E' ormai passato molto tempo da quando ho lasciato la mia operatività sul campo durante il mese di aprile 2014, alla fine di un itinerario che mi portò a destinare a favore dei bambini figli dei rifugiati politici del Myanmar (ex Birmania) i fondi raccolti in patria attraverso la ONG Bambini nel Deserto ONLUS.
A seguire il responabile della ONG/ONLUS mi aveva proposto di seguire staticamente un progetto in corso d'opera nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou.
Prima ancora di dare la mia risposta intervennero fatti nuovi e inaspettati che mi costrinsero a segnare il passo per diciotto lunghi mesi pieni di tribolazioni varie sulle quali non è il caso qui di dilungarsi.
I mesi trascorsi nella pace dell'eremo che mi fa da residenza mi hanno consentito di continuare a dedicare del tempo a quei bambini del Myanmar, la scuola dei quali fu colpita da un tornado ed era divenuta impraticabile sino a che non è stato possibile provvedere alle necessarie sistemazioni.
Una volta riacquistate completamente le autonomie personali ho avuto la possibilità di dialogare a lungo con BnD in modo da confrontare le mie idee con i progetti già in essere o di prossima realizzazione in Africa.
E' così che è maturata la mia convinzione nella necessità di trascorrere un periodo significativo nel paese in cui BnD sta operando con successo da tempo: il Burkinaa Faso.
Conoscevo il nome di questo paese da quando i miei figli erano ancora alle scuole elementari; nell'ambito di non so quale iniziativa, dei musici di quel lontano e povero territorio incontrarono gli alunni di varie scuole milanesi fra le quali era inclusa quella dei miei figli.
Questi, dopo averli conosciuti, aver avuto la possibilità di ascoltare le loro melodie, mi riferirono in modo entusiasitico la loro esperienza, esattamente così come sono capaci di fare i bambini nel mondo quando si da loro l'opportunità di entrare in sintonia con il diverso/sconosciuto.
Definito il periodo del mio intervento e delineati gli obiettivi della missione a poco a poco sono tornato a sentire ciò che sento quando sono sul campo: energia, motivazione, soddisfazione.
Quindi ho ottenuto presso il Consolato Generale di Milano del Burkina un VISA per sei mesi con ingressi multipli, ho definito la compagnia aerea che userò come vettore, ho fissato le date e ottenuto il biglitto A/R nei giorni scorsi, ho effettuato la registrazione del viaggio sul sito del Ministero degli Affari Esteri.
Tutto stava andando per il verso giusto sino a che (nda:quanto segue è stato estratto dal sito ufficiale BnD circa quanto riferito dal responsabile in loco)
Golpe Burkina 16 settembre 2015
Mercoledì 16 settembre.
Ero nella nostra sede BnD a lavorare: materiali per la formazione
insegnanti, giochi didattici ecc… Là c’è la corrente elettrica, che mi
permette di lavorare con pc, stampante, scanner…
Nel pomeriggio mi ha raggiunto Karim Kabore, nostro collaboratore, per rivedere insieme la dispensa per gli insegnanti.
Alle 16 circa arriva la telefonata di Sama, nostro referente locale:
ha saputo da un post di fb dalla Francia, che in BF la Guardia
Presidenziale ha fatto irruzione al palazzo presidenziale durante
l’incontro settimanale del governo, prendendo in ostaggio il Presidente
Kafando, il Primo Ministro Zida e altri ministri. Cerchiamo notizie sul
web e troviamo conferma. Siamo molto tesi, pensiamo subito a un colpo di
stato, ma cerchiamo cmq di lavorare. Alle 18 arriva Sama e rapidamente
ci prepariamo per rientrare a casa. Portiamo con noi la stampante, che
ha un problema da sottoporre al negoziante. Ci muoviamo verso il centro.
La sera è già calata, ma tutte le illuminazioni della città sono
spente. Tutti i negozi chiusi. Tutti i benzinai chiusi. Arriva anche una
forte pioggia, che ci costringe a fermarci. La città è semideserta,
solo un grande flusso verso la periferia. Possiamo proseguire e arrivare
a piazza della Rivoluzione. Un gruppo di persone, con fischietti e
slogan, parte verso Ouaga 2000. Accendiamo la radio. Tutte, tranne radio
Omega, sono state disattivate. Ascoltiamo. Palano di diversi
assembramenti di persone che si stanno dirigendo verso palazzo
presidenziale. Uno di questi gruppi è dovuto retrocedere, per gli
attacchi e gli spari dei militari. Mentre ascoltiamo, la voce dello
speaker si blocca, si sentono urla, si sente chiaramente: feu! Fuoco!
