lunedì 14 marzo 2016

Sono ancora qui, ma al tempo stesso non sono più qui.

Domenica 13.03.2016
La giornata si è presentata con le stesse modalità della precedente: verso le 4 rumore di pioggia, giro di ispezione alla casa già invasa dalle acque, chiusura di finestre, sistemazione grossolana delle parti più bagnate, rientro nel “sudario” ora ancora più “sudario” a finestra chiusa.
Ma l'epicentro della giornata è stato il pranzo consumato con altre cinque perone nella accogliente abitazione del Direttore della Cooperazione Italiana che ha sede a Ouaga e competenza territoriale anche in Niger: ottimo aperitivo accompagnato da stuzzichini homemade, quindi fusilli all'ortolana seguiti da un arrosto accompagnato da tre contorni: melanzane al forno con capperi, pomodori gratinati e patate. A seguire due strudel prodotti da una pasticceria austriaca, liquori e caffè: il tutto in un ambiente climatizzato in grado di rigenerare chiunque, me incluso.
Questo è un altro modo di vivere in Burkina Faso!
Mentre si svolgevano conversazioni incrociate è giunta la notizia dell'attacco in Costa d'Avorio: questo argomento ha polarizzato l'attenzione di tutti e così è emerso che era nell'aria un attacco, ma si ipotizzava in Senegal.
Interpellato via sms il nostro Ambasciatore residente ad Abidjan questi non aveva ancora informazioni dettagliate in merito all'accaduto; essendo che fra di noi erano presenti anche altre personalità del M.A.E. il commento è stato quello che già sappiamo tutti oramai: non c'è paese al mondo che possa ritenersi immune da attacchi e non esiste “intelligence” al mondo in grado di prevenirli.
Il fatto che io domani lasci questo scenario non sta a significare che mi metto “in salvo”: solo per il fatto che transito da Istambul che ormai è considerata zona rossa o per il fatto che sbarcherò a Milano che sicuramente sarà nel mirino dei folli in salvo non si è mai in nessun luogo.




Lunedì 14.03.2016
Come ogni nonno che lascia i nipoti senza sapere se li potrà mai più rivedere, prima di allontanarmi da Garage Italia ho voluto donare a tutti i ragazzi qualche cosa di mio e, come saluto finale, ho organizzato per loro una festa “gateau”.





Erano presenti tutti oltre a Bea e Haoua, l'esuberante, cortese ed elegante quarantatreenne dama fornitrice del catering.




Il dolce al mio palato non è risultato degno di particolare apprezzamento, ma l'addobbo del tavolo e la bevanda a base di Bissap invece sì.






Ci hanno pensato i due disperati provenienti da Bras Ouvert a far diventare del color rosso sangue la candida tovaglia ricamata con motivi tradizionali, ma anche questo doveva comunque succedere.




I ragazzi hanno gradito ed hanno spazzolato anche le porzioni in più; queste erano state opportunamente tagliate onde evitare il solito ritornello che ho fatto di tutto nei mesi scorsi per modificare: dividere equamente è meglio che ottenere con la sopraffazione!










Ma tradizioni, cultura e....fame sono argomenti che da soli o messi insieme spesso inducono a comportamenti istintuali assai radicati nella testa di chiunque viva situazioni basiche o al di sotto del basico.





Parole, Parole, Parole....recitava una bella canzone cantata da Mina in qualche vita precedente; e in parte tali resteranno anche quelle mie ampiamente diffuse sulla lunghezza d'onda di Radio Garage Italia....








Ala fine il giro delle foto ricordo e grandi sorrisi da parte di tutti, incluso Wilfred che del sorriso spero impari a farne buon uso essendo praticamente l'unica freccia presente nella sua scarna faretra.







Anche questa esperienza doveva finire per poter cominciare a pensarne un'altra; manterrò in me sensazioni, profumi, visioni, la bellezza che ho trovato anche qui come in ogni posto che ho avuto il privilegio di conoscere, l'accoglienza e l'ospitalità, i bambini gioiosi di una mia piccola attenzione, l'essere chiamato per strada solo per essere salutato, ma soprattutto manterrò il ricordo della difficile esistenza quotidiana che la maggior parte di questa gente ha davanti a se dal momento in cui emette il primo respiro.
Quindi finisco qui sperando di ritrovarci alla prossima se una prossima ci sarà.






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