01.01.2016
Inizio non facile, ma
verso le 9.30 la costipazione si alleggerisce e così mi trovo a
dover gestire esclusivamente l'attacco di vertigine parossistica che
ha fatto sentire i suoi malefici effetti sin dal risveglio; bene, mi
dico, ora posso pensare alla partenza.
Essendo giorno festivo
opto per la più semplice meta rappresentata da Bobo con l'obiettivo
di riuscire a prendere il bus delle 13.00.
La fortuna aiuta gli
audaci recita un proverbio d'altri tempi, e anche noi tre che ci
siamo messi in strada alle 11.00 sperando di incrociare un taxi:
Duilio lo ha visto e bloccato al volo e la trattativa sul prezzo è
stata rapida.
Perciò alle 11.22
eravamo già alla stazione dei bus TSR dove era appeso un cartello
indicante gli orari odierni: abolita la corsa delle 13 sostituita da
un'altra alle 14.
Nell'attesa abbiamo
effettuato una visita alla vicina Bras Ouvert e poi: pronti,
partenza, via.
L'aria condizionata da
incubo mi ha spinto subito a coprirmi ed il malessere generale mi ha
messo in condizioni di sonnecchiare sino quasi a Bromo; dopo la breve
sosta i miei occhi hanno dovuto subire un episodio dei “furiosi e
qualche cosa” che la TV di bordo ha trasmesso per il piacere della maggioranza dei viaggiatori: il tutto è durato sino quasi alla destinazione.
Prima di salire a bordo
avevo avuto modo di apprendere che villa Rose non aveva le camere per
noi e quindi le ho trovate al Paradiso, struttura con ristorante e
camere d'hotel di proprietà Giovanni – la persona conosciuta
durante il mese di novembre - dove ci siamo recati trovando non solo
l'acqua, ma anche quella calda che ci ha subito deliziati con una
doccia, goduria questa che a Ouaga ci era stata preclusa a causa della sua
mancanza di erogazione negli orari di normale utilizzo.
Le camere sono risultate
di gradimento ed il ristorante pure; l'ambiente risulta più rustico
rispetto a Villa Rose, ma Giovanni copre il gap con le sue attenzioni
culinarie.
Prima di cena lunga
conversazione con il proprietario; quando la cena stava per prendere
inizio ho ricevuto una chiamata che sono stato bravo a capire da chi
provenisse onde evitare quel fastidio dato dal dover parlare stando
sulle generali mentre ti sforzi di identificare l'interlocutore:
veniva da Ouaga ed era la proprietaria del ristorante Anika, troppo
gentile nell'informarsi sull'esito del viaggio affrontato!
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