Stamane l'intenzione era quella di visitare la moschea e poco più, ma la stanchezza accumulata ieri
ed il gran caldo di oggi mi hanno fatto desistere dopo aver dato
un'occhiata alla stazione ferroviaria (divieto di foto all'interno),
dopo aver richiesto al sacrestano di aprire la cattedrale per
apprezzarne il suo interno (banchi con i laterali scolpiti a mano - storia di Gesù etc.),
dopo aver attraversato per l'ultima volta il
garnd marché (mi affascina la zona dei tessuti con le macchine da
cucire sempre all'opera).
Sono giunto alla moschea
completamente privo di forze e quando Gabriella ha litigato nientepopodimeno che con l'Himam circa il fatto che lei avrebbe voluto
eseguire la visita senza guida mentre pare che ciò non sia
possibile, io mi sono seduto all'ombra di un grande albero a fianco dell'Himam con il quale ho fatto un po' di conversazione mentre la mia
compagna di viaggio, rientrata in se stessa, ha visitato con l'ausilio
obbligatorio di una guida l'interno della moschea.
Ritornata dalla visita
soddisfatta e rasserenata (le ha ricordato qualcosa di francescano nella essenziale sua semplicità), dopo un pasto veloce ci siamo presentati
alla partenza del bus.
Il viaggio è durato un
po' di più che all'andata in quanto, in uno dei vari punti di
controllo, la gendarmeria ha preteso che tutti i passeggeri
scendessero per l'identificazione; qui Gabriella è stata richiamata
da un gendarme del posto di blocco per aver effettuato delle foto,
foto che avevo preso anch'io senza essere richiamato; in realtà
penso si sia trattato di una scusa per vedere da vicino una bianca.
La sommatoria delle soste effettuate ha impegnato del tempo per cui siamo arrivati dopo le ore 20.00 alla gare routiere e da li un
taxi, non più scassato degli altri, ci ha condotto a casa dove, anche
se non fa più notizia, in questo orario l'acqua manca ancora come
quando ce ne siamo andati.
Domani Gabriella farà i
suoi bagagli e se ne tornerà a casa: dice che le mancherà questo
paese, più che altro per le persone, dice che è contenta di
rientrare, ma dice anche che non ha voglia di riprendere il lavoro, fino a
qualche anno fa tanto amato ed ora invece fonte di disagio: non è la
prima volta che sento parlare in questi termini un operatore della
sanità nostrana!
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