sabato 14 novembre 2015

12XI15 Rientro nella routine di Ouaga



La vacanza è finita, si torna al lavoro.
Ouaga non è certo cambiata durante la mia assenza e pertanto oggi ho in programma una giornata tutta a G.I. onde evitare sudate esagerate, salvo accompagnare all'aeroporto Gabriella nell'orario serale: sarà la prima volta che condurrò la Toyota nel traffico di Ouaga!


In mattinata ho avuto la visita di Paul, il responsabile dell'Action Social, che non vedevo da un pezzo.
Nei giorni scorsi è stato colpito da paludismo e solo ora si è rimesso in carreggiata; quindi cerco di sondare il terreno per capire certi aspetti legati alla responsabilità civile nei confronti degli allievi e la problematica inerente ad un eventuale infortunio: la risposta è la seguente:”le leggi in materia non mancano, ma sono normalmente disattese”.
Così vanno le cose qui come in molte altre parti del mondo.


La giornata sarà ricordata per la fine del gas nella bombola giusto in tempo per concludere la cottura di ciò che stavo cucinando nell'orario caldo e per il bagaglio di Gabriella da far stare tutto in una valigia.
Al controllo del peso si evidenzia una sforatura di qualche chilo così io mi sono messo a tranquillizzoare Gabriella dandole delle dritte in caso di contestazione.


I ragazzi che qui lei ha ripreso fotograficamente varie volte sono stati carini nel venirla a salutare con calore, specialmente il ragazzino proveniente da Bras Ouvert che era stato assistito durante l'attacco di paludismo: le ha chiesto se la prossima volta che tornerà qui lo porterà con sé in Italia.
Tenero; lui non sa che Gabriella difficilmente metterà ancora piede in B.F. ed ignora quanto sia difficile/impossibile per uno come lui poter avere i documenti idonei ad una simile operazione, ma innocente com'è ci spera.
A Bras Ouvert mi era stato detto che è molto malato e quindi non so proprio che aspettativa di vita possa avere.


Al momento di caricare il tutto sull'auto la chiave non si trova a bordo dove normalmente sta: Bruna se l'è portata con se e quindi gli eventi precipitano nella affannosa ricerca di un taxi.
Invito Gabriella ad andare sul goudron e di rivolgersi alla sua sarta che è un tipo sveglio.
Infatti questa, dopo una telefonata che non ha sortito effetto, ha inforcato la sua “mobilette” con Gabriella seduta dietro ed è andata alla ricerca di un taxi lungo la strada sin che ne ha trovato uno in tempo utile.
La sarta, Fatime il suo nome, si era anche offerta di accompagnarla sino all'aeroporto se avesse avuto una valigia meno ingombrante: veramente molto gentile e disponibile, oltre che molto apprezzata sia da Jessica che da Gabriella per le sue capacità professionali.
Ho saputo che ha uno zio che da oltre trent'anni svolge il ruolo dello stilista per una casa di mode a Milano: intraprendente il Burkinabè.


ll taxista ci ha tenuto ad informaci subito circa il fatto che dovrà fare una strada più lunga a causa di un blocco presente nell'itinerario verso l'aeroporto: speriamo di farcela in quanto, non essendo stato possibile eseguire il check-in online, l'appuntamento al banco deve avvenire entro le 19.30.
Per quell'orario ci siamo ed io lascio Gabriella quasi subito, dove la polizia inibisce a chi non è in partenza di andare oltre.
Nel pomeriggio le avevo confezionato in maniera la più ermetica possibile le bottiglie piene di burro di karitè destinate a BnD e successivamente l'avevo aiutata a chiudere il bagaglio cercando di effettuare il check-in online sino all'ultimo, purtroppo senza successo.


Appena tornato a casa ho ricevuto una chiamata telefonica da Gabriella durante la quale mi ha informato di aver superato tutti gli ostacoli ed essere ormai oltre i controlli, idealmente già sul volo per Brussels dove, dopo una sosta consistente in quell'aeroporto, si imbarcherà per Bologna che per lei, abitando a Modena, vuol dire quasi casa.


La nostra è stata una convivenza durante la quale abbiamo fatto diverse cose insieme, abbiamo parlato a lungo conoscendoci meglio, divertendoci; una convivenza intensa e breve allo stesso tempo, tale da poter essere ricordata con piacere.


13XI15
Il caldo non da segni di tregua; oggi è accompagnato da folate di vento che peggiorano la qualità dell'aria. La parte interna delle narici è sofferente già da giorni e lo manifesta con fastidiose crosticine, ora cominciano a lacrimare gli occhi sotto l'effetto della polvere e della sabbia sollevate e spinte in aria.


Ultimamente mi sono trovato a considerare che questo paese, per ciò che è la mia esperienza ormai di trenta giorni, è un paese piacevole per il tipo di gente che lo abita, in determinate aree geografiche anche attraente, ma climaticamente e strutturalmente difficile per chiunque in proporzione alla durata della permanenza.


Per motivi operativi sono riuscito a muovermi solo in un orario che sarebbe stato meglio evitare, ma dovevo passare a ritirare la biancheria dal lavandaio, dovevo fare un minimo di acquisti al mercato e quindi non ho potuto sottrarmi.
In corso d'opera ho deciso di rimandare gli acquisti sul goudron ad un diverso orario e, non avendo voglia di cucinare, mi sono preso al “ristorante” di fronte un piatto di pseudo cous cous (si tratta di manioca lavorata come il taboulè) evitando la testa di pesce che mi sarebbe spettata di diritto (prezzo CFA 100, il tutto lavorato a mano sino alla posa sul piatto).
Ho poi ingentilito questo cibo con del pomodoro fresco spellato, un formaggino Vache qui Rit e dell'olio d'oliva tunisino. Pur mantenendo alta la guardia penso che qualche anticorpo dovrei essermelo creato e pertanto darò più spazio al cibo locale.


