Domenica 13XII15
Giornata per buona parte
trascorsa in casa.
Solo nel pomeriggio,
prima del calar del sole, mi sono mosso per un tour nel quartiere.
L'episodio più
interessante è stato quello relativo all'incontro con un gruppo di
donne intente a cucinare delle fritelline da vendere sulla sterrata: una
delle tre mi ha salutato per poi chiedere una foto.
Io ho eseguito e quando
le ho fatto vedere gli scatti ho aggiunto che, nel caso avesse un
email addresse, avrei potuto spedirle.
Certo, mia figlia ce l'ha
ed ora la chiamo: detto fatto, si è materializzata una tipa
sovrappeso che ha scritto il tutto su un foglio e mentre io attendevo
la prima mi ha messo alcune fritelline nel piatto per un assaggio.
Gustose! Questa sera
scaricherò le foto e farò l'invio alla tipa intraprendente.
Altre scenette curiose
colte si riferiscono ai venditori su sterrato di indumenti invernali
provenienti dall'Europa.
In effetti le notti ora
raggiungono minime attorno ai 14° e per i termostati dei Burkinabé
sono veramente pochi tant'è che ne sento parecchi tossicchiare; io
stesso, che sino ad ora ho dormito con finestra aperta, sento un
pizzicorino in gola che potrebbe virare presto in un raffreddore se
non mi deciderò a sigillarmi per la notte.
Ovunque mi sono mosso ho
trovato ragazzini intenti a giocare con palloni che tutto erano meno
che tali, se non per la forma più o meno tonda.
Mi puntavano da lontano
richiamando la mia attenzione felici di poter essere ripresi in una
foto cercando di scambiare qualche parola con un Bianco!
L'itinerario è stato
abbastanza ampio e per la maggior parte su sterrate; basta lasciare
il goudron e sembra di essere nella brousse!
L'imprenditore
Burkinabé-italico incontrato per la cena ha confermato che lui qui
ha paura a girare in mobilette e pertanto ha a disposizione un'auto,
non si muove da Ouaga se non per piccole tratte nell'ordine dei 25 km
e mi ha chiesto se non fosse un po' bizzarra la mia spedizione a Kao
prevista a breve.
Ha parlato molto bene
della Costa d'Avorio, paese che mi piacerebbe puntare da qui; con il
treno si parte alle 7 del mattino e si arriva ad Abidjan alle 10 del
giorno dopo viaggiando da signori in prima classe, mi ha confidato
Eugenio, oppure con Bus 5***** notturno si parte verso le 22.30 dalla
zona aeroporto e alle 7 del mattino ci si trova nella capitale
Ivoriana.
E' stato interessante
chiacchierare con lui e alla fine ci siamo lasciati con l'intenzione
di rivederci presto.
Lunedì 14XII15
Appuntamento alle ore
9.00 presso la sede della Cooperazione Italiana che ho raggiunto con
Bruna invitata alla presentazione delle nuove linee guida che
entreranno in funzione a gennaio anche con il supporto di un nuovo
sistema organizzativo del Ministero degli Affari Esteri in questo
settore.
Al di la delle ore
trascorse in un diverso habitat, degno di menzione è come è stato
affrontato il percorso.
Mobilette terzo capitolo
(ultimo?)
Bruna sembra un venditore
ambulante fra la valigia morbida su ruote, zainetto a dimensione
variabile sulle spalle e qualche sacchetto della spesa in mano: si
presenta così ogni volta, solo che questa volta lei ha deciso senza
informarmi di andare alla riunione con tutto il suo equipaggiamento
per poi raggiungere una stazione di taxi brousse da dove proseguire
per la sua scuoletta.
Il taxi è sempre un
argomento difficile e quindi, pensando che poi saremmo tornati qui,
avevo proposto la mobilette dopo che ancora una volta Moustapha
l'aveva data per buona: Bruna ha accettato con entusiasmo, ma con la
variante del bagaglio appresso.
Nel sud est asiatico
spesso ho utilizzato moto taxi e i conduttori erano in grado di
caricare tutto, quindi ci sarei riuscito anch'io!
