Martedì 03XI verso 9.30 mi
sono recato al museo della musica con Gabriella, tanto per cogliere
quegli aspetti culturali che girando per la città sembrano
inesistenti; la visita si è protratta sino alle 12.
Ambiente gradevole ma
tendenzialmente buio.
Eravamo gli unici visitatori ma il personale
visto in giro è copioso: eppure non c'è una coda di persone da
tenere in fila onde regolamentarne l'accesso!
La guida è stata precisa nel
raccontarci per ogni strumento tutto quanto è per noi possibile
apprendere.
All'uscita ci si
incammina sotto il solleone verso il centro culturale francese, ormai
percepito come un porto sicuro al riparo dal caldo; prima di
raggiungerlo, dopo aver schivato qualche artista alternativo nella
versione venditore delle proprie opere siamo stati costretti ad una
sosta per recuperare energie, sosta avvenuta all'ombra di un grande
albero seduti sulle panchine che negli orari di lavoro consentono al
pubblico di attendere il proprio turno di accesso presso gli
sportelli centrali della società dell'elettricità.
Le temperature sono
elevate così come l'inquinamento e la polvere che contribuiscono ad
aumentare il senso di stanchezza.
Il rientro avviene per le
16.45 e mi sento piuttosto provato.
Incontro ancora il
proprietario dell'immobile, poi l'idraulico per la revisione del
preventivo presentato ed inerente i serbatoi H2O da allocare sul
tetto (ma non so se BnD darà i fondi necessari), e poi anche Bea che
sembra rientrata nei ranghi corretti del rapporto.
A causa dell'esaurimento dell'importo pro internet non sono in
grado di comunicare con nessuno: è un mistero!
Sino ad ora ho speso CFA
12000+1000+5000 per non essere riuscito a combinare quasi niente.
Mercoledì 04XI all'apertura
il p.c. non ne vuol sapere; il dispositivo di puntamento, che già
aveva dato segnali di inaffidabilità nei giorni scorsi, ora non
risponde:impossibile aprire i programmi.
Lancio subito un sos a
Bruna la quale suggerisce di sentire Sama per avere l'ausilio di un
tecnico informatico serio.
Al volo si organizza la
partenza con il taxista ingaggiato da Gabriella; verso la meta
effettuo una chiamata a Sama per farlo parlare con il driver circa
l'indirizzo preciso da raggiungere. Quando vedo il buco dove dovrei
lasciare il mio p.c. richiamo Sama ed egli decide di raggiungermi.
Effettivamente il buco
era quello giusto.
Quando il tipo da
un'occhiata il p.c. si comporta regolarmente come se niente fosse.
Alla fine, per i discorsi
di connessione, mi suggerisce di tornare dove avevo acquistato il
modem.
Sama si accomiata da noi
ed il taxista ci accompagna al secondo stop.
Qui si evince che la
tastiera scrive ma i tasti non corrispondono alla scrittura eseguita;
il tipo esegue un'operazione di aggiornamento dopo la quale mi dice
che tutto è ok.
Inoltre mi informa che il
suo p.c. opera con W10, come dire che tutta l'operazione gestita da
Vito è stata inutile e costosa, se non ulteriormente dannosa.
Su mia richiesta mi viene
indicato il palazzo Airtel dove scegliere un abbonamento mensile che
non mi lasci per strada con la connessione.
Airtel è climatizzato,
persino troppo, ed è un posto ampio dove il pubblico prende un
numero sulla base di ciò che deve fare e poi si siede in rispettosa
attesa della chiamata.
nel momento in cui ho visto una delle ragazze
Airtel Tshirt nera e tailleur rosso muoversi oltre il desk, felinamente l'ho intercettata per chiedere info: la tipa si è fatta carico
della mia duplice problematica – abbonamento internet e scheda per
telefono – così nel giro di poco, dopo aver concesso il mio
passaporto ed aver pagato CFA 19.000 per 10 mega con scadenza al
02.01.16 + 1500 scheda + 5000 carica sono uscito soddisfatto ma anche già
sfatto.
Ormai sono le 11 e forse
tornare nel forno di Cissin non conviene così invitiamo il taxista a
portarci al museo delle maschere.
