E' iniziato il secondo
mese di permanenza ad Ouagadougou nel suo quartiere periferico di Cissin: temperatura fissa sui 34° diurni
e 19° notturni, ma dentro le mura di G.I. la temperatura percepita
è assolutamente più elevata a causa del surriscaldamento dovuto ad un tetto senza coibentazione rifinito nel colore nero ed i muri esposti tutto il giorno al sole.
Quando con il buio fuori
si respira, all'interno sono costretto a girare seminudo anche dopo
essermi rinfrescato con una doccia (miracolo, da un paio di giorni
l'acqua c'è quasi sempre) e le pale a soffitto muovono un'aria creando una specie di Harmattan artificiale che non da sollievo alcuno.
Ovviamente le finestre
sono costantemente aperte, giorno e notte, anche prima della mia venuta, quando ancora
non erano state tutte dotate delle zanzariere.
La polvere rossiccia è
dappertutto; in questi giorni ho pensato all'acquisto di un aspira
polvere piuttosto che continuare a portare in giro terra con la scopa
(particolare curioso: in B.F. ci sono le palette per raccogliere lo
sporco, ma a causa della loro consistenza ultraleggera sono arcuate,
il che rende assai difficoltosa la raccolta che non riesce mai come
dovrebbe).
Quando ancora è notte
sento chiarissimo l'invito alla preghiera lanciato da una delle
moschee circostanti; più tardi il suono che arriva è quello di
qualche gallo ruspante seguito dal raglio di qualche asino.
Le pecore
si fanno sentire solo più tardi quando il chiaro è diventato pieno.
Alle sette comincia ad
animarsi G.I. e allora percepisco qualche profumo da cibo cucinato
nell'olio, cibo che qui è usanza consumare al mattino e quasi tutti
i ragazzi arrivano masticando qualche cosa del genere.
Se durante la mattinata
devo muovermi solitamente parto per raggiungere attraverso una via sterrata il mercato
“coperto” all'aperto dove acquistare la razione minima di ortaggi
che è rappresentata da 4 pomodori CFA 100, 2 peperoni che qui sono
minuscoli CFA 100, 5 cipolle CFA 100 (anche queste minuscole).
Inizialmente acquistavo
anche qualche melanzana che qui, oltre ad essere piccole, sono piene
di semini; proprio per questi ora le sto evitando pensando che siano
stati loro gli artefici di certi disturbi intestinali.
Con gli ortaggi quasi sempre elaboro un sugo multi uso: vale per la pasta o il riso, ma anche per
essere abbinato a delle uova lavorate in modi diversi.
Le patate qui sono un
optional costoso, CFA 1000/kg., però sono sempre di ottima qualità.
Carote praticamente
assenti, zucchine solo di dimensione gigante oramai in semenza.
Legumi secchi tanti, ma
sino ad ora li ho evitati non fosse altro per come sono normalmente
presentati.
Per la frutta di stagione il discorso
si restringe alle banane e alle papaie in quanto gli agrumi non sono di mio gradimento.
Lungo la strada cammino
fra residui delle ultime piogge e avvallamenti terro/sabbiosi
provocati nel tempo, fra escrementi animali e immondizia, fra bici e
motorini che non si sa mai quale direzione possono prendere,
continuamente chiamato “nazara”= bianco da bambini che più piccoli sono più dimostrano di essere intimoriti dalla mia presenza, circondato da odori
di cibi cotti per strada offerti durante qualsiasi ora del giorno -
fra i quali un posto d'onore lo occupa il pesce, in particolare le
teste che credo siano particolarmente apprezzate.
Sul goudron è un altro
mondo: le boutiques si susseguono l'una contro l'altra e si ripetono come fotocopie per ciò che propongono in vendita, salvo non riuscire mai a trovare quello di cui ho
bisogno, tipo delle semplici viti da legno lunghe 6 cm. o degli
angolari a squadra, oppure delle spugnette con la parte per grattare.
Sul goudron il pedone è
un birillo che si muove a proprio rischio e pericolo. A parte che
l'asfalto sui bordi è sempre sfatto, e quello è il posto dove si
muovono i veicoli a due ruote, quindi il pedone deve stare
sull'avvallamento fuori dal goudron e cercare un'instabile equilibrio ad ogni
passo.
Qui, oltre alla polvere
che accomuna qualsiasi strada, si percepisce la presenza massiccia
dell'inquinamento; però sul goudron, oltre al solito cibo di strada,
ci sono club e ristoranti.
Sabato sera Bruna mi ha proposto di
mangiare qualcosa fuori: dopo aver camminato, come specificato prima, fuori dal goudron al buio per un tot., ci siamo diretti verso una luce
fioca che infatti era quella di un ristorante, solo che era al centro
di una discarica e quindi abbiamo rinunciato.
Con il calar del sole le
buoni madri di famiglia escono per dar fuoco alle immondizie
accumulate nelle vicinanze delle loro case, operazione effettuata a
tutela della salute dei loro figli, immagino: è questa l'ora della
diossina allo stato puro che, a causa del suo intenso odore, può stimolare a concedersi un
aperitivo al bar all'angolo (che non c'è).
La giornata a questo
punto è finita: chi ha voglia di andare a svagarsi da qualche parte?
Anche se il centro culturale francese e l'omonimo tedesco sono molto
propositivi, sino ad ora non ho mai avuto quella voglia non fosse
altro per la stanchezza accumulata e per lo stress da
ricerca/contrattazione taxi, specialmente per il rientro quando ce ne
sono pochi e i prezzi dipendono dall'indice Nikkei.
Allora viene il momento in
cui, dopo avere espletato mansioni da +o- alto I.Q., mi do ai
fornelli e non nascondo a nessuno che ciò avviene non tanto per
piacere quanto per pura sopravvivenza.
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