A caricare effettivamente
ci sono riuscito abbastanza facilmente, anche la messa in moto non è
stata complicata, ma appena uscito dal portone il motore si è spento
e se la marcia resta inserita (qui non hanno il variatore di velocità
come quelli in vendita in Europa) diventa problematica l'operazione.
Moustapha era giusto lì
impegnato con un moto taxi e mi ha soccorso immediatamente.
Primo e unico stop
previsto quello per il rifornimento; io avevo già fatto Essence una
volta ma ora Bruna mi ha messo il dubbio che forse questo veicolo si
muove con la Melangé.
L'addetto ha fugato i
dubbi confermando Essence, quindi messa in moto a pedivellate
multiple ed infine via sul goudron senza avere una indicazione
precisa se non quella autofornita dopo la presa visione della mappa
tanto ostica a molti, Bruna incluso.
Ho fatto tutto per bene,
ma ai semafori, nel bel mezzo del caos, improvvisamente il minimo
perdeva colpi ed il motore moriva di morte naturale.
Tenendolo su di giri con
la marcia che non si liberava mai verso il folle bisognava anche
tenere il pedale del freno attivo, e fin qui ci sta, ma il vero
problema è che con tutto quel carico, con il pneumatico posteriore
liscio, con la ruota anteriore sbirula, il cambio un optional fuori
portata ed il manubrio compromesso dalla presenza della valigia + lo
stress da guida nel traffico mattutino che si dipanava nella bambagia
della pollution tipo Pekino, ogni momento è stato a rischio sosta per
avaria.
Non so dire quante volte
il motore non ha risposto, spesso subito dopo una rimessa in moto che
si svolgeva nel seguente modo:
- la discesa di Bruna,
- il posizionamento sul cavalletto laterale,
- l'asportazione del mio zainetto che tenevo sul petto e che quindi rendeva difficile l'operazione,
- il tentativo di mettere in folle un cambio sgangherato che restava bloccato.
Quando ben la pedivella
riusciva a far miagolare il cilindro e tutto il carico di persone e
cose si ricompattava ecco improvvisamente rimorire il malefico ancora
prima di fare qualche centimetro!
Tante volte è stato
prima necessario spostarsi a bordo strada evitando la fiumana, e
tante volte qualcuno mi ha visto in difficoltà e senza passare dai 4
punti sopra esposti si è offerto di pedivellare al mio posto.
Insomma, alle 9.20 siamo
arrivati dopo aver dovuto subire un cambio itinerario per vialone
bloccato dalla gendarmeria ed aver chiesto info solo una volta quando
ormai alla meta ci eravamo a ridosso.
Dopo la riunione ci siamo
divisi e tutto l'itinerario del rientro è avvenuto con le stesse
modalità, solo che ero più facilitato nei movimenti: ma se la
marcia non esce allora devi spostarti facendo una gran fatica in
quanto in avanti non ci si muove e resta l'opzione della spinta in
dietro non sempre fattibile.
Erano le 14.40 quando
G.I. mi ha visto rientrare con gli occhi arrossati da inquinamento e
polvere: subito ho affrontato Moustapha inducendolo a smetterla di
dirmi che la mobilette è in ordine
Sono caduto anche troppe
volte nel tranello, e per fortuna che non sono rimasto per strada!
Allora M. ha semismontato
il veicolo ed ha fatto un elenco lavori pari a Fcfa 150.000 per poter
dire che la mobilette è in ordine; io invece ho sostenuto di darsi
da fare a venderla nello stato di fatto in cui si trova e poi cercare un veicolo migliore per il
quale mi ha accennato serviranno circa Fcfa 250.000!
Martedì 15XII15
In prima mattinata Bras
Ouvert mi ha comunicato telefonicamente che due ragazzi provenienti
da lì sarebbero venuti a vedere G.I. con l'idea di essere accolti.
La notizia non mi ha
allietato visto come stanno andando faticosamente le cose dal punto
di vista dell'apprendimento, nel senso che è mia opinione che
servirebbe la presenza costante di un adulto capace di intrattenere i
ragazzi sia nella meccanica che nella alfabetizzazione, oltre al
meccanico che può far fare pratica solo a pochi per volta (e infatti
gli altri pascolano: ecco perché la mia discesa in campo sta
prendendo giorno dopo giorno una connotazione più forte in questa
direzione).
