sabato 7 novembre 2015

Prima settimana di novembre 2015





 Martedì 03XI verso 9.30 mi sono recato al museo della musica con Gabriella, tanto per cogliere quegli aspetti culturali che girando per la città sembrano inesistenti; la visita si è protratta sino alle 12.
Ambiente gradevole ma tendenzialmente buio. 



Eravamo gli unici visitatori ma il personale visto in giro è copioso: eppure non c'è una coda di persone da tenere in fila onde regolamentarne l'accesso!
La guida è stata precisa nel raccontarci per ogni strumento tutto quanto è per noi possibile apprendere.










All'uscita ci si incammina sotto il solleone verso il centro culturale francese, ormai percepito come un porto sicuro al riparo dal caldo; prima di raggiungerlo, dopo aver schivato qualche artista alternativo nella versione venditore delle proprie opere siamo stati costretti ad una sosta per recuperare energie, sosta avvenuta all'ombra di un grande albero seduti sulle panchine che negli orari di lavoro consentono al pubblico di attendere il proprio turno di accesso presso gli sportelli centrali della società dell'elettricità.






Le temperature sono elevate così come l'inquinamento e la polvere che contribuiscono ad aumentare il senso di stanchezza.
Il rientro avviene per le 16.45 e mi sento piuttosto provato.




Incontro ancora il proprietario dell'immobile, poi l'idraulico per la revisione del preventivo presentato ed inerente i serbatoi H2O da allocare sul tetto (ma non so se BnD darà i fondi necessari), e poi anche Bea che sembra rientrata nei ranghi corretti del rapporto.
A causa dell'esaurimento dell'importo pro internet non sono in grado di comunicare con nessuno: è un mistero!
Sino ad ora ho speso CFA 12000+1000+5000 per non essere riuscito a combinare quasi niente.



Mercoledì 04XI all'apertura il p.c. non ne vuol sapere; il dispositivo di puntamento, che già aveva dato segnali di inaffidabilità nei giorni scorsi, ora non risponde:impossibile aprire i programmi.
Lancio subito un sos a Bruna la quale suggerisce di sentire Sama per avere l'ausilio di un tecnico informatico serio.
Al volo si organizza la partenza con il taxista ingaggiato da Gabriella; verso la meta effettuo una chiamata a Sama per farlo parlare con il driver circa l'indirizzo preciso da raggiungere. Quando vedo il buco dove dovrei lasciare il mio p.c. richiamo Sama ed egli decide di raggiungermi.
Effettivamente il buco era quello giusto.
Quando il tipo da un'occhiata il p.c. si comporta regolarmente come se niente fosse.



Alla fine, per i discorsi di connessione, mi suggerisce di tornare dove avevo acquistato il modem.
Sama si accomiata da noi ed il taxista ci accompagna al secondo stop.
Qui si evince che la tastiera scrive ma i tasti non corrispondono alla scrittura eseguita; il tipo esegue un'operazione di aggiornamento dopo la quale mi dice che tutto è ok.
Inoltre mi informa che il suo p.c. opera con W10, come dire che tutta l'operazione gestita da Vito è stata inutile e costosa, se non ulteriormente dannosa.
Su mia richiesta mi viene indicato il palazzo Airtel dove scegliere un abbonamento mensile che non mi lasci per strada con la connessione.



Airtel è climatizzato, persino troppo, ed è un posto ampio dove il pubblico prende un numero sulla base di ciò che deve fare e poi si siede in rispettosa attesa della chiamata.
nel momento in cui ho visto una delle ragazze Airtel  Tshirt nera e tailleur rosso muoversi oltre il desk,  felinamente l'ho intercettata per chiedere info: la tipa si è fatta carico della mia duplice problematica – abbonamento internet e scheda per telefono – così nel giro di poco, dopo aver concesso il mio passaporto ed aver pagato CFA 19.000 per 10 mega con scadenza al 02.01.16 + 1500 scheda + 5000 carica sono uscito soddisfatto ma anche già sfatto.
Ormai sono le 11 e forse tornare nel forno di Cissin non conviene così invitiamo il taxista a portarci al museo delle maschere.




