Giovedì
18 febbraio 2016
Lo
stato d'animo che mi sto portando appresso non agevola il riposo
notturno: avrei bisogno di ambiente Yoga e ore di meditazione per
rimettermi in sesto, invece ho solo alte temperature (oggi 39° ma da
domani si va oltre), harmattan che è tornato a spirare forte,
polvere e inquinamento come viatico.
Avrò
bisogno di tempo per elaborare le mie considerazioni circa il momento
impegnativo della vita che ho scelto di vivere.
Verso
mattina mi sono ritrovato a pensare a delle situazioni personali che
ho per la prima volta rilette alla luce di una esperienza di qualche
anno addietro.
Mi
trovavo all'interno di una zona tutelata nel nord Europa,
specificatamente in Latvia, su una punta splendida fra il Baltic sea
e il Gulf of Riga.
La
giornata era serena e fresca, i miei occhi potevano ruotare a 360°
senza incontrare anima viva, solo una spiaggia deserta con dune, il
mare nella fase di bassa marea, qualche uccello acquatico impegnato a
pescare, delle pozze d'acqua salata isolate qua e la.
Proprio
queste attirarono la mia attenzione perché erano frequentate da
meravigliosi Aironi cinerini: con tutte le cautele del caso cercai di
avvicinarli.
Non
avendo piccoli da difendere pensai che avrei avuto buone possibilità,
ma mi sbagliavo!
Ogni
volta che raggiungevo il limite per loro considerato di sicurezza,
con un rapido movimento alare si alzavano immancabilmente in volo
allontanandosi da me: il mio era un movimento pacifico, ma loro mi
percepivano come un potenziale pericolo.
Ricordo
che rimasi colpito dalla saggezza della loro reazione: preferivano
allontanarsi indenni piuttosto che rischiare di rimanere offesi in
una eventuale battaglia.
Come
era diverso il loro comportamento rispetto a quello, sovente ispirato
da un forte nazionalismo, degli umani sparpagliati nel mondo!
Quindi
meglio allontanarsi indenni piuttosto che affrontare una inutile e
logorante competizione.
Per
quegli uccelli non faceva differenza restare in quella pozza d'acqua
o cercarsene un'alta fra le tante possibili; la difesa del
territorio forse non rientra fra i “must” di quella specie
animale.
Personalmente
ho iniziato la mia vita durante un mese di gennaio e per data di
nascita lo Zodiaco mi ha assegnato ad un segno d'aria: forse anche
per questo motivo sono solito alzare in volo i miei pensieri,
lanciarmi in proiezioni poco terrene, intravvedere possibilità di
realizzazione di nuovi progetti.
Quello
che però ho sicuramente sempre trascurato è il rientro,
l'atterraggio, il come ci si può trovare dopo aver effettuato un
lungo volo, dopo un inevitabile e naturale cambiamento che una
intensa esperienza produce e porta a maturazione più velocemente che
rimanendo in attesa di qualche cosa restandosene accucciati nella
propria tana a consumare biada da mangiatoia.
Sì,
penso che avrò bisogno di tempo, di tutto quello che ancora mi sarà
dato, e forse non basterà per capire: forse è come l'illustre
scienziato James Hillman afferma nel suo trattato “Il codice
dell'anima” quando parla di vocazione, di destino.
“L'anima,
infatti, non è un'entità misurabile, non è una sostanza e non è
una forza, anche se noi siamo chiamati dalla forza delle sue pretese.
La vita non è soltanto un processo naturale; è anche, forse più ancora, un mistero”.
La vita non è soltanto un processo naturale; è anche, forse più ancora, un mistero”.
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