lunedì 23 novembre 2015

Missione a Ouahigouya sabato 21XI15



Alle 6.30 ero già in piedi e alle 7.00 ho chiesto a Moustapha, appena arrivato, di controllare il livello dell'acqua e dell'olio della Toyota dopo essere stato informato di un consumo anomalo.
Recentemente l'auto era stata utilizzata in un percorso abbastanza lungo e dal suo rientro era praticamente rimasta ferma.
Livello acqua ok., livello olio non rilevabile in quanto sotto alla punta dell'asta: accidenti, quindi olio zero nella coppa?
Ho fatto versare quello di un contenitore qui presente e mi sono ripromesso di fermarmi alla prima stazione di servizio per farne incetta, ma non mi sono sembrate da subito le migliori condizioni per mettersi in viaggio!
Nel contempo mi sono chiesto se chi aveva usato ultimamente l'auto era a conoscenza di questa problematica in modo da potervi sopperire: chissà!
Caricate le poche cose adatte a farmi soggiornare qualche giorno nel villaggio sperduto, in particolare 12 bottiglie di acqua minerale, mi sono seduto alla guida per avviare il motore che ieri sera avevo già messo in moto senza alcun problema per fare il giro dell'isolato e recarmi a fare il pieno di gasolio (sorpresa, l'addetta dopo aver raggiunto CFA 3000 di erogazione mi ha prima guardato strano e poi mi ha avvisato che il serbatoio era pieno!) .


L'aria fresca del mattino non si addice a Toyota Runner, ho subito pensato quando ho udito un rumore sinistro e nessun accenno di accensione.
Mustapha mi ha fatto cenno di insistere e l'auto si è messa in moto; la mia attenzione era incentrata sulla mancanza di olio e possibili danni da ciò derivanti e quindi quello dell'avviamento sono stato portato a pensare che fosse una modalità caratterizzante l'anziana Toyota.
Incredibile ma vero: non ho avuto né problemi di traffico (stamane intenso contrariamente a qualche sabato precedente) né problemi di orientamento dopo aver abbondantemente studiato la mappa della città la sera prima.
Solo che mi sono trovato troppo in fretta allo stop per il pedaggio senza essere riuscito a trovare una comoda stazione di servizio per fare scorta di olio durante i 20 km. percorsi.
Già sino a lì avevo viaggiato al massimo a 60 km/h in modo da far ruotare le parti meccaniche al minimo visto il livello dell'olio motore, ed avevo pensato che avrei potuto continuare così sino all'intercettazione di una stazione di rifornimento.



Qui in Burkina Faso su determinate strade si paga un pedaggio, ma non certo per percorrere un'autostrada o la parvenza di essa: si tratta di un goudron che dovrebbe essere in buone condizioni e per accedervi, oltre a dover transitare da una poderosa cancellata semi aperta, prima si deve scendere per raggiungere un casotto preposto al pagamento del pedaggio.
Nel contesto, fra un dissuasore di velocità ed un altro posti prima del cancello, vi è una miriade di donne con bimbo sulla schiena, donne senza bimbo, ragazzi e ragazze, tutti che fanno corse continue incontro al veicolo costretto a rallentare offrendo varie tipologie di cibi.


Personalmente non avevo bisogno di nulla e solo dopo ho capito che una ragazza mi aveva chiesto di abbassare il finestrino per ricevere il mio denaro con il quale mi avrebbe pagato il pedaggio.
Presto si è rivelato essere stato un bene non aver capito le buone intenzioni della giovane Burkinabé; infatti ho accostato, ho spento il motore, ho pagato il dovuto, mi sono rimesso al posto di guida e quando ho dato il contatto ecco ripresentarsi quel brutto rumore percepito al mattino, solo che questa volta, anche insistendo, non è successo più nulla.
Sono rimasto basito nel dover constatare che una prima parte della quotidiana avventura era già terminata; ora dovevo inventarne la parte seconda.



Ho subito deciso che anche se la vettura fosse stata in grado di partire a spinta non mi sarei inoltrato verso nord per 200 km.: decisione che continuo a ritenere saggia anche dopo alcune ore da che è stata presa.
Subito mi si è avvicinato un tipo addetto al controllo delle auto in entrata ed io ho volentieri accettato di farmi spingere - contestualmente all'effettuazione dell'inversione di marcia - nel tentativo di sentire ancora il suono del motore; nel fare l'operazione ho indirizzato il veicolo fuori dal goudron su una pistarella di terra battuta e quando mi è sembrato di avere acquisito velocità ho provato per due volte a far partire il motore con l'aiuto della seconda : niente da fare.
L'auto è troppo pesante e ci vorrebbe un numero di persone forzute che lì attorno non ho visto fra i corridori all'assalto delle auto.


