Mercoledì 23XII15
Ieri sera sono stato
accompagnato a vedere un film di un regista Burkinabé che racconta
una storia incentrata sui valori locali/tradizionali, la corruzione, la
nobiltà d'animo, le tentazioni: insomma un film pieno di moralismo
che si dipana fra situazioni drammatiche – il titolo è Cella 512 –
per poi concludersi con la vittoria del bene sul male.
Gli attori, salvo pochi,
mi sono sembrati più caratteristi che altro, con quel tipo di
recitazione un po' teatralmente forzata che normalmente nei film non
si vede.
Alla persona che mi aveva
invitato avevo già dato buca una volta e non me la sono sentita di
tirarmi indietro ancora, anche se ieri era sarebbe stato meglio per
me restare a casa al calduccio.
Il cinema è in centro,
un centro difficile da ritenersi tale per un europeo; sulla strada
per raggiungerlo ho potuto vedere la cattedrale che è citata come
monumento da essere visitato e che non avevo mai intercettato prima.
A seguire ho chiesto di
fermarci da qualche parte per mangiare qualcosa, ma il centro non offre
nulla di diverso dai ristoranti che si trovano lungo qualsiasi strada e alla fine,
per un senso di rispetto nei miei confronti, sono stato accompagnato
nel giardino di Ouaga 2000 dove, come si usa qui, praticamente al
buio quasi assoluto erano posti dei tavoli molto distanziati fra
loro.
Appena seduti è arrivato
un tipo a chiedere per le bevande che ha portato velocemente; dopo
circa un'ora di conversazione ho chiesto se qualcuno sarebbe arrivato
a prendere le ordinazioni per il cibo: forse il personale ha pensato
che ci fossimo fermati esclusivamente per bere!
Quando ho avuto fra le
mani un menu plastificato ho capito che chez Anika per me rimane il
miglior posto dove consumare un pasto al giusto prezzo; ma volevo
curiosare altrove e sono incappato in un posto per Burkinabè
benestanti dove vengono praticati prezzi a metà strada fra quelli di
un ristorante che serve cibo africano e quelli che propongono cibo
europeo.
Al mio rientro – ero
coperto di pile e giacca a vento – mi sembrava di non aver
peggiorato la situazione, ma durante la notte ho capito che non stavo
andando bene.
Al mattino ho voluto
misurarmi la febbre con il termometro nuovo di pacca acquistato prima
di partire: non sono riuscito nell'impresa!
Ho allora affrontato la
lettura delle istruzioni: la casa produttrice - Vedo Clear PIC
solution - deve probabilmente pensare che un mortale qualsiasi possa
essere dotato di vista agli infra rossi per riuscire a leggere
istruzioni stampate con caratteri forse inferiori al millimetro, dei
veri BASTARDI, e lo dico convinto di quello che dico!
Mi sembra di aver capito
che l'attrezzo è dotato di batteria da sostituire ancora prima
dell'uso, e pertanto figuriamoci se qui sarò in grado di provvedere
alla bisogna!
Dopo aver conquistato la
posizione eretta ho capito che oggi non sarei stato in grado di
scendere in campo e pertanto mi sono tenuto ritirato nell'attesa
della visita di Paul, la persona del Benin divenuta cittadino di
Ouaga ormai da venti anni, operatore attivo nel settore turistico,
che Luca ha delegato a sviluppare le pratiche doganali con la mia
assistenza circa le sei moto in arrivo dall'Italia a fine gennaio: si
tratta di capire fra le varie strade possibili da seguire quale potrà
essere la migliore sulla base delle esigenze di BnD.
Apresso a Paul è
arrivato Jacob e la sua presenza si è acavallata a sua volta con quella del
falegname che ha realizzato il mobile consegnato in questi giorni:
costui è un tipo che il mestiere lo sa fare al meglio per come ho
visto lavorare i locali, è uno che se gli prospetto la mia idea la
sa maneggiare correttamente per addivenire ad un risultato, è uno
che sa dove trovare tutti quei componenti che io da solo ero
diventato matto a cercare, peraltro senza riuscire a trovarli,
insomma è uno con il quale mi intendo e sono contento di farlo lavorare per tutta una serie di manutenzioni delle quali c'era un
gran bisogno.
Nel pomeriggio qualcuno
dei ragazzi è venuto a chiamarmi perché volevano che vedessi alcuni
disegni eseguiti spontaneamente alla lavagna durante l'intervallo:
fra questi c'era anche uno di Bras Ouvert che stamane mi aveva
chiesto una medicina per i dolori diffusi che accusava, lo stesso
della sceneggiata di una settimana fa.
A me è simpatico, non
c'è niente da fare, con quei suoi occhi sempre in movimento e
l'espressione sorridente; quindi mi sono recato alla lavagna e ho
scattato anche qualche foto non tanto per dare soddisfazione a loro
(anche) ma perché mi sono realmente piaciuti.
Era presente anche
quell'unico allievo che oggi non si era presentato pensando che fosse
iniziato il periodo di congedo come nelle scuole, ma G.I. ha deciso
diversamente e quindi resterà sempre aperto tranne nelle giornate
comandate.
L'unico che per il
secondo giorno di fila non si è fatto vedere è il sarto: pazienza,
avrei voluto consegnare l'abito da lavoro che egli sta realizzando
per gli allievi in questi giorni, ma mi vedrò costretto a
posticipare.
Negli scambi email con la
casa madre mi sono reso conto che per la prima volta ho sollecitato
l'approvazione di un paio di preventivi per lavori importanti già
discussi ma ancora da realizzare, ricordando a tutti che la mia
presenza terminerà a metà marzo: quindi comincia a non esserci poi
tanto tempo se non ci si sbriga.
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