venerdì 4 dicembre 2015

Venerdì 04XII15



Dopo giornate ancora al limite della mia sopportazione durante le quali ho però comunque voluto utimare i lvori in cucina, da giovedì il clima è mutato.
Immagino che queste giornate non siano tanto diverse da quelle che verranno a gennaio quando l'Harmattan è solito soffiare da nord ovest con intensità variabile, il cielo diventa lattiginoso, il sole, schermato da tutto quanto è in sospensione nell'aria, improvvisamente non è in grado di fare arrivare a terra tutto il suo calore.


Così ieri mattina, prima che avesse inizio l'incontro programmato a Garage Italia fra un responsabile dell'Action Social e gli allievi sul tema della tossicodipendenza, sono stato in grado di uscire senza copricapo perché il sole era talmente velato da lasciar pensare di potermi esporre,



ma quando nel pomeriggio ho voluto raggiungere il sito dove sabato incontrerò il responsabile locale della Cooperazione Italiana ho respirato costantemente schifezza (il percorso si è dipanato per un lungo tratto su sterrate) e mi sono dato del superficiale per non aver utilizzato quelle mascherine che mani attente mi avevano consegnato prima di partire con l'invito ad utilizzarle qualora avessi raggiunto dei villaggi lontani: la realtà è che bisognerebbe usare la mascherina quotidianamente già nella capitale sin dal momento in cui ci si alza dal letto!


Da 48 h, ma certo non fa più notizia, qui non c'è erogazione d'acqua; è veramente fastidioso sentirsi avviluppati, anzi impregnati dalla polvere che impalpabilmente è ovunque.
Sui mobili, sulla scrivania, sul p.c, nel naso, nella bocca, nei capelli (chissà nei polmoni!) e non avere la possibilità di scrollarsela di dosso attraverso il lavaggio di se stessi e di ciò che è attorno.



Nel frattempo il Burkina Faso si è dotato di un Presidente democraticamente eletto.
Degli aventi diritto (5.517.015) hanno espresso il voto poco più del 60% con 191.293 schede nulle.
Il voto è stato indirizzato per circa il 54% su Roch MC. Kaboré del MPP e per circa il 30% su Zéphirin Diabré del UPC, come dire che circa l'84% dei votanti ha premiato uomini che avevano strettamente collaborato con Blaise, il presidente dittatore che non voleva andarsene nemmeno dopo 27 anni di potere esercitato in sfregio ai dettami costituzionali, ma ben appoggiato in occidente, Francia in testa.
Ad esclusione dei due citati, la miriade di partiti presenti nelle liste ha avuto preferenze irrisorie, un po' come avviene da noi con quelle sigle nate dal nulla sulle quali unitariamente a volte non si indirizza nemmeno l'1% delle preferenze.


La giornata di venerdì è iniziata subito con il fiato corto: al disagio per il permanere della mancanza d'acqua si è aggiunto quello di dover risolvere al volo il problema derivante dal mancato arrivo del Capo Meccanico e del suo assistente.
Già ieri pomeriggio Moustapha era stato colto da un attacco di malaria e a un certo punto lo avevo trovato tremante e senza forze steso nello stanzino dove vengono tenute le attrezzature dell'officina: in quelle condizioni non sarebbe certo stato in grado di rientrare a casa alla guida della sua mobilette.
Oltre ai vestiti che già indossava gli ho infilato addosso la mia giacca antivento e con la guida del suo vice la mobilette si era avviata per accompagnarlo a casa seduto come passeggero.
Anche un allievo di provenienza Bras Ouvert ieri pomeriggio mi aveva chiesto un medicinale per il mal di testa ed oggi ho saputo da Jacob che è all'ospedale (nemmeno l'altro allievo da Bras Ouvert - che per me ha rappresentato il primo impatto con un soggetto sotto attacco di malaria – oggi si è presentato: una vera débacle).
Inoltre il guardiano Hamadou mi ha chiesto di assentarsi per visita medica a causa di un fastidio agli occhi, probabilmente sotto stress a causa dell'impatto con qualche polvere velenosa fra le tante che veleggiano nell'aria.


Quindi mi sono visto costretto a dichiarare lo stato di emergenza: ho appeso un avviso sul portone spiegando in poche parole la situazione, ho chiuso i cancelli e mi sono tirato dentro al salone tutti i presenti per cercare di intrattenerli in qualche modo che potesse essere per loro interessante e creativo.
Primo step: immagini di paesi lontani – l'Oriente, Thailand country – Bkk (con mie spiegazioni sul paese e le sue tradizioni mentre le immagini si succedevano a video).
A seguire lavoro alla lavagna e sui quaderni.




Dopo aver avviato l'attività ho lasciato lavorare i ragazzi in autonomia mentre il computer mi consentiva di rimanere informato su ciò che sta avvenendo altrove da qui e di rispondere a email ricevute: quando ho alzato la testa sulla lavagna sono rimasto stupito dalla capacità espresse dai ragazzi, uno in particolare.
Ho allora controllato i quaderni e non ho potuto fare a meno di riprendere delle foto dei lavori realizzati; quasi tutti i ragazzi qui presenti non sanno praticamente né leggere né scrivere, nemmeno il loro nome, ma invece riescono ad esprimersi con il disegno!




Sono rimasto colpito circa il fatto che i ragazzi hanno privilegiato immagini che riportano alla tradizione culturale e religiosa della Thailandia, trascurando la modernità rappresentata dai grattacieli che a BKK imperversano.




Ho avuto una indiretta conferma che la mia permanenza a Garage Italia comincia ad avere un senso non solo per il lavoro che sto eseguendo come Facility Manager, ma anche per quello improvvisato che proviene dal precettore annidato in qualche parte profonda di me.


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