Per aumentare gli allievi
bisognerebbe aumentare i meccanici in modo che attorno ad un
meccanico finito ci possano essere al massimo tre elementi; quindi 6
elementi potrebbero sempre essere mantenuti attivi in quel modo e gli
altri tirati dentro nel salone per essere
interrogati/alfabetizzati/resi edotti sui calcoli/essere informati ad
ampio raggio su argomenti da riportare alla meccanica e/o
all'educazione in senso lato.
Perciò oggi ne ho
impegnati alcuni con un nuovo giochino: partendo dagli argomenti che
sono già stati sviluppati, ho inforcato la brochure meccanica e
chiesto a chi di scrivere, a chi di disegnare alla lavagna qualcosa
che fosse attinente con l'argomento da me evidenziato
precedentemente.
E ha funzionato! Inoltre
i ragazzi sanno che prima o poi verificherò la loro capacità di
montare e smontare il blocco motore sul quale si esercitano
quotidianamente quando io insisto nel volerli vedere in movimento;
perciò sono rimasto piacevolmente stupito quando ieri sera, ad
atelier vuoto, ho notato e raccolto un foglio di carta strappato da
un quaderno e scritto in moré, la lingua locale.
Ho subito capito che
poteva essere interessante decifrarlo; quando ho chiesto aiuto per
capirlo mi sono reso conto che fra di loro i ragazzi avevano già
fatto due prove cronometrate con risultati apprezzabili per almeno
tre di loro.
Il più rapido ha
eseguito l'operazione in 11' alla prima prova portati a 9' nella
seconda: questo si che è un buon suono da ascoltare per le mie
orecchie!
Il più lento è anche un
caso umano e il suo risultato è stato di 30', ma ci sono parecchi
classificati fra i 12' ed i 16'!
Come immaginavo i due di
Bras Ouvert sono a zero per alfabetizzazione, quindi lingua francese
idem ed anche i calcoli.
E' straziante quando ti
vedi due ragazzi di 14 e 15 anni con lo sguardo perso, incapaci di
relazionarsi con me per mancanza di mezzi.
Poco convinto della loro
ammissione al corso li ho portati nel gruppo e dopo una presentazione
con richiesta a M. di tenerseli appresso ho pensato che avrei
elargito il pranzo ma che poi avrei voluto parlare con Jacob, il loro
tutor.
Invece Jacob è diventato
imprendibile e tutti i ragazzi Bras Ouvert hanno lasciato il campo
prima che potessi affidare loro una missiva.
Nel frattempo
l'operazione Kao sembra essere diventata indifferibile e le pressioni
sono aumentate: domani dovrò decidermi a fare qualche cosa.
Mercoledì 16XII15
Sono stato poco attento e
ieri sera non ho chiuso la finestra; risultato pizzicorino in
aumento, starnuti ed inizio di lacrimazione agli occhi: se ci siamo è
perché me la sono cercata.
All'arrivo dei ragazzi
Bras Ouvert, con l'aiuto di un interprete ho cercato di capire un po'
di più dei due disgraziati, perché di disgraziati si tratta.
Uno dorme nei locali di
Bras Ouvert e la famiglia lo ha espulso invitandolo ad arrangiarsi,
l'altro abita in un villaggio e più o meno la situazione è la
stessa.
Ma come fate ad avere il
cellulare, gli occhiali da sole in testa? e mi sono limitato a ciò
che era in vista.
Conoscevo già la
risposta e in qualche modo mi è stata servita, seppur nella formula
più accettabile che è quella della richiesta di denaro alla gente,
il che vuol dire che se non c'è una risposta diretta i quattrini me
li procuro comunque facendoli "volare" a qualcuno, da cui il termine
voleur per indicare il ladro?
Ho indetto una sessione
in aula per far stare i due nuovi a contatto con M., quindi li ho
trattenuti facendo lavorare due “anziani” con loro, e mi sembra
che se la siano cavata bene, ma soprattutto i due sembravano in grado
di memorizzare e ripetere a tono ciò che avevano prima udito.
