Dopo
giornate ancora al limite della mia sopportazione durante le quali ho però comunque voluto utimare i lvori in cucina, da giovedì il
clima è mutato.
Immagino
che queste giornate non siano tanto diverse da quelle che verranno a
gennaio quando l'Harmattan è solito soffiare da nord ovest con
intensità variabile, il cielo diventa lattiginoso, il sole,
schermato da tutto quanto è in sospensione nell'aria,
improvvisamente non è in grado di fare arrivare a terra tutto il suo
calore.
Così
ieri mattina, prima che avesse inizio l'incontro programmato a Garage
Italia fra un responsabile dell'Action Social e gli allievi sul tema
della tossicodipendenza, sono stato in grado di uscire senza
copricapo perché il sole era talmente velato da lasciar pensare di
potermi esporre,
ma quando nel pomeriggio ho voluto raggiungere il
sito dove sabato incontrerò il responsabile locale della
Cooperazione Italiana ho respirato costantemente schifezza (il
percorso si è dipanato per un lungo tratto su sterrate) e mi sono
dato del superficiale per non aver utilizzato quelle mascherine che
mani attente mi avevano consegnato prima di partire con l'invito ad
utilizzarle qualora avessi raggiunto dei villaggi lontani: la realtà
è che bisognerebbe usare la mascherina quotidianamente già nella
capitale sin dal momento in cui ci si alza dal letto!
Da
48 h, ma certo non fa più notizia, qui non c'è erogazione d'acqua;
è veramente fastidioso sentirsi avviluppati, anzi impregnati dalla
polvere che impalpabilmente è ovunque.
Sui
mobili, sulla scrivania, sul p.c, nel naso, nella bocca, nei capelli
(chissà nei polmoni!) e non avere la possibilità di scrollarsela di
dosso attraverso il lavaggio di se stessi e di ciò che è attorno.
Nel
frattempo il Burkina Faso si è dotato di un Presidente
democraticamente eletto.
Degli
aventi diritto (5.517.015) hanno espresso il voto poco più del 60%
con 191.293 schede nulle.
Il
voto è stato indirizzato per circa il 54% su Roch MC. Kaboré del
MPP e per circa il 30% su Zéphirin Diabré del UPC, come dire che
circa l'84% dei votanti ha premiato uomini che avevano strettamente
collaborato con Blaise, il presidente dittatore che non voleva
andarsene nemmeno dopo 27 anni di potere esercitato in sfregio ai
dettami costituzionali, ma ben appoggiato in occidente, Francia in testa.
Ad
esclusione dei due citati, la miriade di partiti presenti nelle liste
ha avuto preferenze irrisorie, un po' come avviene da noi con quelle
sigle nate dal nulla sulle quali unitariamente a volte non si
indirizza nemmeno l'1% delle preferenze.
La
giornata di venerdì è iniziata subito con il fiato corto: al
disagio per il permanere della mancanza d'acqua si è aggiunto quello
di dover risolvere al volo il problema derivante dal mancato arrivo
del Capo Meccanico e del suo assistente.
Già
ieri pomeriggio Moustapha era stato colto da un attacco di malaria e
a un certo punto lo avevo trovato tremante e senza forze steso nello
stanzino dove vengono tenute le attrezzature dell'officina: in quelle
condizioni non sarebbe certo stato in grado di rientrare a casa alla
guida della sua mobilette.
Oltre
ai vestiti che già indossava gli ho infilato addosso la mia giacca
antivento e con la guida del suo vice la mobilette si era avviata per
accompagnarlo a casa seduto come passeggero.
Anche
un allievo di provenienza Bras Ouvert ieri pomeriggio mi aveva
chiesto un medicinale per il mal di testa ed oggi ho saputo da Jacob
che è all'ospedale (nemmeno l'altro allievo da Bras Ouvert - che per
me ha rappresentato il primo impatto con un soggetto sotto attacco di
malaria – oggi si è presentato: una vera débacle).
Inoltre
il guardiano Hamadou mi ha chiesto di assentarsi per visita medica a
causa di un fastidio agli occhi, probabilmente sotto stress a causa
dell'impatto con qualche polvere velenosa fra le tante che veleggiano
nell'aria.
Quindi
mi sono visto costretto a dichiarare lo stato di emergenza: ho
appeso un avviso sul portone spiegando in poche parole la situazione,
ho chiuso i cancelli e mi sono tirato dentro al salone tutti i
presenti per cercare di intrattenerli in qualche modo che potesse
essere per loro interessante e creativo.
Primo
step: immagini di paesi lontani – l'Oriente, Thailand country –
Bkk (con mie spiegazioni sul paese e le sue tradizioni mentre le
immagini si succedevano a video).
A
seguire lavoro alla lavagna e sui quaderni.
Dopo
aver avviato l'attività ho lasciato lavorare i ragazzi in autonomia
mentre il computer mi consentiva di rimanere informato su ciò che
sta avvenendo altrove da qui e di rispondere a email ricevute: quando
ho alzato la testa sulla lavagna sono rimasto stupito dalla capacità
espresse dai ragazzi, uno in particolare.
Ho
allora controllato i quaderni e non ho potuto fare a meno di
riprendere delle foto dei lavori realizzati; quasi tutti i ragazzi
qui presenti non sanno praticamente né leggere né scrivere, nemmeno
il loro nome, ma invece riescono ad esprimersi con il disegno!
Sono
rimasto colpito circa il fatto che i ragazzi hanno privilegiato
immagini che riportano alla tradizione culturale e religiosa della
Thailandia, trascurando la modernità rappresentata dai grattacieli
che a BKK imperversano.
Ho
avuto una indiretta conferma che la mia permanenza a Garage Italia
comincia ad avere un senso non solo per il lavoro che sto eseguendo
come Facility Manager, ma anche per quello improvvisato che proviene
dal precettore annidato in qualche parte profonda di me.
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