Venerdì 28; Oggi pomeriggio è arrivato il momento dell'incontro programmato con la responsabile del progetto Nam Tok School - Scuola Primaria per Bambini di Rifugiati Birmani in territorio Thai, nonché promotrice della ONLUS Krio Hirundo.
Il discorso relativo ai rifugiati birmani in territorio Thai è molto articolato e complesso: di seguito cercherò di presentalo senza affaticare chi lo apprenderà dalla lettura anticipando che la situazione sul campo è assai più drammatica rispetto alla mia descrizione.
QUADRO GENERALE DI RIFERIMENTO
1) Da oltre sessanta anni è in corso una guerra civile in territorio prima denominato Burma e dal 1988 Myanmar fra i militari golpisti al comando del paese sin da quando eliminarono l'eroe dell'indipendenza, il Generale Aung San, padre di Aung San Su Kyi, e le diverse popolazioni di etnia differente da quella predominante: di questo argomento in occidente non si sa nulla.
2) Anche se negli ultimi tempi in occidente si percepisce una situazione di cambiamento in Myanmar, il cambiamento non ha modificato la posizione dei generali verso la guerra civile che continua ad essere minimizzata o negata da chi è al comando.
3) In epoca contemporanea questa è la guerra più duratura da che esistono le rilevazioni statistiche.
4) Per sfuggire alle rappresaglie imposte dall'esercito (imposizione di reclutamento di almeno una persona per nucleo familiare, bambini inclusi - razzia di prodotti frutto del lavoro agricolo - stupri subiti da giovani e meno giovani - processi sommari e condanne a morte - violenze improvvise e continuate nel tempo) molti abitanti di villaggi sono fuggiti sconfinando in territorio Thai.
5) Il governo Thai ha messo in atto un atteggiamento ambiguo nei loro confronti: ufficialmente li considera illegali clandestini soggetti ad essere rimandati da dove provengono.
Ha però messo a disposizione dei terreni dai quali i rifugiati non possono uscire, dei veri campi di concentramento privi di tutto e sostenuti da ONG internazionali sino a qualche anno fà.
Nel momento in cui Myanmar ha iniziato ad aprirsi a partire dal 2009/2010, queste ONG si sono spostate ad operare all'interno di quel territorio mollando al loro destino la maggior parte dei profughi.
Per sopravvivere questi hanno bisogno di tutto e l'unico modo per procacciarsi qualcosa in termini di sostentamento è un reddito da lavoro: qui si apre un secondo livello nel circuito delle ambiguità Thai.
La manodopera birmana è conveniente in quanto sottopagata e priva di diritti, quindi fa molto comodo agli imprenditori locali.
Per lavorare i birmani pagano delle tangenti agli organi di controllo Thai: esiste una tariffa per ogni spazio di manovra necessario che va dal potersi muovere sul territorio sino all'ingaggio per un lavoro precario di tipo giornaliero; il birmano è pronto ad indebitarsi pur di poter sfamare la propria famiglia e, non avendo altra possibilità, è costretto a pagare senza nessuna garanzia in contropartita.
Coloro che provano a non pagare corrono un altro rischio: quello di incappare nel lucroso traffico degli esseri umani/ organi vitali/ abusi e prostituzione.
6) Anche quando riescono a lavorare i birmani continuano ad essere dei precari in quanto la canna da zucchero - abbondantemente presente nella regione - rappresenta una lavorazione stagionale e quando termina o ci si sposta sul territorio alla ricerca di altre opportunità o si raggiunge la discarica di Mae Sot dove qui molti nuclei familiari risiedono con i bambini razzolanti fra i rifiuti alla ricerca di ciò che può essere recuperato e venduto a qualcuno.
CONSIDERAZIONE FINALE
In tutto questo quadro uno degli anelli più a rischio è rappresentato dai bambini: mancanza di cibo quotidiano, di istruzione, di igiene e di sicurezza.
