sabato 14 novembre 2015

11XI15 ultimi passi per Bobo prima di raggiungere Ouaga



Stamane l'intenzione era quella di visitare la moschea e poco più, ma la stanchezza accumulata ieri ed il gran caldo di oggi mi hanno fatto desistere dopo aver dato un'occhiata alla stazione ferroviaria (divieto di foto all'interno), 





dopo aver richiesto al sacrestano di aprire la cattedrale per apprezzarne il suo interno (banchi con i laterali scolpiti a mano - storia di Gesù  etc.), 





dopo aver attraversato per l'ultima volta il garnd marché (mi affascina la zona dei tessuti con  le macchine da cucire sempre all'opera).




Sono giunto alla moschea completamente privo di forze e quando Gabriella ha litigato nientepopodimeno che con l'Himam circa il fatto che lei avrebbe voluto eseguire la visita senza guida mentre pare che ciò non sia possibile, io mi sono seduto all'ombra di un grande albero a fianco dell'Himam con il quale ho fatto un po' di conversazione mentre la mia compagna di viaggio, rientrata in se stessa, ha visitato con l'ausilio obbligatorio di una guida l'interno della moschea.





Ritornata dalla visita soddisfatta e rasserenata (le ha ricordato qualcosa di francescano nella essenziale sua semplicità), dopo un pasto veloce ci siamo presentati alla partenza del bus.


Il viaggio è durato un po' di più che all'andata in quanto, in uno dei vari punti di controllo, la gendarmeria ha preteso che tutti i passeggeri scendessero per l'identificazione; qui Gabriella è stata richiamata da un gendarme del posto di blocco per aver effettuato delle foto, foto che avevo preso anch'io senza essere richiamato; in realtà penso si sia trattato di una scusa per vedere da vicino una bianca.




La sommatoria delle soste effettuate ha impegnato del tempo per cui siamo arrivati dopo le ore 20.00 alla gare routiere e da li un taxi, non più scassato degli altri, ci ha condotto a casa dove, anche se non fa più notizia, in questo orario l'acqua manca ancora come quando ce ne siamo andati.




Domani Gabriella farà i suoi bagagli e se ne tornerà a casa: dice che le mancherà questo paese, più che altro per le persone, dice che è contenta di rientrare, ma dice anche che non ha voglia di riprendere il lavoro, fino a qualche anno fa tanto amato ed ora invece fonte di disagio: non è la prima volta che sento parlare in questi termini un operatore della sanità nostrana!


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