Dopo ho continuato a
lavorare con “anziani” arrivando sino alla pausa pranzo; se dovrò
assentarmi per qualche giorno qui tornerà l'anarchia? Forse non del
tutto, vedo qualche lume di responsabilizzazione in alcuni e da
quando ho scritto alla lavagna la frase “Je peux etre toujours
concentré” questa sta diventata un mantra come ai tempi del “mago”
H.Herrera per i giocatori dell'Inter indotti a diventare vincenti con
l'applicazione del suo metodo fatto di ben altro, ma rispondente a
questa impostazione.
Il fatto è che qui
spesso inizio parlando di meccanica o di calcoli, a seconda
dell'occasione, ma il discorso poi lo ampio per cercare di aprire le
menti portandole a ragionare sugli stili di vita che con le loro
scelte consapevoli, o più spesso inconsapevoli, si stanno preparando
a vivere.
Oggi pomeriggio, dopo
essere partito dagli effetti della lubrificazione nel motore sono
andato ai vari tipi di olio lubrificante che oggi il mercato offre
(dall'organico tradizionale al semi sintetico sino al sintetico) per
chiedere se sapessero che cosa è il greggio di petrolio: non lo
sapevano e allora via per la spiegazione di cosa è e come si è formato, dove si trova e come si fa per individuarlo, dove deve
andare per essere trasformato in una catena di prodotti utili, come
deve essere riciclato il prodotto esausto e così via.
A un certo punto qualcuno
ha riferito di uno di loro che sniffando benzina ha informato gli
altri di come fosse buona la sensazione, al che ho replicato che ciò
che può apparire buono nell'immediato può rivelarsi distruttivo nel
tempo, come chi ha subito i gas tossici tipo diossina e poi muore di
cancro a distanza di anni, e quindi ancora sulla salute e la cura del
proprio corpo stando attenti a cosa si mangia (qui spesso vedo i
ragazzi mangiucchiare/succhiare qualcosa: mi chiedo sempre dove
beccano i quattrini, ma ora lo so. Resta il fatto che spesso sono
cose dolci e quindi li ho indotti a riflettere sul fatto che, se non
ci si lava i denti, le loro bocche sono destinate a rimanerne prive).
Mi auguro che un
granellino di quello che dico possa essere utile; alla fine
dell'incontro ho chiesto a tutti di riassumere qualche aspetto
trattato. Uno di questi che per tutto il tempo mi aveva guardato
intensamente negli occhi lasciandomi intendere quanto fosse preso dal
discorso, quando è stato il suo momento non ha saputo dire nulla
sino a che un compagno gli ha riproposto il quesito in lingua moré
ed allora mi ha confessato che aveva capito poco perché non è in
grado di parlare il francese.
Mi sono fatto una risata
e gli ho dato un buffetto sulla faccia (è lo stesso che per fargli
capire l'effetto del raffreddamento e dell'attrito ai quali l'olio
pone rimedio avevo invitato a strofinarsi con forza le mani sia per
sentire la sensazione di caldo che per percepire l'attrito, ma non
era riuscito a dare la risposta giusta comunque).
Mollati tutti e
consegnata una lettera per Jacob Bras Ouvert ai suoi ragazzi, ho
ripreso i contatti con il mondo attraverso internet dove ho trovato
le esortazioni ad organizzare la spedizione a Kao subito; io avevo
già provveduto a chiamare Ibrahim al villaggio per riceverne la
disponibilità a venirmi a prendere al bus, avevo già organizzato
una puntata presso due stazioni di Bus di due compagnie diverse per
conoscerne gli orari dei collegamenti facendomi accompagnare da M.
con la sua mobilette, inoltre ho già concordato che sempre lui mi
accompagnerà alla partenza.
Luca sostiene che
piuttosto che dormire a caro prezzo in un misero albergo a Ouahigouya
sarebbe preferibile comprare un materasso e portarselo al villaggio:
mi sembra un'idea allettante.
Per aver aiutato il
proprietario della casa sede di G.I. a disbrigare una pratica con BnD
che per lui vuol dire quattrini da ricevere mi sono trovato invitato
a cena questa sera in una formula che non avevo capito troppo bene
sino a che egli si è presentato per prelevarmi.
Mi ha visto lavorare al
pc e quindi mi è stato facile chiedere di scusarmi ma fra il lavoro,
il raffreddore crescente e la partenza per Kao sarebbe per me stato
preferibile rimandare al mio ritorno.