A Bobo, per quanto nell'esclusivo ristorante di Giovanni, avevo gustato un trancio di carpa presentato su foglie d'insalata con sopra qualche pomodoro fresco: avevo spazzolato tutto in maniera consapevole senza riscontrare poi alcun problema.


Durante il pomeriggio si è presentato l'artista del gruppo Bras Ouvert di professione pittore e al tempo stesso "imbianchino per sopravvivere" al quale ho chiesto dei lavori supplementari; pertanto mi ha imbastito un preventivo con la promessa di venire domenica mattina a completare l'opera.


Ecco, ora è arrivato il momento degli acquisti sul goudron; la conoscenza delle varie boutique mi porta un po' lontano, ma la confezione da 6 bottiglie di acqua la compero al rientro nel posto più vicino a G.I. dopo essermi fermato da Fatime per ringraziarla di quanto aveva fatto ieri per consentire l'arrivo in aeroporto di Gabriella.
Mi metto a cucinare in maniera poco ispirata e pertanto mi espongo al compimento di alcune leggerezze: troppo "piment" nella minestra a base di riso e patate, troppe cipolle bruciate nel soffritto che ho aggiunto al brodo.



14XI15
Da ieri pomeriggio si è all'improvviso manifestato un problema fra il p.c. ed il modem che sino ad ora non sono stato in grado di risolvere: sono tornato ai tempi di connessione zero.
Mi viene il mal di testa al pensiero di dover tornare a fare il giro degli esperti informatici; stamane ho provato ad eseguire un ripristino che non è servito a nulla; ho insistito sin che intuitivamente ho potuto seguire un indirizzo, ma le mie intuizioni in materia sono così scarse che mi sono presto trovato spiaggiato come un cetaceo incapace di riguadagnare la corrente, nell'attesa di una morte sicura se non interverrà un temporaneo supporto esterno.
Vuol dire che non devo comunicare in questo momento, forse nell'attesa di una nuova centratura o di qualche cosa d'altro.


Da che mi trovo in B.F. ho continuato a muovermi in stato di affanno: prima l'acclimatamento (problemi di pressione – intestinali – infezione da sudorazione), poi il p.c. sotto varie forme, quindi ancora fastidi fisici dovuti alla variazione delle condizioni ambientali.


Sembra un circuito dal quale non riesco ad uscire e mi ricorda tanto chi viene preso dentro al vortice annaspando nel tentativo di prendere aria per sopravvivere senza realmente riuscirci.
Non mi sembra una situazione tanto diversa da quella vissuta a bordo de Il Nomade nel periodo delle Americhe: allora era rimasto il mezzo meccanico dentro al vortice e dopo una immane resistenza all'evolversi degli eventi ricordo bene come andò a finire.
Alla luce delle esperienze inerenti ai precedenti grandi viaggi si salva solo quella vissuta nel Sud-Est Asia: allora avevo avuto per un po' l'infezione da sudore e poi l'inizio della vertigine parossistica, ma questa credo proprio sia una storia che si sarebbe manifestata egualmente indipendentemente dal luogo dove allora mi trovavo.


Durante i primi giorni in B.F. avevo davvero preso in esame la possibilità di mollare; successivamente ho pensato di trovare delle compensazioni lungo la strada, tipo tre settimane a Ouaga ed una altrove per recuperare, ma ho poi capito che solo andando molto lontano da qui troverei condizioni ambientali migliori, purtroppo a costi proibitivi per le mie finanze.


Infatti tanto poco è costato il volo A/R Milano – Ouagadougou (€ 500 circa) quanto invece sono cari i voli A/R da Ouaga per le stesse mete che, se raggiunte partendo dall'Italia, sarebbero possibili a costi da saldo!
Viaggiare con il bus è possibile ma solo per mete collocate in questa stessa area geografica, quella che in questo periodo dell'anno gode di temperature poco compatibili con il mio termostato.
Perciò o mi attesto qui con il mio motore al minimo per altri quattro mesi consapevole che i prossimi due saranno i migliori e poi, con l'arrivo dell'Harmattan che spira dal deserto per ben due mesi, oltre alle tempeste di sabbia inizierà a salire anche la temperatura, o lascio perdere questa esperienza di cooperazione internazionale e con una spesa addizionale per il volo aereo mi sposto temporaneamente in un posto come il Marocco tanto per completare il periodo invernale in condizioni migliori che a casa, o rientro anticipatamente alla mia base ad elaborare tutte le considerazioni possibili, che poi forse si concentrano in una solamente: non ho più l'età per sfide che mi mettono in situazioni come questa.


Subito dopo la breve pausa pranzo mi è venuta l'idea di ritentare il ripristino del p.c. in una data differente; al primo tentativo la risposta è stata che non è possibile effettuare l'operazione per avaria del disco: ma che vuol dire?


Ho riprovato con gli stessi parametri sempre senza risultato sino a che ho anticipato la data ai primi di novembre: a questo punto il sistema si è ripristinato, ma non riesco a caricare Firefox! Pazienza, mi sono detto, tanto posso lavorare anche con Chrome.
E così sono finalmente riuscito ad avere la connessione, a leggere tutte le email giunte e le chat locate su Skype: una vera soddisfazione - fin che questo ripristino tiene cercherò di godermelo!  


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