19XI15
Mi son dovuto
spingere con la bici più lontano del solito per trovare la schiuma
da barba: pare che i Burkinabé non sentano la necessità di
sbarbarsi regolarmente e pertanto l'articolo ho dovuto cercarlo a
lungo prima di arrivare ad un importante crozon dove il goudron sale
di livello e si possono trovare dei supermercati di tutt'altro genere
rispetto a quelle boutique che uso regolarmente qui attorno.
Le elezioni
politiche si tengono domenica 29, ma già oggi ho cominciato a vedere
movimento di caschi rossi ben armati a bordo di pick-up destinati a
raggiungere qualche postazione prestabilita e ho anche visto
una intensa attività di controllo sui veicoli effettuata sia dalla
gendarmeria che dalla polizia.
Speriamo bene per la missione al Nord che dovrò compiere in fertta.
20XI15
Ed ora che sono
avvenuti i vari contatti email/Skype ne so qualcosa di più circa la
missione urgente che mi è stata affidata.
Si tratta di andare
a monitorare con un particolare apparecchio Garmin il numero di
alberi piantumati per un progetto di riforestazione.
Il contatto da
attivare preventivamente nel villaggio all'interno della Brousse si
chiama Ibrahim; di questa persona so che è reduce da un brutto
incidente per cui dovrebbe essere ancora nella fase riabilitativa che
mi auguro sia abbastanza avanzata da consentirgli di essere presente
all'appuntamento che fisserò telefonicamente onde avere una guida
per raggiungere i luoghi.
Ibrahim pare sia
l'unico capace di utilizzare l'apparecchiatura Garmin, ma cercherò
anch'io di capirne il funzionamento.
Dovrei star via
qualche giorno/una settimana viaggiando in solitaria sulla Toyota della quale non
conosco lo stato di salute effettivo, salvo essere stato messo al
corrente di un consumo d'olio superiore al giusto.
Lasciando Ouaga
diventerò “missing” per chi segue il blog, ma al mio rientro
spero di avere cose interessanti da raccontare.
Il villaggio dove mi
fermerò si trova nell'area della città di Ouahigouya, località non
distante da una frontiera con il Mali interdetta già da tempo
(semmai gli avvenimenti odierni a Bamako genereranno controlli
supplementari sulla strada), è molto ospitale, mi è stato detto, e
per quanto privo di energia elettrica pare che sarò in qualche modo
accudito: ma in quale modo?
Cercherò di tenere
sotto controllo con la coda dell'occhio la presenza di eventuali
pentoloni a misura d'uomo nel caso vedessi accendere un fuoco alla
loro base!
Nel frattempo oggi
qui ancora una giornata rovente; da ieri, dopo aver visto episodi non
troppo gratificanti avvenire fra alcuni ragazzi, ho accentuato il
controllo sulla puntualità degli allievi ed oggi ho preteso un
colloquio individuale con chi è arrivato oltre alla tolleranza
ammessa.
Successivamente,
avendo notato che alcuni erano sbandati, ne ho convocati quattro nel
salone sottoponendoli ad un test estemporaneo.
Ho diviso la lavagna
in quattro parti, una a disposizione per ciascuno di loro.
Poi li ho invitati a
disegnare ciò che volevano.
Dopo aver commentato
insieme la prima schermata li ho invitati a cancellare tutto e a
ripartire. Ancora una volta si sono espressi su temi appartenenti
alle loro conoscenze storiche/tradizionali.
A questo punto li ho
invitati ad usare fantasia ed immaginazione per una nuova schermata,
ma prima ho voluto far vedere alcune immagini inusuali ai loro
occhi traendole dal mio p.c., immagini quali il mare, le navi, la
neve.
I ragazzi si sono
subito appassionati ed io li ho incalzati di domande alle quali sono
stati pronti ad alzare il dito per chiedere di poter rispondere;
certo, hanno frainteso il ghiaccio del Perito Moreno con la neve, un
traghetto della Tirrenia ripreso da lontano con un battello (ma poi
quando l'immagine è comparsa in primo piano hanno chiesto se
viaggiare su quel tipo di nave è pericoloso – chiaro riferimento
ad informazioni da loro acquisite sull'attraversamento del
mediterraneo in qualche modo), l'aereoplanino dotato di pattini
ancorato sule placide acque di un lago nord americano è stato preso
per un aereo che può atterrare sulla terra e così via, ma
complessivamente si sono
comportati bene.
E' così venuto il
momento di esprimersi con i gessetti e tutti e quattro hanno saputo
attingere alle nuove conoscenze: c'è chi ha disegnato un elicottero
e dei paracadutisti, chi ha privilegiato l'oca canadese dalla
splendida colorazione che avevo decantato come un'instancabile
migratrice, chi ha scelto l'idroplano e chi ha preferito una baia con
un natante al centro.
Sono stati bravi ed
io mi sono divertito con loro (parlano quasi tutti la lingua dei “mossi”-
nome di un'etnia dominante, il moré; il loro francese africano è masticato
così e così – per questo nella giornata del sabato vi è una
maestra che si dedica alla loro scolarizzazione).
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