Una volta uscito è
tornato indietro per dirmi che ciò che aveva fatto preparare me lo
avrebbe portato qui.
Dopo un po' si è
materializzata quella bella signora che quindici giorni fa mi aveva
trovato una domenica mattina poco più che in mutande mentre me la
prendevo comoda e della cui presenza avevo capito poco o nulla: ora
si è svelato il mistero!
E' in un qualche rapporto
di parentela con il proprietario dello stabile ed è anche la
responsabile di un ristorante dove saremmo dovuti andare a consumare
la cena; meno comprensibile è perché me l'abbia portata costei che
poi, in attesa di essere prelevata dal parente, è rimasta fuori in
attesa mentre io piluccavo continuando ad usare la tastiera.
Altro tipo rispetto alla
prorompenza della collaboratrice di Anika; questa persona mi è
sembrata un tipo molto distinto e dotato di classe, con un buon
francese e con qualche anno più dell'altra
Giovedì 17XII15
Organizzazione e partenza
per Ouahigouya
Mobilette avanti e
indietro con Moustapha
Bea non può fare
alfabetizzazione e i ragazzi fanno tabelline con me quasi sino
all'orario della partenza: alcuni si appassionano!
Visita Jacob contrito e
manifestante mancanza di serenità personale: ci parleremo al mio
rientro.
Rischio di perdere il Bus
pur essendo arrivato in grande anticipo per non aver compreso
l'avviso: salgo al volo e via.
4 ore di viaggio, arrivo
a destinazione ancora poco convinto circa le condizioni di Garmin che
giusto sino a che è rimasto collegato al mio p.c. dava informazioni
confuse sul suo stato.
Appena giunto ho chiamato
Ibrahim il quale mi ha girato il numero di un suo amico che sarebbe
venuto a prelevarmi: quindi poco dopo conoscenza di Issaka/Billy,
presa camera nell'albergo suggerito da Luca, consumata cena a caro
prezzo con Billy, rientro in albergo sulla sua mobilette percependo una sensazione di freddo.
Appena in camera attivo
il p.c.: capisco che la ricarica della batteria di Grmin procede
troppo lentamente e così escogito un sistema per procedere più
rapidamente partendo dall'unica presa di corrente a disposizione,
peraltro priva di salviette, di una sedia e dell'acqua calda inclusa
nel prezzo di Fcfa 16.000.
Allo stesso prezzo a Bobo
la camera era confortevole come essere al Grand Hotel di Rimini!
Venerdì 18XII15
Attendendo Ibrahim dopo
varie telefonate intercorse è arrivato Hamadoulla a prendermi e via
in mobilette in una giornata di Harmattan sino alla maisonette di
Kao.
A un certo punto, dopo
che mi è stata tenuta compagnia da un numero variabile fra uno e
quattro persone rigorosamente di sesso maschile, vengo lasciato solo
per riposare nell'attesa che Ibrahim termini i suoi impegni: solo
allora apprendo che egli è l'animatore della scuola del villaggio,
ma ancora ero convinto che risiedesse in loco.
Nel momento in cui mi
sono sdraiato a terra su una stuoia all'uopo posizionata arriva una
belloccia locale piuttosto giovane, dall'espressione fra il sorridente
e il soave: io credo sia per fare pulizia, ma in realtà predispone
il tavolo per il pranzo: Ibrahim, Hamadoulla + altri due arrivano
poco dopo e inizia così il primo dei pasti consumati al villaggio.
Ibrahim viaggia ancora
con le stampelle dopo un incidente di qualche mese fa; mi accompagna
verso la zona degli alberi da riprendere con Garmin spiegandomi come
fare e informandomi ulteriormente circa il fatto che l'Harmattan li
ha completamente spogliati delle foglie: lui palesemente non è in
grado di operare e quindi si mette seduto tranquillo in disparte.
Nel frattempo ci sono
altri che ripuliscono il terreno dove alloggiano i moncherini di
Baobab e mi portano ad ogni pianta: eseguendo gli ordini impartiti
dalla casa madre precedenza Baobab, anche se sono veramente difficili
da individuare sul terreno.
Poveretti, sono degli
stecchini! Fanno venire in mente il gioco con i bastoncini cinesi, ma
questi sono in scala ridotta rispetto a quelli.