Il luogo è abbastanza
esterno alla città, ma il driver dimostra di essere uomo di mondo e
ci porta senza palesare alcun dubbio sino dentro al cortile dal quale
si accede alla sala dove due tipe per niente indaffarate ci
forniscono i biglietti necessari a CFA 1000 cad. per straniero e CFA
500 per locale.
Il luogo si sviluppa su
varie costruzioni sparpagliate; ci affianca una guida inclusa nel
prezzo biglietto così come erano inclusi nel prezzo tanti altri tizi
che se ne stavano seduti a parlare fra loro nella hall (forse c'era
anche un televisore acceso).
Dopo la visita alla prima
sala la guida ci informa che altro oggi non si può visitare a causa
di un allestimento in corso: però se torniamo sabato possiamo
continuare la visita senza alcun costo aggiuntivo (salvo il taxi!).
L'aria è rovente quando
saliamo sul taxi per riconquistare la “nostra” casa.
Il driver, avendo capito
che ci sarebbe piaciuto vedere la grande moschea, si ferma proprio
davanti ad essa così che non ci possiamo sottrarre ed entriamo nel
recinto sentendoci addosso sguardi poco “fraterni”: infatti è
l'ora della preghiera e la visita non può avere luogo.
Passate da poco le 13
siamo rientrati a casa; più tardi ho potuto verificare che tutto il darmi da
fare della mattinata ha portato qualche beneficio, anche se il p.c.
in fase di avvio a volte si incrikka e quando poi è avviato permane
il problema del puntatore.
Vivendo alla giornata
anche di questi aspetti non c'è da preoccuparsi più di tanto.
Giovedì 05XI è stata una
giornata tutta trascorsa all'interno di G.I.; quando avrei voluto
assentarmi è sempre successo qualcosa che me l'ha impedito.
Prima è stata la venuta
di Jacob per il montaggio delle zanzariere realizzate secondo la
maniera africana, poi il passaggio di Sama che si è reso disponibile
ad andare a cercare con la sua auto il ventilatore che mancava nella
camera da letto, poi l'orario per potermi muovere era già andato ed
il caldo si è fatto torrido.
Nel pomeriggio ho
ultimato una ipotesi di budget per l'anno 2016 che ho proseguito a
quegli interlocutori BnD che dovrebbero essere interessati ad
esaminarlo, anche se ho la sensazione che la parte del lavoro più
raffinata che sto svolgendo qui non sia poi così gradita alla casa
madre: troppe idee innovative, troppi cambiamenti, troppe
ottimizzazioni, troppe richieste di interventi economici tendenti a
portare l'ambiente e le modalità di lavoro su standard differenti.
Forse io sono una persona
che il volontariato dovrebbe farlo nei paesi nordici o fra i mormoni
dello Utah......o forse sono solo una persona che dovrebbe liberarsi
di certe velleità consistenti nel voler aiutare gli altri.
Ma perché questo
qualcuno dovrebbe farlo se tutto ciò che lo circonda funziona da
tempo immemorabile in un'altra modalità?
Forse è la dimensione
dell'eremo dal quale sono partito la mia vera dimensione.
Verso fine giornata si è
ripresentato Jacob al quale ho fatto notare che il lavoro del mattino
deve essere perfezionato; era con lui il pittore che domani dovrà
rinfrescare il salone.
Solo dopo cena ho ripreso
i contatti con un certo albergo di Bobo Dioulasso che potrebbe
ospitare me e Gabriella nei prossimi giorni: ho voglia di cambiare
aria, pur sapendo che sarà faticoso.
Venerdì: 06XI; da questa notte
non c'è la corrente elettrica e quindi ventilazione a pale zero.
Inoltre anche l'acqua non viene erogata se non per minime frazioni di
tempo difficilmente usufruibili.
La scorta di acqua in
bottiglia da utilizzare per lavarsi è ai minimi, oltre al fatto che
lavarsi in questo modo non è la stessa cosa che prendere una doccia.
Anche le stoviglie non possono essere lavate e qui non è che ce ne
sia una dotazione esagerata.
La giornata è stata
totalmente impegnata infra muros: Amadou stamane è assente sin dalle
6 del mattino e quindi ho provveduto a liberare il salone dai mobili con
l'aiuto di Moustafa e dei ragazzi.
Abbastanza puntualmente si è presentato il pittore: in qualche modo ci intendiamo in
maniera da consentirgli di iniziare il lavoro con maggiore chiarezza di vedute sul da farsi.