L'organizzazione che ho incontrato è di piccole dimensioni ed articolata esclusivamente sul lavoro di volontari, Birmani inclusi; si sta occupando esattamente dei bambini attraverso un progetto che non ha scadenza nel tempo, però con il limite rappresentato dal rischio costante di non riuscire ad andare avanti per mancanza di fondi.
L'organizzazione che ho incontrato è di piccole dimensioni ed articolata esclusivamente sul lavoro di volontari, Birmani inclusi; si sta occupando esattamente dei bambini attraverso un progetto che non ha scadenza nel tempo, però con il limite rappresentato dal rischio costante di non riuscire ad andare avanti per mancanza di fondi.
L'obbiettivo immediato è quello di mantenere funzionante per l'anno accademico 2014/2015 le attività di una scuola materna e primaria per bambini Birmani rifugiati in territorio Thai.
Specificatamente si tratta di:
a) alfabetizzare i bambini nell'area circostante il villaggio di Che Di Kho, fornendo anche ai più piccoli un luogo sicuro contro il traffico degli esseri umani;
b) assicurare il trasporto dei bambini in piena sicurezza dai villaggi dove risiedono le famiglie alla scuola e viceversa;
b) assicurare il trasporto dei bambini in piena sicurezza dai villaggi dove risiedono le famiglie alla scuola e viceversa;
c) essere un punto di riferimento per tutta la comunità dei Birmani residente a Che Di Kho e dintorni.
L'anno scolastico qui segue la tempistica Thai e va da giugno a marzo.
Attualmente i ragazzi si stanno preparando agli esami e poi se ne riparlerà fra qualche mese.
Nel frattempo Krio Hirundo deve trovare le risorse per assicurare il proseguimento degli studi agli oltre 300 ragazzi di un ampio bacino territoriale ove si sono riparate le famiglie.
La continuazione dell'attività della scuola vuole anche dire cibo per i più poveri, alloggio per i più disagiati, visite mediche periodiche, controllo della qualità dell'acqua ogni qualvolta è possibile, etc. etc...
Bambini nel Deserto ha già maturato esperienze nella gestione dei campi profughi (Ngouboua, Tchad 2012) ed è consapevole di quanto lavoro ci sia da fare per persone che, senza possibilità di essere smentiti, sono da considerarsi come "gli ultimi tra gli ultimi".
Bambini nel Deserto ha già maturato esperienze nella gestione dei campi profughi (Ngouboua, Tchad 2012) ed è consapevole di quanto lavoro ci sia da fare per persone che, senza possibilità di essere smentiti, sono da considerarsi come "gli ultimi tra gli ultimi".
E' sulla base delle conoscenze sin qui acquisite e delle considerazioni sinteticamente presentate oggi che, in accordo con la dirigenza di BnD, i fondi che stanno ancora affluendo nel conto corrente intestato a Bambini nel Deserto IBAN: IT 24 G 01030 12900 000001500048 Monte Dei Paschi di Siena – Causale: "Destinazione Myanmar", si è deciso che verranno destinati a supportare in quota parte il progetto già in corso d'opera.
Al momento non so se mi sarà possibile visitare la realtà descritta recandomi in loco in quanto esistono delle serie restrizioni per gli stranieri e le autorizzazioni in tal senso sono difficoltose da ottenere.
Neanche a pensarci di poterci entrare di straforo in quanto tutte le vie di accesso sono presidiate 24 ore su 24 attraverso dei check-point: un anziano dalla pelle ed i capelli bianchi quelli lo identificherebbero subito e già da lontano!
Sull'argomento cercherò di essere più preciso in seguito: nel frattempo quei bambini birmani, mio tramite, attendono che la sensibilità e la generosità di chi mi segue nell'iniziativa possa donare loro un sorriso e maggiore tranquillità.
Quanto sarebbe gratificante per tutti riuscire nell'impresa!
P.S.: per chi volesse essere informato più dettagliatamente assicuro sin d'ora che troverò il tempo per rispondere singolarmente a qualsiasi richiesta mi pervenisse by email in tal senso.
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