuito a farsi carico con Moustapha dell'insegnamento pratico,
bisognerebbe che la persona che aveva avanzato la proposta ricordasse
i fatti.
Bruna è rimasta qui sino
alla fine di gennaio e se Hervè si attendeva un compenso mensile
perché non lo ha mai reclamato prima, sin che Bruna era sul posto?
Il carattere di Hervè è chiuso e lui ha già manifestato in altre occasioni la sua permalosità: nelle situazioni come questa perde il lume della ragione, si azzittisce, non risponde alle sollecitazioni.
Peccato perché questo è
proprio il modo di autodanneggiarsi.
Circa la borsa dei ferri
confermerei il suo diritto a prelevarla alla fine del corso, salvo
che non pensi di avere diritto ad una seconda “trousse”, ma
preferirei avere indicazioni precise dal “board”.
Questo argomento è stato
trattato ancora ultimamente da Luca, però penso che sarebbe utile
addivenire ad una linea guida definita pragmaticamente e valida sia
per questo corso che per quelli futuri.
Come a tutti noto, i
certificati di nascita in Burkina Faso sono dei documenti molto
approssimativi e quindi, in mancanza di mese e giorno evidenziato,
penso sia bene riconoscere le aspettative dei ragazzi che pensano di
avere già i 18 anni solo per il fatto di essere entrati nell'anno in
cui , per differenza matematica, i 18 sono raggiunti.
Sono in attesa di capire
se egli ha intenzione di lasciare a breve, anche la prossima
settimana: forse è per questo che si preoccupa di tutelare quelli
che ritiene possano essere dei suoi diritti acquisiti.
Dopo le novità della
mattinata nel pomeriggio avevo preso un impegno legato ai medicinali
che non mi sono serviti e a quelli lasciati dall'ospite; mentre
cercavo di trovare la migliore soluzione per la loro destinazione mi
si è accesa una lampadina ricordandomi del Monastero Benedettino di
Koubri.
Quando vi ero stato avevo
notato un dispensario indirizzato alla maternità entro le mura del
vasto terreno appartenente alla comunità religiosa; per altri motivi
avevo tenuto il contatto telefonico di Soeur Bernadette, allora
soprannominata Soeur Marketing, e mi è venuto spontaneo chiamarla.
Così è nato l'impegno
pomeridiano in una giornata torrida a livello 41° senza un alito di
vento, il che vuol dire sudorazione costante anche restando fermi
all'ombra.
Quando sono arrivato non
è stato facilissimo rintracciare la Soeur che io ho chiamato ma
Soeur durante l'incontro; ella è in procinto di recarsi a Parigi per
cure mediche e mi ha raccontato che quando è arrivata al Monastero
durante i primi anni 60 in quel vasto terreno che lo circonda non era
raro vedere ancora circolare i leoni mentre le scimmie erano
costantemente a contatto con i religiosi e le gru ci pascolavano
volentieri in quanto poco lontano esistono due “barrage”.
Poi l'urbanizzazione ha
modificato gli equilibri ed oggi di animali di quel tipo non se ne
vedono più.
Prima di salutarci ha
voluto farmi entrare nella chiesa ove era in corso la cerimonia del
Vespro sostenuta dal suono di due arpe africane e dai canti delle
vergini: a dire il vero ho saputo che nella congregazione vi sono
donne dalle storie individuali incredibili che in precedenza avevano
figliato.
Che differenza dai canti
del culto evangelico ascoltati due settimane fa: qui il rapporto con
il divino è meno appariscente e si percepisce una spiritualità
più profonda.
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