Dopo aver ripreso 94
piante con altrettante manovre di genuflessione necessarie in quanto
non è possibile riprenderle dall'alto mancando di chioma, tutto il
gruppetto operativo rientra dopo che Ibrahim mi ha fatto vedere come
eseguire la manovra più importante della giornata: Data Export.
L'operazione va a buon
fine e a questo punto si pone il problema della ricarica della
batteria; sul tetto della maisonette c'è un pannello fotovoltaico ma
manca la batteria ed i fili dell'impianto sono messi male e
parzialmente scollegati fra loro.
Mi viene offerto di fare
una doccia ed io accetto: non credevo di trovare nel vano doccia
all'aperto dell'acqua calda scaldata appositamente per me!
Ad un certo punto, a buio
inchiostro oramai in corso, arriva una batteria ed il tipo prova a
collegare i fili senza successo fino a che uno dei ragazzini sempre
presenti gli da le dritte giuste: a quel punto esclusivamente da una
delle lampade al neon si propaga una flebile luce.
Intanto viene posato a
terra un pannello più rigido che morbido e sopra viene messa una
zanzariera: sarà il mio giaciglio.
In un momento in cui sono
solo sento bussare alla porta ed io do l'assenso ad entrare: questa
volta è una tipa bellina che dopo aver chiacchierato mi dice che
sarebbe andata a lavarsi prima di tornare: devo aver capito male,
anzi ho capito male, ma è stato divertente fantasticare.
Poi arriva il cibo che si
consuma fra uomini come in ogni realtà rurale.
C'é un gran andare e
venire di adulti curiosi di incontrarmi: per loro è una grande
occasione, ma non sanno come lo sia anche per me!
Tanti discorsi con quei
pochi che parlano francese e anche tante risate: questi di Kao sono
veramente molto ospitali e sorridenti, i bambini, per quanto non
particolarmente puliti, sempre attenti alle mie mosse: non entrano
nella maisonette ma la tengono sotto assedio costantemente.
Se qualcuno allunga un
piede più del dovuto viene subito richiamato duramente da uno degli
adulti che non mi mollano mai.
Ho notato che l'unica
signora che è venuta a visitarmi e che non parlava francese,
osservando il giaciglio preparato per me, ha lasciato intendere la
sua contrarietà circa il fatto che avrei dormito solo!?!
Finalmente, dopo che
nell'ultima mezzora erano più gli sbadigli da parte loro che le
parole da parte mia, avviene la cerimonia del commiato già sapendo
che dopo la preghiera delle cinque comincerà il movimento del nuovo
giorno, e non mancano tante ore; sono arrivato qui non in perfette
condizioni fisiche e temo questa notte senza troppi ripari dal freddo
potrà lasciare un segno.
Sabato 19XII15
Non ho patito il freddo
ma la durezza dell'appoggio; inoltre ora è quasi raffreddore e gli
occhi lacrimano, la testa è pesante, la voce alterata, ma io sono
qui per completare un lavoro e devo agire di conseguenza.
Quando metto fuori il
naso vedo che è stata depositata dalla bella locale che provvede al
cibo, che poi è una delle due mogli di Hamadoulla, la teiera per il
bidè contenente acqua calda per lavarmi: sono manifestazioni che
apprezzo molto e che in questo ambiente rurale non te le aspetteresti
mai!.
Dopo arriva la coppia,
lui per fermarsi e lei per portare la colazione.
Tè, ma anche nescafè,
bomboloni e tanto zucchero che io non utilizzo per niente –
motivando la scelta - creando scandalo tra i presenti che si fanno
delle grandi risate quando spiego i problemi indotti ai denti dei
quali quasi tutti soffrono.
Con uno strumento
applicato alla batteria dalla belloccia ingegnosa moglie posso
mettere sotto carica Garmin, ma la ricarica si palesa molto lenta ed
io vorrei cercare di terminare entro un orario utile tale da poter
percorrere in sicurezza la pista per la città.
Nell'attesa chiedo ed
ottengo di fare un giretto per il villaggio scoprendo subito che i
più ricchi, quelli che vestono elegante e con abiti tagliati alla
pseudo occidentale, sono quelli che hanno a che fare con le miniere
d'oro.
