martedì 17 novembre 2015

16XI15 Cissin - quartiere della periferia sud di Ouagadougou



E' iniziato il secondo mese di permanenza ad Ouagadougou nel suo quartiere periferico di Cissin: temperatura fissa sui 34° diurni e 19° notturni, ma dentro le mura di G.I. la temperatura percepita è assolutamente più elevata a causa del surriscaldamento dovuto ad un tetto senza coibentazione rifinito nel colore nero ed i muri esposti tutto il giorno al sole.
Quando con il buio fuori si respira, all'interno sono costretto a girare seminudo anche dopo essermi rinfrescato con una doccia (miracolo, da un paio di giorni l'acqua c'è quasi sempre) e le pale a soffitto muovono un'aria creando una specie di Harmattan artificiale che non da sollievo alcuno.
Ovviamente le finestre sono costantemente aperte, giorno e notte, anche prima della mia venuta, quando ancora non erano state tutte dotate delle zanzariere.
La polvere rossiccia è dappertutto; in questi giorni ho pensato all'acquisto di un aspira polvere piuttosto che continuare a portare in giro terra con la scopa (particolare curioso: in B.F. ci sono le palette per raccogliere lo sporco, ma a causa della loro consistenza ultraleggera sono arcuate, il che rende assai difficoltosa la raccolta che non riesce mai come dovrebbe).



Quando ancora è notte sento chiarissimo l'invito alla preghiera lanciato da una delle moschee circostanti; più tardi il suono che arriva è quello di qualche gallo ruspante seguito dal raglio di qualche asino. 


Le pecore si fanno sentire solo più tardi quando il chiaro è diventato pieno.


Alle sette comincia ad animarsi G.I. e allora percepisco qualche profumo da cibo cucinato nell'olio, cibo che qui è usanza consumare al mattino e quasi tutti i ragazzi arrivano masticando qualche cosa del genere.




Se durante la mattinata devo muovermi solitamente parto per raggiungere attraverso una via sterrata il mercato “coperto” all'aperto dove acquistare la razione minima di ortaggi che è rappresentata da 4 pomodori CFA 100, 2 peperoni che qui sono minuscoli CFA 100, 5 cipolle CFA 100 (anche queste minuscole).
Inizialmente acquistavo anche qualche melanzana che qui, oltre ad essere piccole, sono piene di semini; proprio per questi ora le sto evitando pensando che siano stati loro gli artefici di certi disturbi intestinali.


Con gli ortaggi quasi sempre elaboro un sugo multi uso: vale per la pasta o il riso, ma anche per essere abbinato a delle uova lavorate in modi diversi.
Le patate qui sono un optional costoso, CFA 1000/kg., però sono sempre di ottima qualità.
Carote praticamente assenti, zucchine solo di dimensione gigante oramai in semenza.
Legumi secchi tanti, ma sino ad ora li ho evitati non fosse altro per come sono normalmente presentati.


Per la frutta di stagione il discorso si restringe alle banane e alle papaie in quanto gli agrumi non sono di mio gradimento.
Lungo la strada cammino fra residui delle ultime piogge e avvallamenti terro/sabbiosi provocati nel tempo, fra escrementi animali e immondizia, fra bici e motorini che non si sa mai quale direzione possono prendere, continuamente chiamato “nazara”= bianco da bambini che più piccoli sono più dimostrano di essere intimoriti dalla mia presenza, circondato da odori di cibi cotti per strada offerti durante qualsiasi ora del giorno - fra i quali un posto d'onore lo occupa il pesce, in particolare le teste che credo siano particolarmente apprezzate.


Sul goudron è un altro mondo: le boutiques si susseguono l'una contro l'altra e si ripetono come fotocopie per ciò che propongono in vendita, salvo non riuscire mai a trovare quello di cui ho bisogno, tipo delle semplici viti da legno lunghe 6 cm. o degli angolari a squadra, oppure delle spugnette con la parte per grattare.


Sul goudron il pedone è un birillo che si muove a proprio rischio e pericolo. A parte che l'asfalto sui bordi è sempre sfatto, e quello è il posto dove si muovono i veicoli a due ruote, quindi il pedone deve stare sull'avvallamento fuori dal goudron e cercare un'instabile equilibrio ad ogni passo.


Qui, oltre alla polvere che accomuna qualsiasi strada, si percepisce la presenza massiccia dell'inquinamento; però sul goudron, oltre al solito cibo di strada, ci sono club e ristoranti. 
Sabato sera Bruna mi ha proposto di mangiare qualcosa fuori: dopo aver camminato, come specificato prima, fuori dal goudron al buio per un tot.,  ci siamo diretti verso una luce fioca che infatti era quella di un ristorante, solo che era al centro di una discarica e quindi abbiamo rinunciato.


Con il calar del sole le buoni madri di famiglia escono per dar fuoco alle immondizie accumulate nelle vicinanze delle loro case, operazione effettuata a tutela della salute dei loro figli, immagino: è questa l'ora della diossina allo stato puro che, a causa del suo intenso odore, può stimolare a concedersi un aperitivo al bar all'angolo (che non c'è).


La giornata a questo punto è finita: chi ha voglia di andare a svagarsi da qualche parte? Anche se il centro culturale francese e l'omonimo tedesco sono molto propositivi, sino ad ora non ho mai avuto quella voglia non fosse altro per la stanchezza accumulata e per lo stress da ricerca/contrattazione taxi, specialmente per il rientro quando ce ne sono pochi e i prezzi dipendono dall'indice Nikkei.
Allora viene il momento in cui, dopo avere espletato mansioni da +o- alto I.Q., mi do ai fornelli e non nascondo a nessuno che ciò avviene non tanto per piacere quanto per pura sopravvivenza.




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