Il luogo è abbastanza esterno alla città, ma il driver dimostra di essere uomo di mondo e ci porta senza palesare alcun dubbio sino dentro al cortile dal quale si accede alla sala dove due tipe per niente indaffarate ci forniscono i biglietti necessari a CFA 1000 cad. per straniero e CFA 500 per locale.
Il luogo si sviluppa su varie costruzioni sparpagliate; ci affianca una guida inclusa nel prezzo biglietto così come erano inclusi nel prezzo tanti altri tizi che se ne stavano seduti a parlare fra loro nella hall (forse c'era anche un televisore acceso).




Dopo la visita alla prima sala la guida ci informa che altro oggi non si può visitare a causa di un allestimento in corso: però se torniamo sabato possiamo continuare la visita senza alcun costo aggiuntivo (salvo il taxi!).




L'aria è rovente quando saliamo sul taxi per riconquistare la “nostra” casa.
Il driver, avendo capito che ci sarebbe piaciuto vedere la grande moschea, si ferma proprio davanti ad essa così che non ci possiamo sottrarre ed entriamo nel recinto sentendoci addosso sguardi poco “fraterni”: infatti è l'ora della preghiera e la visita non può avere luogo.



Passate da poco le 13 siamo rientrati a casa; più tardi ho potuto verificare che tutto il darmi da fare della mattinata ha portato qualche beneficio, anche se il p.c. in fase di avvio a volte si incrikka e quando poi è avviato permane il problema del puntatore.
Vivendo alla giornata anche di questi aspetti non c'è da preoccuparsi più di tanto.



Giovedì 05XI è stata una giornata tutta trascorsa all'interno di G.I.; quando avrei voluto assentarmi è sempre successo qualcosa che me l'ha impedito.
Prima è stata la venuta di Jacob per il montaggio delle zanzariere realizzate secondo la maniera africana, poi il passaggio di Sama che si è reso disponibile ad andare a cercare con la sua auto il ventilatore che mancava nella camera da letto, poi l'orario per potermi muovere era già andato ed il caldo si è fatto torrido.
Nel pomeriggio ho ultimato una ipotesi di budget per l'anno 2016 che ho proseguito a quegli interlocutori BnD che dovrebbero essere interessati ad esaminarlo, anche se ho la sensazione che la parte del lavoro più raffinata che sto svolgendo qui non sia poi così gradita alla casa madre: troppe idee innovative, troppi cambiamenti, troppe ottimizzazioni, troppe richieste di interventi economici tendenti a portare l'ambiente e le modalità di lavoro su standard differenti.


Forse io sono una persona che il volontariato dovrebbe farlo nei paesi nordici o fra i mormoni dello Utah......o forse sono solo una persona che dovrebbe liberarsi di certe velleità consistenti nel voler aiutare gli altri.
Ma perché questo qualcuno dovrebbe farlo se tutto ciò che lo circonda funziona da tempo immemorabile in un'altra modalità?
Forse è la dimensione dell'eremo dal quale sono partito la mia vera dimensione.


Verso fine giornata si è ripresentato Jacob al quale ho fatto notare che il lavoro del mattino deve essere perfezionato; era con lui il pittore che domani dovrà rinfrescare il salone.
Solo dopo cena ho ripreso i contatti con un certo albergo di Bobo Dioulasso che potrebbe ospitare me e Gabriella nei prossimi giorni: ho voglia di cambiare aria, pur sapendo che sarà faticoso.



Venerdì: 06XI; da questa notte non c'è la corrente elettrica e quindi ventilazione a pale zero.
Inoltre anche l'acqua non viene erogata se non per minime frazioni di tempo difficilmente usufruibili.
La scorta di acqua in bottiglia da utilizzare per lavarsi è ai minimi, oltre al fatto che lavarsi in questo modo non è la stessa cosa che prendere una doccia. 
Anche le stoviglie non possono essere lavate e qui non è che ce ne sia una dotazione esagerata.
La giornata è stata totalmente impegnata infra muros: Amadou stamane è assente sin dalle 6 del mattino e quindi ho provveduto a liberare il salone dai mobili con l'aiuto di Moustafa e dei ragazzi.
Abbastanza puntualmente si è presentato il pittore: in qualche modo ci intendiamo in maniera da consentirgli di iniziare il lavoro con maggiore chiarezza di vedute sul da farsi.