Ben presto dal gruppetto che aveva cercato di fare l'impresa sono emersi due interlocutori: quello del controllo ed un altro non giovane con una t-shirt di colore rosso riportante la scritta: “Polonia”.
Chi ha proposto una cosa chi ne ha proposta un'altra, certo è che, mancando le condizioni per una spinta robusta, l'unica possibilità era quella di far arrivare un meccanico.
Dopo lunghe consultazioni per individuare un meccanico che in quella zona evidentemente non c'è, t-shirt Polonia si è messo a parlare al telefono con qualcuno e poi mi ha avvisato che sarebbe arrivato un meccanico.
Nel frattempo l'altro aveva provveduto a piazzare una sedia all'ombra della chioma di un albero invitandomi a sedermi.


Comodamente piazzato al fresco ventilato ho inizialmente chiamato Bruna per informarla dell'accaduto ed avere dritte per meccanici, ma lei mi ha rimandato a Sama.
A seguire ho comunicato a Ibrahim che il nostro rendez-vous non sarebbe avvenuto oggi.
Quindi, riflettendo sul fatto che avevo visto girare una fattura di un importo cospicuo per interventi di qualche mese fa sul Toyota, ho chiesto a Sama di mettermi in contatto con quella officina.
Dopo una decina di minuti sono stato chiamato da un addetto che mi ha garantito che avrebbe organizzato il soccorso per me.




E così, fra qualche chiacchiera con i partecipanti alla seduta all'ombra, qualche nuovo tentativo di accensione, qualche foto eseguita all'umanità di passaggio tendente ad evidenziarne le modalità di comportamento, qualche calcolo statistico in merito allo strapotere evidenziato dal MPP anche nell'area in cui mi trovavo (rapporto 100 a 1 fra i manifesti appiccicati sulle auto lì circolanti e inneggianti ai vari candidati), qualche considerazione circa il fatto che parecchie vetture che mi sono passate sotto il naso erano grandi e muscolosi off-road a sei e otto cilindri, è trascorso abbastanza tempo da farmi azzardare qualche considerazione che tenesse conto di tutte le precedenti ed anche abbastanza per sollecitare il soccorritore.




Questi mi ha detto che sarebbe arrivato in 30', tempo che io ho prontamente raddoppiato. Alla fine è arrivato un pick up in ottime condizioni recante l'adesivo di una organizzazione italiana sulla portiera (dimenticavo, in precedenza si era fermata al “casello” un'auto recante l'adesivo di una organizzazione umanitaria che a me suonava come nostrana: infatti un tipo trasportato, vedendomi a fianco della Toyota BnD con cofano aperto, mi ha chiesto se avessi avuto bisogno di aiuto, segno che di ONG italiane ne girano non poche qui, anche se nessuno sa nulla dell'altra).




L'addetto intervenuto è risultato essere il capo del soccorso;  ha subito chiesto al suo aiuto il camice da lavoro, sic!, e al primo tentativo di accensione ha capito l'inevitabile, e cioè che l'auto non sarebbe stata in grado di farlo da sola: credo si tratti del motorino di avviamento.
La seconda fase è stata quella del traino per darle velocità e farla partire con l'aiuto della solita seconda.
Il cavo di traino era in realtà una corda sfilacciata che nemmeno per sfuggire da una cella di qualche prigione di provincia sarebbe stata buona; al primo strattone si è rotta.




Rifatto il collegamento e presa velocità sullo sterrato per ben due volte non è successo nulla, tranne un leggero sbandamento, a mio avviso avvenuto per la scarsa compressione del quale il motore è dotato (come dire che è un po' spompato); al momento opportuno si impunta e le ruote si bloccano per un momento.
Allora, anziché la seconda, è stata usata la prima e questa volta il miracolo di S.Gennaro si è concretizzato.
Tolta la corda sono riuscito a percorrere a ritroso il percorso del mattino e a sbarcare a Garage Italia poco dopo le 13.00: scaricate le mie cose l'auto è stata porta via per un controllo adeguato ed un preventivo.


La missione a Ouahigouya, se verrà confermato il livello di urgenza, vedrò di organizzarla diversamente; anche oggi ho vissuto una intensa e molto sfaccettata storia africana riuscendo nel contempo ad evitare il pentolone (qualcuno è portato a pensare che sia un'eventualità sempre in agguato quando ci si inoltra nella "brousse").


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