Ovviamente non ha con se
né plastiche adatte alla copertura del pavimento né carta adesiva
per riparare tutto ciò che non è stato smontato.
Jacob mi aveva informato
che si tratta di un artista che collabora con Bras Ouvert: meglio
sarebbe stato se avesse istoriato le pareti con originali disegnini
piuttosto che riprendere la banda verde a contatto con il pavimento
facendola diventare una prateria ondulata .
Ovviamente non disponeva
né di scala né di prolunga per il rullo e pertanto si è dipinto il
soffitto salendo sul bidone della vernice in equilibro instabile.
Però non ha avuto da
ridire quando gli ho chiesto di preparare un po' i muri dove erano
presenti fessurazioni o buchi prima di passare a stendere la
pittura.
Alla fine se ne è andato
verso le 17 quando il giorno prima mi aveva detto che il lavoro
sarebbe stato terminato al massimo per le 12.00: forse io ho preteso
qualcosa in più, ma certo lui lo aveva sottovalutato.
Nel primo pomeriggio è
arrivato Jacob con il suo aiutante per andare avanti con il lavoro
delle zanzariere.
Anche Jcob è un artista,
ma secondo me non lo esprime al meglio in questa tipologia di lavori.
Le viti non vengono
utilizzate, tutti i legni sono inchiodati fra loro e poi la struttura
viene fissata al muro con dei chiodi più lunghi.
Il problema è che il
muro è rifinito a buccia d'arancia e pertanto nessuna delle
zanzariere montate è perfettamente aderente al muro con il risultato
che qualsiasi animaletto furbetto, e in Africa lo sono tutti, trova agevole entrare in casa per creare qualche disagio a questi Bianchi
tanto esigenti e schizzinosi.
Personalmente non amo il
silicone, ma ne ho parlato con Jacob casomai lo conoscesse.
Inizialmente mi ha informato di non conoscerlo. Mentre spiegavo le
qualità del prodotto, il sistema di applicazione e come sarebbe stato
utile qui ho avuto l'appoggio indiretto del pittore che invece lo
conosceva.
A parte il lavoro delle
zanzariere sul quale Jacob ha capito che ho idee diverse dalle sue,
egli si è intrattenuto in una lunga ed interessante conversazione
con me inerente l'Animismo nella variante cristiano animista.
Alla fine sono rimasto
colpito quando ha affermato che io – per ora - sono arrivato
fisicamente in Africa, ma ancora non ci sono entrato.
C'è della verità in
questo in quanto vedo come mi sia difficile durante questa permanenza
statica di lungo periodo capire; è più facile prendere le distanze
sulla base degli standard che ti appartengono, e non mi riferisco
tanto all'acqua e all'energia elettrica a singhiozzo ma al modo di
vivere quotidiano di queste genti.
Ieri Jacob mi ha anche
messo al corrente di un fatto accaduto nel suo quartiere: sono morti
tre bambini fra i due e i quattro anni.
Da ciò che ho capito i
ragazzini si sono trovati in un garage dove forse si sono messi a
giocare e sono rimasti vittime dei gas di scarico dei motori accesi.
Ho chiesto se vi era un
responsabile dell'accaduto e la risposta è stata: forse le madri dei
bambini.
Voleva dire che i bambini
sono abbastanza abbandonati a se stessi quando diventano autonomi e
in grado di camminare – anche se questo dipende dal tipo di
famiglia, e spesso la famiglia non esiste per come ne abbiamo
percezione nel mondo “ economicamente evoluto” (ho avuto modo di
capirlo anche con alcuni allievi di G.I.); quindi si sono messi a
gironzolare per le strade alla ricerca di qualcosa o solo per
curiosità di bimbo.
Alla sera nessuno di loro
è tornato a casa; allora il quartiere si è mobilitato a cercarli
sino a trovarli privi di vita in quel luogo dove forse non avrebbero
dovuto essere.
Uno di questi frequentava
regolarmente lo spazio di Bras Ouvert, ma ieri si era accodato ad
altri e l'avventura vissuta è stata quella di raggiungere
velocemente un'altra dimensione, che però non è qui considerata
così definitiva: questa è la vita!
La mia domanda sugli
eventuali responsabili dell'accaduto mi è sembrata improvvisamente
fuori luogo e completamente inutile.
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