Poi, più niente. Il giorno dopo sappiamo che radio Omega è stata
incendiata.
La sera, a casa, con la famiglia contenta di vederci. Tutti erano a
conoscenza della situazione. La notte interminabile, attaccati ai
telefoni e web.
I sindacati dichiarano sciopero generale su tutto il territorio.
Ricevo una mail dall’ambasciata italiana in Costa d'Avorio, che invita tutti
gli espatriati a limitare i movimenti e ad avere comportamenti prudenti.
Poco più tardi ne arriva un’altra, che ci invita a NON USCIRE di casa
per nessuna ragione.
Diario di un Colpo di Stato - Domenica 20 settembre
Domenica 20 settembre - Bruna Montorsi Ouagadougou
La buona
notizia non è arrivata. Sotto all’hotel LAICO dove si svolge la
mediazione, una manifestazione di decine di sostenitori del CDP; hanno
aggredito la guardia del corpo di un esponente politico e una
giornalista. Scontri tra manifestanti di diverse fazioni, soffocati dai
militari RSP. Non arrivano notizie. Diendiéré arriva con molto ritardo
alla plenaria. Ci Sono incontri separati prima della plenaria. E’ chiaro
che le cose non vanno per il verso giusto.
Sama è
uscito. Dopo pranzo siamo in cortile, quando sentiamo l’eco di spari non
lontani, qualcuno fa una telefonata, ci confermano che stanno sparando
all’incrocio con la strada asfaltata che va a Yako. Gli spari si fanno
frequenti e, dalla zona in oggetto, vediamo colonne di fumo nero. Tutti
dentro, chiudiamo anche le finestre. E’ forse la prima volta che mi
prende la paura, per noi, per i bambini, per Sama che è fuori. Lo
chiamo, gli dico che sparano, dice che sta rientrando. Je vien tout de
suit. Speriamo che passi dall’altro incrocio. Gli spari continuano per
qualche minuto, poi smettono, oppure si confondono con i tuoni. Sì,
anche oggi la pioggia.
Quando
arriva, dice che i dimostranti l’hanno fermato, hanno perquisito l’auto.
Sono dalla vostra parte, ha detto. E l’hanno fatto passare.
Di nuovo a
confrontare le notizie, minime, è evidente che non stanno raggiungendo
un accordo. Alle 19,30 arriva il comunicato. Lo sentiamo alla radio e lo
leggiamo al tempo stesso sul web. Ecco la dichiarazione di Macky Sall,
presidente del CEDEAO:
- ripristino della transizione con Kafando
- rinvio della proposta di abolizione del RSP da dopo le elezioni
- voto dell'amnistia per tutti i fatti avvenuti nel colpo di stato
- arresto delle violenze
- elezioni riandate al 22 novembre, con la partecipazione degli esclusi.
- ripristino della transizione con Kafando
- rinvio della proposta di abolizione del RSP da dopo le elezioni
- voto dell'amnistia per tutti i fatti avvenuti nel colpo di stato
- arresto delle violenze
- elezioni riandate al 22 novembre, con la partecipazione degli esclusi.
Il CEDEAO dovrà votare queste proposte martedì 22 settembre.
Si prevede sdegno e grande protesta.
Tutto qunto sopra riportato rappresenta una realtà che in Italia, al di là di una informazione iniziale fornita da TV e stampa, è completamente ignorata; ciò è comprensibile in quanto il Burkina è uno fra i paesi più poveri al mondo e attualmente si trova a fare da cuscinetto fra Boko Haram operativa al suo Est e la Jihad operativa al suo Ovest.
Da ieri il sito della Farnesina ha pubblicato quanto segue:
Eventi politici nella Capitale Ouagadougou
L’Ambasciata d'Italia ad Abidjan, competente per il Burkina Faso, rimane raggiungibile h24 ai numeri 00225 07077343 e 00225 75410888.
In questa situazione bisogna stare calmi e vivere alla giornata tenendosi pronti a tutto: è quello che sto cercando di fare, consapevole che quando ci sono forti interessi in campo (quelli dell'ex presidente dittatore rimasto in carica 26 anni) e manca un solido movimento di opposizione diffuso un ritorno alla dittatura è possibile e l'allontanamento delle ONG probabile.
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