Conosco Marjam,
presidente del vivaio, onniscente in materia di alberi e loro
localizzazione di impianto: gira con una bimbetta di 14 mesi
attaccata alla schiena che poi sposta in avanti per allattarla senza
che nessuno dei maschi presenti abbia occhi per il suo bel seno
materno.
Qui è tutto così
naturale e apparentemente semplice!
Si forma il gruppo come
ieri e il lavoro procede per completare i Baobab; quando sto per
eseguire la manovra finale tanto importante mi accerto che non ce ne
siano altri e così scopro che una delle mie vedette ne ha
individuati ancora una trentina.
Poi Export Treedom e i
giochi sono fatti.
Al rientro metto subito
in carica Garmin; anche il mio mobile sta tirando le cuoia, ma più
di un oggetto per volta non si può e la cosa mi pesa perché sono
sempre in attesa di sms da parte di Bruna che fa da ponte con BnD
attraverso il suo p.c..
Chiedo ed ottengo
prontamente accesso ad una toilette che si trova all'aperto, sempre
predisposta con acqua calda a disposizione, quindi ancora cibo sempre
troppo abbondante che io accetto nella giusta quantità anche se loro
continuano a dirmi: “c'est pour vous, mangé”, ed io replico
ringraziando e invitando tutti gli altri quattro o cinque a darsi da
fare.
Finalmente arriva l'ora
della preghiera e posso restare con la testa appoggiata al tavolo e
gli occhi chiusi per cinque minuti.
Ma questa è una
preghiera breve e si riparte in gruppo per Acacie e Karitè:
dovrebbero essere complessivamente 100 pezzi invece sono di più a
causa di altri Baobab scovati dalle mie vedette scorrazzanti sull'itinerario.
Il lavoro procede
alacremente e sono veramente stanco quando l'ultima Acacia e l'ultimo
Karité della serie spariscono alle mie spalle: fra genuflessioni,
dolori alla testa e raffreddore ormai conclamato ho bisogno di
mettermi al riparo fuori dal vento in un luogo protetto da finestre,
anche se mi dispiace lasciare tanto frettolosamente la gente e
l'ambiente che ho avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare.
Finito l'opera e prese
delle foto con gli aiutanti mi appresto a partire, ma prima sono
andato a salutare un ottantenne che mi aveva omaggiato di alcuni
piccoli limoni, gli ultimi frutti stagionali del suo limoneto posto a
confine con il vivaio: è la persona più anziana che ho incontrato,
e mi è anche sembrato in buona salute.
Marjam mi porta delle
arachidi in omaggio: carina e gentile!
Anche la moglie di
Hamadoulla è venuta a salutarmi esprimendosi con tutto il francese
del suo bagaglio culturale: attenta ai bisogni e allo stesso tempo
invisibile, penso proprio possa essere considerata una buona moglie,
un affare per Hamadoulla!
Certo che qui cresce ogni
ben di dio solo bagnando la terra, e l'acqua per farlo c'è: ho visto
diversi pozzi collocati in vari luoghi strategici.
Poi la mobilette percorre
i 17 km che separano Kao da Ouahigouya senza problemi e mi deposita
all'albergo dove arrivo bisognoso di medicamenti, anche se con me ho
solo del Brufen 600 mg granulato effervescente che senza un bicchiere
diventa complicato da assumere.
Appena riattivo la
connessione wifi avvengono scambi di email veloci e alla fine invio a
destinazione il risultato del mio lavoro utilizzando “drive”; poi
vengo a sapere che solo usando wetransfer posso avere la certezza che
tutto vada per il giusto verso.
Inizialmente ho pensato
si trattasse di una funzione di Garmin ma è arrivata al volo
l'imbeccata di Luca e ho cominciato a trafficare con questa
soluzione: per me è una novità, ma ripeto volentieri l'operazione
in questa modalità.
Mentre ancora i files si
stanno caricando arriva la prima conferma sul buon esito della
spedizione effettuata con la modalità a me nota: bene, allora posso
rientrare alla base e lo farò volentieri domani in tarda mattinata
dopo aver incontrato Ibrahim per un saluto ed aver informato Hamadoulla che forse ci vedremo più avanti, all'epoca della crescita delle nuove foglie dai bastoncini che ho conosciuto uno a uno..
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