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Ovviamente non ha con se né plastiche adatte alla copertura del pavimento né carta adesiva per riparare tutto ciò che non è stato smontato.
Jacob mi aveva informato che si tratta di un artista che collabora con Bras Ouvert: meglio sarebbe stato se avesse istoriato le pareti con originali disegnini piuttosto che riprendere la banda verde a contatto con il pavimento facendola diventare una prateria ondulata .
Ovviamente non disponeva né di scala né di prolunga per il rullo e pertanto si è dipinto il soffitto salendo sul bidone della vernice in equilibro instabile.
Però non ha avuto da ridire quando gli ho chiesto di preparare un po' i muri dove erano presenti fessurazioni o buchi prima di passare a stendere la pittura.


Alla fine se ne è andato verso le 17 quando il giorno prima mi aveva detto che il lavoro sarebbe stato terminato al massimo per le 12.00: forse io ho preteso qualcosa in più, ma certo lui lo aveva sottovalutato.
Nel primo pomeriggio è arrivato Jacob con il suo aiutante per andare avanti con il lavoro delle zanzariere.
Anche Jcob è un artista, ma secondo me non lo esprime al meglio in questa tipologia di lavori.
Le viti non vengono utilizzate, tutti i legni sono inchiodati fra loro e poi la struttura viene fissata al muro con dei chiodi più lunghi.



Il problema è che il muro è rifinito a buccia d'arancia e pertanto nessuna delle zanzariere montate è perfettamente aderente al muro con il risultato che qualsiasi animaletto furbetto, e in Africa lo sono tutti, trova agevole entrare in casa per creare qualche disagio a questi Bianchi tanto esigenti e schizzinosi.
Personalmente non amo il silicone, ma ne ho parlato con Jacob casomai lo conoscesse. Inizialmente mi ha informato di non conoscerlo. Mentre spiegavo le qualità del prodotto, il sistema di applicazione e come sarebbe stato utile qui ho avuto l'appoggio indiretto del pittore che invece lo conosceva.




A parte il lavoro delle zanzariere sul quale Jacob ha capito che ho idee diverse dalle sue, egli si è intrattenuto in una lunga ed interessante conversazione con me inerente l'Animismo nella variante cristiano animista.
Alla fine sono rimasto colpito quando ha affermato che io – per ora - sono arrivato fisicamente in Africa, ma ancora non ci sono entrato.
C'è della verità in questo in quanto vedo come mi sia difficile durante questa permanenza statica di lungo periodo capire; è più facile prendere le distanze sulla base degli standard che ti appartengono, e non mi riferisco tanto all'acqua e all'energia elettrica a singhiozzo ma al modo di vivere quotidiano di queste genti.



Ieri Jacob mi ha anche messo al corrente di un fatto accaduto nel suo quartiere: sono morti tre bambini fra i due e i quattro anni.
Da ciò che ho capito i ragazzini si sono trovati in un garage dove forse si sono messi a giocare e sono rimasti vittime dei gas di scarico dei motori accesi.
Ho chiesto se vi era un responsabile dell'accaduto e la risposta è stata: forse le madri dei bambini.
Voleva dire che i bambini sono abbastanza abbandonati a se stessi quando diventano autonomi e in grado di camminare – anche se questo dipende dal tipo di famiglia, e spesso la famiglia non esiste per come ne abbiamo percezione nel mondo “ economicamente evoluto” (ho avuto modo di capirlo anche con alcuni allievi di G.I.); quindi si sono messi a gironzolare per le strade alla ricerca di qualcosa o solo per curiosità di bimbo.



Alla sera nessuno di loro è tornato a casa; allora il quartiere si è mobilitato a cercarli sino a trovarli privi di vita in quel luogo dove forse non avrebbero dovuto essere.
Uno di questi frequentava regolarmente lo spazio di Bras Ouvert, ma ieri si era accodato ad altri e l'avventura vissuta è stata quella di raggiungere velocemente un'altra dimensione, che però non è qui considerata così definitiva: questa è la vita!
La mia domanda sugli eventuali responsabili dell'accaduto mi è sembrata improvvisamente fuori luogo e completamente inutile.

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